Villa Massimo era una delle maggiori ville suburbane situate lungo la via Nomentana di Roma.

Villa Massimo
Casino della Villa Massimo, nel quartiere Nomentano di Roma
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàRoma
IndirizzoVia di Villa Ricotti 20
Coordinate41°54′59.21″N 12°31′08.49″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneSettecento
Realizzazione
ArchitettoMax Zürcher
CommittenteCasato dei Massimo

La tenuta si estendeva per oltre venticinque ettari[1] ed era compresa tra la Villa Torlonia e l'odierna piazza Bologna.

La progressiva urbanizzazione della zona, avvenuta nella prima metà del Novecento, ha comportato la scomparsa di gran parte della proprietà. Le uniche aree che mostrano l'aspetto originario dei luoghi sono il parco dell'Accademia di Germania, il casino e la pineta pubblica del viale di Villa Massimo.

La tenuta

 
Pianta della Congregazione del Censo, 1832

Il territorio della tenuta si costituì, a partire dal Cinquecento, attraverso una serie di acquisti compiuti dalla famiglia Massimo di vigne e canneti[2]. Al momento della sua massima espansione confinava verso nord con il vicolo di Pietralata (ora via G. B. de Rossi), a sud e est con il vicolo di Sant’Agnese (che corrisponde all'attuale asse viario XXI Aprile-Piazza Bologna-via Ravenna-via Catanzaro) ed a ovest con la Villa Torlonia.

Il fondo era formato da terreni seminativi, pascoli e boschi, oltre che da un casino padronale e da una serie di edifici rustici. Nelle vicinanze del fabbricato principale la proprietà era suddivisa, tramite una fitta trama di viali ortogonali, in lotti di terreno coltivati a vigna.

L'ingresso principale della villa, descritto per la prima volta nella pianta del Nolli del 1748, era su via Nomentana, su un fronte di circa settanta metri. Da qui partiva un lungo viale d'accesso che correva in un'area di passaggio stretta fra le proprietà Torlonia e Bolognetti; una volta superata la strettoia il viale girava verso est sino a raggiungere l'area padronale. Il caratteristico andamento a gomito del tracciato corrisponde alle attuali vie Spallanzani, Siracusa e di Villa Massimo[3].

Accademia Tedesca Roma Villa Massimo

Villa Massimo è una istituzione culturale della Repubblica federale di Germania, con sede a Roma. La borsa di studio è il più importante premio conferito agli artisti tedeschi all'estero. I borsisti hanno in linea di massima circa quarant'anni di età e si annoverano tra le nouve leve dell'elite artistica tedesca.[4] L'Incaricato del Governo Federale per gli Affari Culturali e i Media assegna per rispettivamente dieci mesi la borsa di studio a dieci artisti selezionati dai Länder federali e da una giuria nazionale. .[5] I borsisti sono compositori, scrittori, architetti e artisti d'arti figurative. Vivono in dieci spaziosi atelier con appartamento annesso. Il soggiorno a Roma è volto a fornire loro ispirazione e nuovo orientamento artistico, con un alleggerimento dal punto di vista finanziario.[6]

La borsa di studio dell'Accademia Tedesca di Roma include anche soggiorni di tre mesi nella Casa Bald a Olevano Romano.[7] Olevano Romano è una cittadina di montagna a circa un'ora a sud-est da Roma. Il premio ho lo stesso prestigio come la borsa di studio della Villa Massimo, ma la borsa di studio è essenzialmente diversa da quella di Villa Massimo vista la posizione particolare e la breve durata del soggiorno.[8] Caratteristiche di questa borsa di studio sono la possibilità di lavorare in un luogo appartato e i contatti con gli abitanti del paese.[9] Da eventi di borsisti si svologono regolarmente incontri internazionali tra i borsisti e gli abitanti del paese. I borsisti di Casa Baldi vengono coinvolti nelle attività di Villa Massimo.

La borsa di studio di Villa Serpentara, bandita annualmente dall'Accademia delle Arti di Berlino, offre ad artisti un soggiorno di tre mesi a Villa Serpentara nella cittadina di montagna di Olevano Romano.[10] La Villa, ristrutturata completamente nel 1999 e 2000, viene gestita dall'Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo.[11] Per l'affinità delle attività svolte e l'intenso scambio artistico e umano tra i borsisti, gli artisti di Villa Serpentara vengono coinvolti in tutte le attività dell'Accademia Tedesca di Roma. .[12]

