Curinga
Curinga ([Ku'riŋga], Cùrënga in calabrese[3]) è un comune italiano di 6 779 abitanti[1] della provincia di Catanzaro in Calabria. Fa parte del distretto rurale "Valle dell'Amato", del GAC "Costa degli Dei" e dell'Unione dei Comuni "Monte Contessa". È inserito tra i Borghi di Eccellenza della Regione Calabria.
Curinga comune | |
---|---|
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Domenico Maria Pallaria (Curinga Adesso) dal 31-5-2013 |
Territorio | |
Coordinate | 38°49′36″N 16°18′50″E |
Altitudine | 380 m s.l.m. |
Superficie | 52,53 km² |
Abitanti | 6 779[1] (31-12-2015) |
Densità | 129,05 ab./km² |
Frazioni | Acconia, Agrosini, Bellifico, Calavrici, Callipo, Centone, Cerzeto, Ergadi, Ferriolo, Iencarella, Prato S.Irene, Romatisi, San Salvatore, Sirene, Trunchi, Trungari, Torrevecchia, Zecca, Zecca Molini |
Comuni confinanti | Filadelfia (VV), Francavilla Angitola (VV), Jacurso, Lamezia Terme, Pizzo (VV), San Pietro a Maida |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 88022 |
Prefisso | 0968 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 079039 |
Cod. catastale | D218 |
Targa | CZ |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | curinghesi |
Patrono | Sant'Andrea Apostolo |
Giorno festivo | 30 novembre |
Cartografia | |
![]() | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
Il paese, che sorge su di una collina a circa 380 metri s.l.m., si affaccia sulla piana di Lamezia e sul Mar Tirreno, al centro del golfo di Sant'Eufemia, sulla Costa dei Feaci. Il territorio comunale si estende per 52,53 kmq e degrada dolcemente da est verso ovest, dalle falde delle Serre Vibonesi (Monte Contessa, metri 881 s.l.m.) al litorale pianeggiante.
Offre paesaggi e caratteristiche ambientali variegate: boschi di faggi, lecci, querce e abeti sono presenti in alta collina. In località Vrisi si può ammirare il Gigante Buono, un platano orientale millenario monumentale (Platano orientale di Vrisi), tra i piu grandi d'Europa, mentre il pioppo nero più grande d'Italia si trova poco più a valle, proprio all'ingresso del borgo. Per questo motivo Curinga è conosciuta anche come "il paese dei due giganti" . Il litorale è caratterizzato da cinque km di spiaggia libera con un ampio arenile in sabbia silicea e dune marine che ospitano colonie di piante psammofile e una folta macchia mediterranea con mirti e ginepri. L'intera area è stata riconosciuta come Sito di Interesse Comunitario (S.I.C. "Dune dell'Angitola"). Seguendo la linea costiera, una folta pineta ricopre tutto il litorale comunale fino a Torre MezzaPraja (Ruaddu) dove lascia spazio a eucalipti ed a una zona umida anch'essa riconosciuta Sito di Interesse Comunitario (S.I.C. "Palude di Imbutillo"). Alle spalle della pineta costiera si estende una fertile pianura ricca di agrumeti e uliveti che interessa metà della superficie comunale. Ai piedi delle colline si trova un'antica ed enorme duna fossile importante testimonianza del neolitico. Il panorama collinare è caratterizzato quasi interamente da ulivi secolari e vigneti. L'intero territorio è percorso da est a ovest dal torrente Turrina (Mucato / Nocato) che sfocia nel golfo di Sant'Eufemia dopo aver attraversato la valle sottostante il borgo e la piana. Altri corsi d'acqua presenti sono il torrente Le Grazie, il Randace, Samboni, Tre Carlini. Curinga è ricchissima di acqua, numerose sono le falde acquifere sotterranee e le sorgenti. Il clima è quello tipico delle regioni mediterranee con temperature miti anche in inverno.
