Tolomeo II
| Tolomeo II (Tolomeo Filadelfo) | |
|---|---|
| Signore d'Egitto | |
| In carica | 7 gennaio 282 – gennaio 246 a.C. (dal 305/304 a.C. era co-reggente) |
| Predecessore | Tolomeo I |
| Successore | Tolomeo III |
| Nome completo | Πτολεμαῖος Φιλάδελφος (Ptolemaĩos Philádelphos) ptwlmys (ptolemys) (per la titolatura egizia, vedi la sezione dedicata) |
| Nascita | Coo, 308 a.C. |
| Morte | gennaio 246 a.C. |
| Dinastia | Tolemaica |
| Padre | Tolomeo I |
| Madre | Berenice I |
| Coniugi | Arsinoe I Arsinoe II |
| Figli | Da Arsinoe I: Tolomeo Epigono (incerto), Tolomeo III, Lisimaco, Berenice |
μνάσομαι ἡμιθέων, δοκέω δ᾽ ἔπος οὐκ ἀπόβλητον
φθέγξομαι ἐσσομένοις· ἀρετήν γε μὲν ἐκ Διὸς ἕξεις.»
«Salute a te, signore Tolemeo, io ti nominerò tra i semidei e farò risuonare per te un canto che non rifiuteranno, credo, i posteri, perché Zeus ti donerà la virtù.»
Tolomeo Filadelfo (in greco antico: Πτολεμαῖος Φιλάδελφος?, Ptolemaĩos Philádelphos; in egizio: ptwlmys, ptolemys; Coo, 308 a.C.[1] – gennaio 246 a.C.[2]), chiamato nella storiografia moderna Tolomeo II, è stato un faraone egizio appartenente al periodo tolemaico, secondo sovrano della dinastia, co-reggente dal 285 a.C. e unico monarca dal 282 a.C. alla sua morte.
Dopo essere successo al padre sul trono d'Egitto e aver sposato la sorella Arsinoe II, Tolomeo combatté molte guerre, cercando di espandere il suo dominio in Anatolia, Siria, Cirenaica e Grecia: combatté la prima guerra siriaca (274-271 a.C.), la guerra cremonidea (268-261 a.C.) e la seconda guerra siriaca (260-253 a.C.), oltre ad altri scontri minori, riuscendo a conquistare territori in Anatolia e a ottenere varie alleanze con le città-stato e le leghe greche, opponendosi all'impero seleucide e al regno di Macedonia. Negli ultimi anni cercò di riappacificarsi con il fratellastro Magas, re di Cirene, e di risollevare l'economia e la movimentazione culturale del suo regno, dopo lunghi periodi di guerre.
Durante il suo regno furono promosse varie riforme volte al miglioramento dell'economia, cercando di dare più potere all'autorità statale togliendolo ai centri religiosi. Inoltre sotto Tolomeo II Alessandria diventò un grande centro dell'epoca ellenistica, grazie alla istituzione dei giochi tolemaici e alla forte spinta culturale data dalla Biblioteca e dal Museo.
Biografia
Origini familiari
Tolomeo era figlio di Tolomeo I Sotere, diadoco di Alessandro Magno e primo re dell'Egitto tolemaico, e di Berenice I,[3] una nobildonna macedone parente del generale Antipatro.[4] Era quindi fratello di Arsinoe II e Filotera e fratellastro di Tolomeo Cerauno, Meleagro, Lisandra e Tolemaide, figli di Tolomeo I ed Euridice,[5] e di Magas, Antigone e Teossena, figli di Berenice I e Filippo.[6]
Regno (285-246 a.C.)
Ascesa al potere e matrimoni (285-275 a.C.)
