The Piper at the Gates of Dawn

album dei Pink Floyd del 1967

The Piper at the Gates of Dawn è il primo album in studio del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato nel 1967 dalla Columbia/EMI nel Regno Unito e dalla Tower/Capitol negli Stati Uniti d'America.

The Piper at the Gates of Dawn
album in studio
ArtistaPink Floyd
Pubblicazione5 agosto 1967
Durata41:52
Dischi1
Tracce11
GenereRock psichedelico[1]
Rock sperimentale[2]
Art rock[1]
EtichettaCapitol, EMI
ProduttoreNorman Smith
Registrazionefebbraio–luglio 1967, Abbey Road Studios, Londra
FormatiLP, CD, download digitale
Certificazioni
Dischi d'oroItalia (bandiera) Italia[3]
(vendite: 25 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito[4]
(vendite: 100 000+)
Pink Floyd - cronologia
Album precedente
Album successivo
(1968)
Singoli
  1. Flaming/The Gnome
    Pubblicato: 2 novembre 1967

Si tratta dell'unico album realizzato sotto la direzione di Syd Barrett ed è considerato fra gli album che hanno maggiormente influenzato la storia del rock psichedelico e della musica psichedelica in generale.[1][5] L'album presenta testi bizzarri, che spaziano fra temi spaziali, fantastici e fiabeschi (visti successivamente anche in A Saucerful of Secrets), accompagnati da passaggi strumentali psichedelici.

Secondo la critica specializzata, l'album, oltre ad essere un classico della musica psichedelica, ha gettato le basi per una moltitudine di generi sopraggiunti successivamente (come indie rock, punk, space rock o noise rock).[6][7][8]

Il disco

Antefatti

Nel gennaio del 1967, prima della registrazione di The Piper at the Gates of Dawn, il gruppo produsse nei Sound Techniques Studios di Londra un singolo intitolato Arnold Layne, che fu pubblicato due mesi dopo e raggiunse la 20ª posizione nella classifica britannica. Nello stesso mese i Pink Floyd registrarono per il documentario di Peter Whitehead Tonite Let's All Make Love in London una versione di 16 minuti di Interstellar Overdrive (inclusa nella colonna sonora omonima) e una jam improvvisata chiamata Nick's Boogie (quest'ultimo brano non è stato pubblicato fino al 1991, con la riedizione in CD della colonna sonora del film).

I concerti del gruppo consistevano principalmente in jam strumentali e cover di genere blues; tuttavia i componenti cominciarono ad introdurre brani composti principalmente dal frontman Syd Barrett. Buona parte degli stessi vennero ripresentati in occasione del concerto Games for May, svoltosi alcuni mesi prima dell'ufficiale pubblicazione dell'album.

Registrazione

Le registrazioni dell'album cominciarono il 21 febbraio 1967, nello studio 3 degli Abbey Road Studios, mentre i Beatles stavano registrando Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band e i Pretty Things S.F. Sorrow. L'album è stato prodotto da Norman Smith, un membro dello staff EMI che aveva progettato tutte le registrazioni dei Beatles fino all'album Rubber Soul. Smith, inoltre, produrrà anche il secondo album dei Pink Floyd, A Saucerful of Secrets. Interstellar Overdrive e Matilda Mother sono stati due dei primi brani registrati, in quanto il secondo era considerato un potenziale singolo. Uno dei primi mix di Interstellar Overdrive, invece, è stato utilizzato per un EP francese pubblicato nel luglio seguente.

Nel mese di aprile i Pink Floyd registrarono sia Percy the Ratcatcher (successivamente re-intitolato Lucifer Sam) che She Was a Millionaire, brano mai pubblicato. Il batterista Nick Mason ricorda che a un certo punto della creazione dell'album, il gruppo fu introdotto nello studio 2, dove i Beatles stavano registrando Lovely Rita. Vi sono punti di vista contrastanti su come sia andata realmente la registrazione dell'album: Mason, nel suo libro Inside Out - La prima autobiografia dei Pink Floyd, sostiene che le sessioni non ebbero complicazioni di alcun tipo e che tutto il processo di produzione era stato molto efficiente. Norman Smith, tuttavia, criticò sia le sessioni di registrazione sia le abilità musicali dei componenti del gruppo. Egli dichiarò successivamente che le sessioni furono "assolutamente un inferno". The Gnome e The Scarecrow vennero registrate in una sola incisione. Gran parte dell'album è accreditato solamente a Barrett, con tracce come Bike scritte verso la fine del 1966, ancor prima che la creazione dell'album fosse avviata. Bike era originariamente chiamata The Bike Song e fu incisa il 21 maggio 1967. L'ultima sessione ha avuto luogo il 5 luglio 1967, con la registrazione del brano Pow R. Toc H., una delle ultime canzoni ad essere aggiunte all'album.

