Utente:Dans/Rom
Questo è il mio progetto attuale (di stasera) sulla voce Rom (popolo), mescolata alle altre voci simili e con dati presi da qui.
Suddivisioni
In Italia i Rom sono quantificati in circa 160.000, tra rom, sinti, camminanti e rom romeni. Si suddividono in:
- Rom italiani (con cittadinanza): circa 90.000, di cui:
- 30.000 residenti nel Sud Italia, distinguibili in:
- Rom abruzzesi e molisani: giunti in Italia al seguito dei profughi arbares'h dall’Albania dopo la battaglia di Kosovo Polje nel 1392, parlano romanì e praticano l’allevamento e il commercio di cavalli, oltre che, nel caso delle donne, la chiromanzia (romnìa)
- Rom napoletani (napulengre): ben integrati, fino agli anni ’70 si occupavano principalmente della fabbricazione di attrezzi da pesca e di spettacoli ambulanti
- Rom cilentani: comunità di 800 persone residente ad Eboli, con punte di elevata alfabetizzazione
- Rom lucani: uno dei gruppi più integrati
- Rom pugliesi
- Rom calabresi: uno dei gruppi più poveri, con 1550 ancora residenti in abitazioni di fortuna
- Camminanti siciliani:
- Sinti giostrai: circa 30.000, residenti principalmente in Nord e Centro Italia e occupati principalmente come giostrai, mestiere che sta scomparendo e che li costringe ultimamente a reinventarsi in nuovi mestieri, da rottamatori a venditori di bonsai. In migliaia hanno abbracciato la Chiesa evangelica.
- Rom harvati: 7.000 persone giunte dalla Jugoslavia settentrionale dopo la seconda guerra mondiale. I khalderasha ne costituiscono un sottogruppo.
- Rom lovara: circa 1.000 persone
- 30.000 residenti nel Sud Italia, distinguibili in:
- Rom balcanici: circa 70.000
- Rom jugoslavi: presenti principalmente in campi del Nord Italia. Meno del 10% dei minori frequenta le scuole pubbliche e bassissimo è il tasso d’impiego degli adulti.
- Khorakhané (“lettori di Corano”): caratterizzati dalla religione musulmana e provenienti da Kosovo e Bosnia-Erzegovina, sono il gruppo più numeroso di Rom stranieri presente nel Bresciano. La migrazione è avvenuta dalla seconda metà del 1991 fino all’estate del 1993, in concomitanza con l’aggravarsi della situazione bellica nella ex Jugoslavia
- Dasikhané: caratterizzati dalla religione ortodossa
- Rom romeni: sono il gruppo in maggior crescita; hanno comunità a Milano, Roma, Napoli, Bologna, Bari, Genova, ma si stanno espandendo anche nel resto d’Italia. A seguito dell’ingresso della Romania nell’Unione Europea dal 2007, in qualità di cittadini europei, ci si aspetta l'afflusso di un consistente numero di rom romeni in Italia e negli altri paesi dell'Europa Occidentale. Solo il 10% dei rom romeni vive in strutture pubbliche. Tra i minori rom romeni attualmente in Italia, solo il 3% frequenta regolarmente le scuole.
- Rom jugoslavi: presenti principalmente in campi del Nord Italia. Meno del 10% dei minori frequenta le scuole pubbliche e bassissimo è il tasso d’impiego degli adulti.
A questi si aggiungono i rom clandestini, il cui numero non è stabilito ufficialmente. A Roma la Prefettura riporta la presenza di 12-13.000 rom clandestini a fronte dei 7.000 regolari, residenti in una ventina di campi non autorizzati. La Fondazione per le iniziative e gli studi della multietnicità in Lombardia riporta la presenza di circa 7.000 irregolari a Milano.
Situazione demografica
I 160.000 rom presenti in Italia costituiscono oggi lo 0,3% della popolazione italiana. L'età media è tra 40 e 50 anni.
Per quanto riguarda la distribuzione per fascie d'età:
- il 40% è maggiore di 18 anni
- il 60% è minore di 18 anni, di cui:
- il 23% ha tra i 15 e i 18 anni
- il 47% ha tra i 6 e i 15 anni
- il 30% ha tra 0 e 5 anni
Condizioni abitative
Nel decidere la propria collocazione abitative, i rom tendono a preservare l'unità della famiglia estesa (comprendente fino a 60 persone), cercando allo stesso tempo di non mescolarsi con altri gruppi.
La maggior parte dei rom in Italia è sedentaria e vive in case popolari e alloggi costruiti in zone autorizzate dai comuni.
Esistono un centinaio di campi nomadi autorizzati dai comuni, dove le abitazioni sono costituite da container, roulotte, tende e baracche. Le condizioni igieniche e di sicurezza abitativa sono spesso precarie, e non sono rari gli incendi e gli incidenti mortali dovuti all'utilizzo di bombole a gas. Oltre ai campi autorizzati, esistono almeno 500 campi abusivi, abitati principalmente da rom romeni e jugoslavi.
Sono stati compiuti alcuni tentativi di creare dei micro-villaggi che permettessero ai rom di preservare la propria struttura familiare e al tempo stesso innalzare i propri standard abitativi e sociali, purtroppo con risultati scoraggianti:
- un villaggio rom è stato costruiti a Cosenza nel 2001, ma l'evasione scolastica resta al 7% e la microcriminalità è dilagante
- un altro villaggio è stato costruito ad Arghillà, nei pressi di Reggio Calabria
- nuovi villaggi sono in costruzione a Firenze e Modena. A Padova, nel "Villaggio della Speranza", verranno costruite 54 casette con garage e giardino.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Un inchiesta di Claudia Fusani su La Repubblica del 18 maggio 2007, che riporta dati dell'Opera Nomadi
- Opera Nomadi, ente morale fondato nel 1965, con trenta sezioni provinciali