Geografia antropica
L'insediamento principale è il borgo di Curinga che sorge in posizione collinare ed è capoluogo dell'omonimo comune. Ospita la metà dei residenti. Il pittoresco centro storico del paese è un intreccio di stradine, scalini, vicoli caratteristici (carrìari) che attraversano un tessuto urbano estremamente irregolare fatto di piccole case costruite in pietra e attacate tra loro che portano a piazzette dominate quasi sempre da palazzotti gentilizi: Largo e palazzo Bevilacqua, Piano di Pruscino e palazzo Perugini, Piano di Menzalora e palazzo Serrao. Altri ancora sono Palazzo Senese, Palazzo Panzarella, Palazzo Cuda. E' diviso in rioni (rughi) tra i quali, i principali sono Ospizio (Spìzzu), Calvario (Carvàru), San Giuseppe, Pietrapiana (Petraxhiana), Serra di Ciancio, Notar Cola (Notraccola). Il corso pricipale del centro storico (Corso Garibaldi) attraversa le tre piazze di Curinga: Piazza Diaz, Piazza San Francesco, Piazza Immacolata. Tre sono anche le chiese principali: Il Duomo o Chiesa di Sant'Andrea Apostolo, il Santuario Maria S.S. del Carmelo, la Chiesa Maria S.S. dell'immacolata. Le ultime due vedono una intensa partecipazione da parte delle relative confraternite. Nel centro storico sono presenti inoltre la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa dell'Addolorata, la Chiesa di Maria S.S. del Soccorso, mentre fuori dall'abitato la Chiesa della Madonna delle Grazie. Il centro storico nel corso degli anni ha subito un graduale spopolamento dovuto a fenomeni di migrazione verso paesi quali Stati Uniti, Canada, Argentina, Venezuela, Australia, Francia, Svizzera, Germania. A London (Canada) è presente una forte e orgogliosa comunità di curinghesi che mantengono viva la tradizione e il legame con il paese di origine attraverso le attività del Curinga Club. Gli ultimi fenomeni di spopolamento del centro sono da individuare invece in una gestione urbanistica che ha favorito la nascita di nuovi quartieri mal integrati nel tessuto urbano storico del paese. Gli antichi rioni un tempo pieni di vita appaiono oggi decadenti.
Al centro della piana si trova Acconia, frazione di Curinga che detiene quasi lo stesso numero di abitanti del paese capoluogo. Importante e rinomato centro agricolo sviluppatosi sui resti dell'antica Laconia, risorge proprio come villaggio agricolo in seguito alla bonifica della piana, conoscendo un forte incremento urbano a partire dagli anni 80. Ha una piazza intitolata a San Giovanni Battista sulla quale si affaccia l'omonima Chiesa. Costruita di recente, non distante dalla piazza è la Chiesa di Santa Maria della Speranza che ospita la vita parrochiale della comunità. Ospita una stazione ferroviaria (Stazione di Curinga). Poco distanti da Acconia si trovano le contrade di Ferriolo, Cerzeto, Torrevecchia, Prato S.Irene.
Le contrade di Trunchi, Ergadi, Calavrici si trovano sul confine sud del comune di Curinga.
Le contrade di Agrosini, San Salvatore (Cacci), Zecca, Centone, Jencarella, Bellifico si trovano in posizione collinare a monte di Curinga. Sono caratterizzati da piccoli e suggestivi nuclei abitativi che si affacciano sulla valle sottostante. Vantano una pregevole tradizione agricola ed eccellenti tipicità culinarie.
Origini del nome
La dizione esatta e più diffusa di questo toponimo calabro è in realtà una questione controversa: questo termine è altresì utilizzato come cognome per nomi di persona, e nella versione cognomistica il termine è molto diffuso nonché altamente tipico della sola provincia di Reggio di Calabria, (comuni di Cittanova e Galatro), non tanto della provincia di Catanzaro o di Vibo Valentia, nel cosentino ad esempio è pressoché assente. Il cognome dunque dà il nome al toponimo, ma la sua corretta dizione da cognome è Cùringa, quella cioè utilizzata dalla stragrande maggioranza della popolazione, in quanto il cognome al di fuori della provincia di Reggio e quindi della stessa regione Calabria non è affatto diffusissimo, quindi è conosciuto ben poco, con delle esigue presenze solamente in qualche regione dell'Italia centrale. Di conseguenza costituisce una tipicità locale, ma tuttavia nell'utilizzo della dizione fluente e musicale dell'italiano cosiddetto "standard" dove prevalgono sempre più le accentazioni in sillaba piana, una ristretta cerchia di parlanti lo accenta sempre secondo questa dizione, comportando inoltre l'approvazione, talmente discutibile, da parte del dizionario sulla pronuncia e ortografia "DOP", edito dalla "RAI-ERI", che lo registra come Curìnga, come peraltro il Nuovissimo Melzi - parte scientifica. La pronuncia nel dialetto locale è Cúrnga, richiamando quindi la dizione da cognome.
