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Il tetto a doppio spiovente è sorretto da capriate lignee, sostenute da muri in blocchi con archi poggianti sopra le file di colonne interne. La copertura bronzea della travatura lignea del pronao fu asportata nel 1625 (oppure nel 1632[1]) sotto papa Urbano VIII per per la realizzazione di 80 cannoni di Castel Sant'Angelo[2] e forse in parte minima per l'edificazione del Baldacchino di San Pietro, opera di Gian Lorenzo Bernini[3]: per questo "riciclo" fu scritta la famosa pasquinata "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini"[4]

Fine ___________________________________________________________________________ Nella mia sabbiera sto scrivendo la voce su ....

--Giobe 09:27, 22 ago 2007 (CEST)
  1. ^ Cinti, p. 29.
  2. ^ Squadrilli, 1997, p. 386.
  3. ^ Secondo la storica dell'arte americana Louise Rice, che insegna alla New York University «le cose andarono diversamente, ma questa versione dei fatti fu appositamente confezionata dalla propaganda papale. Si trattò, insomma, di una falsa notizia costruita ad arte.» Tomaso Montanari, Il grande inganno sul bronzo del Pantheon, in La Repubblica, 19/02/2017. URL consultato il 20/02/2017.
  4. ^ Guglielmo Audisio, Storia religiosa e civile dei papi per Guglielmo Audisio, vol. 5, Roma, G. Aureli, 1868, p. 77.