Palazzo Cacherano di Bricherasio

edificio storico di Torino

Il Palazzo Bricherasio è un antico edificio seicentesco situato nel centro storico di Torino, ubicato in via Lagrange, 20 a breve distanza da piazza san Carlo e via Roma.
Già residenza nobile fin dal XVII secolo, fu dimora dei conti Cacherano di Bricherasio, un'estinta famiglia dell'antica nobiltà piemontese distintasi per onori militari che vantò il titolo di viceré dei Savoia per alcuni dei suoi membri ma che si distinse anche per apprezzabili attività di filantropìa e mecenatismo.

Palazzo Bricherasio
La veduta del prospetto frontale di Palazzo Bricherasio.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Piemonte
LocalitàTorino
Indirizzovia Lagrange, 20
Coordinate45°03′57″N 7°40′56″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1636
Usouffici
Realizzazione
ProprietarioBanca Patrimoni Sella & C.[1]
Lorenzo Delleani, I fondatori della F.I.A.T..
Emanuele Cacherano di Bricherasio raffigurato al centro del dipinto, con la giacca chiara e la cravatta azzurra, nello studio di Palazzo Bricherasio.

Nel corso del Novecento ha subìto notevoli trasformazioni e passaggi di proprietà, divenendo prima una scuola e poi sede espositiva della Fondazione Palazzo Bricherasio.

Dal 2010 è la sede principale della Banca Patrimoni Sella & C. .[1]

Cenni storici

Dimora signorile già dal 1636, l'edificio fu edificato nell'antica Contrada dei Conciai e in seguito rimaneggiato da varie famiglie della nobiltà torinese.
Dal 1849 al 1851 fu abitato dallo scrittore milanese Giovanni Berchet, uno dei protagonisti del Romanticismo italiano, nonché deputato del Regno Sabaudo, rifugiatosi a Torino e ivi morto esule.

Nel 1855 divenne proprietà dei conti Cacherano di Bricherasio, un'estinta famiglia dell'antica nobiltà piemontese distintasi per onori militari che vantò il titolo di viceré dei Savoia per alcuni dei suoi membri ma che si distinse anche per apprezzabili attività di filantropìa e mecenatismo.
Al conte Luigi Cacherano di Bricherasio, si deve il rimaneggiamento degli ambienti interni e della facciata secondo il sobrio gusto neoclassico dell'epoca. Dal suo matrimonio con la marchesa Teresa Massel di Caresana nacquero Sofia ed Emanuele, che divennero presto personaggi di spicco della nobiltà torinese di inizio Novecento.

Malgrado la prematura scomparsa di Luigi nel 1867, la famiglia Bricherasio continuò a risiedervi e a dedicarsi a un'intensa attività filantropica e artistica. Sofia fu una discreta pittrice nonché prediletta allieva del celebre pittore piemontese Lorenzo Delleani e fece di Palazzo Bricherasio uno dei più rinomati «salotti» culturali della città, oltre che abituale sede di ricevimenti, mostre, iniziative culturali che videro protagonisti il Delleani stesso ma anche lo scultore Leonardo Bistolfi e i maggiori esponenti della musica, delle lettere e dell'arte dell'epoca, tra cui lo scrittore Edmondo De Amicis, il celebre musicista Arturo Toscanini. Assidua fu anche la frequentazione del capitano di Cavalleria Federico Caprilli, intimo amico della famiglia Bricherasio, nonché anche amico e compagno d'arme dello stesso Emanuele all'Accademia Militare di Modena. Palazzo Bricherasio come Miradolo, Fubìne e Uviglie continuarono a essere fulcro di un vivace fermento culturale che coinvolse molti artisti e intellettuali del territorio piemontese a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Il fratello Emanuele si distinse inoltre per il suo intraprendente impegno nel nascente settore dell'industria automobilistica. Affascinato dalle nascenti invenzioni meccaniche della vicina Francia e della Germania, il 1º luglio 1899 convocò a palazzo un gruppo di aristocratici e notabili torinesi, figurando tra i soci fondatori di una prima società che prese poi il nome di F.I.A.T. e il cui atto costitutivo venne firmato proprio nel suo studio del primo piano. Lo storico evento venne raffigurato nel dipinto commissionato al Delleani, dove Emanuele Cacherano di Bricherasio è ritratto nell'intento di siglare il documento, assumendo la carica di vicepresidente.[2]

In seguito alla misteriosa e improvvisa scomparsa del fratello nel 1904 a soli trentacinque anni,[3] la sorella primogenita Sofia e l'anziana madre vissero da sole dedicandosi in maniera crescente alla filantropìa. Negli anni Trenta del novecento il palazzo venne rimaneggiato dall'architetto Annibale Rigotti che riprogettò l'ingresso affacciato sulla nuova via creata dopo il contestuale rifacimento di via Roma e degli isolati circostanti, che privarono il palazzo del suo antistante giardino. Negli ultimi anni della sua vita la contessa Sofia, nubile e ormai ultima discendente senza alcun erede, si trasferì stabilmente nella residenza di campagna di Miradolo e alla sua morte nel 1950 il palazzo fu incluso nel cospicuo lascito testamentario della contessa in favore della Piccola Opera della Divina Provvidenza di don Orione, alla quale la nobile famiglia soleva elargire donazioni. In quegli anni il palazzo ospitò inizialmente una scuola di ricamo per ragazze in difficoltà e in seguito divenne sede di un istituto tecnico superiore per periti meccanici.

