Sinfonia n. 1 (Rachmaninov)
Sinfonia n° 1 in re minore op. 13 (Rachmaninov)
La Sinfonia n° 1 (op. 13) è una composizione per orchestra composta da Sergej Rachmaninov nel 1895-1897
Sergei Rachmaninov iniziò a comporre la Prima Sinfonia nel 1895, lo stesso anno in cui iniziò la sua collaborazione artistica con la allora celebre violinista italiana Teresina Tua [1]. In precedenza, nel 1892 il giovane e promettente compositore russo aveva conseguito presso il Conservatorio di Mosca un primo premio di pianoforte ed anche un primo premio di composizione con la sua opera Aleko (da un poema di Aleksandr Pushkin), scritta in soli quindici giorni e che entusiasmò Pëtr Il'ič Čajkovskij al punto che questi considerò un onore il vedere la sua Iolantha inserita nel medesimo programma. Ma con la sua Prima Sinfonia, Rachmaninov non fu altrettanto fortunato. Egli scrisse: «Che dire della sinfonia opera 13? Composta nel 1895 ed eseguita nel 1897, fu un fiasco. Era male orchestrata e fu molto mal diretta (il direttore era Aleksandr Glazunov). Dopo la sinfonia non ho più composto per tre anni. Ero come qualcuno che fosse stato colpito da una paralisi alla testa e alle mani» [2]. Lo sconforto di Rachmaninov per questo insuccesso fu tale che per oltre quarant’anni non si sentì parlare della sinfonia, al punto da indurre a credere che il compositore ne avesse distrutto la partitura. Fortunatamente per la musica, le cose andarono diversamente. Infatti, benché l’autografo sia andato malauguratamente smarrito [3], verso la fine della seconda guerra mondiale furono ritrovate per puro caso dal musicologo Aleksandr Ossovsky presso la biblioteca del Conservatorio di San Pietroburgo (allora Leningrado) le parti orchestrali della sinfonia, dalle quali fu possibile ricostruire l’intera partitura; in tal modo a quasi cinquant’anni dalla sfortunata prima esecuzione (avvenuta il 27 marzo) e a due anni dalla morte del compositore, la Prima Sinfonia veniva nuovamente presentata al pubblico il 17 ottobre 1945 presso il Conservatorio di Mosca, questa volta con successo [2].
Struttura
Benché Rachmaninov una volta avesse confessato di non sapere se la sua vera vocazione artistica fosse quella del compositore, del pianista o del direttore d’orchestra [4] (in realtà egli seppe eccellere in tutti e tre gli àmbiti), ascoltando oggi la Prima Sinfonia ci si accorge di come non sia affatto un’opera mediocre, tutt’altro. Si può pensare che l’insuccesso della prima esecuzione sia dipeso dalla particolare struttura dell’opera, tale da renderla di difficile comprensione al primo ascolto da parte del pubblico. La predilezione di Rachmaninov per la liturgia cristiana ortodossa lo aveva indotto a inserire alcune formule melodiche (tratte da una raccolta di monodie sacre) in tutti e quattro i movimenti della sinfonia, in funzione di cellule costruttive [3]. Nel complesso, la sinfonia si caratterizza per lo spirito di ardente romanticismo che la pervade e l’avvicina al Secondo Concerto per pianoforte; opera focosa, giovanile, appassionata, essa si situa nel solco del sinfonismo di Aleksandr Borodin più che in quello di Čajkovskij in ragione dell’economia dei mezzi. In effetti, la Prima Sinfonia si basa su tre motivi annunciati nel primo movimento: l’idea intesa all’inizio, cromatica e concisa; l’ampio tema che segue (e che riapparirà nelle Danze Sinfoniche op. 45) ed il ritmo ansimante del secondo soggetto. Degna di nota è anche la scelta del compositore russo di collocare lo scherzo al secondo movimento [2].
Grave - Allegro ma non troppo - Allegro vivace
Il motto iniziale dell’opera corrisponde al motto letterario che Rachmaninov aveva premesso alla partitura, tratto dalla Sacra Bibbia: «”A me la vendetta, sono io che ricambierò” dice il Signore » (Lettera ai Romani, 12, 19). Il tema secondario del primo movimento si presenta come una melodia cromatica dal tono esotico e costituisce probabilmente il ritratto sonoro di Anna Lodyšenskaja,moglie di un amico del compositore. Lo sviluppo si apre con un fugato su un tema tratto da materiale compositivo precedente; a questo fa séguito una marcia a un tempo elastica ed energica tipica dello stile di Rachmaninov. Un poco prima della ripresa il tessuto sonoro è percorso da una scala per toni interi formata da note di più lunga durata, secondo uno schema entrato a far parte del repertorio tecnico dei compositori russi dopo l’apparizione di Ruslan e Ludmilla di Mikhail Glinka [3].
Allegro animato
Nel secondo movimento Rachmaninov ripropone nel tema principale l’idea cromatica dall’accento esotico già incontrata nel primo movimento. Echeggia con chiarezza il “motivo della vendetta” che sarà elaborato nella sezione intermedia del terzo movimento [3].
Larghetto
La sezione iniziale del Larghetto si caratterizza per l’agile cantilena del clarinetto, dal colore anche qui tipicamente orientale. Dopo la riproposizione del “motivo della vendetta”, il clarinetto ritorna protagonista nella sezione conclusiva che suggella il terzo movimento [3].
Allegro con fuoco
Il finale presenta un’introduzione dal carattere festoso, con il “motivo della vendetta” che ricompare a opera delle trombe a mo’ di fanfare a tre voci. Successivamente il paesaggio sonoro muta alquanto assumendo un tono piuttosto offuscato. La musica sale di intensità e verso la fine del movimento si ode il ritorno del motivo costituente il motto dell’intera sinfonia [3]. Per la sua lunghezza nell’elaborazione degli elementi e per la mancanza di unità formale, la Prima Sinfonia non può dirsi l’opera di un novizio quanto piuttosto un’opera di transizione e di cui si deve riconoscere la riuscita della strumentazione [4].
Note
[1] Grande Enciclopedia della musica classica, vol. 3, pagg. 1108-1110, ed. Curcio
[2] Marc Vignal: note tratte dall’album CBS M3P 39643
[3] Christoph Rueger: note tratte dall’album Deutsche Grammophon 445 590-2
[4] Uwe Kraemer: note tratte dall’album CBS M2YK 45678