Bruno Franceschini

militare austro-ungarico

Bruno Giusto Franceschini (Tres, 2 gennaio 1894Vienna, 30 agosto 1970) è stato un soldato italiano nato in Trentino che ha combattuto nelle fila dell'esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale. Viene associato da alcune fonti all'evento della cattura e del riconoscimento degli irredentisti Cesare Battisti, già cittadino e deputato austriaco, e Fabio Filzi, avvocato roveretano, sul Monte Corno di Vallarsa[2].

Bruno Giusto Franceschini
NascitaTres, 2 gennaio 1894
MorteVienna, 30 agosto 1970
Cause della mortevecchiaia
Etniaitaliana
Religionecattolica
Dati militari
Paese servitoAustria-Ungheria
Forza armataLandesschützen
Corpo1º Reggimento k.k. Landesschützen "Trient"
Anni di servizio1914 - 1918
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
Campagne
Altre caricheIngegnere
NoteMilitare che, come attestato dagli atti processuali, identificò Fabio Filzi[1]
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Biografia

Nacque a Tres, in Val di Non, nell'attuale Provincia autonoma di Trento, allora parte dell'Impero austro-ungarico, terzo tra sei fratelli, figlio di Isidoro Franceschini e di Maria Zadra. La famiglia si trasferì all'inizio del XX secolo dalla Val di Non a Rovereto dove il padre fu nominato direttore didattico. Anche la madre Maria era maestra elementare. Bruno, da giovane, frequentò la Realschule ed in seguito, ormai in esilio alla fine della guerra, studiò ingegneria al Politecnico di Vienna quindi divenne comproprietario e direttore di una piccola azienda. Era bilingue e parlava sia l'italiano sia il tedesco.

Uno dei fratelli, nel 1931, durante il giorno del suo matrimonio a Merano, ricevette la visita di due persone mandate da Trento legate al regime fascista e che intendevano catturarlo, pensando fosse presente alla cerimonia. Se questo fosse avvenuto, Franceschini sarebbe stato quasi certamente ucciso.[3]

Grande guerra

Franceschini si arruolò nell'Esercito asburgico nel 1914. Divenne poi Fähnrich (Alfiere) del III battaglione, undicesima compagnia del K.K. Landesschützen-Regiment "Trient" N. I. Allo scoppio della guerra tra Austria e Italia, nel 1915, fu mandato a combattere prima sul Carso e poi sul fronte dolomitico, in Trentino, sulle cime della Vallarsa.

Fu presente sul monte Corno quando vennero catturati gli irredentisti Cesare Battisti (già deputato austriaco) e Fabio Filzi (avvocato). Alcune ricostruzioni lo posero alla guida dell'azione ma negli atti del processo a essere indicati come autori della cattura furono il tenente Vinzenz Braun[4] con i bersaglieri Alois Wohlmuth[5] e Franz Strazligg[6]. Franceschini compare solo nella testimonianza di Johann Widegger[7] come chi materialmente riconobbe Fabio Filzi che aveva fornito generalità false, e negli atti Franceschini è indicato come come Fähnrich (allievo ufficiale)[7] e non come Oberleutnant (tenente).

Un'intervista di Lorenzo Baratter ai suoi nipoti sembra confermare che Franceschini non ebbe parte nella cattura di Battisti,[8] mentre altre fonti lo citano come direttamente coinvolto nel riconoscimento di Cesare Battisti e Fabio Filzi.[9]

Il nome di Bruno Franceschini (o Brunetto, secondo altre fonti) è ricordato principalmente per il riconoscimento di Cesare Battisti e di Fabio Filzi dopo la loro cattura (circostanza sembra non confermata). Inoltre fu considerato da alcuni un traditore della sua terra, essendo nato in Trentino, allora sotto dominio arburgico.[10][11][12][13]

Una ricostruzione dei fatti che portarono alla cattura di Cesare Battisti e di Fabio Filzi ricavata dal testo Le montagne scottano di Gianni Pieropan con prefazione del generale Emilio Faldella da Pinerolo portano a credere che solo dal luglio 1915 gli austriaci fossero a conscenza della presenza del deputato Battisti nel settore di Monte Corno. La circostanza viene legata alla cattura nella notte tra il 3 ed il 4 luglio di due alpini che si consegnarono al nemico e che descrissero il loro comandante (Battisti) come un fanatico che li avrebbe mandati tutti a morire. Il comando austriaco, in conseguenza di questo, diede ordine affinché fossero tentate tutte le azioni possibili per catturale i militatari italiani ed i loro ufficiali nell'attacco che si sapeva imminente.[14]