Copertina e titolo

 
Illustrazione per il settimo capitolo de Il vento tra i salici di Grahame

Vic Singh ha fotografato e disegnato la copertina dell'album. Sul retro copertina è raffigurata una silhouette del gruppo, disegnata da Barrett.

Il titolo dell'album riprende quello del settimo capitolo del romanzo per ragazzi Il vento tra i salici di Kenneth Grahame, in cui i protagonisti Ratto e Talpa, attratti dalla musica misteriosa suonata da un flauto, incontrano il dio dei boschi Pan.[9]

Pubblicazione

L'album è stato pubblicato nel Regno Unito il 5 agosto 1967, sia in missaggio monofonico che stereofonico, e ha raggiunto la sesta posizione della classifica britannica.[10]

Negli Stati Uniti, invece, venne pubblicato il 21 ottobre 1967, da una divisione della Capitol Records, la Tower Records. Raggiunse la posizione 131 nella classifica Billboard. Questa versione è stata intitolata semplicemente Pink Floyd, nonostante il titolo dell'album fosse indicato sul retro, come nella edizione inglese. La pubblicazione americana è caratterizzata da un minor numero di brani: Astronomy Domine, Flaming e Bike vennero sostituite dal singolo See Emily Play. Nell'edizione della Tower Records, inoltre, le tracce vennero riordinate e per tale motivo al termine dell'ultimo brano Interstellar Overdrive venne applicata una dissolvenza, invece della continuazione per The Gnome. Le successive pubblicazioni americane avranno stesso titolo e scaletta dei brani dell'edizione inglese. L'edizione francese e canadese dell'album non presentano alcuna differenza rispetto a quella inglese. La versione giapponese è, invece, quella più completa, dato che è identica a quella britannica, con in più il singolo See Emily Play collocato a fine disco. L'edizione italiana avvenne invece solo nel maggio 1971 e presenta una copertina completamente diversa sulla quale compare una foto del gruppo del 1969 con David Gilmour.

Nel 1973, The Piper at the Gates of Dawn venne ripubblicato dalla Harvest Records insieme al seguente A Saucerful of Secrets, in un'unica raccolta intitolata A Nice Pair. Nell'edizione americana del doppio album, la versione studio di Astronomy Domine venne sostituita con la versione live che si trova in Ummagumma e la continuazione tra Interstellar Overdrive e The Gnome non venne ripristinata correttamente.

La versione stereo dell'album fu pubblicata per la prima volta su Compact Disc nel 1987 per poi essere ripubblicata nel 1994 digitalmente rimasterizzata. Nel 1997, la EMI, per celebrare il trentesimo anniversario dell'album, pubblicò un'edizione speciale limitata, rimasterizzata in missaggio monofonico e confezionata in un digipak caratterizzato da una copertina tridimensionale. Con l'acquisto dell'album fu incluso un CD bonus di 6 brani, 1967: The First Three Singles, raccolta di tiratura limitata, contenente i primi singoli dei Pink Floyd.

Nel 2007, in occasione del quarantesimo anniversario, sono state pubblicate, rispettivamente il 4 e l'11 settembre, due edizioni limitate dell'album, quella standard, contenente due dischi, e quella deluxe, di tre dischi. La confezione di quest'ultima, designata da Storm Thogerson, assomiglia a un libro con copertina in tela, contenente una riproduzione di un quaderno di Syd Barrett. I primi due dischi contengono l'intero album, rispettivamente in missaggio monofonico e stereofonico e sono stati entrambi rimasterizzati da James Guthrie. Il terzo disco include diversi inediti e brani scartati, insieme ai primi singoli monofonici dei Pink Floyd. Tra il materiale inedito vi sono due versioni differenti di Interstellar Overdrive, una incisione di corta durata che si riteneva persa e il missaggio non sovraregistrato pubblicato in un EP francese. Vi è poi un missaggio di Matilda Mother proveniente dai nastri delle prime sessioni e un missaggio stereofonico del brano Apples and Oranges.

