Helel, Ben-Shachar significa, dall'aramaico, "astro splendente figlio dell'aurora". San Girolamo, nella sua Vultaga, la traduzione latina della Bibbia, tradusse "Helel" con "Lucifero". De facto Helel è il nome ebraico del pianeta Venere, il cui nome latino è Lucifero. Helel è riconducibile ai seguenti passi:
In quel giorno il Signore ti libererà dalle tue pene e dal tuo affanno e dalla dura schiavitù con la quale eri stato asservito. Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai: Ah, com'é finito l'aguzzino, è finita anche l'arroganza! Il Signore ha spezzato la verga degli iniqui, il bastone dei dominatori, di colui che percuoteva i popoli nel suo furore, con colpi senza fine, che dominava con furia le genti con una tirannia senza respiro. Riposa ora tranquilla tutta la terra ed erompe in grida di gioia. Persino i cipressi gioiscono riguardo a te e anche i cedri del Libano: Da quando tu sei prostrato, non salgono più i tagliaboschi contro di noi. Gli inferi di sotto si agitano per te, per venirti incontro al tuo arrivo; per te essi svegliano le ombre, tutti i dominatori della terra, e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni, Tutti prendono la parola per dirti: Anche tu sei stato abbattuto come noi; sei diventato uguale a noi. Negli inferi è precipitato il tuo fasto, la musica delle tue arpe; sotto di te c'é uno strato di marciume, tua coltre sono i vermi. Come mai sei caduto dal cielo, Helel, Ben Shachar? Come mai sei stato steso a terra, signore dei popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori alle nubi, mi farò uguale all'Altissimo. ISAIA, 14