Utente:Beatrice/Incubatrice
Da tradurre dalla voce inglese: [1]
Elizabeth Brooke Jocelin (a volte scritto "Joceline" o "Joscelin") (1595 circa - 1622 circa) è stata una scrittrice inglese. È conosciuta principalmente per la sua opera The Mother's Legacie to her Unborne Childe (Eredità di una madre a suo figlio non ancora nato). Il libro fu pubblicato due anni dopo la morte dell'autrice per le complicazioni da parto.
La vita
Era figlia di Sir Richard Brooke di Norton (contea di Cheshire) e di sua moglie Joan, figlia di William Chaderton, vescovo di Lincoln. Dopo la separazione dei suoi genitori e il ritorno alla casa paterna di sua madre, il principale responsabile dell'educazione della giovane Elizabeth fu suo nonno, il vescovo Chaderton, nella cui casa trascorse l'infanzia. Era una fanciulla molto portata per le arti, la religione e la letteratura. Secondo Thomas Goad, che divenne il suo editore, Elizabeth aveva una memoria prodigiosa.
Nel 1616 sposò Tourell Jocelin di Cambridgeshire. Avendo il presentimento di poter morire per le complicanze del parto, Elizabeth Jocelin scrisse una lettera nella quale esortava con gentilezza e determinazione il figlio o la figlia che doveva nascere alla pietà e alla condotta onesta; scrisse inoltre una lettera a suo marito fornendogli consigli per crescere il bambino. Si ritiene che queste lettere siano state scritte a Crowlands, Oakington. Il 12 ottobre 1622 Elizabeth Brooke Jocelin partorì una bambina e morì nove giorni più tardi. La figlia, chiamata Theodora, divenne in seguito la moglie di Samuel Fortrey.
Il matrimonio dei Jocelin sembrava piuttosto felice e basato sull'amore reciproco. In The Mother's Legacie to her Unborne Childe Elizabeth descrive il suo entusiasmo di portare in grembo il figlio di suo marito e di come insieme a lui stesse progettando il futuro migliore per la loro creatura.
Elizabeth Jocelin è ricordata come "una delle più importanti giovani donne ai tempi di Giacomo I”
L'opera
The Mother's Legacie to her Unborne Childe fu pubblicato per la prima volta nel 1624 con una lunga Approvazione di Thomas Goad che forniva alcuni accenni della vita dell'autrice. La seconda edizione è datata 1624 e la terza 1625. Una ristampa esatta della terza edizione, con un'introduzione di un anonimo editore edimburghese, uscì nel 1852. L'edizione stampata ad Oxford nel 1684 "per la soddisfazione della persona di qualità qui interessata" e ristampata alla fine del Sermone di C. H. Cranford nel 1840, è una versione rimaneggiata dall'editore relativamente alle tematiche religiose. Il manoscritto dell'opera è conservato nella British Library (Addit. MS. 27467). Non è ancora chiaro se il manoscritto sia dell'autrice oppure se il lavoro editoriale di Goad abbia apportato cambiamenti significativi[1].
L'autrice scrisse The Mother's Legacie to her Unborne Childe all'inizio dell'età moderna, periodo nel quale le donne erano solite trascorrere la loro esistenza tra e mura domestiche. La sua opera rientra perfettamente nei canoni femminili dell'epoca, definendone chiaramente la sua posizione come madre.
Una delle cose che distinguono il testo è la scelta del tono e delle parole utilizzate per assicurarsi che il bambino che sta per nascere, sia egli maschio oppure femmina, sia in grado di seguire i consigli da lei lasciati. Si distinguono chiaramente aspettative e tecniche diverse per crescere un figlio maschio o una figlia femmina ed Elizabeth Jocelin riconosce queste differenze e lascia i giusti consigli in entrambi i casi. Ad esempio, suggerisce alla figlia il rispetto, l'obbedienza e di essere una buona madre. Descrive il suo desiderio di proteggere la figlia "da uno stile di vita potenzialmente difficoltoso e scomodo". Per questo approccio differente di educare un figlio a seconda del suo genere l'autrice è stata criticata. Come le donne del suo tempo Jocelin desiderava per sua figlia di essere accettabile per la società, anche se questo significava limitare la sua intelligenza o la sua felicità.
Note
- ^ (EN) British Library: Add. MS 27467, su web.warwick.ac.uk. URL consultato il 14 settembre 2016.
