Utente:Leonardo Formica/Sandbox
Il libro di Dede Korkut | |
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Autore | Sconosciuto |
Genere | Epica / Poesia |
Lingua originale | Turco oguzo |
Protagonisti | Korkut |
Il Libro di Dede Korkut (o di Dede Qorqut o di Dada Gorgud, in turco Dede Korkut Kitabı) è l'epopea più famosa dei turchi Oghuz. Raccolta di racconti in prosa riguardanti le tribù turche Oghuz stanziate nel secolo VIII in Asia centrale, soprattutto nelle attuali Azerbaigian e Turchia, e delle lotte degli Oghuz contro i cristiani.
Non è noto il periodo in cui i racconti orali sono stati raccolti e trascritti; pare che la redazione sia avvenuta nel XV secolo. Il Libro di Dede Korkut è stato dichiarato dall'Unesco opera letteraria dell'anno 2000.
è una delle opere più famose e importanti della letteratura turca oguza.
Le tematiche del libro vertono sulla morale e sui valori relativi allo stile di vita nomade dei turchi oghuzi in epoca preislamica (verranno chiamati Turcomanni dopo la conversione all'islam), nonché del loro incontro con gli ideali della religione del sacro Corano. (ma allora la narrazione è divisa fra pre e post islam? Spiega meglio). Il libro è oggi parte della cultura letteraria dei paesi con lingua di origine turca, quali la Turchia, l'Azerbaijan, il Turkmenistan, il Kazakhstan, e in piano minore, il Kyrgyzstan.[1]
I racconti di carattere epico raccolti nel Libro di Dede Korkut sono parte dei circa 1000 racconti epici raccolti attorno alla cultura mongola e turca e tra questi si distinguono per importanza e valore storico.[2]
Compendio dell'opera
Il Libro di Dede Korkut è un dastan anche conosciuto col nome di Oghuz-nameh[3]. Riguarda un'area molto vasta comprendente l'Asia Centrale, l'Iran e l'Anatolia, anche se la maggior parte delle vicende si svolge nella zona azera del Caucaso[4]. Secondo lo storico sovietico di turcologia Vasily Vladimirovich Bartold (1869-1930) l'opera sarebbe stata scritta proprio in questa regione.[5]
Questo libro rappresenta per i Turchi, in particolare per coloro che si riconoscono come oguzi, un compendio sulla propria storia e identità etnica, sui costumi e il sistema di valori dei propri avi. Il libro celebra le lotte per la libertà, in un periodo in cui i turchi oguzi erano un popolo di pastori, ma secondo lo studioso di lingua turca Geoffrey Lewis (1920-2008), docente all'Università di Oxford, "è chiaro che le storie sono state messe nella forma attuale quando i turchi Oghuz non pensavano più a loro stessi come appartenenti a tale etnia". [6]Tra la metà del X e l'inizio del XIII secolo il termine "Oghuz" viene gradualmente soppiantato fra gli stessi turchi con quello di "Turcomanno", con il quale vengono definiti i turchi (oguzi e non solo) che avevano abbracciato la religione islamica e abbandonato progressivamente le origini nomadi a favore di uno stile di vita più sedentario.[7] Nel XIV secolo nacquero alcune confederazioni turcomanne, una delle quali, gli Ak-koyunlu (dal turco "montoni bianchi"), si stabilì come dinastia tra l'Azerbaijan, l'Iraq, l'Iran occidentale e la Turchia orientale.[8]
Contenuti