Principali edizioni dell'album
Formato Nazione Etichetta Catalogo Missaggio Anno
LP Regno Unito EMI-Columbia Records SX 6157 Mono 1967
SCX 6157 Stereo
Stati Uniti Tower Records T 5093 Mono
ST 5093 Stereo
Giappone Odeon Records OP-8229 Stereo
CD Regno Unito EMI Records CDP 7 46384 2 Stereo 1987
7243 8 59857 2 0 Mono 1997
Europa 50999 503919 2 9 Mono/Stereo 2007

Accoglienza

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
About.com[11]     
AllMusic[1]     
New Musical Express[5]9/10
Ondarock[12]Pietra miliare
Pitchfork Media[13]9,4/10
Piero Scaruffi[14]8,5/10
Q[15]     
Rolling Stone[16]     

Al momento della sua pubblicazione, l'album è stato criticato positivamente e negli anni successivi è stato riconosciuto come una delle pietre miliari del rock psichedelico degli anni sessanta. Nel 1967, sia Record Mirror che New Musical Express diedero all'album un voto di quattro stelle su cinque. Record Mirror commentò: «l'immagine psichedelica del gruppo prende realmente vita con questo LP, che è una bella occasione con cui (i Pink Floyd) mettono in mostra sia il loro talento che la loro tecnica di registrazione. L'album è pieno di suoni strabilianti». Cash Box lo ha definito "un'impressionante raccolta di attuali imprese del rock". Sia Paul McCartney che Joe Boyd, vecchio produttore dei Pink Floyd, hanno valutato l'album positivamente. Alcuni, tra cui risalta Pete Townshend, hanno espresso il parere dei fan dell'underground, affermando che l'album non rispecchia le esibizioni dal vivo della band.

Negli ultimi anni l'album ha ottenuto ancora più riconoscimenti. Nel 1999 Rolling Stone diede all'album 4 stelle e mezzo su 5, denominandolo «il capolavoro di Syd Barrett». La rivista Q descrisse l'album come «indispensabile» e lo incluse nella sua lista dei migliori album psichedelici di tutti i tempi. Mojo lo ha piazzato al quarantesimo posto nella lista The 50 Most Out There Album of all Time. Nel 2000 Q posizionò The Piper at the Gates of Dawn al numero 55 nella classifica 100 Greatest British Album Ever. Nel 2003 l'album venne collocato al 347º posto nella lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone.[17] New Musical Express diede all'album 9 su 10, posizionandolo al quarto posto nella classifica Top 10 Psychedelic Albums.[18]

Esibizioni dal vivo

Nonostante non vi fosse un tour ufficiale dell'album, la band si è esibita sia in Irlanda che in Scandinavia e nel mese di novembre ha intrapreso il primo tour negli Stati Uniti. Quest'ultimo non ha riscosso alcun successo, soprattutto a causa del collasso mentale del frontman Syd Barrett.

Nel tour americano molte canzoni come Flaming e The Gnome non vennero eseguite, mentre Astronomy Domine e Interstellar Overdrive divennero i brani principali delle esibizioni, situati spesso al centro della scaletta della band e frequentemente suonati come bis fino al 1970. Astronomy Domine è stata successivamente inclusa nel disco live di Ummagumma e suonata dai Pink Floyd di Gilmour durante il tour dell'album The Division Bell del 1994, con una versione inclusa nell'album dal vivo del 1995 Pulse. Nel 2006, durante il tour di On an Island, Gilmour ha riproposto Astronomy Domine.

The Gnome, Chapter 24, The Scarecrow e Bike sono state eseguite poche volte nei concerti. Il successo dei singoli See Emily Play e Arnold Layne ha costretto la band a suonare spesso i due brani per un periodo limitato del 1967; le canzoni vennero poi rimosse dalla scaletta in seguito all'abbandono del gruppo da parte di Barrett. Durante le esibizioni del 1968, brani come Flaming e Pow R. Toc H. vennero eseguiti regolarmente dai Pink Floyd, senza il vecchio leader, nonostante queste canzoni fossero in completo contrasto con gli altri brani composti dalla band in quel periodo. Alcune delle canzoni di The Piper at the Gates of Dawn sono state rielaborate e riarrangiate in occasione dello spettacolo dal vivo The Man and the Journey del 1969 (The Pink Jungle è ispirata Pow R. Toc H., mentre una parte di Interstellar Overdrive è stata inclusa nel brano The Labyrinths of Auximines).