Tra il dicembre del 285 a.C. e il gennaio del 284 a.C., dopo circa venti anni di regno, Tolomeo I nominò Tolomeo suo co-reggente al trono d'Egitto;[7] in quegli anni il giovane Tolomeo sposò Arsinoe I, figlia del re di Macedonia Lisimaco.[8] Nell'inverno tra il 283 e il 282 a.C. Tolomeo I morì, lasciando al figlio il regno dopo due anni di potere congiunto;[9] il giovane sovrano si fece incoronare ufficialmente faraone il 7 gennaio del 282 a.C.[10][N 1] Poco dopo, nel 279 a.C., morì anche la madre di Tolomeo, Berenice I, e il giovane re, per onorare i genitori come Theoì Sotẽres (Θεοὶ Σωτῆρες), istituì in loro onore i giochi tolemaici (Πτολεμαια, Ptolemaia), che si tenevano ogni quattro anni ad Alessandria.[11]
Dalla moglie Arsinoe Tolomeo aveva avuto tre figli: due maschi, Tolomeo III e Lisimaco, e una femmina, Berenice.[12] Tolomeo aveva anche un altro figlio, Tolomeo Epigono, (chiamato dalle fonti anche "Tolomeo il Figlio"), del quale però non si è sicuri delle origini; potrebbe essere stato: il figlio maggiore della coppia reale, figlio di una concubina oppure un figlio adottivo (Tolomeo di Telmesso, figlio naturale di Lisimaco di Tracia e di Arsinoe II, la sorella di Tolomeo).[13]
Intorno al 278 a.C. arrivò in Egitto Arsinoe II, la sorella di Tolomeo, che era fuggita dal fratellastro-marito Tolomeo Cerauno nel regno di Macedonia dopo che questi ebbe ucciso i suoi due figli dal matrimonio con Lisimaco.[14] Arsinoe II, volendo raggiungere una maggiore influenza, riuscì a convincere il fratello Tolomeo a esiliare la moglie Arsinoe I a Copto con l'accusa di cospirazione e facendo uccidere due importanti philoi della regina, Aminta e Crisippo.[15] Arsinoe II, quindi, sposò lei stessa Tolomeo intorno al 275 a.C.; l'unione tra fratelli era sconosciuta al mondo greco, ma era parte della tradizione dell'antico Egitto.[16] A seguito di questa unione, i due membri della coppia assunsero il nome di "Filadelfo" (Φιλάδελφος), cioè amante del fratello.[17] Di questo matrimonio si fece beffe il poeta Sotade scrivendo in un suo poema: εἰς οὐχ ὁσίην τρυμαλιὴν τὸ κέντρον ὠθεῖς (eis uch osíen trymalièn tò kéntron otheĩs, "in un buco empio tu dirigi il bersaglio"); per questa affermazione il poeta venne prima incarcerato e poi ucciso.[18] Questa unione venne invece celebrata da Teocrito nel suo "Encomio di Tolomeo", dove paragona questo matrimonio e questo amore unico al matrimonio sacro (ἱερὸς γάμος, ieròs gámos) della coppia olimpica Zeus-Era.[19]
L'ascesa al potere di Tolomeo non rimase comunque incontestata: Demetrio Falereo, filosofo peripatetico della corte alessandrina, fu esiliato per essersi espresso a favore dell'ascesa al trono dei figlio di Tolomeo I ed Euridice e infine ucciso nel 280 a.C. per mezzo del morso di serpente.[20] Tolomeo Cerauno, tuttavia, rinunciò al trono d'Egitto per rimanere in Macedonia e così anche il fratello minore Meleagro, ma entrambi morirono poco dopo.[21] Pausania il Periegeta dice che Tolomeo, nei suoi primi anni di regno, fece uccidere due suoi fratelli, probabilmente su istigazione di Arsinoe II.[22] Tuttavia Magas, fratellastro di Tolomeo da parte materna, assunse il titolo di re dopo essere stato governatore di Cirene dal 300 a.C.[23]
Guerre in Anatolia e in Egitto (280-274 a.C.)