Storia dell'Accademia Tedesca Roma Villa Massimo

La Villa Massimo è stata costruita 1910-1914 da parte di Berlino imprenditore e mecenate Eduard Arnhold (1849-1925), che ha dato la Villa insieme con la dotazione di 680.000 Mark nel 1913 lo Stato prussiano. [13] Nel 1913 la Villa poté accogliere i primi artisti premiati con un soggiorno a Roma. La selezione avvenne tramite l'Accademia delle Arti di Berlino, che promosse un concorso per diverse borse di studio a Roma per artisti tedeschi, che poi vennero conferite dal Ministero della Cultura prussiano.[14] Tra i primi visitatori si annoverarono Stefan George, Adolf von Hildebrand, Peter Behrens, Walther Rathenau, Richard Strauss, Wilhelm von Bode, Adolf von Harnack ed il Cancelliere emerito del Reich Bernhard von Bülow.[15] Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale l'Accademia, sebbene aperta soltanto da poco dovette chiudere i battenti.[16] Nel 1915 fu sequestrata e durante la guerra adibita a ricovero per mutilati di guerra e manifattura di protesi ortopediche.[17] Villa Massimo fu dissequestrata soltanto nel 1929.[18] Se primapotevano dedicarsi alla vita artistica di Villa Massimo eall'esperienza romana, soltanto i vincitori del concorso svolto, secondo un rigido ordine gerarchio, segnatamente giovani di sesso maschile, senza famiglia al seguito e distrazioni sentimentali, alla finde degli anni venti i criteri di selezione vennero per la prima volta ammorbiti.[19] Furano ammesse anche artiste donne (Hanna Cauer era la prima, nel 1930], venne alzato il limite di età e furono resi più eterogenei i criteri artistici di selezione.[20] Nel 1943 la Villa fu destinata a circolo degli ufficiali dell’Aeronautica militare tedesca.[21] Nel 1943 la Villa Massimo è stato confiscato ed è stato chiuso fino al 1956. Nel 1957 ritornarono a Villa Massimo artisti tedeschi. I criteri di selezione furono ulteriormente riformati. Gli artisti dovevano già poter vantare nella loro carriera artistica un qualche successo pubblico.[22] L'età media fu di conseguenza elevata a circa 33 anni. Inoltre fu spezzato il circolo chiuso degli artisti figurativi e degli architetti, per ampliarlo a scrittori e compositori.[23] Fu altresì introdotta la practica di inventare cosiddetti ospiti d'onore, che venivano premiati per la loro carriera artistica.[24] Nei primi anni, inoltre, la giuria di selezione si curò di privilegiare gli artisti che erano stati vittime della persecuzione nazionalsocialista.[25] Dopo tre anni di restauri, nel maggio del 2003 Villa Massimo è stata riaperta al pubblico, con una nuova concezione e servizi tecnici più moderni.[26] Quale nuovo direttore è stato nominato lo storico dell’arte e gallerista Joachim Blüher.

Borsisti dell'Accademia Tedesca Roma Villa Massimo

arte visiva

architetto

musica

letteratura

Borsisti di arti pratiche

Il Casino

 
Casino, 1900 circa

L'unico edificio della Villa Massimo che ha conservato le sue caratteristiche originarie, assegnabili alla prima metà del Settecento[27], è il casino, sito in via di Villa Ricotti. Il fabbricato, a due piani e mezzanino, è formato da un corpo centrale sormontato da torretta belvedere e da due avancorpi laterali molto pronunciati, di cui uno con arcate per il passaggio pedonale[28]. Sul piazzale antistante alla facciata era presente una fontana di epoca romana, trasferita in seguito nella Villa Abamelek del Gianicolo, sede dell'Ambasciata della Federazione Russa. Il retro era arricchito da un giardino con parterre all'italiana[29].

Alla fine degli anni trenta, una volta terminata la costruzione del quartiere Nomentano, la villa fu ristrutturata dall'architetto Michele Busiri Vici per adattarla alle esigenze cittadine[30].

Nel 1914, nella palazzina fu istituita, su impulso dell'attrice Eleonora Duse, una casa della cultura per aiutare le giovani artiste esordienti[31]. Negli anni venti è stata residenza del diplomatico Carlo Sforza[32]. Tra gli anni cinquanta e settanta è stata sede dell'Ambasciata d’Algeria, e nel 1975 fu colpita da un attentato compiuto da fuoriusciti dall'organizzazione paramilitare OAS[33].

La lottizzazione

 
Terreno della Villa Massimo, 1890 circa, sullo sfondo il casino
 
Ingresso della Villa Ricotti sul vicolo di Pietralata, 1910 circa

La febbre edilizia che seguì alla proclamazione di Roma a Capitale d'Italia segnò la fine della Villa Massimo.