Angelo Catone
Angelo Catone su Dizionario biografico Treccani - Voce richiamata da Consummatum est
Angelo Catone (o Angelo de Supino) (Benevento 1440 circa, Benevento 1496)
Traduzione dalla voce inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/Anne_Conway_(philosopher)
Fonti:
- http://plato.stanford.edu/archives/fall2014/entries/conway/
- http://projectvox.library.duke.edu/content/conway-1631-1679
- http://ndpr.nd.edu/news/24814-anne-conway-a-woman-philosopher/
Anne Conway (conosciuta anche come Viscountess Conway) (nata Anna Finch; 14 dicembre 1631 – 18 febbraio 1679) è stata una filosofa inglese il cui lavoro, nella tradizione dei platonici di Cambridge, influì su Leibniz. Il pensiero di Anne Conway è originale in quanto è filosofia razionalista, con caratteristiche di preoccupazioni e modelli ginocentrici, e in questo senso è stato unico tra i sistemi del XVII secolo.
Era la più giovane figlia di Heneage Finch (che era stato Recorder of London e Presidente della Camera dei Comuni sotto il regno di Carlo I) e della sua seconda moglie Elizabeth (figlia di William Cradock di Staffordshire). Suo padre morì una la settimana prima della sua nascita. Anne Conway crebbe nella casa ora conosciuta come Kensington Palace, che la sua famiglia possedeva a quel tempo.[2] La sua prima educazione, curata privatamente, comprese lezioni di latino e successivamente di greco e di ebraico. Il suo fratellastro John Finch, che incoraggiò l'interesse di Anna per la filosofia e la teologia, le fece conoscere il platonista Henry More, che era uno dei professori di John al Christ's College di Cambridge. Nacque tra loro una lunga corrispondenza sulla filosofia di Cartesio che divenne una stretta amicizia, nel corso della quale Anne, da discepola informale di More crebbe intellettualmente fino a divenire sua pari.
Nel 1651 Anne sposò Edward Conway, poi primo conte di Conway, e negli anni seguenti Henry More le dedicò il suo libro "Antidoto contro l'ateismo".
Nel 1658 diede alla luce il suo unico figlio Heneage Edward Conway, che morì di vaiolo appena due anni dopo.
Anche suo marito era interessato alla filosofia ed era stato egli stesso allievo di More, ma Anne lo superò di molto sia per la profondità del suo pensiero che per la varietà dei suoi interessi. Anne si interessò alla Cabala lurianica e successivamente al Quaccherismo, al quale si convertì nel 1677. In Inghilterra a quel tempo i Quaccheri erano generalmente detestati e temuti e subirono persecuzioni e imprigionamenti. La decisione di Anne Conway di convertirsi, di fare della sua casa un centro di attività Quacchera e di fare proselitismo attivamente era quindi particolarmente audace e coraggiosa.
La sua vita dall'età di 12 anni, quando ebbe alcuni attacchi di febbre, fu segnata da forti emicranie ricorrenti. Questo le comportò inabilità temporanea per i forti dolori, e la costrinse a frequenti controlli medici nella continua ricerca di cure efficaci (giunse anche a farsi aprire la vena giugulare). Conway fu curata da molti dei grandi medici del suo tempo, ma nessuno dei trattamenti avuto alcun effetto. Tra gli altri la visitò anche il dottor Thomas Willis. Morì nel 1679 all'età di 47 anni.
Principia philosophiae antiquissimae et recentissimae de Deo, Christo & Creatura
L'opera principale di Anne Conway fu originariamente pubblicata in latino nel 1690 e successivamente tradotta in inglese con il titolo The Principles of the Most Ancient and Modern Philosophy; in essa viene sviluppata un'idea monistica del mondo creato da una sola sostanza. Conway è critica con l'idea cartesiana che i corpi siano costituiti di materia morta e anche con il concetto dell'anima espresso da Henry More nel suo Antidoto contro l'Ateismo ed la teoria dualistica della relazione tra corpo e spirito.
Traduzione dalla voce inglese: [2]
Clementina Black (Brighton, 27 luglio 1853 – 19 dicembre 1922) è stata una scrittrice inglese, femminista e pioniera sindacalista, strettamente collegata al marxismo e al Fabianesimo.
Biografia
Clementina Black nacque a Brighton, una degli otto figli dell'avvocato, segretario comunale e medico legale della cittadina, David Black (1817–1892), e di sua moglie, Clara Maria Patten (1825–1875), figlia di un ritrattista di corte[1].
Nel 1875 la madre di Clementina morì a causa di un'ernia causata dal sollevamento del marito invalido. Clementina, quale figlia maggiore, subentrò alla madre nell'assistere il padre invalido, accudire i fratelli e le sorelle minori e lavorare come insegnante. Assieme alle sue sorelle si trasferì nel 1880 a Londra, dove studiò i problemi sociali, facendo opera letteraria, e lezioni sulla letteratura del 18 ° secolo. Fece conoscenza di marxisti e fabiani e divenne amica della famiglia Marx.