Si ritiene che l'opera sia stata scritta tra il X e il XIII secolo, periodo durante il quale si attuò la conversione di massa all'islam della popolazione turca. Le dodici storie contenute nel Libro di Dede Korkut ritraggono spesso i protagonisti come dei buoni musulmani, intenti a combattere e ostacolare i propri avversari, considerati infedeli. Ci sono tuttavia dei riferimenti alla magia, un argomento ricorrente nella tradizione turca, in particolare quella preislamica, considerata nell'islam "l'era dell'ignoranza" (in arabo: جاهلية - jāhilīyah). Il personaggio di Dede Korkut, ossia "Nonno Korkut", appare nell'opera come un famoso bardo, e il suo ruolo consiste nel collegare le storie tra loro. Korkut ha le vesti di un anziano molto ripettato, chiamato con l'appellativo di aksakal, letteralmente "dalla barba bianca", a sottolinearne la figura di saggio, persona capace di risolvere le dispute presenti all'interno delle tribù. In passato, tra gli ahiks, i narratori di dastans, gli anziani rispettati delle tribù venivano chiamati dede, cioè nonno, termine utilizzato poi all'interno dei nuclei familiari. Ancora oggi, in alcuni paesi di origine turca come l'Azerbaijan, il termine aksakal viene usato con rispetto per descrivere un membro importante della famiglia, rimpiazzando di fatto il termine ata, "padre" o "avo".[9][10]
Il personaggio di Dede Korkut, secondo lo storico islamico Rashid al-Din Hamadani (m. 1318), fu un uomo straordinario che visse per 295 anni, palesandosi quando il capotribù turco oguzo Inal Syr Yavkuy Khan lo inviò come ambasciatore dal Profeta Muhammad, che Korkut divenne in questa istanza musulmano e che diede consigli importanti al Grande Khan degli Oguzi, e successivamente ne seguì le elezioni.[11] (SCRIVERE MEGLIO)
I racconti parlano di guerrieri e combattimenti, in particolare i conflitti che vedevano come protagonisti i turcomanni contro i turco altaici Qıpçaq e i nomadi delle steppe Peceneghi (Beçenek). Molti temi sono simili a quelli tipici della tradizione letteraria occidentale[12]: ad esempio, la storia che racconta del mostro Tepegoz (Goggle-eye in inglese) assomiglia molto a quella narrata nell'Odissea di Omero in cui si racconta del ciclope Polifemo; da ciò si evince che l'autore/gli autori del Libro di Dede Korkut conoscessero le opere greche, o che l'opera di Omero e il libro epico turco abbiano delle radici anatoliche in comune. (TESI MOLTO AZZARDATA E PRIVA DI FONTI. La nota 11 si riferisce a un BLOG)
Nel libro vengono descritte in dettaglio le attività sportive svolte dagli antichi popoli turchi e sottolineate le qualità fisiche e atletiche degli uomini e delle donne. Vengono tutti ritenuti atleti di grande qualità, specialmente per quanto riguarda l'equitazione, la lotta libera, il polo, il tiro con l'arco e il lancio del giavellotto, sport nazionali turchi.[13]
Sinossi
(Titoli forniti dal traduttore Geoffrey Lewis)[14]# Boghach Khan figlio di Dirse Khan: racconta la miracolosa nascita di Boghach Khan, di come crescendo è divenuto un guerriero portentoso ed è riuscito ad accaparrarsi un regno; di come suo padre Dirse è stato ingannato dai suoi stessi militari, che volevano Boghach morto e convinsero Dirse a cercare di ucciderlo. Di come Boghach sia stato salvato da sua madre e di come, infine, Boghach abbia salvato suo padre dai suoi militari traditori. Korkut appare alla fine della vicenda, quando i protagonisti stanno festeggiando, e scrive la storia delle loro gesta.
- Come la casa di Salur Kazan's fu saccheggiata: racconta del kafir (infedele) Re Shökli di Georgia che razziò l'accampamento di Salur Kazan mentre costui era impegnato in una battuta di caccia con i suoi nobili; di come poi Kazan insieme al pastore Karajuk si siano alleati per travare Shökli; di come la moglie di Kazan, Burla, e il loro figlio abbiano dimostrato intelligenza, prontezza ed eroismo durante il periodo di cattività, e di come Kazan coi suoi alleati sia riuscito a sconfiggere Shökli.
