Amazing Grace
Amazing Grace è uno dei più famosi inni cristiani in lingua inglese del '700, cantato anche durante il periodo natalizio.
Amazing Grace | |
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Artista | |
Autore/i | John Newton (testo) |
Genere | Musica cristiana Musica natalizia Canzone popolare |
Esecuzioni notevoli | Ray Charles, Rod Stewart, KC and the Sunshine Band, Joan Baez, Il Guardiano del Faro, i Ricchi e Poveri, Aretha Franklin, Mahalia Jackson, Elvis Presley, LeAnn Rimes, Aerosmith, Dropkick Murphys, Alan Jackson... |
Note | La musica è un canto di disperazione degli schiavi trasportati dalle navi che Newton, l'autore, comandava. |
Campione audio | |

Origine
Significato del testo e melodia
Il titolo, che significa "grazia meravigliosa", fa riferimento a diversi passi biblici:
La melodia è forse di derivazione irlandese e comparve per la prima volta tra i canti popolari d'America in una raccolta intitolata Virginia Harmony di Carrell e Clayton (1831).
L'autore è John Newton, ex capitano di navi negriere, e può considerarsi un inno di ringraziamento a Dio per la grazia della sua conversione, tanto più "sorprendente", quanto più infima era la sua professione. Il percorso che portò l'autore alla riscoperta del cristianesimo fu lungo e tormentato: orfano di madre a sei anni,all'età di undici anni decise di seguire le orme del padre marinaio abbandonando gli studi classici intrapresi. Trascorse l'adolescenza nella Marina Britannica, non senza problemi perché venne messo ai ferri per motivi disciplinari e successivamente fu venduto ad un colono della Sierra Leone. In seguito a questi eventi perse la fede giungendo a fare professione di ateismo e ad assumere volutamente comportamenti empi e irriverenti. Riuscì ad evitare un destino di schiavitù arruolandosi come marinaio semplice su un'imbarcazione, e riuscì in seguito a fare carriera diventando capitano di imbarcazioni negriere intorno alla metà del Settecento. Nelle sue memorie lascia un ricordo di quel periodo, che doveva segnare profondamente la sua coscienza, e del disagio che lo condurrà infine all'abbandono di quella professione e alla conversione religiosa:
Sposatosi con Mary Catlett, della quale era realmente innamorato, si riavvicinò gradualmente alla fede, iniziando a dedicare alla preghiera un'ora ogni sera e obbligando anche i suoi marinai, la domenica, a pregare insieme. Probabilmente fu la lettura dell'Imitazione di Cristo, testo spirituale medievale forse opera del monaco Tommaso da Kempis, a risvegliare in lui il desiderio di riavvicinarsi alla fede, ma sicuramente ebbe influenza anche il fatto di essere scampato a morte quasi certa durante una terribile tempesta. Da quel momento iniziò a crescere in lui il disagio per l'attività che conduceva, e per quanto inizialmente tentasse di conciliarla con la ritrovata fede cristiana, adoperandosi per rendere più umane le condizioni degli schiavi trasportati, si rese infine pienamente conto dell'impossibilità di farlo, e decise di abbandonare il lavoro sulle navi che operavano la tratta. Il cambio di occupazione lo portò a diventare ispettore delle navi al porto di Liverpool. Tuttavia la maturazione della conversione avvenuta a bordo delle navi negriere lo portò ad una ricerca spirituale sempre più profonda che culminò nella vocazione religiosa. Incontrò diverse difficoltà nel realizzare questo desiderio, a causa della mancanza di un titolo di studio adeguato, tuttavia grazie all'intercessione di un amico influente riuscì infine a diventare pastore della parrocchia di Olney, dove si guadagnò presto l'affetto e la stima dei parrocchiani per i suoi modi franchi e decisi. S'impegnò nella stesura di testi abolizionisti (come i Pensieri sulla tratta degli schiavi africani, 1788) dove contrastava le teorie degli schiavisti, e scrisse inoltre degli inni notevoli contenuti in Olney Hymns. Dopo aver servito per diciassette anni la parrocchia di Olney, gli venne affidata la chiesa di St. Mary Woolnoth a Londra, dove rimase altri ventisei anni e dove poi morirà. Fino all'ultimo, malgrado problemi di salute che lo ridussero quasi cieco e la memoria che cominciava ad abbandonarlo, volle continuare a testimoniare la propria conversione, considerata una "meraviglia della grazia di Dio", per indicare che, se aveva toccato lui, nessun peccatore ne era escluso, qualunque fossero i suoi peccati. Diceva infatti: «Come potrebbe un vecchio persecutore dell'Africa smettere di parlare fino a che può farlo?». E ancora, durante un sermone: «La mia memoria è quasi del tutto svanita, ma ricordo due cose: che io sono un grande peccatore e che Cristo è un grande salvatore».
Morì nel 1807, esattamente l'anno che vide l'abolizione della tratta degli schiavi in tutti i domini inglesi. Sulla sua lapide sono incise, per sua volontà, le parole pronunciate poco prima di morire:
Testo
That saved a wretch like me!
I once was lost, but now I am found.
Was blind but now I see.
It was Grace that taught my heart to fear.
And Grace my fears relieved:
How precious did that Grace appear
The hour I first believed!
Through many dangers, toils and snares
I have already come;
This Grace has brought me safe this fare,
And grace will lead me home.
The Lord has promised good to me.
His word my hope secures;
He will my shield and portion be
As long as life endures.
Yea, when this flesh and heart shall fail,
And mortal life shall cease,
I shall possess, within the veil,
«Meravigliosa Grazia! Quanto è dolce il suono,
che ha salvato un miserabile come me!