La scrittura
La sua prima novella, A Sussex Idyl, fu pubblicata nel 1877. Clementina Black fu coinvolta dai problemi delle donne della classe operaia e dal movimento sindacale emergente. Nel 1886 divenne segretaria onoraria della Women's Trade Union League. Nel 1888 presentò una mozione per la parità dei salari al Trades Union Congress. Nel 1889 contribuì a formare la Women's Trade Union Association, che più tardi divenne Women's Industrial Council.
Aiutò nell'organizzazione dello sciopero delle fiammiferaie del 1888. Fu attiva anche nella Fabian Society e nel movimento per il suffragio femminile.
Accanto ai rapporti sulle condizioni sociali, scrisse sette romanzi, tra cui An Agitator su un leader di sciopero socialista.
Morì nella sua casa di Brighton nel 1922 e fu sepolta al cimitero di East Sheen a Londra[2].
Note
- ^ Ross, Ellen, Slum Travellers: Ladies and London Poverty, 1860–1920
- ^ Clementina Black, su famousgraves.net. URL consultato il 30 settembre 2016.
Virginia Tedeschi Treves (Verona, 22 marzo 1849 - Milano, 7 luglio 1916), fu una scrittrice e giornalista italiana, conosciuta anche con lo pseudonimo di Cordelia. Moglie dell'editore Giuseppe Treves, fratello di Emilio, fu autrice di romanzi e racconti, soprattutto rivolti all'infanzia e alla famiglia che godettero di largo favore[1].
Biografia
Nata a Verona nel 1849 in una famiglia benestante, era figlia di Fanny Modena e di Guglielmo Tedeschi, commerciante e socio della casa editrice veronese Drucker & Tedeschi[2]. Il fratello Achille Tedeschi Ricevette una discreta educazione e mostrò subito un'inclinazione per le materie letterarie. A 21 anni, l'11 settembre 1870, sposò Giuseppe Treves, fratello di Emilio che aveva fondato una piccola impresa editoriale. La buona dote portata da Virginia fu investita nell'impresa che assunse la denominazione di "Fratelli Treves"[2].
Dal matrimonio non nacquero figli. Virginia iniziò a collaborare attivamente nell'impresa di famiglia, dimostrando buone doti di imprenditrice e di scrittrice, occupandosi delle pubblicazioni rivolte al pubblico femminile e all'infanzia.
Il romanzo di esordio di Virginia Tedeschi, pubblicato nel 1879 dalla casa editrice di famiglia, è Il regno della donna, nel quale viene esaltato il ruolo della donna quale regina del focolare domestico. L'opera ebbe buon successo e fu più volte ristampato[3]
[4].
Opere
- Il regno della donna, 1879
- Nel regno delle fate, 1884
- Per la gloria, 1886
- Piccoli eroi, 1893
Note
- ^ Tedéschi-Trèves, Virginia, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ a b letteraturadimenticata
- ^ Fossati
- ^ Volpato
Collegamenti esterni
- Tedéschi-Trèves, Virginia, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Casa editrice Fratelli Treves, su letteraturadimenticata.it, dicembre 2010.
- Giancarlo Volpato, Tedeschi Treves Virginia, su Il Condominio News, 15 giugno 2015. URL consultato il 9 ottobre 2016.
- Virginia TEDESCHI TREVES (Cordelia), su Fondazione Franco Fossati.
Stiramento del seno
Lo stiramento del seno (in inglese breast ironing)[1] è una pratica utilizzata per impedire la crescita del seno delle ragazze adolescenti, attuata mediante bendaggi o materiali roventi, allo scopo di rendere i loro corpi meno attraenti per gli uomini; è diffusa in Camerun e nelle regioni occidentali dell'Africa[2].
La pratica è effettuata solitamente tra le mura domestiche dalle donne adulte della famiglia, a volte con l'aiuto di un guaritore[2], nell'intento di proteggere le ragazze da molestie sessuali e stupri[3], prevenire gravidanze precoci che potrebbero infangare l'onore della famiglia[4], o per permettere alle ragazze di proseguire gli studi, piuttosto che essere costrette a un matrimonio precoce[5]. Gli strumenti maggiormente utilizzati per lo stiraggio del seno sono pestelli di legno, pietre, spatole, martelli o vecchi ferri da stiro, noccioli di frutta, conchiglie o foglie con proprietà medicinali arroventati al fuoco e massaggiati o premuti con forza sul petto dell'adolescente[2][1]. Alcune varianti meno dolorose consistono dell'appiattimento del seno mediante cinture elastiche o bende da tenere strette intorno al petto[2].