- Bamsi Beyrek del Cavallo Grigio: racconta di come il giovane principe Bay Büre dimostrò il suo valore acquisendo il nome di Bamsi Beyrek, di come vinse la mano di Lady Chichek contro la resistenza del fratello di lei, Karchar il pazzo, di come fu rapito dagli uomini del Re Shökli e tenuto prigioniero per sedici anni, di come sia fuggito dopo aver sentito che la sua amata era stata data in moglie a un altro uomo e di come sia riuscito a riconquistarla; Korkut appare nella storia come un attore, che fornisce al principe Bay Büre il suo nome Bamsi Berek e lo aiuta a convincere con l'astuzia Karchar il pazzo.
- Come fu imprigionato il principe Uruz figlio del principe Kazan: racconta di come Salur Kazan si rese conto che suo figlio Uruz fosse già sedicenne senza aver mai partecipato a una battaglia, di come i due siano stati sorpresi da degli infedeli mentre cacciavano e di come Uruz, preso dal panico, sia stato imprigionato, di come sua madre reagì nel sapere suo figlio prigioniero e di come gli uomini di Kazan e Burla abbiano salvato Uruz, il quale era stato ritrovato da Kazan. In questa storia sono menzionato tre re infedeli: Shökli, Kara Tüken e Bughachuk che viene decapitato.
- Dumrul il Selvaggio, figlio di Dukha Koja: racconta di come Dumrul il selvaggio abbia offeso Dio sfidando Azraele, l'angelo della morte, di come poi abbia capito il suo errore e trovato perdono in Dio a condizione che qualcun altro accettasse di morire in sua vece, di come tutti i parenti di Dumrul si siano rifiutati di accettare lo scambio e di come l'unica ad accettare sia stata sua moglie; di come Dumrul si sia prostrato davanti a Dio chiedendo di salvarla e di come Dio abbia concesso loro 140 anni di vita; Korkut appare alla fine per comandare che questa storia sia mantenuta in vita grazie ai bardi.
- Kan Turali figlio di Kanli Koja: racconta di come Kan Turali abbia conquistato il cuore e la mano della principessa infedel Saljan di Trebisonda sconfiggendo a mani nude un toro, un leone e un cammello, di come il padre della principessa abbia cambiato idea e mandato 600 uomini per ucciderlo e di come infine la principessa aiuti Kan Turali a sconfiggere gli uomini di suo padre. Korkut appare anche in questo caso come un bardo che racconta la vicenda intera al matrimonio tra Kan Turali e la principessa Saljan.
- Yigenek figlio di Kazilik Koja: racconta di come Kazilik Koja è stato catturato dal re infedele Direk di Arshuvan mentre cercava di razziare il castello di Düzmürd sul mar Nero, di come sia tenuto prigioniero per 16 anni, di come suo figlio Yigenek crebbe senza sapere che il padre era tenuto prigioniero e di come scoprì che era ancora vivo e chiese perciò il permesso al Khan Bayindir per salvarlo, e infine di come Yigenek sconfigge il re Direk dopo che gli uomini di Bayindir avevano fallito. Korkut appare alla fine, durante le celebrazioni per la vittoria di Yigenek.
- Come Basat uccise Tepegoz: racconta di come Basat sia stato cresciuto da una leonessa e di come Tepegoz sia nato da padre umano e madre peri (creatura a metà tra angelo e demone, nella mitologia armena e persiana), di come i due siano stati cresciuti come fratelli, di come Tepegoz terrorizzò gli oguzi chiedendo loro di continuo giovani uomini e pecore da mangiare, di come Basat fu convinto da una madre degli oguzi a combattere contro Tepegoz, che viene ucciso in modo molto simile a come accade nell'Odissea a Polifemo. Korkut in questo racconto gioca il ruolo di mediatore tra Tepegoz e gli oguzi.
- Emren figlio di Begil: racconta di come Begil sia divenuto guardiano di Georgia per conto di Bayindir Khan, e di come sia tentato alla ribellione dopo essere stato offeso da questi; di come Begil si rompe una gamba dopo una caduta da cavallo durante una battuta di caccia e di come Shökli tenti di approfittare della situazione per attaccarlo; di come Emren prende l'armatura del padre e conduce gli uomini di Begil in sua difesa e di come Dio ascolti le preghiere di Emren che gli chiede la forza necessaria per vincere. Emren riesce anche a convertire Shökli all'Islam. Al termine della storia Begil e Bayindir Khan Begil e Bayindir Khan si riconciliano.
