Attilio Prevost (fotoreporter)
Attilio Prevost (Torino, 6 settembre 1890 – Milano, 3 maggio 1954) è stato un ingegnere e imprenditore italiano. Pioniere della cinematografia, fotografo e cineoperatore di Guerra, è ricordato per aver fondato nel 1913, con la moglie Elena Lanzoni Prevost, le Officine Prevost Milano (1913–1991), nota fabbrica di apparecchi cinematografici.
Biografia
Anni dieci
Figlio di Giuseppe Prevosto e di Maria Maddalena Giraudi, fu Attilio a chiedere il permesso al Re di potere usare il cognome nella sua antica dizione di origini francesi. Nel 1910 lavorava già per la Milano Films del documentarista e pioniere della cinematografia italiana Luca Comerio, e mise a punto la cinepresa “Prevost 35mm”[1] con la quale documentò la spedizione in Libia (1911-12).[2]
La prima Prevost
Nel 1912 Attilio e Elena si conobbero a Milano presso la Milano Films di Luca Comerio, lui era impiegato come ingegnere progettista e lei in amministrazione. Nel 1913, dopo un anno di lavoro fianco a fianco, Elena convinse Attilio a tentare la fortuna da indipendenti. Fondarono una prima piccola azienda Prevost, con sede in via Ripamonti, di cui condivisero la proprietà del capitale sociale. Attilio era l'ideatore e il progettista ed Elena l'amministratrice; per quarant'anni sempre insieme, uniti in un'avventura molto importante.
La Astra Film
Nel 1915 Attilio Sr. fondò a Milano la casa di produzione cinematografica "Astra Film"[3], per la quale produsse i primi film muti e lavorò come direttore della fotografia ("Il Vortice", "L'ombra misteriosa", "Sogno di Riette", "Sulla soglia della felicità", tutti del 1915) mentre Elena ne seguiva la gestione. Nello stesso periodo Attilio fu anche direttore della milanese "Sabauda Film".
Elena "alter ego" di Attilio: il Mandato Generale
La Guerra era alle porte; il 10 maggio 1915, Attilio sottoscrisse presso il notaio Giuseppe Ghislanzoni in Milano un "Mandato Generale" in favore di Elena Lanzoni, col quale: "...con ampia facoltà e con pieni poteri ella abbia a rappresentarlo in tutti gli atti ed affari... possa disporre di tutti i beni da esso posseduti o che possederà e ne disponga come proprietario...lo rappresenti in ogni azienda di cui il mandante fosse socio...faccia tutto quanto far potrebbe lo stesso mandante se agisse personalmente, dovendosi la nominata procuratrice ritenere come suo alter ego...".
Cineoperatore di Guerra al Comando Supremo
Il 24 maggio anche l'Italia entrò nella Prima Guerra Mondiale (1915-1918). Durante gli anni della Grande Guerra, mentre Elena gestiva l'azienda “Prevost”, Attilio venne inviato al fronte come operatore cinematografico e fotografo di guerra. Tra il 1916 e il 1917 fu istituita la Sezione Cinematografica del Comando Supremo del Regio Esercito (voluta dal Col. Eugenio Barbarich). Infatti, fino ad allora, l'esercito italiano si era servito dell'opera di ditte private, come la Comerio Films di Luca Comerio, che dopo la disfatta italiana di Caporetto, nel 1917, vennero definitivamente escluse, e la Sezione Cinematografica assunse il monopolio delle riprese. A dirigere la sezione fu chiamato il capitano di cavalleria Maurizio Rava al quale vennero affiancate tre Squadre comandate dai Tenenti Barricelli, Prevost e Malerba che operarono sul fronte italo-austriaco.[4]. Agli ordini del Comando Strategico, il Tenente Prevost filmò e fotografò i campi di battaglia, prima e dopo l'attacco nemico. Scattò migliaia di immagini in bianco e nero, filmò i campi di prigionia e le prime linee durante l'assalto. Fu il primo a documentare l'ingresso trionfale a Trento e Trieste appena liberate dagli austriaci e le trincee sul Carso e lungo il Piave. Fotografò le visite al fronte di Arturo Toscanini, dell'attore Armando Falconi e del vate Gabriele D'Annunzio. Questa documentazione fu a lungo secretata e conservata dal Ministero della Difesa.