Nel 281 a.C. morì l'ultimo dei diadochi di Alessandro Magno, Seleuco I Nicatore; questi lasciò l'impero seleucide al figlio Antioco I Sotere, che, dovendo controllare un vastissimo impero, fu subito chiamato nel nord della Siria per reprimere una rivolta nella guerra di successione siriaca.[24] Questa situazione fu favorevole a un'espansione del controllo tolemaico in Anatolia, dove i Seleucidi lasciarono pochi soldati: Tolomeo II, tra il 280 e il 279 a.C., conquistò molte città, tra cui Samo, e i territori di Caria, Licia, Panfilia e probabilmente Cilicia, facendo delle donazioni a Mileto, con cui stipulò un trattato di alleanza, posizionando una guarnigione di stanza ad Alicarnasso e dando a Tolomeo, figlio di Arsinoe II e Lisimaco, dei territori vicino alla città di Telmesso.[25]
Per Antioco I risolvere la situazione in Anatolia fu difficile e non immediato, viste le varie potenze della zona: i regni di Pergamo, Ponto, Bitinia e Cappadocia, oltre al popoli dei galati; Antioco I, quindi, provvide ad allearsi con Antigono II Gonata, re di Macedonia, con il quale strinse accordi nel 278 e nel 276 a.C. La situazione diventò quindi pericolosa per Tolomeo, che si ritrovava ad avere due potenti nemici.[26]
Gli scontri iniziarono nel 275 a.C. circa quando Magas, fratellastro di Tolomeo e re di Cirene, conquistò la città tolemaica di Paraitonion e marciò con il suo esercito verso Alessandria: Magas era infatti forte dell'alleanza con i Seleucidi, avendo sposato la figlia di Antioco I, Apama II.[27] Il re di Cirene fu però costretto a tornare nei suoi territori per una rivolta della tribù libica dei Marmaridi e non riuscì più a penetrare in Egitto; Tolomeo, invece, non era riuscito a fermare il fratellastro per una rivolta dei suoi mercenari celti, che fu risolta con il massacro di questi ultimi su un isola deserta del Nilo.[28]
Dopo la ritirata di Magas e la distruzione dei celti, furono celebrati per la seconda volta i giochi tolemaici, nell'inverno tra il 275 e il 274 a.C., che attirarono ad Alessandria molte persone da tutti il mondo ellenistico;[29] particolarmente celebrata fu la cerimonia di apertura, nella quale Tolomeo volle far mostra di tutto lo splendore del suo regno: ci furono sfilate di statue dedicate a molte divinità (Dioniso, Zeus e altri dei olimpici, Alessandro Magno e i Theoi Soteres, ai quali era dedicato l'evento), di personificazioni delle città della Grecia (guidate dai corinizi), di animali esotici da Africa, Arabia e India (elefanti, antilopi, struzzi, asini selvatici, zebre, leopardi, giraffe e rinoceronti) e di soldati dell'esercito egizio. Tolomeo si presentò quindi al mondo ellenistico come protettore della libertà e della cultura panellenica.[30]
Le bestie esotiche che Tolomeo fece sfilare nell'imponente cerimonia del 275 a.C. potrebbero avere una relazione con una spedizione organizzata in Nubia nel periodo immediatamente precedente: l'area di confine tra l'Egitto tolemaico e il regno meroitico vicino Syene soffrì delle incursioni di nomadi della bassa Nubia, dando a Tolomeo un motivo per organizzare una spedizione verso sud.[31] Tolomeo conquistò le aree del Dodecascheno e le montagne del Wadi Allaqi, dove prese possesso delle miniere d'oro e fondò la città di Berenice Pancrisia (Πάνχρυσος, Pánchrysos, "tutta d'oro").[32] Probabilmente, oltre alle ragioni economiche, la spedizione era legata anche alla mancanza di elefanti nell'esercito tolemaico, che così poté iniziare a catturare quelli nella parte sud dell'Egitto.[33]
Sempre intorno al 275 a.C., o poco prima, Tolomeo compì una spedizione navale nel mar Nero a supporto di Bisanzio, alla quale donò nuovi territori in Asia e grandi quantità di armi, oro e grano; per questo, ricevette dalla città il più alto onore, cioè un tempio dedicato al suo culto.[34] Questa spedizione fu probabilmente un modo per assicurarsi il supporto di Bisanzio contro i Seleucidi, poiché la città era costretta dal 279 a.C. a pagare un tributo ai galati, appena emigrati dai Balcani.[35]
Prima guerra siriaca, morte di Arsinoe II e guerra cremonidea (274-260 a.C.)
