Software commerciale
Software commerciale
Il software commerciale è una tipologia di software realizzato allo scopo di essere venduto o che è adatto a scopi commerciali.[1]
Etimologia e distinzioni
Questa tipologia di software è spesso erroneamente interpretata come sinonimo di software proprietario.[2][3][4][5] In realtà una licenza di software libero è sempre adatta a scopi commerciali, in un concetto riassumibile con libertà 0 o libertà d'uso per qualsiasi scopo.[6][7][5] Questo fraintendimento può essere causato da uno storico fraintendimento originato nella lingua inglese, in cui il termine free può significare sia gratuito (gratis) che libero (freedom)[8] portando a conclusioni fuorvianti a seconda del contesto, soprattutto per le sostanziali differenze fra il software freeware (gratuito) e il free software (libero).[9] Un'altra causa è la connotazione dispregiativa soggettiva che può assumere il termine commerciale in certi contesti (es. prodotto commerciale, musica commerciale, ecc).[10]
Le licenze MIT, Apache 2.0, GNU GPL sono tutti esempi di licenze per software utilizzabile anche per scopi commerciali.[7][6] In maniera analoga le licenze CC0, CC BY-SA, GNU FDL ecc. sono tutte adatte per contenuti utilizzabili anche per scopi commerciali.[11]
Alcune licenze permettono l'uso di un'opera fintanto che non se ne ricavi un profitto. È il caso della licenza CC BY-NC (Creative Commons Attribuzione - Non commerciale).[12]
Contesto
La programmazione è un'investimento di tempo e lavoro comparabile alla creazione più generica di un bene. Tuttavia la riproduzione, la duplicazione e la condivisione di un bene digitale è una questione infinitamente più semplice rispetto alla duplicazione di un singolo bene materiale. Una volta che un software è realizzato può essere successivamente copiato un numero infinito di volte, da chiunque, con costi approssimabili allo zero.[13] Negli albori della storia dell'informatica ciò ha reso meno praticabile la commercializzazione di un software sul mercato di massa, differentemente dall'hardware. La commercalizzazione di un software avveniva per lo più indirettamente attraverso prodotti bundling. Era infatti consuetudine vendere un computer con un sistema operativo pre-installato, invece che vendere solo il software. Uno dei mercati più fiorenti sotto questo aspetto, fu quello delle console per videogiochi, a partire dalla Magnavox Odyssey del 1972 e di videogiochi arcade come Pong.[14]
Con la nascita delle prime software house nacquero anche le prime tecniche per scoraggiare lo studio o la condivisione e replicazione di un prodotto digitale. Nel corso della storia vi furono anche casi eclatanti di difesa dei propri interessi commerciali sul software, come quando nel 2004 la Microsoft ottenne il brevetto negli Stati Uniti d'America per il concetto di doppio clic[15]. Anche nell'ambito della commercializzazione dei file multimediali si iniziò, oltre che vietare, anche ad ostacolare la duplicazione del software.[16]
I cambiamenti dell'industria fra il 1970 e 1980 portarono il software a divenire un bene commerciale per definizione. Nel 1969 IBM, sotto inchiesta antitrust, fu una delle prime industrie a separare la vendita di hardware e software, iniziando ad interrompere il rilascio del codice sorgente e vendendo l'eseguibile binario separatamente dai mainframe.[17][18][19] Nel 1983 un contenzioso fra Apple e un'altra società ne conseguì che un eseguibile binario potesse essere legalmente protetto da copyright quando precedentemente lo poteva essere solo il codice sorgente.[20][21] L'aumento della disponibilità di milioni di computer basati sotto uno stesso microprocessore creò un mercato compatibile alla commercializzazione di software sotto forma di eseguibili binari, diventando quotidianità.[21]
Modelli di Commercializzazione del software
Software proprietario
Un'idea comune nel business è che il software inteso come bene digitale possa essere commercializzato con particolare successo sotto forma di bene proprietario, ovvero se si riesce con successo a proibire e inibire la copia e la condivisione di tale prodotto, vietando la cosiddetta "pirateria".[13] Il controllo può essere ottenuto con accordi di non divulgazione e licenze EULA, applicando il segreto industriale insieme al (relativamente nuovo) concetto di "proprietà intellettuale", ecc. per avvantaggiarsi del diritto esclusivo di distribuzione e commercializzazione.[22] I meccanismi tecnici con cui si può tentare di scoraggiare gli utilizzi non autorizzati sono diversi, fra cui la protezione dalla copia dai supporti di memoria (floppy disk, CD-ROM, ecc.) ed il DRM, inteso come digital rights management o come digital restriction management a seconda del punto di vista.[23]