Negli anni di guerra Attilio Sr. utilizzò anche la cinepresa Prevost “Splendor”.[2]
Elena Lanzoni Films - La Società Cinematografica di Elena
Nel gennaio 1919 Elena fondò la Elena Lanzoni Films per il commercio di pellicole cinematografiche[3] (con sede a Milano in via Boccaccio 45 e corrispondenti ad Atene, Barcellona, Lima, Londra, Mosca, Buenos Aires, Parigi, Il Cairo e Rio de Janeiro). In Europa, grazie ai fratelli Lumière, il Cinema si stava espandendo e divenne fenomeno sociale sempre più rilevante. Elena, prototipo femminile di indipendenza e imprenditorialità, si recò spesso a Parigi con l'Orient Express ad acquistare per la sua società i primi film muti da noleggiare, come quelli con Rodolfo Valentino, o Gli ultimi giorni di Pompei di Caserini e Rodolfi.
Anni venti
Le Officine Prevost in Via Ripamonti
Nel 1920 la società Prevost si ingrandí ed ebbe sede in via Ripamonti 43, Milano[3].
Fu dei primi anni '20 la produzione del Proiettore cinematografico muto 35 mm modello “Splendor” con avanzamento della pellicola a mano a 16 fotogrammi al secondo. Nel 1927 nacque il cinema sonoro (Il cantante di jazz fu il primo film in cui si ascoltarono le voci degli attori) e la Prevost produsse il proiettore "Rex" con avanzamento della pellicola a 25 fotogrammi al secondo.[2]
La Moviola
Negli anni 1929-1930, la Prevost realizzò e produsse la prima moviola al mondo con piano di lavoro orizzontale e scorrimento della pellicola con moto continuo che utilizzava per la proiezione un sistema brevettato da Attilio Prevost Sr.[2] Uno di questi esemplari è visibile presso il Museo nazionale del cinema di Torino. L'attività legata alla produzione di moviole fece registrare un rapido incremento, passando dalle 10-12 unità annue degli inizi a un quantitativo triplicato già verso il 1940.[2]
Anni trenta
La ditta Prevost intanto era diventata un'azienda di riferimento in campo cinematografico. Durante gli anni '30 vennero prodotti anche la macchina da stampa per suono e immagini 35 mm. ed il proiettore P30 che leggeva sia la colonna sonora ottica che magnetica.[2]
Le Officine Prevost in Via Forcella
Nel 1934 la società si trasferì in via Forcella 9, e aprì un negozio in via Vittor Pisani 9, Milano[3].
Nel 1936 Attilio e Elena si sposarono.
È degli anni '30 la costruzione del Proiettore Magnus, uno degli apparecchi più noti e venduti della Prevost.
Nel 1937, tramite la Società Immobiliare Anguissola nel cui atto costitutivo figurano il fratello Augusto Prevosto (amministratore unico fino al 1946, carica ricoperta da quell'anno da Attilio Sr., dal 1954 da sua moglie Elena e dal 1963 da Franco Mojana) Enzo Lari (padre di Annamaria, futuro Presidente della Prevost) e Giacobbe Foa, venne acquistato un terreno dove fu costruita la nuova sede dell'azienda.[3]. Nel 1937 vennero aperti negozi per esposizione a Torino e Genova oltre a una filiale a Roma in via Magenta, 19.
Le Officine Prevost in Via Desenzano
Il 16 marzo 1939 la Prevost dichiarò il trasferimento da via Forcella alla definitiva sede di via Desenzano, 2 a Milano[3]. Nel 1939 iniziò anche la costruzione del proiettore professionale P16 per pellicole 16 mm con avanzamento intermittente a croce di Malta (meccanismo).[2]
Anni quaranta
Il 10 giugno 1940 anche l'Italia entrò nella Seconda guerra mondiale.