Magas, dopo aver visto la sua invasione dell'Egitto fallire, convinse il suocero Antioco I ad attaccare anche lui l'Egitto; tuttavia, nel 274 a.C., Tolomeo prese l'iniziativa di attaccare l'impero seleucide in Celesiria, iniziando così la prima guerra siriaca; l'esercito tolemaico, fu costretto a ritirarsi davanti all'avanzata di nuove truppe da Babilonia e venti elefanti da guerra dalla Battria, grazie alla sua alleanza con l'impero Maurya.[36] Per evitare che Antioco intraprendesse un'invasione dell'Egitto, quindi, Tolomeo e Arsinoe II si recarono personalmente sul fronte per riorganizzare le difese; gli eserciti di Babilonia, comunque, furono colpiti da una violente crisi economica e da una epidemia e Antioco riconobbe definitivamente la sconfitta nel 271 a.C. Le trattative condussero essenzialmente a un mantenimento dello status quo, lasciando l'importante città di Damasco ai Tolomei.[37]
In quegli anni, Tolomeo iniziò a instaurare relazioni diplomatiche più stabili con le potenze del Mediterraneo occidentale: già della metà degli anni 270 a.C. aveva forti relazioni con Cartagine, che permise al comandante navale tolemaico Timostene di arrivare alle colonne d'Ercole passando per le proprie acque; nel 273 a.C., invece, Tolomeo e la repubblica romana, attraverso degli accordi, strinsero una relazione politica di amicitia.[38] Per essere alleato con entrambe le potenze, Tolomeo rimase neutrale durante la prima guerra punica (264-241 a.C.), tanto che rifiutò la richiesta di Cartagine di un aiuto 2000 talenti all'inizio della guerra.[39]
Nel mese di luglio del 268 a.C. morì Arsinoe II, una delle figure femminile più importanti del mondo ellenistico, che aveva spinto il marito a una politica estera molto anti-macedone.[N 2] Sempre nel 268 a.C., circa due mesi dopo la morte di Arsinoe, sotto l'arcontato di Pitidemo ad Atene, il politico Cremonide presentò un decreto che sanciva l'entrata in guerra di Atene, al fianco di Sparta e dell'Egitto, contro il regno di Macedonia di Antigono II Gonata, per salvare la libertà della Grecia dall'egemonia macedone.[40] Tolomeo era stato spinto da Arsinoe stessa a prendere posizione contro il regno di Macedonia, sperando forse di poter mettere sul trono il figlio avuto con Lisimaco, Tolomeo, al quale erano stati dati dei territori in Anatolia.[41]
Gli egizi, guidati dall'ammiraglio Patroclo, condussero la guerra principalmente per mare, sconfiggendo i pirati assoldati da Antigono in Attica; tuttavia, dato che i macedoni controllavano il Pireo, il porto di Atene, Patroclo agì principalmente da basi navali sulle isole del mar Egeo.[42] Sulla terraferma, invece, l'esercito macedone risultò più efficace delle forze congiunte di Sparta e Atene: Areo I, re di Sparta, non riuscì mai a uscire dal Peloponneso, morendo in un attacco alla città di Corinto nel 265 a.C., mentre gli ateniesi furono assediati e caddero infine all'inizio del 261 a.C., dovendo accettare la presenza di una guarnigione macedone; Cremonide e il fratello Glaucone fuggirono in Egitto, dove diventarono consiglieri del re.[43]
Tolomeo perse dunque la guerra ma, grazie alle azioni di Patroclo, riuscì ad assicurarsi diverse basi militari sparse per l'Egeo: nell'arcipelago delle Cicladi, a Itanos e Olous a Creta, a Thera, a Methana e a Ceo, dove ci fu la base principale della flotta tolemaica durante la guerra, la città portuale di Korissia, che venne rinominata "Arsinoe" in onore della regina scomparsa.[44]
Nel 262 a.C., durante l'ultimo periodo della guerra cremonidea, quando la vittoria macedone era ormai certa, Tolomeo riuscì comunque a ottenere un grande risultato formale da parte dell'anfizionia delfica, a quel tempo controllata dagli Etoli: il consiglio dell'anfizionia, infatti, riconobbe ai giochi tolemaici lo stato di giochi panellenici, facendo risultare efficace la propaganda di Tolomeo in Grecia.[45]
Seconda guerra siriaca, ultimi anni e morte (260-246 a.C.)