In particolare, la proprietà fu venduta nel 1882 da Emilio Massimo e da sua madre Ippolita Boncompagni Ludovisi, ultimi rappresentanti del ramo dei Massimo di Rignano[34], alla nobildonna francese Henriette Kellerman, figlia del terzo duca di Valmy, che era molto vicina alla corte dei Savoia[2].

Nel giro di pochi anni i terreni furono rivenduti[35], per un valore cinque volte superiore, a due cordate di imprenditori[2]. La prima che faceva capo al costruttore ticinese Enrico Maraini ed a un gruppo di banche del nord Italia, investì in un'area di ridotte dimensioni in prossimità dell'ingresso sulla via Nomentana[36]. La zona si sviluppò molto rapidamente intorno alla nuova via Spallanzani, con prevalenza della tipologia edilizia a villino.

La gran parte dell'appezzamento[37] fu invece acquistato dal piemontese Giulio Ricotti[38], in proprio ed in rappresentanza del politico Sidney Sonnino e della ditta Rodocanacchi di Livorno. Complice la crisi del mercato immobiliare, l'area che era più periferica si sviluppò lentamente; al punto che fino alla divisione operata dall'architetto Pio Piacentini nel 1908, il terreno rimase a destinazione agricola e indiviso[39].

Negli anni successivi sul lotto di Ricotti, che comprendeva il casino padronale, si venne a creare una villa a sé stante di quasi sei ettari con accesso dal vicolo di Pietralata (dove ora inizia la via di Villa Ricotti); mentre su quello di Sonnino, il finanziere Eduard Arnhold edificherà, su progetto dello svizzero Massimiliano Zürcher, un'accademia per i giovani artisti tedeschi[40].

Rilievi topografici

Collegamenti

  È raggiungibile dalla stazione Bologna.