Lo stiramento del seno è praticato in tutte e dieci le regioni del Camerun[4] ed è stato segnalato nelle regioni centrali e occidentali dell'Africa, in Guinea-Bissau, Ciad, Togo, Benin, Guinea, Costa d'Avorio, Kenya e Zimbabwe[1]. Tutti i 200 gruppi etnici del Camerun fanno ricorso a questa pratica[6] senza alcuna correlazione nota con la religione, lo status socio-economico, l'urbanizzazione o altri parametri[1].
Note
Bibliografia
- Rebecca Tapscott, Understanding Breast "Ironing": A Study of the Methods, Motivations, and Outcomes of Breast Flattening Practices in Cameroon (PDF), su fic.tufts.edu, Feinstein International Center (Tufts University), 14 maggio 2012. URL consultato il 26 novembre 2016.
Collegamenti esterni
- In Camerun le bambine nell'età della pubertà vengono costrette allo stiramento dei seni, su The Post Internazionale, 25 novembre 2016. URL consultato il 26 novembre 2016.
- Ruth Gidley e Megan Rowling, Millions of Cameroon girls suffer "breast ironing", AlertNet, Reuters, 7 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2010).
- Sylvestre Tetchiada, An Unwelcome 'Gift of God', Inter Press Service, 13 giugno 2006. URL consultato il 27 novembre 2016.
- Randy Joe Sa'ah, Cameroon girls battle 'breast ironing', BBC News, 23 giugno 2006. URL consultato il 27 novembre 2016.
- Nkepile Mabuse, Breast ironing tradition targeted in Cameroon, CNN, 28 luglio 2011. URL consultato il 29 novembre 2016.
Mercedes Doretti
Mercedes Doretti (Buenos Aires, 1959) è un'antropologa argentina[1] conosciuta per aver trovato prove di crimini contro l'umanità[2].
Biografia
Mercedes Doretti è figlia della giornalista radiofonica Magdalena Ruiz Guiñazú[3] [4]
Nata e cresciuta a Buenos Aires in Argentina, ha concluso gli studi in Scienze antropologiche nell'Università della sua città nel 1984. È stata tra i fondatori dell’Equipo Argentino de Antropología Forense (in inglese Argentine Forensic Anthropology Team EAAF)[3][5]
Ha lavorato nelle Filippine, in Cile, Venezuela, Guatemala, El Salvador, Iraq, Brasile, Croazia, Etiopia, Haiti, Panama, Polinesia francese, Sod Africa, Repubblica Democratica del Congo, Bosnia, Herzegovina, East Timor, Zimbabwe, Costa d’Avorio, Indonesia e Messico.
È stata lettrice presso l'Università della California, Berkeley[6], la Harvard University, il Massachusetts Institute of Technology, la Columbia University, la State University of New York at Purchase, la New School for Social Research, la Rutgers University, Amnesty International, il Carter center, e il World Archaeological Congress.[7]
Human Rights Watch, Amnesty International e le United Nations fanno regolarmente uso delle sue indagini di antropologa forense per le relazioni sui diritti umani ed è conosciuta per aver trovato le prove di numerosi crimini contro l'umanità.[2]
Nel 2007 ha ricevuto il premio MacArthur Fellows Program a chi abbia dimostrato un’eccezionale creatività nel suo lavoro[8].
Note
- ^ Felicia R. lee, MacArthur Foundation Gives Out 'Genius Awards', in The New York Times, 25 settembre 2007. URL consultato l'8 dicembre 2016.
- ^ a b Mercedes Doretti, MacFound, Retrieved 25 November 2016
- ^ a b http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/mercedes-doretti/
- ^ Stephen G. Michaud, IDENTIFYING ARGENTINA'S DISAPPEARED, in The New York Times, 27 dicembre 1987. URL consultato il 5 aprile 2015.
- ^ Contact Us, su eaaf.typepad.com. URL consultato l'8 dicembre 2016.
- ^ clas.berkeley.edu, https://web.archive.org/web/20100722212007/http://clas.berkeley.edu/Events/fall2000/11-17-00-snow/index.html . URL consultato il 22 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2010).