Nel 260 a.C. ci furono degli scontri in Anatolia, che coinvolsero l'impero seleucide (passato ad Antioco II Teo dall'anno precedente), l'Egitto tolemaico e Rodi e diedero inizio alla seconda guerra siriaca. Tolomeo Epigono, successore designato di Tolomeo, si ribellò al padre nella Ionia; a lui si unì l'etolico Timarco, che si autoproclamò tiranno di Mileto, che uccise anche il generale tolemaico di stanza a Samo.[46] Dalla primavera del 259 a.C. Tolomeo Epigono non comparve più nella titolatura egizia, facendo quindi pensare che sia stato spogliato della co-reggenza. Tuttavia entrambi furono sconfitti da Antioco II che conquistò Mileto e Samo, mentre i rodi sconfissero la flotta tolemaica di Cremonide nella battaglia di Efeso, conquistando la città, che fu quindi data ai Seleucidi, loro alleati.[47]
Tolomeo intraprese delle campagne in Siria nel 257 a.C., ma l'esito della guerra su quel fronte è sconosciuto. In Anatolia, la flotta di Tolomeo, comandata da Patroclo, fu definitivamente sconfitta nel 255 a.C. nella battaglia di Cos dal re di Macedonia Antigono II, ponendo così definitivamente fine alla talassocrazia tolemaica sul mar Egeo.[48] Antioco II uscì quindi vincitore in Anatolia, assoggettando la Ionia e riconquistando parti di Cilicia e Panfilia perse dal padre. La pace fu conclusa nel 253 a.C. e Antioco II chiese la mano la figlia di Tolomeo, Berenice; nella primavera del 252 a.C. il re d'Egitto accompagnò la figlia a Pelusio, dove vennero portate grandi quantità d'oro e argento, probabilmente un pagamento di guerra sotto forma di dote, tanto che la figlia venne soprannominata Phernophoros ("portatrice di dote"); da lì, Berenice e il pagamento vennero accompagnati da Apollonio fino a Sidone, il confine del regno tolemaico.[49]
Nei successivi anni, Tolomeo si spese per recuperare più influenza nell'Egeo e in Grecia. Intorno al 250 a.C. sconfisse la flotta di Antigono II in una battaglia navale, riuscendo ad aumentare la sua influenza sulle Cicladi, dove, nel 249 a.C., organizzò dei giochi in onore delle divinità delie che furono chiamati "secondi giochi tolemaici".[50] Inoltre strinse legami più forti con la lega ellenica, la lega etolica e soprattutto con la lega achea, inviando supporti finanziari e militari dopo l'ambasceria di Arato di Sicione del 250-249 a.C. ad Alessandria.[51]
Alla fine degli anni 250 a.C., Tolomeo tornò a interessarsi anche della questione del regno di Cirene, che aveva vissuto un periodo di ricchezza e pace. Anche Magas, ormai invecchiato, aprì per dei negoziati e si raggiunse un accordo matrimoniale tra l'erede d'Egitto, Tolomeo e la figlia di Magas, Berenice.[52] Magas morì tuttavia nel 250 a.C. e la vedova Apama II, sorella di Antioco II, decise di rompere il fidanzamento e di far venire a Cirene il principe antigonide Demetrio il Bello, fratello di Antigono II.[53] Demetrio diventò quindi re di Cirene ma Berenice, contraria al nuovo matrimonio, fece uccidere il marito dopo aver scoperto una relazione sentimentale segreta tra lui e la madre; Berenice, quindi, rinnovò il fidanzamento con il giovane Tolomeo.[54] Tuttavia nel 249 a.C. a Cirene venne proclamata la repubblica sotto la guida di Ecdelo e Demofane, ma Berenice sposò comunque l'erede al trono d'Egitto, dandogli il diritto di rivendicare Cirene.[55]
Tolomeo II morì nel gennaio del 246 a.C., dopo un regno di quasi quarant'anni, e gli succedette sul trono d'Egitto il figlio maggiore Tolomeo, che si fece incoronare re il 28 gennaio (25º giorno del mese di Dios del calendario macedone) e si presentò come figlio di Arsinoe II, escludendo quindi Arsinoe I dagli antenati ufficiali della dinastia.[56]
Politica interna
Economia, amministrazione e opere pubbliche
Considerando la dispendiosa politica militare di Tolomeo, l'economia egizia in quegli anni doveva essere ben strutturata per mantenere attive la varie flotte sparse per il Mediterraneo: prima della conquista di Alessandro Magno, l'economia dell'Egitto si basava sul baratto e lo sfruttamento, mentre con i primi Tolomei si passò a un'economia monetaria, grazie a un accurato sistema di censimenti e tassazioni, che permettevano maggior circolazione di monete anche nelle campagne.[57] Negli anni 270 e 260 a.C., Tolomeo iniziò una serie di riforme religiose, economiche e amministrative in tutto il regno; prima di tutto, iniziò a riformare i templi e la casta religiosa, accantonando le antiche famiglie sacerdotali e portando all'autorità centrale il potere anche sociale dei templi, imponendo dal 268 a.C. il culto della moglie Arsinoe in ogni luogo di culto e finanziandoli con soldi statali;[58] l'estensione dei terreni coltivabili attraverso irrigazioni e canali, iniziata già sotto Tolomeo I, venne intensificata, soprattutto nei nomoi di Arsinoe e di Ossirinco;[59] venne introdotto l'anno fiscale, che iniziava nel mese di Mecheir, cioè quando si iniziava il raccolto;[60] iniziò anche a essere riscossa una tassa sul sale (ἁλικῆ, halikê), con il pagamento previsto con somme diverse per uomini e donne; infine venne implementate la riforma delle apomoira, le imposte su vigneti e frutteti.[61]