- Segrek figlio di Ushun Koja: racconta di come Egrek, figlio maggiore di Ushun Koja, sia stato catturato dal Re Nero vicino a Julfa e rinchiuso nelle prigioni della torre Alinja; di come Segrek crebbe senza sapere che il fratello maggiore era rinchiuso, finché non venne insultato da alcuni ragazzi per questa ragione; di come Ushun Koja e sua moglie cercarono di evitare che Segrek andasse in cerca di suo fratello facendolo sposare, e di come Segrek rifiuti di consumare le nozze fino a che non trova suo fratello; di come Segrek raggiunge il castello del Re Nero e si difende dagli attacchi dei suoi uomini, cadendo poi in un profondo sonno per la stanchezza; di come il Re Nero promette ad Egrek di lasciarlo libero se si prenderà cura dell'assalitore misterioso; di come i fratelli si riconoscono e insieme uccidono gli uomini del Re Nero, per poi tornare a casa assieme.
- Come Salur Kazan fu imprigionato e come suo figlio Uruz lo ha liberato: racconta di come Salur Kazan fu imprigionato a Trebisonda, presso il castello di Tomanin, dove insultò gli infedeli rifiutando di chiedere loro pietà; di come suo figlio Uruz sia cresciuto senza sapere nulla di suo padre, e di come abbia scoperto della sua prigionia; di come Uruz abbia condotto un esercito di nobili per salvare Salur Kazan, e di come abbiano attaccato Ayasofia a Trebisonda; di come Salur sia stato inviato per proteggere il castello dagli assalitori, ma avendo capito chi erano costoro, si sia rifiutato di ucciderli; di come, infine, lui e suo figlio si riunirono e attaccarono assieme gli infedeli, li sconfissero e tornarono a casa.
- Cosa gli oguzi periferici si ribellarono agli oguzi centrali e come morì Beyrek: racconta della ribellione degli Oguzi periferici contro Kazan Khan dopo essersi sentiti da lui offesi in favore degli Oguzi centrali; di come lo zio di Kazan, Uruz, cerchi di convincere il figliastro Beyrek ad aderire con lui alla ribellione, e di come venga ucciso perché Beyrek rifiuta l'offerta; di come il corpo di Beyrek sia riportato a casa, dove chiede a Kazan di vendicarlo e, infine, di come Kazan sconfigge Uruz, riportando i ribelli alla fedeltà.
- Le conoscenze di Dede Korkut:
Storia del manoscritto
Già dall'inizio del XVIII secolo il Libro di Dede Korkut è tradotto in francese, inglese e russo[15], ma attirerà l'attenzione del pubblico europeo solo nel 1815 grazie ad una traduzione parziale in tedesco ad opera di H.F. Von Diez, sulla base di manoscritto trovato nella Biblioteca Reale di Dresda.[16] L'unico altro manoscritto esistente del Libro di Dede Korkut viene scoperto nel 1950 da Ettore Rossi nella Biblioteca Vaticana.
Le vicende narrate nel libro vennero tramandati a lungo nella tradizione orale prima di essere impresse su carta, in prosa ornata di passaggi poetici. Una recente ricerca condotta da studenti turchi rivela che esiste una variante turcomanna dell'opera, contenente ben sedici storie, che sarebbe stata trascritta e pubblicata nel 1998.[17]
Tentativi di datare l'opera
L'opera nasce grazie alla raccolta di storie tramandate oralmente nella tradizione per intere generazioni. Esistono numerose versioni delle storie; si pensa che le prime versioni fossero interamente in versi ma che con l'andare del tempo si sia dato maggiore spazio ad opere in versi e prosa, essendo stata l'opera influenzata dalla cultura islamica.