Quando il software è diffuso solo in forma binaria si ha un controllo esclusivo sugli aggiornamenti e le versioni derivate, dato che l'ingegneria inversa può tentare di ricostruire il codice sorgente a partire dal comportamento del suo eseguibile ma richiede sviluppo e adattamento complessi.[24]
This business model, also called "research and development model", "IP-rent model" or "proprietary software business model", was described by Craig Mundie of Microsoft in 2001 as follows: "[C]ompanies and investors need to focus on business models that can be sustainable over the long term in the real world economy…. We emphatically remain committed to a model that protects the intellectual property rights in software and ensures the continued vitality of an independent software sector that generates revenue and will sustain ongoing research and development. This research and development model … based on the importance of intellectual property rights [was the] foundation in law that made it possible for companies to raise capital, take risks, focus on the long term, and create sustainable business models…. [A]n economic model that protects intellectual property and a business model that recoups research and development costs have shown repeatedly that they can create impressive economic benefits and distribute them very broadly."[25]
Software libero
Template:Main article While less common than commercial proprietary software, free and open-source software may also be commercial software in the free and open-source software (FOSS) ___domain. But unlike the proprietary model, commercialization is achieved in the FOSS commercialization model without limiting the users in their capability to share, reuse and duplicate software freely. This is a fact that the Free Software Foundation emphasizes on,[26] and is the basis of the Open Source Initiative.[senza fonte]
Under a FOSS business model, software vendors may charge a fee for distribution[27] and offer pay support and software customization services. Proprietary software uses a different business model, where a customer of the proprietary software pays a fee for a license to use the software. This license may grant the customer the ability to configure some or no parts of the software themselves. Often some level of support is included in the purchase of proprietary software[senza fonte], but additional support services (especially for enterprise applications) are usually available for an additional fee. Some proprietary software vendors will also customize software for a fee.[28] Free software is often available at no cost and can result in permanently lower costs compared to proprietary software. With free software, businesses can fit software to their specific needs by changing the software themselves or by hiring programmers to modify it for them. Free software often has no warranty, and more importantly, generally does not assign legal liability to anyone. However, warranties are permitted between any two parties upon the condition of the software and its usage. Such an agreement is made separately from the free software license.
Reception and impact
All or parts of software packages and services that support commerce are increasingly made available as FOSS software[senza fonte]. This includes products from Red Hat, Apple Computer, Sun Microsystems, Google, and Microsoft Corporation. Microsoft Corporation uses "commercial software", to describe their business model[29] but is also mostly proprietary.
A report by Standish Group says that adoption of open source has caused a drop in revenue to the proprietary software industry by about $60 billion per year.[30]
Voci correlate
Note
- ^ (EN) Commercial software, su dictionary.com. URL consultato il 21 marzo 2017.
- ^ (EN) Can I use a GNU GPLv3 program for commercial purposes?, su stackoverflow.com. URL consultato il 25 marzo 2017.
- ^ (EN) David A. Wheeler, Free-Libre / Open Source Software (FLOSS) is Commercial Software, su dwheeler.com, 3 febbraio 2009. URL consultato il 21 marzo 2017.
- ^ Classificazione del Software Libero e non libero, in Free Software Foundation. URL consultato il 21 marzo 2017.«La maggior parte del software commerciale è proprietario, ma c'è software libero commerciale, e c'è software non commerciale non libero.»