- ^ http://www.archaeologychannel.org/content/audio/dorettiint.html
- ^ https://www.macfound.org/fellows/class/2007/
Spunti per voci da sviluppare
- Fay Weldon - tradurre dall'inglese
- Dan Blocker - tradurre dall'inglese [3]
- Gabriele Münter - tradurre/sviluppare
- Julia Margaret Cameron - tradurre/sviluppare
- Norah Vincent - tradurre dall'inglese [4]
- Second-generation gender bias
- Nate prima del 1850
- Nate fra il 1850 e il 1899 compreso
- Nate fra il 1900 e il 1909 compreso
- Nate fra il 1910 e il 1919 compreso
- Nate fra il 1920 e il 1929 compreso
- Nate fra il 1930 e il 1939 compreso
- Nate fra il 1940 e il 1949 compreso
- Nate fra il 1950 e il 1959 compreso
Universo femminile
- Partendo dal template nella pagina w:Violence against women:
- Aborto - da sviluppare numerose voci correlate
- Breast ironing o Stiramento del seno
- Bride burning
- Dating abuse
- Eve teasing
- Delitto d'onore
- Gravidanza forzata
- Mutilazioni genitali femminili - integrare Categoria:Mutilazioni genitali femminili con le voci dell'analoga categoria inglese
- Infanticidio femminile e Infanticidio
- Femminicidio (anche w:Murder of pregnant women)
- Loto d'oro
- Matrimonio forzato
- Prostituzione forzata
- Ratto
- Sati
- Schiavitù sessuale
- Violenza contro le donne
- Violenza contro le prostitute
- Violenza domestica
- Violenza sessuale
- Vis grata puellae
- Cognome - integrare con il cognome per i figli nati fuori dal matrimonio
- Dalla parte delle bambine - da ampliare
Voci da Toponomastica femminile
Voci da sviluppare
- Emilia Gubitosi (prima compositrice italiana - voce già esistente, da migliorare) [6] [7] - Fatto
- Lidia Poët - fatto
- Elda Pucci
- http://www.romatoday.it/social/segnalazioni/a-selva-candida-si-custodisce-un-pezzo-importante-della-storia-italiana.html Dare un'occhiata
Fonti linguistiche su sindaca/ministra ecc.
- 1987: Il sessismo nella lingua italiana di Alma Sabatini, pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
- 1989: Luca Serianni, La formazione del femminile in italiano Cap. 2.5 Il femminile dei nomi di professione
- 2011: Treccani, maschile e femminile nei nomi di professione
- 2012: Guida al pari trattamento linguistico di donna e uomo nei testi ufficiali della Confederazione svizzera
- 2012: Cecilia Robustelli, "Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo"
- Marzo 2013: Accademia della Crusca, Consulenza linguistica, Infermiera sì, ingegnera no?, Cecilia Robustelli (Università di Modena): "Le resistenze all’uso del genere grammaticale femminile per molti titoli professionali o ruoli istituzionali ricoperti da donne sembrano poggiare su ragioni di tipo linguistico, ma in realtà sono, celatamente, di tipo culturale; mentre le ragioni di chi lo sostiene sono apertamente culturali e, al tempo stesso, fondatamente linguistiche." ... "I meccanismi di assegnazione e di accordo di genere giocano un ruolo importante nello scambio comunicativo e meriterebbero di essere conosciuti anche al di fuori della cerchia accademica per fugare la convinzione, diffusa, che usare certe forme femminili rappresenti solo una moda." ... "Un uso più consapevole della lingua contribuisce a una più adeguata rappresentazione pubblica del ruolo della donna nella società, a una sua effettiva presenza nella cittadinanza e a realizzare quel salto di qualità nel modo di vedere la donna che anche la politica chiede oggi alla società italiana. È indispensabile che alle donne sia riconosciuto pienamente il loro ruolo perché possano così far parte a pieno titolo del mondo lavorativo e partecipare ai processi decisionali del paese. E il linguaggio è uno strumento indispensabile per attuare questo processo: quindi, perché tanta resistenza a usarlo in modo più rispettoso e funzionale a valorizzare la soggettività femminile?"
- dicembre 2013: La Crusca risponde: il ministro o la ministra?: "La Presidente dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio, ... tiene a ribadire l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, avvocata o avvocatessa, architetta, magistrata ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, operaia, attrice ecc.)."
- 24 giugno 2016 Wired, "9 buone ragioni per parlare al femminile (e usare sindache)" - Intervista di Anna Rita Longo a Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, e Cecilia Robustelli, docente di Linguistica italiana presso l'Università di Modena e Reggio Emilia e collaboratrice dell'Accademia. - Buona sintesi
- 30 giugno 2016: Intervista con con Paolo D’Achille, responsabile della Consulenza linguistica dell’Accademia della Crusca