A partire dal settembre 1967 la band si focalizzò principalmente sulle diverse nuove composizioni. Fra queste vi sono Reaction in G, una canzone creata dal gruppo in risposta alla gran folla pretendente dei loro vecchi singoli, See Emily Play e Set the Controls for the Heart of the Sun. Quest'ultima, scritta da Roger Waters, e in seguito aggiunta all'album A Saucerful of Secrets, divenne un pilastro della scaletta del gruppo fino al 1973. Essa fu reintrodotta dallo stesso Waters nelle sue performance dal vivo degli anni 2000.

Composizioni

I brani sono tutti di Syd Barrett eccetto Take Up Thy Stethoscope and Walk, composta da Roger Waters; i due strumentali Interstellar Overdrive e Pow R. Toc H. sono accreditati a tutti e quattro i membri.

La traccia di apertura, Astronomy Domine è il resoconto di un viaggio stellare intrapreso da Barrett attraverso l'uso dell'LSD (quasi un novello Dan Dare, da lui citato nella canzone, eroe di fumetti inglesi). Il basso pulsante e continuo rappresenta la connessione radio con la terra, mentre la chitarra, insieme a un canto maestoso e solenne, sembrano vagare in un panorama cosmico oscuro e tenebroso. Il tappeto stellare tessuto dalle tastiere di Wright dà solidità al tutto. Completa il pezzo l'incessante batteria di Mason, che enfatizza le parti più drammatiche. Il brano ha una sequenza di accordi (Mi/Mibemolle/Sol/La) molto inusuale.

Scandita da un riff semplice e martellante ed accompagnato da tastiere che sembrano rievocare un'atmosfera orientale la canzone parla di un gatto siamese dai comportamenti inquietanti ed inspiegabili (Syd Barrett si ispirò a Rover, il suo gatto di casa).

Nel terzo brano Barrett si cimenta nel suo ruolo di geniale pifferaio e menestrello portandoci nel mondo di una favola che si interrompe e poi riprende, quasi l'incitamento di un bambino affinché la madre non smetta di raccontargli la favola che tutto fa risplendere. La solenne atmosfera creata durante il racconto è interrotta da un malinconico «Mother, tell me more» ("mamma, raccontami ancora").

Flaming è una canzone dal testo piuttosto allucinato («solo tra le nuvole tutto triste, sdraiato su un piumino, yippie! non ti toccherò eppure potrei, nuoto per il cielo stellato, viaggio per telefono»). Le liriche del brano descrivono le sensazioni provate sotto l'uso di LSD, opportunamente evocate dalla musica.

Assieme ad Interstellar Overdrive è la canzone più estrema dell'album. Completamente strumentale, grazie ai suoi giri di basso e alle percussioni ci proietta in un'atmosfera piuttosto cupa e, a parte le bizzarre urla di Barrett e Waters, il brano è un crescendo di psichedelia che poi si esaurisce nell'esplosione finale di percussioni.

Il solo frammento di The Piper at the Gates of Dawn composto da Roger Waters. Si assiste ad arrangiamenti sofisticatissimi e puramente lisergici uniti a quella sottile critica sociale (qui ancora abbozzata) che poi sarà una delle caratteristiche dello stile di Waters (e che influenzerà enormemente la musica dei Pink Floyd da The Dark Side of the Moon in poi).

Interstellar Overdrive è la cronaca di un viaggio umano nell'universo, che porta l'ascoltatore negli angoli più remoti e bui del cosmo. Il pezzo inizia con un'introduzione di chitarra, basso e organo che eseguono un riff discendente che funge da tema del pezzo. Dopo l'ingresso della batteria e la ripetizione del riff, il pezzo vira verso l'improvvisazione, con improvvisazione modale, florilegi organistici e distesi interludi. Il brano diventa gradualmente sempre più destrutturato, senza una ritmica precisa fino al finale che riprende il riff iniziale con oscillazione tra i canali destro e sinistro per concludersi con una coda di rumori che si aggancia al brano successivo (The Gnome). Questo brano è ricordato anche per il grande impatto live. I Pink Floyd lo suonavano ogni sera all'UFO Club. Le versioni live erano lunghe oltre venti minuti e quasi del tutto improvvisate, mentre quella sull'album è molto più corta e sintetizzata, in modo da poter reggere ascolti ripetuti anche se nacque sovraincidendo tra loro due versioni brevi della composizione eseguite dal gruppo senza interruzioni.[19] Secondo i ricordi di Peter Jenner il riff principale del brano fu ispirato a Barrett da quello di My Little Red Book (un pezzo dei Love) accennato vocalmente dallo stesso manager al chitarrista, che tentando di accompagnarlo con la chitarra praticamente compose la frase musicale.[20]

Di ispirazione Tolkieniana, The Gnome è una curiosa e piacevole ballata acustica che narra di un individuo del piccolo popolo (chiamato Grimble Gromble), della sua vita quotidiana e di un viaggio che deve intraprendere.

