Dābiq
Dābiq (in arabo دابق?) è una rivista online pubblicata dallo Stato Islamico a scopo di propaganda. La rivista è stata pubblicata per la prima volta nel luglio 2014 in diverse lingue. Il primo numero riporta la data "Ramadan 1435" del calendario islamico[2]. Data la sua natura, la rivista è disponibile, come in molti altri casi del genere, solamente utlizzando browser che consentono l'accesso e la navigazione nel deep web.[3]
دابق Dābiq | |
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Stato | ![]() |
Lingua | arabo, inglese |
Periodicità | variabile |
Genere | Rivista online di propaganda |
Fondatore | ![]() |
Fondazione | 5 luglio 2014 |
Chiusura | 31 luglio 2016 |
Sede | al-Raqqa |
Editore | al-Ḥayāt Media Center |
Distribuzione | |
multimediale | |
Edizione digitale | solo copia singola |
Storia
Secondo la rivista, il nome cita la località di Dābiq nella Siria settentrionale, che è menzionata in un ḥadīth del Ṣaḥīḥ di Muslim, luogo dove avverrebbe l'apocalittico scontro finale tra musulmani e Rūm (Bizantini), che si concluderà con la vittoria dei primi e il trionfo definitivo dell'Islam sulla Terra. Inoltre il nome ricorda anche la località di Marj Dābiq (Siria settentrionale), in cui l'esercito del Sultano ottomano Selīm I sconfisse il 24 agosto del 1516 quello mamelucco del sultano Qansuh al-Ghuri, aprendo le porte l'anno seguente alla definitiva conquista turco-ottomana dei domini mamelucchi egiziani, siriani e arabi peninsulari e l'istituzione di fatto dell'ultimo califfato storicamente esistito e - malgrado alcune inconsistenti obiezioni sollevate da qualche giurista musulmano - pressoché universalmente riconosciuto nel mondo sunnita: quello ottomano.
A differenza della rivista Inspire pubblicata da al-Qa'ida nella Penisola Arabica, che ha deciso di aggiornare a una fase futura i suoi attacchi contro l'Occidente, Dābiq si concentra sulla legittimazione religiosa dello Stato Islamico e del suo "califfato" autoproclamato, incoraggiando i musulmani a spostarsi nello Stato Islamico[4]. Nel numero di ottobre 2014 una foto ritoccata in copertina, accompagnata dal titolo "La Crociata Fallita", mostra la bandiera nera dello Stato Islamico in cima all'obelisco egizio che si trova al centro di Piazza San Pietro nel Vaticano[5]. Viene anche citato l'imam bosniaco Bilal Bosnić: "Col tempo, il mondo intero sarà uno stato islamico [...] Il nostro obiettivo è di assicurarci che il Vaticano sarà musulmano"[6]. Lo stesso numero contiene un articolo intitolato "Il ritorno della schiavitù prima dell'Ora", che informa sulla riduzione in schiavitù delle donne appartenenti agli Yazidi dell'Iraq nordoccidentale. L'articolo sottolinea la giustificazione religiosa per la schiavitù e ne esalta il ritorno[7][8][9][10][11].
Nel febbraio 2015 la BBC ha riferito che Dābiq ha elencato i cristiani tra i nemici principali dell'ISIS.[12] Nel primo numero del 2016, di Dābiq, la rivista conferma l'uccisione del terrorista Jihadi John e celebra ulteriormente gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, peccando però di ingenuità, dato che fornisce anche la nomenclatura ufficiale dei membri del gruppo capitanato da Abdelhamid Abaaoud, che consente così al mondo occidentale di conoscere le origini dei militanti; tra questi 2, inizialmente ignoti, poi confermati iracheni.[13]
Numeri
Numero | Titolo originale | Titolo tradotto | Periodo di pubblicazione (islamico) | Periodo di pubblicazione (occidentale) |
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Note
- ^ Islamic State and the Others, su raqqa-sl.com.
- ^ Giles Fraser, To Islamic State, Dabiq is important – but it’s not the end of the world, in The Guardian, 10 ottobre 2014. URL consultato il 12 ottobre 2014.
- ^ Da Inspire a Dabiq, Ecco Come Nascono i Magazine Jihadisti, su smartweek.it, 18 novembre 2015. URL consultato il 21 gennaio 2016.