Un tempo ero perso, ma ora mi sono ritrovato.
Ero cieco ma ora vedo.
È stata la Grazia ad insegnare al mio cuore il timore (di Dio)
ed è la Grazia che mi solleva dalla paura;
Quanto preziosa mi è apparsa,
Nell'ora in cui ho iniziato a credere!
Attraverso molti pericoli, insidie e fatiche
sono passato;
La Grazia mi ha condotto in salvo fino a qui,
E la Grazia mi condurrà a casa.
Il Signore mi ha promesso il bene,
la Sua parola dona certezza alla mia speranza;
Egli sarà la mia difesa e la mia eredità,
per tutta la durata della vita.
Già, quando questa carne e questo cuore verranno meno,
E la vita mortale avrà fine,
io entrerò in possesso, oltre il velo,
di una vita di gioia e pace.»
Una sesta strofa, talvolta messa come quinta, è presente in alcune versioni:
The sun forbear to shine;
But God, who call'd me here below,
«La terra presto si dissolverà come neve,
il sole smetterà di splendere;
ma Dio, che mi ha chiamato lassù,
sarà per sempre mio.»
Vi è una strofa finale alternativa, non presente nell'originale di John Newton e tramandatasi oralmente per un cinquantennio; fu riportata da Harriet Beecher Stowe nel romanzo La capanna dello zio Tom. È spesso inserita come strofa di chiusura già dopo la quarta.
Bright shining as the sun,
We've no less days to sing God's praise
«Quando saremo lì da diecimila anni,
splendenti come il sole,
non avremo meno giorni per cantare la lode di Dio
di quando avevamo iniziato.»
Interpretazioni
Il brano è stato interpretato da moltissimi musicisti, tra cui Diana Ross, che lo ha interpretato per la prima volta dal vivo a Vienna nel 1992 ed incluso nel CD Christmas in Vienna, assieme a Placido Domingo e Josè Carreras ed ancora nel CD A Very Special Season, nel 1994; KC and the Sunshine Band (anche dal vivo), Rod Stewart (sull'album Every Picture Tells a Story) e Joan Baez.
Versioni strumentali sono state proposte da Marty Friedman per un evento al Tokyo Dome e pubblicata online per sole 24h, Jeff Beck nell'album Merry Axemas, da Steve Morse nel Guitar Solo Total Abandon dei Deep Purple, dal gruppo punk Dropkick Murphys e da Victor Wooten dei Bela Fleck & the Flecktones, da Chris Squire degli Yes (come assolo di basso elettrico) e da Rick Wakeman in due versioni (una come piano solo e l'altra per voce solista, pianoforte e coro) nel DVD Amazing Grace.
Un'interpretazione molto significativa è quella ad opera della cantante giapponese Mika Nakashima. Da ascoltare, con la meravigliosa voce di Paul Robeson, del 1935. La versione più accreditata per una voce femminile è però quella della regina del soul, Aretha Franklin, registrata live in un suo album gospel chiamato proprio Amazing Grace. Notevole l'interpretazione di Nana Mouskouri. Importantissima e celebre è la versione cantata dal Re del Rock, Elvis Presley, contenuta nell'album He Touched Me del 1971. Suggestiva l'interpretazione delle irlandesi Celtic Woman, accompagnate da suonatori di cornamusa ed orchestra.
I Ricchi e Poveri l'hanno incisa con un testo in italiano ed il titolo Amici miei (1971), contenuta nell'album omonimo, mentre Il Guardiano del Faro ne realizzò una versione strumentale intitolata Il gabbiano infelice (1972). Nello stesso anno fu incisa anche da Iva Zanicchi col titolo La mia sera, in uno splendido adattamento curato da Paolo Limiti.
Lo storico gruppo U2 lo ha eseguito come intro di Where the Streets Have No Name in quasi tutti i concerti del U2 360° Tour.
Il gruppo giapponese Nirgilis in una delle loro canzoni (Sakura, usata anche come quarta sigla di apertura dell'anime Eureka Seven), inserisce una parte del testo dell'Amazing Grace in chiave lirica, udibile perfettamente ad inizio, metà e fine brano. Nel 2011 è stata interpretata da Andrea Bocelli. Nel 2012 è stata interpretata da Sandro Casali (voce della rock band italiana Sixty Miles Ahead).
Il cantautore statunitense country Alan Jackson ha inciso una versione gospel di Amazing Grace nell'album Precious Memories Vol.2 del 2013.
Il gruppo celtic punk statunitense Dropkick Murphys ha inciso una versione strumentale di Amazing Grace nell'omonima traccia del disco The Gang's All Here del 1999, traccia che viene proposta molto spesso durante i loro concerti e viene eseguita con anche il testo cantato.
Nel film Pain & Gain - Muscoli e denaro uno dei protagonisti, Dwayne Johnson, interpreta una strofa del brano.
Il brano viene più volte citato nel film animato Detective Conan: La musica della paura del 2008.
Nel videogioco GTA2 la stazione radio degli Hare Kṛiṣhṇa ne trasmette una versione abbreviata.
Bibliografia
- Kenneth W. Osbeck, 101 Hymn Stories, The Inspiring True Stories Behind 101 Favorite Hymns, Grand Rapids (MI), Kregel Publications, 1982, pp. 28–31.
- William J. Reynolds, Songs of Glory. Stories of 300 Great Hymns and Gospel Songs, Grand Rapids (MI), Baker Books, 1996, pp. 25–26.
- P. Ribet - F. Gitti, Negro Spirituals. Musica e testi, Torino, Claudiana, 1998, p. 45.
Voci correlate
Altri progetti
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