Come già detto, il brano è ispirato all'I-Ching, conferendo all'intero disco un sottile misticismo.

In questo brano Barrett descrive con vena fantastica ed infantile uno spaventapasseri.

Bike è un po' il riassunto di tutto il disco (non a caso è posto alla fine), offrendo una panoramica generale sia dei temi che delle sonorità stesse degli altri brani. Si tratta inoltre di un brano simbolo della poetica Barrettiana, che conserva tutta l'infantile innocenza e lo stupore estatico dell'artista nei confronti della sua bicicletta e della ragazza dei suoi sogni. Assai enigmatico il finale, sviluppo degli ultimi versi del testo, dove è possibile ascoltare un inquietante collage di effetti sonori provenienti dall'archivio degli Abbey Road Studios.

Tracce

Testi e musiche di Syd Barrett, eccetto dove indicato.

Edizione britannica

Le edizioni francesi, canadesi e giapponesi del vinile sono identiche a quest'ultima.

Lato A
  1. Astronomy Domine – 4:12
  2. Lucifer Sam – 3:07
  3. Matilda Mother – 3:08
  4. Flaming – 2:46
  5. Pow R. Toc H. – 4:26 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  6. Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:05 (Roger Waters)
Lato B
  1. Interstellar Overdrive – 9:41 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  2. The Gnome – 2:13
  3. Chapter 24 – 3:42
  4. The Scarecrow – 2:11
  5. Bike – 3:21
  6. See Emily Play – 2:54 – presente esclusivamente nell'edizione giapponese

Edizione statunitense

Lato A
  1. See Emily Play – 2:54
  2. Pow R. Toc H. – 4:26 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  3. Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:05 (Roger Waters)
  4. Lucifer Sam – 3:07
  5. Matilda Mother – 3:08
Lato B
  1. The Scarecrow – 2:11
  2. The Gnome – 2:13
  3. Chapter 24 – 3:42
  4. Interstellar Overdrive – 9:41 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)

Edizione del 40º anniversario

CD1 – Mono
  1. Astronomy Domine – 4:17
  2. Lucifer Sam – 3:09
  3. Matilda Mother – 3:05
  4. Flaming – 2:46
  5. Pow R. Toc H. – 4:24 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  6. Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:07 (Roger Waters)
  7. Interstellar Overdrive – 9:41 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  8. The Gnome – 2:14
  9. Chapter 24 – 3:53
  10. The Scarecrow – 2:10
  11. Bike – 3:27
CD2 – Stereo
  1. Astronomy Domine – 4:14
  2. Lucifer Sam – 3:07
  3. Matilda Mother – 3:08
  4. Flaming – 2:46
  5. Pow R. Toc H. – 4:26 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  6. Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:06 (Roger Waters)
  7. Interstellar Overdrive – 9:40 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  8. The Gnome – 2:13
  9. Chapter 24 – 3:42
  10. The Scarecrow – 2:11
  11. Bike – 3:24
CD3
  1. Arnold Layne – 2:57
  2. Candy and a Currant Bun – 2:45
  3. See Emily Play – 2:54
  4. Apples and Oranges – 3:05
  5. Paint Box – 3:45 (Rick Wright)
  6. Interstellar Overdrive (French Edit) – 5:15 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)
  7. Apples and Oranges (Stereo Version) – 3:11
  8. Matilda Mother (Alternative Version) – 3:09
  9. Interstellar Overdrive (Take 6) – 5:03 (Syd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason)