La notte fra il 12 e il 13 agosto 1943 il bombardamento su MIlano distrusse gran parte dell'Officina e tutto l'archivio storico. Grazie all'incessante aiuto degli operai, dopo solo un mese il lavoro in fabbrica poté ricominciare. Il 18 giugno 1944 i Tedeschi occuparono le Officine Prevost. I nazisti imposero la presenza di un loro addetto militare della Wehrmacht che aveva il compito di controllare che le spedizioni di proiettori fossero fatte puntualmente, secondo gli accordi che rimasero in vigore fino alla fine del conflitto. Nel 1946 entrò in azienda il nipote Ing. Attilio Prevost jr. (1918–2010) figlio di suo fratello Augusto.
Anni cinquanta
Nel 1951 Attilio Prevost Sr. venne eletto sindaco di Magreglio. Fu il primo sindaco del dopoguerra, dopo il podestà di Civenna che, durante il ventennio fascista, amministrava Lasnigo, Barni e Magreglio. Mantenne l'incarico per tre anni, fino alla morte.
Nel 1951 entrò in azienda Annamaria Lari Prevost (1934). Attilio Sr. ed Elena Prevost erano i suoi nonni. Attilio la adottò come figlia nel 1953, e alla morte del nonno (1954) divenne titolare dell'azienda, mentre sua nonna Elena fu gerente, direttore e amministratore unico. Nel 1953 Attilio Prevost jr. venne nominato dallo zio Direttore delle Officine Prevost s.r.l.
Il Fotocoagulatore
Nel 1952 l'Ing. Attilio Prevost Sr. ideò e realizzò sotto la guida professionale dell'oftalmologo Prof. Emilio Raverdino il Fotocoagulatore, un apparecchio ad emissione di luce (precursore del laser) per applicazioni chirurgiche oculistiche della cui produzione si occupò il nipote Attilio jr. dopo la morte dello zio. L'Ing. Prevost Sr. si interessò al fotocoagulatore per gratitudine verso il Prof. Raverdino che operò con un delicato intervento alla cataratta sua moglie Elena.[5]
La morte
Il 3 maggio 1954 Attilio Prevost Sr. morì improvvisamente per un edema polmonare a soli 63 anni. Lo stesso giorno gli venne recapitata una lettera di felicitazioni dal personale di cabina del cinema di Livorno per l'ottimo funzionamento degli impianti Prevost CinemaScope. In quei giorni si proiettava infatti La tunica (di Henry Koster, 1953), il primo film girato in CinemaScope.[5]
L'azienda dopo Attilio
Alla morte di Attilio Sr. divennero titolari delle Officine Prevost s.a.s. la moglie Elena (socio accomandatario, Presidente e Direttore Generale), la nipote adottata come figlia Annamaria Lari Prevost (socio accomandante di maggioranza), e il nipote Attilio Prevost jr. (socio accomandante, Direttore Generale). La moglie Elena Lanzoni Prevost Presidente e amministratore unico dell'azienda fino alla sua morte (1965), nel 1957 nominò Procuratore Generale dell'azienda Franco Mojana (1931-2008), marito di Annamaria Lari Prevost, incarico che ricoprì fino alla cessazione della stessa (1991) di cui fu il liquidatore.[3].
L'azienda dopo Elena
Le Officine Prevost di Annamaria Lari Prevost & C. (1965-1991)[3]
Alla morte di Elena Lanzoni Prevost, nel 1965, si costituirono le "Officine Prevost s.a.s. di Annamaria Lari Prevost & C." (Annamaria Lari Prevost Presidente dell'azienda e socio accomandatario, rappresentata per Procura Generale dal marito Franco Mojana, Ing. Attilio Prevost jr. socio accomandante)[3].