Tolomeo II, durante tutto il suo regno, fondò molte nuove città (Arsinoe in Cilicia, Arsinoe in Etolia, Arsinoe sul mar Rosso, Berenice Pancrisia, Tolemaide Terone), ricostruì il canale che congiungeva il Nilo e il mar Rosso (iniziato da Necao II e completato da Dario I di Persia) e creò un più efficiente sistema di strada sulla costa orientale e nelle regioni minerarie (si ricordano la "strada del deserto orientale" che collegava il Nilo con le miniere di Barramiya e forse arrivava fino alla strada Copto-Berenice e la strada Edfu-Berenice).[62] Tolomeo II, quindi, si impegnò anche in Alto Egitto, dove venne aperta una banca reale a Tebe e apportò molte opere nella città di Edfu, che culminarono nel 237 a.C. con la costruzione del tempio di Horus da parte di Tolomeo III.[63] Rinominò inoltre l'oasi del Fayyum, allora noto come "il Lago", "Arsinoite", e la sua capitale, Crocodilopoli, "Arsinoe", in onore della sorella-moglie.[64] In quell'area, inoltre, fece costruire un nuovo lago artificiale di circa 114 km², un'opera di grande importanza per l'ingegneria idraulica dell'epoca.[65]
Cultura ad Alessandria
Tolomeo è ricordato inoltre come il re che attirò ad Alessandria, capitale dell'Egitto tolemaico, poeti e studiosi grazie al grande sviluppo dato alla Biblioteca e al Museo.[66] Già Tolomeo I aveva richiamato nella capitale molti dotti del tempo, tra cui Demetrio Falereo, Fileta di Coo, Zenodoto di Efeso, Stratone di Lampsaco (che fu anche il tutore di Tolomeo II da bambino[67]); Tolomeo II, a sua volta, fece arrivare ad Alessandria molti studiosi, scienziati e poeti: dopo il 283 a.C., infatti, arrivò alla corte tolemaica il cosiddetto "sinodo", un gruppo di 30-50 uomini salariati come tutori e studiosi.[68] Durante il suo regno, ad Alessandria furono attivi numerosi scrittori e poeti, tra cui Callimaco, Teocrito, Apollonio Rodio e il gruppo delle Pleiadi (Alessandro Etolo, Licofrone, Omero di Bisanzio, Filico di Corcira, Sositeo, Sosifane ed Eantide).[69]
Vita privata
«E il secondo re d'Egitto, chiamato Tolomeo Filadelfo, [...] ebbe un gran numero di amanti, [...] poiché era un uomo eccessivamente preso dai piaceri dell'amore.»
Oltre alle due mogli, Tolomeo II ebbe molte amanti e concubine: Bilistiche, dalla discendenza dubbia (che Ateneo di Naucrati chiama "argiva",[70] mentre Plutarco "barbara"[71]) e donna molto famosa nell'antichità, due volte vincitrice ai giochi olimpici e divinizzata da Tolomeo come Afrodite-Bilistiche;[72] Didime, una donna egizia di straordinaria bellezza e soggetto di un epigramma di Asclepiade di Samo;[73] Stratonice, a cui venne eretta una statua sulla costa di Eleusi; Mirzione, un'attrice di commedie; Cleino, la sua coppiera personale; Mnesine e Patine, due musiciste.[74] Nell'ultimo periodo della sua vita, inoltre, Tolomeo soffrì di una malattia cronica e di gotta.[75]
Titolatura
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| Tolomeo in geroglifici |
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Secondo la titolatura reale egizia, Tolomeo II ebbe diversi nomi:
- nome Horo: ḥwnw ḳni (hunu qeni), "giovane coraggioso";
- nome Nebty (o delle Due Signore): wr-pḥty (wer pehty), "grande di forza";
- nome Horo d'Oro: sḫꜥ.n sw it.f (sekha.en su it.ef), "colui che è stato messo sul trono dal padre" (lett.: "colui il cui padre ha fatto in modo che apparisse");
- nome del Trono: wsr kꜢ rꜥ, mry imn (weser ka ra, mery imen), "colui che è forte del ka di Ra, amato da Amon;
- nome personale (nomen di nascita): ptwlmys (ptwlemys), "Tolomeo".[76]
Note
Esplicative
- ^ Il giorno del 7 gennaio (7º giorno del mese di Hathyr del calendario egizio) è riportato sulla stele di Pitom e viene ricordato come ꜥnḫ-wdꜢ-snb (anekh weda seneb), cioè "inizio di un'epoca felice" (Hölbl 2001, p. 67, n. 1).