Formazione

Gruppo

Produzione

Note

  1. ^ a b c d (EN) Steve Huey, The Piper at the Gates of Dawn, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 21 ottobre 2013.
  2. ^ (EN) Rob Young, Electric Eden: Unearthing Britain's Visionary Music, W. W. Norton & Company, 2010, p. 454.
  3. ^ The Piper at the Gates of Dawn (certificazione), su FIMI. URL consultato il 30 gennaio 2017.
  4. ^ (EN) Certified Awards, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 12 agosto 2016. Digitare "Pink Floyd" in "Keywords", dunque premere "Search".
  5. ^ a b (EN) Pink Floyd - The Piper At The Gates Of Dawn, su nme.com, New Musical Express, 4 settembre 2007. URL consultato il 1º settembre 2016.
  6. ^ (EN) Julian Palacios, Syd Barrett & Pink Floyd: Dark Globe: The Summer of 1981, W. W. Norton & Company, 2008, p. 309.
  7. ^ [1] di The Piper at the Gates of Dawn su ondarock.it
  8. ^ Seth Rogovoy, Barrett's influence, su Forward. URL consultato il 19 novembre 2014.
  9. ^ (EN) Frequently Asked Question (FAQ) List - 03 : The Piper At The Gates Of Dawn, su pink-floyd.org. URL consultato il 21 ottobre 2013.
  10. ^ (EN) Chart Stats - Pink Floyd - The Piper At The Gates Of Dawn, su chartstats.com. URL consultato il 21 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2012).
  11. ^ (EN) Dave White, Pink Floyd - The Piper at the Gates of Dawn 40th Anniversary Remastered Reissue, su About.com. URL consultato il 15 aprile 2017 (archiviato dall'originale il 12 luglio 2014).
  12. ^ Pink Floyd - The Piper At The Gates Of Dawn, su ondarock.it, OndaRock, 5 novembre 2006. URL consultato il 21 ottobre 2013.
  13. ^ (EN) Joshua Klein, Pink Floyd: The Piper at the Gates of Dawn [40th Anniversary Edition], su pitchfork.com, Pitchfork Media, 18 settembre 2007. URL consultato il 31 agosto 2016.
  14. ^ Piero Scaruffi, The History of Rock Music. Pink Floyd: biography, discography, reviews, links, su scaruffi.com. URL consultato il 15 aprile 2016.
  15. ^ (EN) Review: The Piper at the Gates of Dawn, in Q, vol. 275, gennaio 1995.
  16. ^ (EN) Pink Floyd: Album Guide, su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 21 ottobre 2013.
  17. ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time: Pink Floyd, 'The Piper at the Gates of Dawn', su rollingstone.com, Rolling Stone. URL consultato il 21 ottobre 2013.
  18. ^ (EN) Top 10 Psychedelic Albums, in New Musical Express, 3 aprile 2016. URL consultato il 31 agosto 2016.
  19. ^ pag.83 di Saucerful of Secrets - The Pink Floyd Odyssey di Nicholas Schaffner, 1991; versione italiana reintitolata Pink Floyd - Uno scrigno di segreti pubblicata da Arcana Editrice nella traduzione di Paolo Bertrando, Prima edizione Aprile 1993 ISBN 88-85859-83-6.
  20. ^ pag.60 di Crazy Diamond: Syd Barrett and the Dawn of Pink Floyd di Mike Watkinson e Pete Anderson, 1991 Omnibus Press; versione italiana reintitolata Syd Barrett -Il diamante pazzo dei Pink Floyd, pubblicata da Arcana Editrice nella traduzione di Luca Ferrari, Seconda Edizione Dicembre 2000 ISBN 88-85859-76-3.

Bibliografia

  • (EN) Julian Palacios, Syd Barrett and Pink Floyd, Plexus, 2010, ISBN 0-85965-431-1.
  • (EN) Barry Miles, Pink Floyd - The Early Years, Omnibus Press, 2006, ISBN 978-1-84609-444-6.
  • (EN) Nicholas Schaffner, Saucerful of Secrets: The Pink Floyd Odyssey, Dell Publishing, 1991, ISBN 0-517-57608-2.
  • Alessandro Bratus, Pink Floyd. 40 anni di suoni e visioni, Editori Riuniti, 2005, ISBN 88-359-5667-6.
  • (EN) Julian Palacios, Lost in the Woods: Syd Barrett and the Pink Floyd, Plexus Publishing, Limited, 2001, ISBN 0-7522-2328-3.
  • (EN) Tim Willis, Madcap. The Half-life of Syd Barrett, Pink Floyd's Lost Genius, Londra, Short Books, 2002, ISBN 1-904095-50-X.
  • The Lunatics, Il fiume infinito - Tutte le canzoni dei Pink Floyd, Giunti, 2014, ISBN 978-88-09-79667-6.

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