Sono state proposte numerose date per la prima opera scritta. Geoffrey Lewis sostiene che la stesura del testo risalirebbe ai primi anni del XV secolo[18] e raccoglierebbe due gruppi di storie: quelle che raccontano delle guerre tra i Turcomanni e i loro nemici (Peceneghi e Qipchaq) e quelle che parlano delle campagne militari degli Aq Qoyunlu del XIV secolo; l'ipotesi che l'opera risalga a queste date è sostenuta anche da Cemal Kafadar, docente di lingua turca all'università di Harvard, il quale sostiene che "l'autore elogia sia gli Aq Qoyunlu che gli ottomani". (MANCA FONTE)
Se Stanford Jay Shaw colloca la scrittura dell'opera nel XIV secolo, altri studiosi sono invece indecisi tra più opzioni: il professor Michael E. Meeker sostiene che la versione orale delle storie non sia più antica del XIII secolo, e quella scritta del XV secolo (MANCA FONTE). Si può sostenere per certo che la storia numero 8 esistesse già nel XIV secolo nella tradizione scritta araba: si tratta della storia Durar al-Tijan, scritta in Egitto tra il 1309 e il 1340, e mai pubblicata. (MANCA FONTE)
Datare precisamente il libro è impossibile a causa della natura nomade delle popolazioni turche, all'interno delle quali le storie venivano tramandate oralmente. A causa di ciò, è anche impossibile trovarne un autore autentico, essendo le storie state narrate da molti, ognuno col proprio stile e le proprie variazioni. Alcuni tra i più autorevoli esperti di narrativa turca antica e racconti turchi, quali Vasily Bartold e Geoffrey Lewis, sostengono che il Libro di Dede Korkut ha molti aspetti caratteristici della lingua Azeri, dialetto turco parlato in [[Azerbaigian|Azerbaijan.[19]
Il Libro di Dede Korkut nell'Unione Sovietica
Molti dei luoghi descritti nel Libro di Dede Korkut fanno parte del territori che componevano l'Unione Sovietica, paese in cui nella prima metà del XX secolo non si mostrava ancora molto interesse per l'epica turca. Lo storico turco Hasan Bülent Paksoy sostiene che dopo l'ascesa di Stalin si è via via instaurato un vero e proprio tabù sulla storia e sulla cultura legate alla turcologia, definendo tale omissione un "assalto ideologico". Le prime stampe del Libro di Dede Korkut in Russia sono datate 1939 e 1950[10], anni dopo i quali si sviluppò la condanna ufficiale dei Dastan dell'Asia Centrale. Ciò che veniva condannato nel Dede Korkut era una presunta spinta al nazionalismo borghese, dannoso e antipopolare, il quale poteva spingere il popolo contro i nuovi alleati dell'Unione Sovietica, armeni e georgiani.[20]
Tuttavia, si pubblicarono alcuni dastan come Alpamysh, pubblicato dal 1957. I dastan pubblicati erano privi della condanna morale persino nella Grande Enciclopedia Russa.
Alcuni problemi si verificarono con la ripubblicazione del Libro di Dede Korkut nel 1985 in lingua azera, accettata solamente nel 1988.[21]
Celebrazioni UNESCO
Nel 2000, la Repubblica azera e l'UNESCO hanno festeggiato i milletrecento anni di storia del Libro di Dede Korkut, elogiato come opera vettore delle realtà storiche, geografiche, politiche, sociali, linguistiche e letterarie degli antichi popoli turchi, realtà mantenute vive grazie per secoli grazie alla tradizione orale, parte importante della tradizione cuolturale degli antichi popoli turchi.[22]
Nel 1999 la Banca Nazionale dell'Azerbaijan ha coniato monete commemorative per il milletrecentesimo anniversario dell'opera.[23]
Curiosità
Korkut viene chiamato alle volte "Dede" e altre volte "Ata", che sono sostantivi turchi significanti "Nonno" e "Padre".
Note
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- ^ (EN) Rinchindorji, Mongolian-Turkic Epics: Typological Formation and Development (PDF), in Oral Tradition, vol. 16, n. 2, 2001, pp. 381-401.
- ^ (EN) Aleksandr Michajlovič Prochorov (a cura di), Dastan, in Great Soviet Encyclopedia : a transl. [from the Russian] of the 3. ed. of Bol'saja Sovetskaja enciklopedija, New York, Macmillan, 1973, OCLC 872504145.