Le origini e il significato sono tuttora fonte di discussione tra quanti hanno intrapreso una ricerca sull'etimologia del nome Curinga.
Se si considera il verbo greco << ghorizo >> (χωριξω) = essere lontano, e il suffisso dorico << ga >> (γα), contratto del nome femminile << ghe >> (γη) che significa terra, regione, città, Curinga sarebbe "la terra lontana" in relazione a Laconia, Grecia o Bisanzio, terre madri.[4]
Suggestiva è la somiglianza con il termine Kurgan (Cultura kurgan), anche se tale ipotesi appare priva di riferimenti storici e scientifici nonostante Giuseppe Maria Alfano faccia menzione di "antichi sepolcri che di tratto in tratto si trovano con dentro scheletri di alta statura, seppelliti all'uso generico con vasi di creta e monete".[5]
Storia
Curinga ha una storia plurimillenaria. L'intero territorio comunale è infatti ricchissimo di testimonianze storico-archeologiche.
Età Neolitica
Grazie alle ricognizioni condotte tra il 1974 ed il 1977 da Albert J. Ammerman vengono individuati sulla grande duna fossile (Riina) in localita Prato S. Irene, i resti di alcuni abitati del periodo neolitico (databile tra la fine del settimo e gli inizi del terzo millennio a. C.). Si tratta di circa 40 capanne a pianta rettangolare, dotate di focolari. Le abitazioni hanno pareti in incannucciata ricoperta d'argilla, con struttura lignea formata da paletti. Basamento di pietra, struttura portante in legno, pareti in graticcio intonacato. Il tetto, sorretto da un palo centrale o da pali perimetrali, era di paglia o di canne, rivestito di argilla. Nei pressi sono stati trovati materiali in ossidiana e ceramica. Nel 1992, l’area è stata oggetto di scavo da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e sulla duna, venivano individuati i buchi dei pali di un insediamento di capanne preistoriche oltre che un focolare circolare, resti di intonaco di strutture abitative, di strumenti litici, per la quasi totalità in ossidiana proveniente da Lipari, ceramiche con decorazioni impresse, accette levigate e fusaiole. Riconducibile alla cultura di stentinello, individuata da Paolo Orsi nel 1890 e cronologicamente riferibile ad una fase evoluta del Neolitico antico, questa comunità era dedita allo sfruttamento delle risorse agricole e allo smistamento dell’ossidiana delle Isole Eolie verso le regioni adriatiche. Piu di recente, un laboratorio di archeologia sperimetale, supportata da analisi archeometriche eseguite presso i laboratori dell’Università della Calabria, è stato sviluppato da Rocco Purri. Attraverso un approfondito studio dei materiali originali che caratterizzano la ceramica stentinelliana di Curinga sono state ripercorse tutte le fasi del processo di produzione: dall’approvvigionamento della materia prima, alla realizzazione delle forme, alla loro decorazione fino alla loro cottura. I reperti originali recuperati nella zona sono conservati presso il Museo Archeologico Lametino e il Museo Pigorini di Roma.
Età Classica
L'intero territorio curinghese fa parte del regno mitologico che Omero nell'Odissea descrisse come "Terra dei Feaci". Armin Wolf, docente di Storia medievale presso l'università di Heidelberg e ricercatore presso il Max Planck Institute di Francoforte, sostiene che Ulisse, prima del suo imbarco per ritornare a Itaca, abbia attraversato via terra l'Istmo calabrese di Sant'Eufemia (Cz) e ritiene che la terra dei Feaci sia da identificare con l'attuale territorio ricompreso tra il Golfo di Sant'Eufemia e quello di Squillace.
“[…] Alti alberi là dentro, in pieno rigoglio, peri e granati e meli dai frutti lucenti, e fichi dolci e floridi ulivi; mai il loro frutto vien meno o finisce, inverno o estate per tutto l'anno: ma sempre il soffio di Zeffiro altri fa nascere e altri matura. Pera su pera appassisce, mela su mela, e presso il grappolo il grappolo, e il fico sul fico. Là anche una vigna feconda era piantata, ed una parte di questa in aprico terreno matura al sole; d'un altra vendemmiano i grappoli e altri ne pigiano; ma accanto ecco grappoli verdi, che gettano il fiore, altri appena maturano. Più in là lungo l'estremo filare, aiuole ordinate d'ogni ortaggio verdeggiano, tutto l'anno ridenti. E due fonti vi sono: una per tutto il giardino si spande; l'altra all'opposto corre fin sotto il cortile, fino all'alto palazzo: qui viene per acqua la gente. Questi mirabili doni dei numi erano in casa d'Alcinoo[…]"(Odissea, VII, 81-132).