Note

  1. ^ R. Quintavalle, Alessandro Torlonia e via Nomentana nell'ottocento, Edilazio, Roma 2008, p. 36.
  2. ^ a b c R. Quintavalle, op. cit., p. 36.
  3. ^ A. Cremona, Villa Massimo sulla Nomentana, in Le Ville a Roma. Architetture e giardini dal 1870 al 1930 di A. Campitelli, Argos, Roma 1994, p 182.
  4. ^ [Informazioni Villa Massimo] su villamassimo.it (25.01.2017)
  5. ^ [Informazioni Villa Massimo] su villamassimo.it (25.01.2017)
  6. ^ [Informazioni Villa Massimo] su villamassimo.it (25.01.2017)
  7. ^ [Informazioni Casa Baldi] su villamassimo.it (25.01.2017)
  8. ^ [Informazioni Casa Baldi] su villamassimo.it (25.01.2017)
  9. ^ [Informazioni Casa Baldi] su villamassimo.it (25.01.2017)
  10. ^ [Informazioni Villa Serpentara] su villamassimo.it (25.01.2017)
  11. ^ [Informazioni Villa Serpentara] su villamassimo.it (25.01.2017)
  12. ^ [Informazioni Villa Serpentara] su villamassimo.it (25.01.2017)
  13. ^ [La creazione di un'Accademia Tedesca] su villamassimo.it (25.01.2017)
  14. ^ [La creazione di un'Accademia Tedesca] su villamassimo.it (25.01.2017)
  15. ^ [La creazione di un'Accademia Tedesca] su villamassimo.it (25.01.2017)
  16. ^ [La creazione di un'Accademia Tedesca] su villamassimo.it (25.01.2017)
  17. ^ [La creazione di un'Accademia Tedesca] su villamassimo.it (25.01.2017)
  18. ^ [Villa Massimo negli anni 1928-1938] su villamassimo.it (25.01.2017)
  19. ^ [Villa Massimo negli anni 1928-1938] su villamassimo.it (25.01.2017)
  20. ^ [Villa Massimo negli anni 1928-1938] su villamassimo.it (25.01.2017)
  21. ^ [Villa Massimo negli anni 1928-1938] su villamassimo.it (25.01.2017)
  22. ^ [L'Accademia Tedesca negli anni 1956-1965] su villamassimo.it (25.01.2017)
  23. ^ [L'Accademia Tedesca negli anni 1956-1965] su villamassimo.it (25.01.2017)
  24. ^ [L'Accademia Tedesca negli anni 1956-1965] su villamassimo.it (25.01.2017)
  25. ^ [L'Accademia Tedesca negli anni 1956-1965] su villamassimo.it (25.01.2017)
  26. ^ [Informazioni] su villamassimo.it (25.01.2017)
  27. ^ A. Cremona, op.cit., p. 181.
  28. ^ I. Belli Barsali, Ville di Roma - Lazio 1, Edizioni Sisar, Milano 1970, p. 455.
  29. ^ A. Cremona, op. cit., p. 181.
  30. ^ casadellarchitettura.it, Elenco delle opere di Michele Busiri Vici, su casadellarchitettura.it. URL consultato il 03-01-2011..
  31. ^ Così L. Ridenti, La Duse minore, Gherardo Casini editore, Roma 1966, p. 187.
  32. ^ Si veda la biografia dello Sforza, L'Italie telle que je l'ai vue, Grasset, Parigi 1946, p.153, nel quale si narra delle pressioni che i fascisti esercitarono sui senatori del Regno in occasione dell'omicidio Matteotti: «…Trois sénateurs, Abbiate, Albertini et moi prîmes la parole pour dénoncer la responsabilié de Mussolini. Tout avait été mis en oeuvre pour nous intimider: la femme du troisième de ces sénateurs, qui habitait alors dans la ville isolée Ricotti, derrière la Villa Torlonia, fut surprise le matin du discour, par l'intrusion dans son jardin d'un jeune homme élégant, qui s'inclina, s'excusa et lui dit: ″Si vous ne voulez pas être veuve ce soir, dites à votre mari de ne pas parler″. La courageuse femme ne dit rien à son mari jusqu'à ce qu'il revînt du Sénat, le soir, sa petite Fiat entourée de trente agents en motocyclettes...».
  33. ^ Sentenza del Tribunale di Milano del 3 febbraio 1998.it, L’attività di Guérin Sérac e dell’Aginter press, su namir.it. URL consultato il 03-01-2011.
  34. ^ Il ramo dei Massimo d'Aracoeli, duchi di Rignano e Calcata, ebbe origine nella seconda metà del cinquecento. I suoi appartenenti vivevano nel palazzo avito di piazza d’Aracoeli, dirimpetto al Campidoglio. Così C. Rendina, Le grandi famiglie di Roma vol. secondo, Newton Compton editori, Roma 2006, p. 414.
  35. ^ cfr. rogito di E. Capo del 30 aprile 1887, rep. 11241, Archivio notarile distrettuale di Roma: vendita tra Henriette Kellerman, autorizzata dal consorte Marino Caracciolo Ginnetti, principe di Avellino, e la ditta Enrico Maraini ed altri.
  36. ^ cfr. rogito di E. Capo, op.cit., i partecipanti all'operazione furono, oltre alla ditta Enrico Maraini, la Banca Provinciale di Genova, la Banca Lomellina di Vigevano, la Banca Subalpina e di Milano, la Banca Generale e la ditta Domenico Bonsignore di Milano. L'area coinvolta è quella segnata in rosso nella pianta allegata al rogito. L'altro parte del corridoio d'ingresso fu invece ceduto a Anna Maria Torlonia, figlia del principe Alessandro, per ingrandire la vicina villa di sua proprietà
  37. ^ cfr. rogito di E. Capo, op.cit., l'area coinvolta, che aveva un'estensione di quasi ventuno ettari, è segnata in blu nella pianta allegata al rogito.
  38. ^ Giulio Ricotti partecipò ad una serie di operazioni di sviluppo immobiliare della Roma umbertina. Tra le più significative si segnalano la costruzione di alcuni edifici nei quartieri Viminale e Esquilino e del Ministero della Guerra di via XX Settembre; si veda in proposito M. E. Marinelli, La Società generale immobiliare tra il 1862 ed il 1920, in La Società Generale Immobiliare, Storia, Archivio, Testimonianze, Palombi Editori, Roma 2003.
  39. ^ cfr. rogito di U. Serafini del 22 luglio 1908, Archivio notarile distrettuale di Roma, nel quale il terreno viene diviso in quattro lotti.
  40. ^ L. Callari, Le ville di Roma, Giovanni Bardi editore, Roma 1934, p. 370.

Bibliografia

  • I. Belli Barsali, Ville di Roma - Lazio 1, edizioni Sisar, Milano 1970.
  • L. Callari, Le ville di Roma, Giovanni Bardi editore, Roma 1934.
  • A. Campitelli, Le Ville a Roma. Architetture e giardini dal 1870 al 1930, Argos, Roma 1994.
  • P. Hoffmann, Le ville di Roma e dei dintorni, Newton & Compton editori, Roma 2004.
  • R. Quintavalle, Alessandro Torlonia e via Nomentana nell'Ottocento, Edilazio, Roma 2008.

Voci correlate

Altri progetti


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