- ^ (EN) Aleksandr Michajlovič Prochorov (a cura di), Book of Dede Korkut, in Great Soviet Encyclopedia : a transl. [from the Russian] of the 3. ed. of Bol'saja Sovetskaja enciklopedija, New York, Macmillan, 1973.
- ^ (EN) Barthold, V. (a cura di), The book of my grandfather Korkut, Moscow, USSR Academy of Sciences, 1962.
- ^ Lewis, 1974, p. 9
- ^ Lewis, 1974, p. 10
- ^ Lewis, 1974, pp. 16-17
- ^ Archive of Turkish Oral Narrative. Türk Öykürleri Sandığı, su aton.ttu.edu. URL consultato il 7 dicembre 2016.
- ^ a b (EN) H.B.Paksoy, Introduction to Dede Korkut, in Soviet Anthropology and Archeology, vol. 29, n. 1, 1990.
- ^ Lewis, 1974, p. 12
- ^ (TR) M. Bahadırhan Dinçaslan, Karşılaştırmalı Mitoloji: Dede Korkut Alman Mıydı?. URL consultato il 13 dicembre 2016.
- ^ (EN) Ergun Yurdadon, Sport in Turkey: the Pre-Islamic Period, in The Sport Journal, vol. 6, n. 3, 22 febbraio 2008.
- ^ Lewis, 1974, p. 7
- ^ (FR) Ebülgâzî Bahadir Han, Khan of Khorezm, Enûşe Han, Histoire Genealogique des Tatars, Leiden, A. Kallewier, 1726, OCLC 5667403.
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- ^ (EN) Cemal Kafadar, Between Two Worlds: the Construction of the Ottoman State, Berkeley, University of California Press, 1996, OCLC 42628589.
- ^ Lewis, 1974, pp. 20-22
- ^ Come riportato da M[ir] D[zhafar Abbasovich] Bagirov al diciottesimo Congresso del Partito Comunista Azero, Current Digest of the Russian Press, in Current Digest of the Russian Press, vol. 23, n. 24, 28 luglio 1951.
- ^ Archive of Turkish Oral Narrative •• Türk Öykürleri Sandığı, su aton.ttu.edu. URL consultato il 13 dicembre 2016.
- ^ Anniversaries, su UNESCO. URL consultato il 13 dicembre 2016.
- ^ Azərbaycan Respublikasının Mərkəzi Bankı - 1992-2010-cu illərdə dövriyyəyə buraxılmış sikkələr, su cbar.az, 19 gennaio 2010. URL consultato il 13 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2010).
Bibliografia
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- (EN) Eleonora Babayeva, The Book of Dede Korkut (PDF), su acarindex.com, 2007.
- Ettore Rossi, Motivi biblici e coranici nel "kitāb-I Dede Ḳorḳut, Istanbul, Osman Yalcin Matbaasi, 1953, OCLC 880485593.
- Giampiero Bellingeri, Prefazione a Il Dede Korkut tra esemplarità e fondamenta al primato, in Fabio Salomoni (a cura di), Il Libro di Dede Korkut, Vigevano, Micron associazione culturale, 2008.
- Ettore Rossi, Osservazioni preliminari per una edizione critica del Kitab-i Dede Qorqut, in Rivista degli studi orientali, vol. 27, 1952, pp. 68-73.
- (EN) Michael Meeker, the Dede Korkut ethic, su 7buruk.blogspot.it, Volume 24 No. 3, Agosto 1992, pp. 395-417.
- (EN) Kamil Nerimanoğlu, The Poetics of "the Book of Dede Korkut, Ankara, Atatürk Culture Center Publications, 1998, OCLC 43471530.
- (EN) The book of my grandfather Korkut, Moscow, Academy of Science, 1962.
- (EN) Cemal Kafadar, Between Two Worlds: the Construction of the Ottoman State, University of California Press, 1996, ISBN 9780520206007.
- (EN) Geoffrey Lewis, The Book of Dede Korkut, Harmondsworth, Penguin Books, 1974, OCLC 984865.