- ^ La data di morte di Arsinoe II è stata argomento di discussione, ma recentemente è stata accettata la data del 268 a.C. La questione viene dal fatto che nella stele di Mendes la sua morte è datata al 9 luglio (mese di Pachom del calendario egizio) del quindicesimo anno del regno di Tolomeo II (270 a.C., secondo le prime ricostruzioni), mentre nella stele di Pitom si dice che fosse ancora viva nel sedicesimo anno di regno del fratello. Questa confusione è dovuta al fatto che Tolomeo II contò gli anni del regno prima a partire dalla morte del padre e, successivamente, da due anni prima, cioè quando fu associato al trono. Quindi la morte di Arsinoe è stata nel 268 a.C., poiché la stele di Mendes utilizza il primo metodo di calcolo degli anni, mentre quella di Pitom il secondo (McKechnie, Guillaume 2008, p. 68).
Riferimenti
- ^ Teocrito, Encomio di Tolomeo, v. 64; Clayman 2014, p. 67; Hölbl 2001, p. 24.
- ^ Bierbrier 2008, p. 184; Whitehorne 2002, p. 204.
- ^ Bierbrier 2008, p. 184; Tyldesley 2008, p. 223.
- ^ Lightman 2008, p. 56.
- ^ Donnelly Carney 2013, p. 20; Hölbl 2001, p. 24.
- ^ Clayman 2014, p. 25; Donnelly Carney 2013, p. 20.
- ^ Hölbl 2001, pp. 24-25; McKechnie, Guillaume 2008, p. 299.
- ^ Hölbl 2001, p. 25.
- ^ Erskine 2009, p. 33; Hölbl 2001, p. 27.
- ^ Hölbl 2001, p. 35.
- ^ Fischer-Bovet 2014, p. 55; Hölbl 2001, p. 94; Winiarczyk 2013, p. 61.
- ^ Bierbrier 2008, p. 184; Clayman 2014, p. 70; Hölbl 2001, p. 35.
- ^ Clayman 2014, p. 70; Erskine 2009, p. 42; Hölbl 2001, p. 35.
- ^ Hölbl 2001, pp. 35-36.
- ^ Donnelly Carney 2013, pp. 68-69; Hölbl 2001, p. 36.
- ^ Donnelly Carney 2013, p. 70; Hölbl 2001, p. 36.
- ^ McKechnie, Guillaume 2008, p. 291.
- ^ Plutarco, Moralia, I, 11.a; Hölbl 2001, p. 36; McKechnie, Guillaume 2008, p. 292.
- ^ Teocrito, Encomio di Tolomeo, vv. 131-134; Hölbl 2001, p. 36; McKechnie, Guillaume 2008, p. 291.
- ^ Cicerone, Pro Rabirio Postumo, 23; Hölbl 2001, p. 36; Worthington 2016, p. 202.
- ^ Giustino, XVII, 2.9; Hölbl 2001, p. 36.
- ^ Pausania, I, 7.1; Hölbl 2001, p. 36.
- ^ Hölbl 2001, p. 36; Worthington 2016, p. 113.
- ^ Hölbl 2001, p. 37.
- ^ Hölbl 2001, pp. 37-38; McKechnie, Guillaume 2008, pp. 28, 46.
- ^ Hölbl 2001, pp. 38-39; McKechnie, Guillaume 2008, p. 99.
- ^ Pausania, I, 7.2-3; Hölbl 2001, p. 39; McKechnie, Guillaume 2008, p. 44.
- ^ Pausania, I, 7.2; Hölbl 2001, p. 39; McKechnie, Guillaume 2008, p. 300.
- ^ Hölbl 2001, p. 39; McKechnie, Guillaume 2008, p. 49.
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