- ^ Dabiq: The Strategic Messaging of the Islamic State (PDF), su understandingwar.org, Institute for the Study of War, 15 agosto 2014. URL consultato il 18 agosto 2014.
- ^ Umberto Bacchi, International Business Times: Isis magazine Dabiq Threatens 'Rome Crusaders' Flying Islamic State Flag at Vatican on Front Cover, International Business Times, 13 ottobre 2014. URL consultato il 10 marzo 2015.
- ^ Yaron Steinbuch, ISIS: ‘The whole world will be an Islamic state’, in The New York Post, 14 ottobre 2014. URL consultato il 2 gennaio 2015.
- ^ Reuters, "Islamic State Seeks to Justify Enslaving Yazidi Women and Girls in Iraq," Newsweek, 10-13-2014
- ^ Athena Yenko, "Judgment Day Justifies Sex Slavery Of Women – ISIS Out With Its 4th Edition Of Dabiq Magazine," International Business Times-Australia, October 13, 2014
- ^ Allen McDuffee, "ISIS Is Now Bragging About Enslaving Women and Children," The Atlantic, Oct 13 2014
- ^ Salma Abdelaziz, "ISIS states its justification for the enslavement of women," CNN, October 13, 2014
- ^ Richard Spencer, "Thousands of Yazidi women sold as sex slaves 'for theological reasons', says Isil," The Daily Telegraph, 13 Oct 2014.
- ^ Islamic State's position on Christians, su bbc.com, BBC News, 27 febbraio 2015.
- ^ L'Isis pubblica foto e nomi degli attentatori di Parigi, su tpi.it, 20 gennaio 2016. URL consultato il 21 gennaio 2016.
- ^ Stato Islamico, The Return of Khilafah (PDF), in Dābiq, n. 1, 5 luglio 2014 (Ramadan, 1435).
- ^ Stato Islamico, The Flood (PDF), in Dābiq, n. 2, 27 luglio 2014 (Ramadan, 1435).
- ^ Stato Islamico, A Call to Hijrah (PDF), in Dābiq, n. 3, 10 settembre 2014 (Shawwal, 1435).
- ^ Stato Islamico, The Failed Crusade (PDF), in Dābiq, n. 4, 11 ottobre 2014 (Dhu l-Hijja, 1435).
- ^ Stato Islamico, Remaining and Expanding (PDF), in Dābiq, n. 5, 21 novembre 2014 (Muharram, 1436).
- ^ Stato Islamico, Al Qa'idah of Waziristan: A Testimony from Within (PDF), in Dābiq, n. 6, 29 dicembre 2014 (Rabiʿ al-awwal, 1436).
- ^ Stato Islamico, From Hypocricy to Apostasy: The Extinction of the Grayzone (PDF), in Dābiq, n. 7, 12 febbraio 2015 (Rabiʿ al-akhir, 1436).
- ^ Stato Islamico, Shari'ah Alone Will Rule Africa (PDF), in Dābiq, n. 8, 30 marzo 2015 (Jumada al-akhirah, 1436).
- ^ Stato Islamico, They Plot and Allah Plots (PDF), in Dābiq, n. 9, 21 maggio 2015 (Sha'ban, 1436).
- ^ Stato Islamico, The Law of Allah or the Laws of Men (PDF), in Dābiq, n. 10, 13 luglio 2015 (Ramadan, 1436).
- ^ Stato Islamico, From the Battles of Al-Ahzāb to the War of Coalitions (PDF), in Dābiq, n. 11, 9 agosto 2015 (Dhu al-Qa'da, 1436).
- ^ Stato Islamico, Just Terror (PDF), in Dābiq, n. 12, 18 novembre 2015 (Safar, 1437).
- ^ Stato Islamico, The Rafidah from Ibn Saba' to the Dajjal (PDF), in Dābiq, n. 13, 19 gennaio 2016 (Rabiʿ al-akhir, 1437).
- ^ Stato Islamico, The Murtadd Brotherhood (PDF), in Dābiq, n. 14, 13 aprile 2016 (Rajab, 1437).
- ^ Stato Islamico, Break The Cross (PDF), in Dābiq, n. 15, 31 luglio 2016 (Shawwal, 1437).
Collegamenti esterni
- The Islamic State's (ISIS, ISIL) Magazine, su clarionproject.org.