Dopo circa un decennio di decadimento, nel 1994 il palazzo fu acquistato dal gallerista Alberto Alessio che, dopo un attento restauro conservativo, ne fece la sede della Fondazione Palazzo Bricherasio. Divenuto prestigioso polo espositivo con mostre di grande rilievo internazionale per circa quindici anni, la Fondazione Palazzo Bricherasio dovette chiudere nel 2009, in un clima di mesta polemica e scontento.[4]

Nel 2010, dopo aver corso il rischio di essere lottizzato per realizzare appartamenti di lusso, il palazzo è stato acquistato dalla Banca Sella per destinarlo a sede di rappresentanza della Banca Patrimoni Sella & C. ma garantendo, tuttavia, l'accesso al pubblico per visite guidate in determinati periodi dell'anno.[5]
Il piano terra, inoltre, ospita dal 2011 una prestigiosa caffetteria ricavata nel patio antistante e coperto da un'avveniristica struttura.[6]

Caratteristiche

L'edificio presenta una pianta quadrangolare di proporzioni regolari e dei prospetti caratterizzati da finestre neoclassiche intervallate da semicolonne in bugnato e cornici marcapiano. Il tetto presenta una serie di abbaini realizzati nella ristrutturazione avvenuta nel 1994, dove il sottotetto è stato recuperato per realizzare un grande appartamento privato.[7] Il prospetto affacciato su via Lagrange presenta il portone d'accesso con l'atrio padronale, un tempo unico ingresso dell'edificio, che conduce direttamente ad una piccola corte interna quadrangolare. Nella facciata principale tre finestre ad arco si aprono su una balconata sovrastata dal bassorilievo che riporta lo stemma dell'estinta famiglia dei Cacherano di Bricherasio. L'area antistante è recintata e pavimentata in porfido rosso e in origine costituiva il patio che precedeva il giardino, scomparso a seguito degli ultimi rimaneggiamenti degli anni trenta operati dall'architetto Annibale Rigotti, contestualmente ai lavori di rifacimento della vicina via Roma e piazza C.L.N. Dal 2010 quest'area è stata interamente ricoperta da una modernissima struttura in acciaio e vetro progettata dallo Studio Domenino & Prete per ospitare al suo interno una caffetteria.
Sul lato di via Lagrange, al primo piano, quasi in corrispondenza del portone di ingresso è presente la lapide commemorativa in memoria dello scrittore milanese Giovanni Berchet, vissuto e morto in questo palazzo nel 1851.[8]

Collegamenti

Palazzo Bricherasio è raggiungibile dalla fermata Porta Nuova FS della Metropolitana di Torino.

Note

  1. ^ a b La Stampa del 16 aprile 2013
  2. ^ Lo stesso gruppo di persone, a cui si aggiunse Giovanni Agnelli, si ritrovò l'11 luglio dello stesso anno presso il notaio Ernesto Torretta per l'atto di fondazione ufficiale. Palazzobricherasio.it
  3. ^ La Stampa - Consultazione Archivio - Home
  4. ^ La Stampa - Palazzo Bricherasio addio polemico
  5. ^ La Stampa - Palazzo Bricherasio da oggi diventa una banca
  6. ^ Il Coffee Lab Diamante. [1]
  7. ^ L'appartamento privato di Alberto Alessio, ex proprietario dell'edificio e della Fondazione Palazzo Bricherasio. [2]
  8. ^ GIOVANNI BERCHET
    ESULE MILANESE/
    AUDACE CANTORE DI LIBERTÀ/
    NÉ DÍ NEFASTI DELLO STRANIERO/
    DEPUTATO AL PARLAMENTO SUBALPINO/
    QUANDO SENNO DI RE E VOLONTÀ DI POPOLO/
    INIZIARONO LA REDENZIONE D'ITALIA/
    DA ESSO DIVINATA LIBERA ED UNA/
    MORIVA IN QUESTA CASA/
    NELL'ETÀ DI ANNI 67/
    IL 23 DICEMBRE 1851/
    RICORDO POSTO DAL COMUNE

Voci correlate

Collegamenti esterni