Provincia di Pescara
La provincia di Pescara (pruvìngie de Pescàre in abruzzese) è una provincia italiana dell'Abruzzo in cui vivono 321 172 abitanti.
Provincia di Pescara provincia | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Amministrazione | |
Capoluogo | Pescara |
Presidente | Antonio Di Marco (PD) dal 12-10-2014 |
Data di istituzione | 1927 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 42°27′50″N 14°12′51″E |
Superficie | 1 230,33 km² |
Abitanti | 321 172[1] (30-6-2016) |
Densità | 261,05 ab./km² |
Comuni | 46 comuni |
Province confinanti | Teramo, Chieti, L'Aquila |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 65121-65129, 65010-65014, 65016-65017, 65019-65020, 65022-65024, 65026-65029 |
Prefisso | 085 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-PE |
Codice ISTAT | 068 |
Targa | PE |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
È la provincia meno estesa d'Abruzzo, sebbene abbia la più alta densità di popolazione e per capoluogo la più popolosa città della regione; confina a nord con la provincia di Teramo, a nord-est con il mare Adriatico, a sud e a est con la provincia di Chieti, a ovest e sud con la provincia dell'Aquila.
Storia della formazione della provincia
La provincia di Pescara è nata con l'istituzione della città di Pescara nel 1927[2]. Il percorso per la istituzione di tale ente è stato lento e reso difficile dalla rivalità che contrapponeva i due borghi che costituivano l'attuale territorio comunale di Pescara: quello di Pescara, in Provincia di Chieti e quello di Castellammare Adriatico, in Provincia di Teramo, divisi dal fiume Aterno.
Nel 1807, infatti, Castellammare Adriatico, sulla sponda nord del fiume (che allora contava circa 1500 abitanti), diventa comune autonomo aggregato al circondario di Città Sant'Angelo. La scelta della separazione fu conseguenza di una discordia storica tra le due sponde del fiume e rispondeva alla riforma amministrativa del Regno voluta da Giuseppe Bonaparte, che dopo la legge 132 dell'8 agosto 1806 "sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno", con la successiva legge 211 del 18 ottobre 1806 ordinava la formazione dei decurionati e consigli provinciali e distrettuali e la sostituzione della figura del Camerlengo con quella del Sindaco.
La divisione fu problematica, soprattutto perché il nuovo comune di Castellammare Adriatico (sponda settentrionale del fiume) non intendeva farsi carico di nessuno dei debiti della vecchia amministrazione dell'Università di Pescara; inoltre, si creò un problema di immagine per il comune di Pescara (sponda meridionale del fiume), che ospitava una intera guarnigione dell'esercito e che, allo stesso tempo, si vedeva comprimere il proprio ruolo a livello locale: per questi motivi il comune di Pescara spingeva per la riunificazione dei due comuni. Una comunicazione del Ministero dell'Interno del Regno del 17 gennaio 1810, negò tale possibilità e ciò costrinse i due comuni a trovare un accordo sulla ripartizione dei debiti (1811). Ma la rivalità rimase molto accesa, tanto che ci sono testimonianze di interventi della guarnigione militare per evitare la degenerazione delle scaramucce in vere e proprie battaglie.
Con lo sviluppo economico delle due città alla fine del XIX secolo, la rivalità tra le due sponde del fiume scemò, mentre aumentavano la concordia e la comunione di intenti per promuovere iniziative di sviluppo: soprattutto il potenziamento del porto canale fu motivo di collaborazione delle due amministrazioni. Quando l'On. Carlo Mezzanotte, deputato di Chieti, nell'estate del 1908 presentò alla camera una proposta di legge per la fusione dei due comuni di Pescara e Castellammare Adriatico, si levarono forti proteste: tali proteste, però, non furono sollevate per la contrarietà all'idea di fusione quanto perché la proposta prevedeva l'annessione di Castellammare Adriatico nella Provincia di Chieti. Già si pensava all'unificazione delle due cittadine ed alla elevazione a provincia.