Alcuni aspetti dell'azione ancora oggi sono oggetto di dubbio, ma pare che gli austriaci attendessero gli italiani e alla fine li circondassero, inziando, subito dopo averli fatti prigionieri, a chiedere loro dov'era Cesare Battisti. Gli austriaci alla fine identificarono il deputato trentino e fu a questo punto che il cadetto Bruno Franceschini con quattro uomini si avvicinò e chiese all'ufficiale prigioniero la pistola. Al rifiuto di Battisti il rinnegato Franceschini tace, evidentemente imbarazzato, poi gli chiede il binocolo (citazione da Gianni Pieropan).[15]

Il cadetto Franceschini, quando venne fatto prigioniero Battisti, era l'unico ufficiale in servizio che parlasse la lingua italiana, e il suo ruolo in tutta la vicenda si limitò quindi al suo riconoscimento ufficiale.[16] Venne ferito in un combattimento e passò l'ultima fase del conflitto all'ospedale militare di Vienna.

Dopo la prima guerra mondiale

Nel 1919, con il passaggio del Trentino all'Italia, scelse di diventare cittadino austriaco trasferendosi a Vienna e lavorando come ingegnere anche in Polonia, fino al 1939. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale rientrò a Vienna e dopo l'Anschluss divenne cittadino del Terzo Reich. Alla fine del conflitto rimase in Austria dove morì nel 1970 e fu sepolto al Zentralfriedhof di Vienna. Negli anni novanta la sua tomba venne dismessa ed oggi non ne resta più nulla.

Legame con l'Austria

Rimase sempre legato al mondo austriaco e non tornò mai più in Italia. Durante il periodo tra le due guerre fu considerato un traditore della patria soprattutto dai fascisti. La famiglia di origine nel frattempo da Rovereto era ritornata a Tres, e i fratelli, per vederlo, andavano a Salisburgo, a Lienz o a Vienna.

Note

  1. ^ Atti del processo, K1796/16 / atto 1
  2. ^ Lorenzo Baratter, p.40
  3. ^ Cesare Veronesi, p.99
  4. ^ Atti del processo, K1796/16 / atto 8
  5. ^ Atti del processo, K1796/16 / atto 9
  6. ^ Atti del processo, K1796/16 / atto 10
  7. ^ a b Atti del processo, K1796/16 / atto 11
  8. ^ Eroi della Grande Guerra: Bruno Franceschini , l'eroe del Monte Corno., su associazione-legittimista-italica.blogspot.it. URL consultato l'08-11-2016.
    «... Lui non lo ha neanche visto perché la pattuglia lo ha preso e lo ha portato direttamente al comando. Lo ha portato direttamente al comando, non alla compagnia… Quindi lui mi ha detto "Guarda, io Cesare Battisti non lo ho nemmeno visto, a parte il fatto che non avrei riconosciuto perché non lo conoscevo, in Austria non era mica una persona importante allora…". Comunque lui mi ha detto che non l’ha neanche visto perché è stato direttamente portato al comando di battaglione o di reggimento. L’hanno riconosciuto poi lì;...'»
  9. ^ Gattera.Greselin
  10. ^ Attilio MORI - Oreste FERRARI, BATTISTI, Cesare, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930. URL consultato il 2 dicembre 2016.
    «Fatto prigioniero e subito riconosciuto con Fabio Filzi, suo conterraneo e suo ufficiale subalterno, da un rinnegato della sua terra, l'alfiere Bruno Franceschini»
  11. ^ Silvana Casmirri, FILZI, Fabio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997. URL consultato il 2 dicembre 2016.
    «identificato e denunciato da un certo Brunetto Franceschini, italiano, cadetto dell'esercito imperiale»
  12. ^ Luigi Sardi, Cesare Battisti e Franceschini, il non-rinnegato, su gelocal.it, Gruppo Editoriale L’Espresso, 9 marzo 2012. URL consultato il 2 dicembre 2016.
    «Va solo emendata la definizione di rinnegato del tenente dell'Impero austro-ungarico Franceschini (...) Insomma, basta con il termine di "rinnegato" e "traditore" per Franceschini, soldato austriaco (...) In verità furono due disertori italiani ad indicare agli austriaci la presenza di Battisti»
  13. ^ «Battisti era un disertore» battaglia su Facebook, su gelocal.it, Gruppo Editoriale L’Espresso, 11 luglio 2014. URL consultato il 2 dicembre 2016.
    «Lorenzo Baratter (...) definisce Battisti un «disertore» ed elogia Bruno Franceschini, l’ufficiale dell’esercito austriaco (...) che comandava la pattuglia che ha catturato Battisti sul monte Corno.»
  14. ^ Cesare Veronesi, pp.91-93
  15. ^ Cesare Veronesi, pp.94-96
  16. ^ Cesare Veronesi, p.98

Bibliografia

Voci correlate