FINAC
La FINAC (acronimo di Ferranti-INAC) è stato il primo calcolatore elettronico assemblato nella città di Roma nel 1955, il secondo in Italia dopo il "CRC 102A" del Politecnico di Milano.
Storia
Il calcolatore fu acquistato presso la ditta inglese Ferranti Ldt, al prezzo di circa 250 000 sterline, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a favore dell'Istituto (Nazionale) per le Applicazioni del Calcolo (IAC, INAC a Roma) diretto da Mauro Picone, pioniere dell'informatica in Italia, il quale non era però riuscito a coronare il suo sogno di dare alla luce una macchina programmabile italiana o, almeno, costruita in Italia.
Il progetto originale (quarta macchina del modello "Mark I", il primo calcolatore totalmente elettronico in commercio) era stato sviluppato all'Università di Manchester. A Roma, il montaggio dei pezzi del "Mark I" (sotto la guida di Giorgio Sacerdoti) richiese quasi sei mesi di lavoro (da gennaio a giugno 1955).
Il 13 dicembre, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, il calcolatore, battezzato "FINAC", venne ufficialmente inaugurato.
Qualche mese prima dell'arrivo a Roma della FINAC, nell'ottobre del 1954, il Politecnico di Milano aveva portato a termine un'operazione commerciale simile e si era dotato del mainframe "CRC 102A" della ditta californiana "Computer Research Corporation", acquistato al prezzo di 120.000 dollari.
Sulla FINAC si formano due gruppi di interlavoro: uno per la manutenzione e lo sviluppo dell'hardware (Giorgio Sacerdoti, Paolo Ercoli e Roberto Vacca) e l'altro sul software (Dino Dainelli, Enzo Aparo e Corrado Böhm). Sul questo fronte, in particolare, l'impegno maggiore fu quello di mettere a punto soluzioni atte a risolvere le classi di problemi più ricorrenti nella pratica. Esempi tipici erano la risoluzione approssimata di equazioni algebriche oppure di sistemi di equazioni lineari e il calcolo matriciale in genere.
Utilizzo
La FINAC venne messa a disposizione per le applicazioni dei Ministeri del Bilancio e dell'Aeronautica, degli Istituti di Fisica Nucleare di Roma, Milano e Torino e dell'Istituto di Psicologia del CNR. Il calcolo più complesso della FINAC fu verifica della stabilità della diga del Vajont, che comportò la risoluzione di un sistema di 208 equazioni lineari algebriche.
Dopo la FINAC
La FINAC divenne ben presto obsoleta già agli inizi degli anni sessanta con la diffusione di calcolatori più potenti basati sulla tecnologia a transistor (già nel 1958, ad esempio, esce l'ELEA 9003 del gruppo Olivetti). Fu comunque utilizzata attivamente per almeno otto anni e smantellata ufficialmente a giugno del 1967. Nel febbraio 1963 venne collaudato un nuovo Calcolatore per l'IAC (CINAC o ELEA 9004) frutto di una collaborazione tra IAC ed Olivetti. A questo nuovo progetto, guidato da Giorgio Sacerdoti (passato nel frattempo da INAC ad Olivetti), lavorarono altri due "ex" FINAC: Paolo Ercoli per la parte tecnica e Dino Dainelli per la parte matematica.
Curiosità
- La FINAC, pesante oltre due tonnellate, inizialmente doveva essere installata al piano terra della sede del CNR. All'ultimo momento si decise di collocarla al IV piano, vicino agli altri locali occupati dall'INAC. Ci vollero mesi di lavoro per rinforzare i pavimenti.
- A dispetto dei lunghi sforzi di Picone, la FINAC fu solo il secondo calcolatore installato in Italia, come gli fa gentilmente notare Luigi Amerio (suo discepolo e professore al Politecnico di Milano) nella lettera di congratulazioni inviatagli per l'occasione: «Come Le avrà detto Ghizzetti, che l'ha vista, Cassinis ha procurato per il Politecnico di Milano una calcolatrice elettronica C.R.C. (inferiore alla vostra Ferranti, ma sempre notevolissima)».
- A partire dalla fine degli anni cinquanta alcuni studiosi che avevano partecipato al progetto FINAC iniziarono l'insegnamento degli elaboratori elettronici e della loro programmazione presso le Facoltà di Matematica e Fisica e di Ingegneria dell'Università di Roma e all'Istituto Superiore di Poste e Telecomunicazioni
Caratteristiche tecniche della FINAC
- Dimensione della word: 20 bit
- Memoria primaria a tubi Williams, capacità: 832 words
- Memoria secondaria a tamburo magnetico, capacità: 32K words
- Operazioni/s: circa 1041
- Componenti: Tubi a vuoto e a catodo
- Set di istruzioni: 30
- Dispositivi I/O: lettore e perforatore di schede, telescrivente e stampante
- Alimentazione: 35 kW
Riferimenti
- C. Bonfanti, Mezzo secolo di futuro. L'informatica italiana compie 50 anni, Mondo Digitale, dicembre 2004, n. 3, pp 50-68
- G. De Marco, G. Mainetto, S. Pisani, P. Savino, First Computers in Italy, CNUCE-CNR Pisa, 1998
- A. Celli, M. Mattaliano, Mauro Picone e i primi progetti per un calcolatore italiano, IAC "M. Picone" CNR, 2011
- A. Guerraggio, M. Mattaliano, P. Nastasi, Alla fine fu FINAC, Sapere, aprile 2005, pp. 31-55
- P. Nastasi, La nascita dell'informatica in Italia: l'esperienza romana, 2005