Compianto sul Cristo morto (Giotto)
Il Compianto sul Cristo morto è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. È compreso nelle Storie della Passione di Gesù del registro centrale inferiore, nella parete sinistra guardando verso l'altare.
Compianto sul Cristo morto | |
---|---|
![]() | |
Autore | Giotto |
Data | 1303-1305 circa |
Tecnica | affresco |
Dimensioni | 200×185 cm |
Ubicazione | Cappella degli Scrovegni, Padova |
Coordinate | 45°24′42″N 11°52′46″E |
Descrizione e stile
La scena, la più drammatica dell'intero ciclo e una delle più celebri, mostra una spiccata conoscenza delle regole della pittura fin dalla composizione. Gesù è adagiato in basso a sinistra, stretto dalla madre che, in maniera toccante, avvicina il proprio viso a quello del figlio. Tutta una serie di linee di sguardi e di forza dirigono immediatamente l'attenzione dello spettatore su questo angolo, a partire dall'andamento della roccia dello sfondo che digrada verso il basso. Le pie donne reggono le mani di Cristo e la Maddalena gemente ne raccoglie i piedi. Sciolta e naturalistica è la posa di san Giovanni, che si piega distendendo le braccia indietro, derivata forse dal Sarcofago di Meleagro che era a Padova. Dietro a destra stanno le figure di Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea, mentre a sinistra, in basso, una figura seduta di spalle crea una massa scultorea. A sinistra accorrono altre donne in lacrime, dalle pose studiate e drammatiche. In alto gli angeli accorrono con altre pose di disperazione, scorciati con grande varietà di pose, partecipando a una sorta di drammaticità cosmica che investe anche la natura: l'alberello in alto a destra è infatti secco, ma così come la natura sembra morire di inverno ed in primavera risorgerà, Cristo sembra morto e dopo tre giorni risorgerà.
L'unico addolcimento è dato dal concerto di colori pastello, estremamente raffinato, che orchestra i toni delle vesti, con una diversa incidenza luminosa che arriva, negli esempi più eclatanti, ad effetti di cangiantismo cromatico: tali finezze testimoniano come questa scena, pressoché al centro della parete, fosse una delle più curate del ciclo, sicuramente autografa e realizzata in modo da catturare l'attenzione del pubblico.
Liberata dalle rigidità bizantine, la scena fu presa a modello per intere generazioni di artisti successivi.
Una Deposizione era stata già dipinta forse dal giovane Giotto nella basilica superiore di Assisi.
Citazione
-
Deposizione di Assisi (1290 circa)
-
La Deposizione nella collezione Berenson (1320-1325 circa)
Bibliografia
- Maurizia Tazartes, Giotto, Rizzoli, Milano 2004. ISBN non esistente
- Edi Baccheschi, L'opera completa di Giotto, Rizzoli, Milano 1977. ISBN non esistente
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Compianto sul Cristo morto