Chekhov Publishing House

casa editrice statunitense in lingua russa
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La Chekhov Publishing House (Izdatelśtvo imeni Chekhova, in russo Изда́тельство и́мени Че́хова) fu una casa editrice intitolata al scrittore Anton Čechov fondata nel 1952. Avente sede a New York, pubblicò testi in lingua russa ed ebbe un ruolo significativo per la Diaspora russa della seconda emigrazione sovietica e per i molti autori che in patria furono messi all'indice.

Chekhov Publishing House of the East European Fund
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StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Fondazione
Fondata daGeorge Frost Kennan, Nicholas Wreden
Chiusura1956
Sede principaleNew York

Fondazione

La casa editrice viene fondata con finanziamenti della Ford Foundation e la collaborazione della Columbia University dal diplomatico e sovietologo George Frost Kennan che riunisce nel comitato redazionale un gruppo di collaboratori russi di grande spessore culturale. Come direttore coinvolge il traduttore e pubblicista Nicholas Wreden. Il capo redattore fu Vera Schwarz Mordvinova, critico letterario, pubblicista e sociologo, collaboratrice di Maksim Gor'kij. A capo del comitato di redazione viene chiamata Aleksandra L'vovna Tolstaja, la figlia minore del famoso scrittore Lev Tolstoj. Il programma dell'attività editoriale viene affidato allo scrittore Mark Aldanov.

Repertorio

Sono 178 pubblicazioni di ben 129 autori. La casa editrice rende famosa la pubblicazione di autori prestigiosi come il premio Nobel Ivan Bunin. Tra i autori dei libri risultano i grandi classici:

La chiusura e una nuova avventura

Nel 1957 vengono interrotti i finanziamenti. I libri della casa editrice Čechov sono da allora conservati in varie fondi librari del mondo. In Italia la collezione completa si trova nella biblioteca Betty Ambiveri in Russia cristiana di Seriate.

Nel 1968 gli statunitense Edward Klein e l'inglese Max Hayward ottengono l'autorizzazione per l'utilizzo della denominazione e diritti della Čechov. La nuova casa editrice dal 1970 pubblicò e diffuse in Occidente delle opere di autori del dissenso vietati in URSS, tra cui:

Bibliografia

  • Vladimir Kolupaev, La “Čechov”, Russia made in USA in Il Domenicale. 20.6.2009. P. 9
  • Vladimir Kolupaev, Conoscenza e liberta. L'editrice Čechov in La Nuova Europa, 3/2009, p. 39 – 43.

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