Phidge
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I Phidge sono un gruppo indie rock nato a Bologna nel 2003.
Le origini
Dopo le esperienze nei Knob e nei Three Erotic Days, nell'estate del 2001 Dodi Germano e Riccardo "Fedro" Fedrigo danno vita al duo acustico May Pang, con l'intento di esibirsi nei locali del centro di Bologna in un repertorio di cover di grandi classici. Le scalette dei primi concerti includono brani dei Beatles, degli U2, degli Afterhours, di Jeff Buckley, dei Radiohead, degli Stone Temple Pilots, ma anche di band di nicchia come i Karate e i Soulwax.
Dopo il successo dei primi mesi di collaborazione, Dodi propone a Fedro di ingrandire il progetto, trasformando il duo in una vera e propria band e abbandonando le cover in favore di brani originali. Vengono contattati il batterista Pietro Boldreghini e il bassista Nick Di Virgilio, già visto nelle fila dei Settlefish.
Il gruppo, con il nome provvisorio di Ain't love grand?, inizia a scrivere attraverso lunghe jam collettive che iniziano nel luglio del 2002. Dopo i primi tre mesi di prove vengono messe le basi per i primi tre brani, Harm me where you know, Next june e Gorgeous spiral.
Ma a gennaio del 2003 Boldreghini lascia la band e viene sostituito da Simone Cavina. L'ingresso del nuovo batterista imprime ai brani già composti una sferzata più nervosa e meno heavy, gli arrangiamenti vengono raffinati e il sound della band prende una direzione più moderna.
A luglio il quartetto viene invitato a esibirsi alla Festa dell'Unità di Casalecchio di Reno (BO). In quell'occasione, prendendo spunto dal soprannome di un amico di Dodi e Fedro, sceglie il nome Phidge. Il primo live, la cui scaletta sarà integrata da brani dei Beatles, dei Radiohead e di Jimi Hendrix per ovviare alla carenza di repertorio, rivela immediatamente una band intenzionata a imporre la propria personalità, non accontentandosi di attirare l'attenzione con riproposizione di brani di moda, ma puntando subito forte sulla propria musica.
A settembre i Phidge vincono un concorso per band emergenti e si aggiudicano la possibilità di esibirsi in Svezia nel giugno del 2004.
A ottobre registrano il loro primo demo, "...next june", ai Vacuum studios di Bologna, sotto la supervisione di Danilo Silvestri. L'Ep vale loro la convocazione al M.E.I. di Faenza, dove si esibiranno a novembre, sul palco principale.
Nel 2004, dopo una serie di concerti in giro per l'Italia, le due date di Svezia (a Timrå e a Sunsdvall) e una memorabile apparizione all'annuale Festival dell'amicizia di Gorazde (Bosnia) davanti a 15.000 spettatori, i Phidge tornano in studio per incidere il loro secondo promo, "Disclosing how it feels", prodotto da Danilo Silvestri e Bruno Germano, contenente i brani "O Ren Ishii", "The tale that repeats itself" e "A sudden spring night", che la band dedica alla memoria di Ugo Tognazzi.
Grazie al secondo promo nel 2005 i Phidge parteciperanno al Neapolis Festival e al Six Days Sonic Madness di Guardia Sanframondi, dividendo il palco con Mariposa, Zen Circus e Patrick Wolf.
Nel 2006 incidono il terzo Ep, "Glad, out of that". Di nuovo tre brani, "Dawning disaster", "The return of gorgeous spiral" e "White/Despair" che questa volta attirano l'attenzione della Riff Records, neonata etichetta bolzanina che contatta la band incoraggiandola a sviluppare nuovo materiale, in vista della produzione di un full lenght.
I Phidge trascorrono il resto dell'anno a comporre nuovi brani e a gennaio 2007 sono pronti per entrare di nuovo ai Vacuum studios per la loro prima prova sulla lunga distanza.
"It's all about to tell", il tour e la separazione da Simone Cavina
Il primo album dei Phidge si intitola "It's all about to tell", contiene dieci brani composti da Dodi Germano e Riccardo Fedrigo. Ricompaiono "Dawning disaster" e "The return of gorgeous spiral", che prenderà il nome di "Still the same". "O Ren Ishii", "A sudden spring night" e "Waves" (nota precedentemente come "The tale that repeats itself") vengono completamente riarrangiate. Fanno la loro comparsa nuovi brani come "Colors", "The bloke", "Spies", "Somewhere else" e "Sparrows on a wrong day", alla scrittura e registrazione della quale ha partecipato anche Jonathan Clancy (Settlefish, A classic education, His Clancyness).
La copertina a fumetti viene realizzata da un vecchio amico della band, l'artista pisano Tuono Pettinato. L'immagine vede la mascotte della band, l'omino stilizzato ribattezzato Franco, a colloquio con un gigantesco corvo, mentre sotto altri uccelli più piccoli discutono fra loro. Franco era entrato a far parte dell'iconografia dei Phidge con il demo del 2004, "Disclosing how it feels", il cui artwork era stato curato dallo stesso Tuono Pettinato e vedeva l'omino tuffarsi da un ponte, nell'indifferenza generale. Per l'album d'esordio l'illustratore toscano ha preso spunto dagli "Sparrows" evocati dal brano composto assieme a Clancy ma ha poi preferito trasformarli in corvi, inseguendo le suggestioni di Uccellacci e uccellini e immaginando i pennuti intenti a far da guida alla band, in procinto di esprimersi per la prima volta sulla lunga distanza.
