La Romagna ha un clima temperato subcontinentale, stabilmente umido, con estate molto calda (classificazione Köppen-Geiger Cfa), che varia con l'altitudine e la distanza dalla costa. Ha caratteristiche proprie rispetto al resto della pianura Padana dovute al progressivo assottigliarsi della fascia pianeggiante, il che attenua i caratteri di continentalità, alla fisiologica esposizione ai venti nell'asse SW-NE e, in definitiva, alla latitudine inferiore.

Carta dei climi d'Italia secondo Mario Pinna
Climi temperati (ricadono nel tipo C di Köppen ma seguono una classificazione diversa)

     subtropicale

     temperato caldo

     sublitoraneo

     subcontinentale

     temperato fresco

Clima temperato-freddo (tipo D di Köppen)

     temperato freddo

Climi freddi (tipo E di Köppen)

     freddo

     glaciale

La regione può essere suddivisa sommariamente in cinque comparti microclimatici differenti.

Pianura interna

Coinvolge i grossi insediamenti urbani di Imola, Faenza, Forlì, Cesena ed è caratterizzata da un clima sub-continentale, con inverni rigidi ed estati calde e con mesi primaverili globalmente più caldi rispetto ai corrispettivi mesi autunnali. Frequenti, in inverno, le nebbie e le gelate notturne.

Costa centro-settentrionale

Va dal confine nord al territorio di Bellaria-Igea Marina. L'umidità elevata è una costante durante tutte le stagioni dell'anno; molto frequenti sono le nebbie da ottobre a marzo.

Costa meridionale

 
Temporale estivo sul mare

Va da Rimini al confine sud e si differenzia climaticamente dal resto della costa, essenzialmente in ragione dello svanire definitivo della pianura padana in corrispondenza del territorio comunale di Rimini, fattore che diminuisce i caratteri di continentalità e accentua la ventilazione. Da ciò deriva, in ogni stagione dell'anno, un innalzamento delle temperature minime, venendo a mancare l'azione di raffreddamento esercitata dalla pianura. La frequente irruzione di venti meridionali allo sbocco degli inserti vallivi, provoca fenomeni di tutto rilievo microclimatico, con differenze di temperatura anche molto accentuate in alcune giornate invernali, dove nella fascia pedemontana riminese si possono registrare oltre dieci gradi in più rispetto a località non lontane come Cesenatico.

Comune a tutta la fascia costiera è la più lenta ripresa termica propria dei mesi primaverili, rispetto alle località più lontane dal mare. In mesi come marzo, aprile e maggio, si assiste a sbalzi climatici anche notevoli (intorno a 4-5 gradi di massima in meno nelle giornate di sole) rispetto alle zone dell'interno.

Dal punto di vista fitoclimatico, è da rilevare che il riminese viene tradizionalmente ascritto al Lauretum, laddove il resto delle aree pianeggianti mostrano caratteri di Castanetum.

Bassa collina

 
Appennino forlivese.

Al Lauretum è da attribuire anche la "bassa collina", quarto comparto climatico della regione, caratterizzata da una complessiva dolcezza del clima, dovuta essenzialmente al mancato coinvolgimento nelle dinamiche di raffreddamento dovute all'azione del mare e soprattutto della pianura. Frequentissimo in autunno e in inverno è il fenomeno dell'Inversione termica, che conferisce alle colline romagnole un clima, e di conseguenza una vegetazione simile a quello delle aree del versante tirrenico a parità di latitudine; si noti che le colline romagnole sono incluse all'interno del limite settentrionale della coltivazione dell'olivo, che prospera soprattutto in corrispondenza delle aree di sommità, dove sono rare anche d'inverno le gelate notturne, al contrario di quanto accade nelle aree di fondovalle, spesso soggette a notevoli escursioni diurne.

Alta collina e montagna

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Verghereto.

Al di sopra dei 600-700 metri, invece, si presenta l'ultima area climatica della regione, l'"alta collina e montagna", dove il clima presenta caratteri sempre più vicini al clima montano, con inverni freddi e nevosi ed estati fresche. Oltre i 1000 metri si assiste finanche a una prevalenza dell'area fitoclimatica del Fagetum; da segnalare invece l'assenza di conifere autoctone anche ad alta quota, dove i pochi boschi sempreverdi sono da attribuire alle politiche ambientali del periodo etrusco-romano della regione sono i pini domestici presenti nelle coste del ravennate, di origine non spontanea e di recente incluse, per buona parte, nel Parco Naturale del Delta del Po).

Voci correlate