- ^ a b Vendere software libero, in Free Software Foundation. URL consultato il 21 marzo 2017.«Distribuire software libero è un'opportunità per raccogliere fondi per lo sviluppo. Non sprecatela!»
- ^ a b Cos'è il Software Libero?, in Free Software Foundation Europe. URL consultato il 21 marzo 2017.«Imporre restrizioni sull’uso del Software Libero, in termini di tempo ("periodo di prova di 30 giorni", "la licenza scade il 1 Gennaio 2004") o di scopo ("il permesso è accordato per usi di ricerca o non commerciali", "non può essere usato per fare benchmarking"), o limitazioni arbitrarie di area geografica ("non può essere usato nel paese X") rende un programma non libero.»
- ^ a b (EN) Can Open Source software be used for commercial purposes?, su opensource.org. URL consultato il 24 marzo 2017.«All Open Source software can be used for commercial purpose; the Open Source Definition guarantees this. You can even sell Open Source software.»
- ^ free, su wordreference.com. URL consultato il 25 marzo 2017.
- ^ Freeware, su wordreference.com. URL consultato il 25 marzo 2017.
- ^ Commerciale: definizione, su dizionari.corriere.it. URL consultato il 25 marzo 2017.«3. Fatto per una vasta vendita, di scarsa qualità»
- ^ (EN) Understanding Free Cultural Works, su creativecommons.org. URL consultato il 25 marzo 2017.«This means without restrictions based on the kind of use: you may use it for commercial, political, or religious purposes, for example, or make unlimited copies in different formats to use on different devices.»
- ^ Attribuzione - Non commerciale, su creativecommons.org. URL consultato il 25 marzo 2017.«Non puoi utilizzare il materiale per scopi commerciali.»
- ^ a b Renzo Davoli, Manifesto, su nonsiamopirati.org, 2005. URL consultato il 24 marzo 2017.
- ^ (EN) Magnavox Odissey, su gaming.wikia.com. URL consultato il 24 marzo 2017.
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- ^ Hamilton, Thomas W., IBM's unbundling decision: Consequences for users and the industry, Programming 1Sciences Corporation, 1969.
- ^ (EN) Chronological History of IBM - 1960s, in IBM. URL consultato il 12 novembre 2016.«Rather than offer hardware, services and software exclusively in packages, marketers unbundled the components and offered them for sale individually. Unbundling gave birth to the multibillion-dollar software and services industries, of which IBM is today a world leader»
- ^ (EN) Bob Assett, Impact of Apple vs. Franklin Decision, su internetlegal.com, 18 novembre 2012. URL consultato il 24 marzo 2017.
- ^ a b (EN) Rob Landley, May 23, 2009, su landley.net, 23 maggio 2009. URL consultato il 24 marzo 2017.«Two things changed in the early-1980s: the exponentially growing installed base of microcomputer hardware reached critical mass around 1980, and a legal decision altered copyright law to cover binaries in 1983. Increasing volume: The microprocessor creates millions of identical computers»
- ^ (EN) Michael Liberman, Overreaching Provisions in Software License Agreements, su jolt.richmond.edu, 10 aprile 1995. URL consultato il 24 marzo 2917.
- ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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: non è stato indicato alcun testo per il marcatoredrm
- ^ (EN) Vikram Ambrose, Reverse Engineering PCI Drivers, su coreboot.org. URL consultato il 25 marzo 2017.
- ^ Business Models on law.washington.edu (May 3, 2001)
- ^ Words to Avoid (or Use with Care) Because They Are Loaded or Confusing - GNU Project - Free Software Foundation, su fsf.org, 26 maggio 2013. URL consultato il 16 giugno 2013.
- ^ Selling Free Software GNU Project
- ^ Andy Dornan, The Five Open Source Business Models, su informationweek.com (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2009).
- ^ Craig Mundie, The Commercial Software Model, su microsoft.com, Microsoft, 3 maggio 2001 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2005).
- ^ CHAOS University Membership (Wayback Machine), su standishgroup.com. URL consultato il 1º agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2012).Template:Better source