Riff records conferma il suo interesse nei riguardi del quartetto bolognese e il 12 gennaio 2008 pubblica il loro esordio discografico, celebrato con un affollatissimo live al Covo Club di Bologna.
Il gruppo si imbarca in un tour promozionale, in buona parte condiviso con i siciliani Entrofobesse e i fiorentini Jackpine, che lungo la primavera li vede esibirsi dalla Sicilia all'Austria con tanto di doppia data il 1° maggio, nel pomeriggio all'Handmade festival di Guastalla e la sera al Kroen di Verona.
Durante il 2008 Simone Cavina si unisce agli Yuppie Flu e i Phidge lo sostituiscono per alcune date con Paolo Mongardi (Zeus!, Il Genio, Ronin, Jennifer Gentle).
Ma la militanza del batterista in due gruppi è impossibile da gestire e le strade di Cavina e dei Phidge si separano a fine anno.
La ricostruzione, Oscar Astorri, "We never really came back"
Dopo un autunno trascorso alla ricerca di un nuovo membro per la band, arriva la telefonata di Paolo Mongardi che segnala ai Phidge Oscar Astorri, musicista di Sesto Imolese alla ricerca di un gruppo per ampliare i propri orizzonti electro-metal. I Phidge e Astorri provano alla fine di febbraio e l'incastro fra Dodi, Fedro, Nick e Oscar risulta subito perfetto. Il nuovo batterista è molto differente da Cavina, il suo è un approccio meno tecnico e la sua gestione della batteria è decisamente meno ortodossa rispetto a quella del suo virtuoso predecessore. Tuttavia, pur risultando da subito molto differente da quanto sentito fino ad allora, il sound dei Phidge con il nuovo innesto si rivela immediatamente massiccio e convincente.
La band trascorre la prima parte del 2009 terminando la serie di concerti celebrativi del loro primo album, ma da subito, in sala prove, si impegna per comporre il maggior numero possibile di nuovi brani con il neoarrivato.
La fase di scrittura più proficua si concentra fra settembre e novembre del 2009 quando i Phidge, ridotti a un trio per la temporanea assenza di Nick (in Nuova Zelanda per un trimestre), pongono le basi per alcuni dei brani più innovativi del loro repertorio, come Awoken, rivisitazione spacey di un giro che Fedro cercava di "prendere in prestito" da un vecchio pezzo dei Morphine e Our lungs are blind, sviluppata inizialmente solo dal punto di vista strumentale, con la ricerca ossessiva da parte di Fedrigo di rincorrere il concetto sonoro di dionisiaco.
Dalla Nuova Zelanda Nick tornerà con la struttura base e il testo di Hot water beach.
La fase di composizione attraverserà un passaggio critico fra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 quando le condizioni di salute di un parente di uno dei membri dei Phidge costringeranno la band a rallentare sensibilmente la propria attività. Tuttavia da questo doloroso passaggio la produzione del quartetto trarrà giovamento, includendo nella sua nuova produzione brani e suggestioni figli diretti del lutto che colpisce un quarto del gruppo.
I Phidge tornano sul palco a maggio del 2010 e al Locomotiv club di Bologna presentano solo pezzi nuovi.
Fra la fine dell'anno e l'inizio del 2011 il gruppo torna ai Vacuum studios sempre con Bruno Germano alla consolle. Dei tredici brani incisi ("Awoken", "Nobody tries", "Door selected", "Invisible colors", "Hot water beach", "Our lungs are blind", "Blind diving", Card with a wish", "Graveyards", "On the whole", "@the end of the day", "Gather grapes", "Second chance") solo i primi undici andranno a comporre la setlist di "We never really came back", il secondo album dei Phidge, uscito di nuovo per Riff records il 6 gennaio 2012.
Il titolo del disco prende le mosse da un passaggio del testo di "Blind diving" brano inciso solo per voce e chitarra folk e cantato da Fedro. Allude al fatto che i Phidge sono tornati con un nuovo disco e una nuova formazione. Quindi non sono più gli stessi di prima. Non solo per il cambio dietro le pelli. Le esperienze maturate dalla band e dai suoi singoli componenti restituisco al pubblico dei Phidge molto più riflessivi e sinceri rispetto alla prima uscita, più orientata a mostrare la varietà della tavolozza del quartetto. Il disco è venato da una malinconia di fondo figlia della solitudine interiore portata in dote dalla maturazione dei quattro ed evocata anche nella copertina dell'album, realizzata dall'artista visivo bolognese Lorenzo Massa. Le piccole immagini sfocate dei quattro Phidge immersi in uno sfondo candido sono un omaggio alla messa in scena di Amleto (da Shakespeare a Laforgue) di Carmelo Bene.