Utente:Lele giannoni/Sandbox
Infanzia e giovinezza
Izrail' Lazarevič Gel'fand nacque l'8 settembre (27 agosto per il calendario giuliano) 1867 nello shtetl di Berezino, sulle rive della Beresina, nella Russia Bianca da una famiglia di artigiani ebrei originari di Odessa. Quando Izrail' era piccolo la casa della sua famiglia, di legno come le altre del paese, bruciò, e la famiglia si ritrasferì a Odessa. In questa città Izrail' frequentò il ginnasio, cui poté accedere grazie al brillante esame di ammissione che lo fece rientrare nel numerus clausus riservato agli studenti ebrei[1].
Alla fine del ginnasio, nel 1884, il giovane Gel'fand lesse per curiosità Il Capitale che aveva suscitato tante polemiche, e lo trovò troppo astratto. Decise allora di imparare un lavoro e di conoscere direttamente la condizione operaia. Ma dopo un anno di lavoro da fabbro ferraio si rese conto che quell'esperienza era inutile e dettata da romanticismo. In ogni modo la scelta politica di Gel'fand era fatta e si iscrisse all'Unione dei socialdemocratici russi. All'interno delle discussioni di partito si schierò con il programma di Plechanov; l'unico aspetto che lo lasciasse perplesso di questo pensatore era che non si occupasse dei contadini, mentre la Russia era un paese contadino[2].
Nel 1887 Gel'fand sposò Tat'jana Naumovna Berman e insieme si trasferirono in Svizzera, dove innanzitutto lui perfezionò la sua conoscenza del francese e del tedesco. Prima si stabilirono a Zurigo, dove strinsero amicizia con i fuoriusciti Pavel Axel'rod, Leo Deutsch, Vera Zasulič; Gel'fand non ebbe invece buoni rapporti con Plechanov. Poi scelsero di vivere a Basilea, dove lui si iscrisse alla locale università, che frequentò fino ad ottenere il dottorato con una tesi sulla divisione del lavoro. In questo periodo Gel'fand conobbe Rosa Luxembourg[3].
La carriera giornalistica
Nel 1891 Gel'fand si trasferì a Stoccarda, dove innanzitutto cambiò nome e si fece chiamare Alexander Helfand; Alexander per non suscitare sentimenti antisemiti, Helfand per germanizzare la grafia del cognome. A Stoccarda iniziò a collaborare alla Neue Zeit, allora la più importante rivista marxista del mondo, diretta da Karl Kautsky. In particolare pubblicò un articolo per difendere la teoria del valore di Marx contro la critica di Böhm-Bawerk: fu la prima difesa rigorosa, che precedette di dodici anni quella di Hilferding. Helfand pubblicava anche sul Vorwärts, il quotidiano della SPD, dove la sua serie di editoriali sulla situazione in Russia ebbe risonanza. Tutti questi articoli erano firmati sotto vari pseudonimi: "I. H.", "Unus", "Ignatieff" e perciò l'autore passava inosservato. Nel 1894 assunse lo pseudonimo definitivo di "Parvus", per ironizzare sul suo corpo alto e massiccio[4].
Nel 1892 Parvus fu arrestato a Berlino, dove si era recato, e rinchiuso nella prigione di Moabit. Fu poi espulso come straniero indesiderato e perciò non poteva rientrare più in Prussia[5].
Nel 1896 venne affidata a Parvus la direzione della Sächsische Arbeiterzeitung, il giornale socialista di Dresda. In questo ruolo si manifestarono per la prima volta le doti imprenditoriali di Helfand. Infatti quando ne assunse la direzione, il giornale era in passivo. Parvus capì che per risanare il bilancio bisognava che il giornale si dotasse di una tipografia. Così trovò fondi presso privati e presso i sindacati, comprò la tipografia e portò il giornale in attivo[6].
Dal suo giornale Parvus condusse alcune battaglie contro i moderati della SPD: ridicolizzò la tesi del crollo fatale del capitalismo contenuta nel Programma di Erfurt; pose il problema della conquista del potere con un articolo di cui si discusse al congresso socialista di Londra. Nel 1897 fu Parvus ad iniziare dalla Sächsische Arbeiterzeitung la critica al revisionismo di Bernstein[7].
Nel 1899 Lenin recensì gli articoli di Parvus apparsi sulla Neue Zeir dal titolo Il mercato mondiale e la crisi agraria, raomandandone la lettura. Ed anche gli altri marxisti russi, come Plechanov e Axel'rod, si resero conto dell'importanza di questo opinionista, che dava lustro al marxismo russo[8].
Note
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pagg. 19-21
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pagg. 21-22
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pagg. 23-24
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pagg. 25-27
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pag. 27
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pag. 31
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pagg. 32-33
- ^ Pietro Zveteremich, Il grande Parvus, Milano, Garzanti, 1988, pag. 30
Bibliografia
- Répertoire de jurisprudence des Guyot; Recueil des Statuts du royaume de la basoche, Parigi, 1654
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Commerci
L'isolamento rispetto all'Europa dovuto all'occupazione Mongola, nonché l'affermazione di nove potenze commerciali nei mari cui si afffacciava la Russia, fecero diminuire i traffici e ne modificarono le rotte.
Con la Quarta Crociata Venezia acquistò il controllo dei commerci del Mar Nero a scapito di un decadente Impero Bizantino e degli stessi Russi[1]
Note
- ^ Atlante Storico, Garzanti