Boffo Da Massa (... – Carassai, 4 settembre 1387) è stato un nobile e condottiero italiano.

Biografia

Boffo era della nobile famiglia di Massa Fermana dei Tebaldeschi, capitano di ventura[1], signore dei territori a cavallo fra Aso e Tesino, vissuto nel XIV secolo, figura emergente sullo scenario fermano nel periodo successivo alla morte del cardinale Albornoz, che aveva tenuto rigidamente a bada i possedimenti pontifici. Boffo da Massa viene citato per la prima volta nel 1360, coinvolto nelle vicende che portarono Gentile da Mogliano a impadronirsi di Fermo. Personaggio importante, Boffo, compare nell'elenco di Signori del Fermano invitati a una cena tenuta in casa del tiranno nella quale convinse Gentile a impadronirsi di Fermo.

Profittando della mancanza dell’autorità centrale, nel 1369 occupò con i suoi uomini Castignano[2] instaurando una feroce tirannia ed esiliando gli avversari, divenendo un nemico della Chiesa. Nel 1376, su invito degli ascolani e per i meriti acquisiti sul campo sotto la bandiera ghibellina fu accolto nella Lega della Repubblica di Firenze che si era costituita per combattere l'esercito pontificio.

Nel 1376 in molti castelli del Piceno sventolava il vessillo ghibellino. Sotto l’egida dello Stato Pontificio erano rimaste Ascoli Piceno e Ripatransone. All’interno delle mura ascolane si era asserragliato con numerosi guerrieri il generale Pedro Gómez Alvarez de Albornoz, nipote del famoso cardinal Egidio. Ascoli fu attaccata dall’esercito ghibellino, che tra i suoi comandanti annoverava anche Boffo da Massa (con Rinaldo da Monteverde, Giovanni Conti e Filippo Bastoni).

Gomez Albornoz, nonostante l’esercito ghibellino fosse agguerrito e forte di numerosi soldati, riuscì ad aver salva la vita e a sfuggire alla cattura. In suo aiuto accorse l’esercito del papa che convinse Boffo e gli altri comandanti ghibellini a desistere dal portare a termine l’impresa.

Nel maggio 1376, agli ordini di Tommaso Giacobuzzi con Rinaldo da Monteverde, Lodovico da Mogliano e Tommaso Politi, combatte per Fermo contro Ripatransone. Il capitano generale è ucciso dai soldati di Boffo da Massa. Nel 1377 con l’aiuto di Rinaldo da Monteverde e degli ascolani si impadronisce di Cossignano e di Castignano; minaccia Carassai, castello del fermano già possesso dei suoi avi. Sempre nello stesso anno realizza una piccola signoria al confine tra gli stati di Fermo e di Ascoli Piceno costituita da Carassai, Castignano, Cossignano e Porchia. Ha pure mire su Santa Vittoria in Matenano. Nel 1380 Antonio di Acquaviva della famiglia dei duchi di Atri, fece prigioniero Guarniero, figlio di Boffo e lo rinchiuse nel carcere di Santa Vittoria. Lo tenne in ostaggio a lungo e minaccio di ucciderlo se il padre non gli avesse consegnato i castelli di Porchia e Cossignano.

Nel novembre 1381 con Lucio Lando e Giovanni Acuto forte di 6000 soldati, ambisce a prendere Rotella e Montalto delle Marche. Subisce una cocente sconfitta da parte dei comuni coalizzati contro di lui, che lo costringono a richiudersi in Castignano, che poi perderà nonostante le truppe assoldate. E' costretto a ritornare nel territorio di Montottone e da qui, a causa della mancanza di vettovaglie, riparare a Chiaravalle. Alle spese per la guerra contro il tiranno contribuirono molti castelli (Ripatransone diede trecento fiorini d'oro). Nonostante le sue capacità militari e la costante ricerca di alleanze strategiche, Boffo finì con l’essere bandito dalla Chiesa.

Il 25 novembre del 1381 il cardinale Legato della Marca, Andrea Bontempo da Perugia, dichiarava Boffo ribelle della Santa Sede e presuntuoso usurpatore delle Terre del Presidato Farfense Senza alleanze, vedendo a rischio il proprio potere, scese a patti e si sottomise all’autorità papale con la garanzia di mantenere i possessi. Boffo, nel periodo in cui fu signore di Carassai, strinse amicizia con Lionello Armelj che allora era padrone di Rocca Monte Varmine, castello a 4km dalla sua roccaforte.

Nel febbraio del 1387 corse voce che Boffo da Massa avesse stipulato un accordo con Marco Zeno, signore di Montegranaro (che, nello stesso mese, aveva conquistato Civitanova Marche), insieme a Biancuccio da Monterubbiano, Antoniuccio da Massa e Masio di Ludovico per impadronirsi di Fermo. I Priori della città di Fermo presero molto sul serio tale sospetto, si riunirono nel palazzo del Comune e vollero accertarsi che la voce fosse effettivamente destituita di ogni fondamento.

Secondo il Colucci[3], proprio su mandato di Fermo alcuni sicari uccisero a tradimento Boffo lungo le strade di Carassai, con un fendente di accetta che gli trapassò il cranio. Era il 4 settembre 1387. Ebbe così fine la violenta vicenda di Boffo, che per pochi anni riuscì a fare di Carassai una piccola signoria. Fu seppellito nella chiesa di Sant’Eusebio (demolita nel 1832).

Note

  1. ^ M. Cellini, Documenti di storia italiana, 1870
  2. ^ P.C. C. De Carolis, Memorie istoriche di Castignano, Bartolini, 1792
  3. ^ G. Colucci, Delle antichità picene dell'abate Giuseppe Colucci patrizio camerinese, dai torchi dell'autore, 1796

Bibliografia

  • C. Trevisani, Mercenario da Monteverde: storia italiana del secolo decimoquarto, Tipografia italiana, 1850
  • M. Cellini, Documenti di storia italiana, 1870
  • M. Cellini, Cronaca della città di Fermo, 1870
  • V. V. Brancadoro, Notizie storiche e statistiche di Massa nella provincia di Fermo raccolte e pubblicate dal cav. Vincenzio Vitali Brancadoro socio di varie accademie, Tipografia del Paccasassi, 1860
  • P.C. C. De Carolis, Memorie istoriche di Castignano, Bartolini, 1792
  • G. Colucci, Delle antichità picene dell'abate Giuseppe Colucci patrizio camerinese, dai torchi dell'autore, 1796
  • G. B. Ripamonti, Gentile da Mogliano storia picena del secolo 14. raccontata da G. B. Ripamonti, Tip. Natalucci, 1876
  • Effemeridi della città di Fermo e suo antico stato, tip. dei fratelli Rossi, 1846
  • Niccola Pansoni, Boffe da Masse: XXIV sonetti in dialetto cossignanese con note storiche. La presa di Cossignano A.D. 1370, Tip Barigelletti, 1925
  • S. Virgili e F. Regi, Personaggi Piceni, Studi e saggi dei quaderni dell’ASAF n. 4 - Centobuchi (AP) 2000
  • G. Moroni Romano, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi ..., Tipografia Emiliana, 1852
  • G. Petrelli, Cenni istorici per la terra di Mogliano con genealogia e vita di Gentile 2. e 3. suoi signori su documenti raccolti e cronologicamente disposti da Giulio Petrelli di detto luogo, Tipografia Badaloni, 1860
  • E. Dehò, Paesi marchigiani, Industrie grafiche, 1910