Cyberzone
Cyberzone fu una rivista di cultura, filosofia, semiotica, arte e musica fondata a Palermo nel 1997.
| Cyberzone | |
|---|---|
| Stato | |
| Lingua | Italiano |
| Periodicità | La rivista nacque come trimestrale, per poi diventare semestrale nel 2006 |
| Genere | Filosofia, Semiotica, Sociologia, Arte, Musica. |
| Formato | Inizialmente il formato era un magazine 29x23, per poi cambiare formato nel 2001 |
| Fondazione | Novembre 1997 |
| Sede | Palermo |
| Diffusione cartacea | Nazionale |
Storia della rivista
Cyberzone nacque nel 1997 a Palermo inizialmente nel circuito della cultura dell'antagonismo, come esperimento editoriale del Centro sociale autogestito di via Montevergini, inserendosi nel dibattito allora molto acceso sulle tecnologie digitali, sui movimenti hacker, sull'hacktivism, letteratura cyberpunk e sui fenomeni sociali e controculturali di quegli anni[1]. Fin dalla sua nascita il suo scopo principale è stato il lavoro di monitoraggio delle pratiche creative principalmente legate alle cyberculture, alle metamorfosi dell'immaginario collettivo di fronte all'impatto con le nuove tecnologie. Il suo punto di vista è stata un'etica ecosofica disincantata. Il suo stile è stato il lavoro basato sulla "bassa fedeltà": materiali spuri - immagini estranee al sistema conformista dell'arte, interventi critici sul presente, erosioni dello sguardo a contatto con le trasparenze virtuali. Benché nata nell'universo cyborgm Cyberzone non ne ha adottato i miti. Ciascun numero della rivista era progettato prevalentemente come una monografia su un tema o un autore, e contemplava anche interventi d'altra natura. In Cyberzone il ruolo della grafica era fondamentale. Grafica e testo erano inseparabili. Valenze polisemiche, dettagli grafici che amplificavano la percezione della lettura; giochi di scrittura che alleggerivano l'impatto grafico generale. Le forme adottate dalla rivista erano il saggio breve, l'intervista, che assieme alle immagini elaborate appositamente per ogni numero da artisti, illustratori, fotografi, ritagliavano un frammento di realtà. Dal punto di vista redazionale la rivista non aveva una struttura verticistica: non contemplava "capiredattori2, ne altre forme gerarchiche. La rivista fu in grado di convogliare nel tempo importanti nomi della filosofia, della semiotica e delle arti come Franco Berardi, Jean Baudrillard, Michel Maffesoli, Marc Augé, Paul Virilio, Abbas Kiarostami, Antonio Caronia, Ryoji Ikeda, Paolo Fabbri, Manlio Sgalambro, Michel Maffesoli ed altri[1]. Animatori e redattori storici della rivista sono stati Emanuele Pistola, Marcello Faletra, Enzo Macaluso. <gallery>
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