Dal 1975 divennero Officine Prevost S.p.A. e i soci furono: Annamaria Lari Prevost (Presidente e Amministratore Delegato), Ing. Attilio Prevost jr. (Direttore Generale), Franco Mojana (Procuratore Generale)[3].
Le Officine Prevost S.p.A. furono messe in liquidazione volontaria e cessarono l'attività nel 1991. La liquidazione fu seguita dal Procuratore generale Franco Mojana, socio e liquidatore dell'azienda[6].
Note
- ^ Enciclopedia Treccani (1931), Cinematografo - Principi fondamentali - Apparecchi di presa
- ^ a b c d e f g La materia dei sogni. L'impresa cinematografica in Italia - Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi (Carocci editore, 2005)[senza fonte] Il saggio di Federico Rovida sulle Officine Prevost risulta spesso inattendibile e le fonti sono insufficienti. A tratti la ricostruzione storica reca errori, è in contrasto con quanto risulta dai documenti depositati presso Camera di Commercio e Tribunale di Milano e non nomina né riporta testimonianze dirette della proprietà di maggioranza, ovvero del Presidente e dell'AD dell'azienda Prevost
- ^ a b c d e f g h i j Archivio Camera Commercio di Milano
- ^ Il Servizio Fotografico del Regio Esercito e la Sezione Fotocinematografica del Comando Supremo-Ufficio Stampa - Andrea Bianchi (Alpin del Domm - n.43 - Anno VIII/5 - 2007)
- ^ a b Epistolario Lanzoni Prevost
- ^ documento depositato presso il Registro delle Imprese
Bibliografia
- Enciclopedia Treccani (1931) Cinematografo - Principi fondamentali
- L'operatore cinematografico - Gaetano Mannino-Patané (Hoepli editore, Milano 1961)
- Storia del cinema italiano - Vol. IX - 1954-1959 a cura di Sandro Bernardi (Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, Venezia, 2004)
- La materia dei sogni. L'impresa cinematografica in Italia - Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi (Carocci editore, Roma, 2005).[senza fonte] Il saggio di Federico Rovida sulle Officine Prevost risulta spesso inattendibile e le fonti sono insufficienti. A tratti la ricostruzione storica reca errori, è in contrasto con quanto risulta dai documenti depositati presso Camera di Commercio e Tribunale di Milano e non nomina né riporta testimonianze dirette della proprietà di maggioranza, ovvero del Presidente e dell'AD dell'azienda Prevost.
- Cinema muto italiano: tecnica e tecnologia. Vol. 2: Brevetti, macchine, mestieri - Canosa, Carluccio, Villa (Carocci editore, Roma, 2006)
- Motion Picture Photography - A History, 1891-1960 - H.Mario Raimondo-Souto (McFarland & C, Inc., Publishers - Jefferson, North Carolina, and London, 2007)
- Buio in sala. Vita, morte e miracoli dei cinema in Emilia-Romagna - Riccardo Marchesini (Minerva Edizioni, Bologna, 2011)
- Luca Comerio. Milanese, Fotografo, pioniere e padre del cinema italiano - Pillitteri e Mengacci (ed Spirali, Milano, 2012)
- Il Servizio Fotografico del Regio Esercito e la Sezione Fotocinematografica del Comando Supremo-Ufficio Stampa - Andrea Bianchi (sta in "Alpin del Domm" - n.43 - Anno VIII/5 - 2007)
Voci correlate
Collegamenti esterni
- (EN) Attilio Prevost Sr., su IMDb, IMDb.com.
- Biografia di Attilio Prevost Sr. su comingsoon.it, su comingsoon.it.
- Astra Film [1]
- Attilio Prevost Sr. [2]
- Proiettore Prevost [3]
- Proiettore Prevost [4]
- Attilio Prevost - Una vita in prima linea [5]
- Attilio Prevost, una fotocamera in trincea [6]
- Attilio Prevost: immagini inedite a Ponte Lambro [7]
- Museo Interattivo del Cinema di Milano (MIC) [8]