Subito dopo il primo conflitto mondiale si verificò un evento molto importante in favore della unificazione dei due comuni: il 30 novembre del 1918 i due consigli comunali si riunirono nello stesso momento e votarono lo stesso ordine del giorno e si impegnarono ad adoperarsi per chiedere al Governo di decretare la fusione dei comuni e di adoperarsi affinché la nuova città fosse chiamata "Aterno".
Negli anni seguenti le due amministrazioni collaborarono per perorare la causa della fusione: ma decisivo fu l'impegno di Gabriele d'Annunzio che il 16 maggio del 1924 scrisse a Mussolini una lettera nella quale chiedeva la fusione delle due città e la elevazione a capoluogo di provincia. Con lo stesso intento operava l'allora ministro abruzzese Giacomo Acerbo.
Dopo 110 anni di divisione, il 2 gennaio del 1927, venne firmato il decreto di istituzione della provincia di Pescara[3], e contemporaneamente di unione del comune di Castellammare Adriatico a quello di Pescara[4]. A favore del provvedimento sono state decisive la forte spinta popolare e, soprattutto, l'autorità politica del ministro abruzzese Giacomo Acerbo e il prestigio morale di Gabriele D'Annunzio.[5]
Territorio
Stretta tra il mare Adriatico ad est, il massiccio del Gran Sasso d'Italia a nord-ovest e quello della Maiella e sud-est, confina a nord con la provincia di Teramo, ad ovest con la provincia dell'Aquila, a sud con la provincia di Chieti. Il territorio è prevalentemente collinare, seguito dalle montagne suddette. In esso scorre la parte terminale del fiume Aterno-Pescara. Capoluogo provinciale è la città di Pescara. E' tagliata da nord a sud dall'Autostrada A14 Adriatica e da ovest ad est dall'Autostrada A25 (Italia).
Comuni
La provincia di Pescara comprende 46 comuni.[6]
Monumenti e luoghi d'interesse
Cattedrali, basiliche, abbazie ed eremi
- Cattedrale di San Cetteo
- Basilica della Madonna dei sette dolori
- Duomo di Penne
- Santuario del Volto Santo di Manoppello
- Abbazia di Santa Maria Arabona
- Abbazia di Santa Maria di Cartignano (Bussi sul Tirino
- Abbazia di Santa Maria del Lago (Moscufo)
- Abbazia di Santa Maria in Piano (Loreto Aprutino)
- Abbazia di San Clemente a Casauria
- Abbazia di San Liberatore a Majella
- Eremo di Santo Spirito a Majella
- Eremo di San Giovanni all'Orfento
- Eremo di San Bartolomeo in Legio
- Abbazia di San Tommaso Becket
- Abbazia di San Bartolomeo
- Abbazia di Santa Maria di Casanova
Castelli
- Castello di Salle
- Castello Chiola di Loreto Aprutino
- Castel Menardo
- Castello ducale Cantelmo di Popoli
- Castello mediceo di Bussi sul Tirino
- Castello Caracciolo di Tocco da Casauria
Musei
Natura ed aree protette
Parchi nazionali che fanno parte del territorio provinciale
Riserve naturali statali che si trovano nel territorio provinciale
- Riserva naturale Pineta di Santa Filomena
- Riserva naturale Valle dell'Orfento I
- Riserva naturale Valle dell'Orfento II
- Riserva naturale Lama Bianca di Sant'Eufemia a Maiella
- Riserva naturale Piana Grande della Majelletta
Riserve naturali regionali che si trovano nel territorio provinciale
Galleria d'immagini
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Pescara: porto e, sulla destra, la torre del Comune
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Pescara: la riviera nord
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Pescara:trabocchi nel porto
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Alanno: S.Maria delle Grazie
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Serramonacesca: San Liberatore a Majella
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Popoli: SS Trinita
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Spoltore: centro storico
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Fiume Orfento
Note
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su provincia di Pescara
Collegamenti esterni
Siti istituzionali
- Provincia di Pescara, su provincia.pescara.it.
Altri siti
- Informazioni generali sulla provincia di Pescara, su giraitalia.it.
- Sito dedicato al Gran Sasso d'Italia, su ilgransasso.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 153646202 · LCCN (EN) n83182360 · GND (DE) 4461367-2 · J9U (EN, HE) 987007559966305171 |
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