Proprio sull'estesa e sabbiosa spiaggia curinghese Ulisse approda e incontra Nausicaa. Questa lo condurrà a Scheria, da suo padre, il re Alcinoo che lo aiuterà in seguito a ritornare a Itaca.
Furono probabilmente questi racconti a spingere i primi coloni greci a stabilirsi nell'area. E' ragionevole ritenere che nel periodo magno greco il litorale curinghese fornì un comodo e utile approdo marittimo tra gli imbocchi e quindi le vie di comunicazione verso l'interno, dell' Amato e dell' Angitola a metà strada tra le città greche di Hipponion (Vibo Valentia) e Temesa (Nocera T.). ll tempio di Castore e Polluce (di cui si conservano, all'interno del giardino di villa Cefaly, due delle quattro colonne rinvenute), eretto dai navigatori achei che occuparono quest'area, e successivamente inglobato dai Romani nella costruzione delle Terme, fornisce un indizio sull'ubicazione della citta greca perduta di Terina. Questa tesi tuttavia necessiterebbe di studi e campagne di scavo approfondite e al momento non ci sono certezze sull'entità dell'insediamento ellenico in zona nonostante la chiara nomenclatura che individua nell'area luoghi come Lacconia (Laconia), Calavrici (Kalavryta), Malia (Amalias), ed ancora Argò, Argadi, Aglioca, Chinea, Moddoni, Palandara ecc.. Proprio Lacconia viene decantata dai versi del poeta Bartolomeo Romeo che la descrive come: città opulenta, pullulante di templi ricchi di marmi e di divinità, palazzi aristocratici, officine che da mane a sera ritmano la canzone del lavoro, studi profondi alternati a svaghi raffinati"[6]. Girolamo Marafioti nel 1601 scrive: "si ritrovano ancora in questo territorio le rocche del marmo"[7]. In contrada Prato S. Irene e nelle adiacenze del torrente Tre Calrini è stata scoperta una necropoli e un sepolcreto antico con suppellettili tardo ellenici, vestigia di età classica si riscontrano anche nell'alveo del torrente Turrino. Nel 1916, durante operazioni di bonifica del torrente, venne ritrovato accidentalmente un tesoretto di circa 300 stateri greci arcaici (VI sec a.C) in argento e in buono stato di conservazione subito diviso tra gli operai e la gente del luogo. L'intervento di Paolo Orsi e della Prefettura ne scongiurò la totale dispersione: 164 monete furono recuperate a Ravenna, 14 a Catanzaro, 11 a Pizzo, 4 a Curinga, il contenitore ceramico e il resto del tesoretto non furono più ritrovati. Provenienti dalle zecche delle città di Taranto, Crotone, Metaponto, Sibari, Caulonia sono attualmente conservate nel Museo Nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria[8].
Periodo Romano
I romani, conquistata la Calabria, si insediarono a Curinga, nella zona di Lacconia sulle quelle antiche terre che erano state dei coloni greci. Lungo la via Popilia, che attraversa per intero il territorio comunale da nord a sud, vi fondarono la Statio di Acqua Angiae (Anniae) descritta nella Tavola Peutingeriana. In località Trivio (proprietà Greco) sono leggibili avanzi attribuibili alla Statio Ad Turres menzionata anch'essa negli itinerari romani. La stazione di posta romana si trovava probabilmente presso il Fondaco del Fico (attualme in stato di rudere), e sopravvisse nelle sue funzioni fino alla meta dell'800. Di notevole importanza doveva essere l'area, dato che vi sorse una grande villa rustica con annesso un cospicuo complesso termale, unico in tutto il Sud Italia a poter essere osservato ancora oggi fin quasi all'altezza della copertura. La costruzione del complesso termale avviene tra il I-II secolo d.C. ed è composto da un atrio-ginnasio, dal frigidarium, da un piccolo tepidarium-spogliatoio, da due grandi calidaria, da un laconicum e da alcuni ambienti di servizio con un sistema di copertura a volta a crociera centrale collegata a due brevi volte a botte impostate su pilastri quadrangolari mentre un complesso sistema di canali ne permetteva la circolazione dell’acqua. Il rinvenimento di una moneta bronzea diocleziana ne colloca il pieno funzionamento intorno III - IV secolo d.C. in età imperiale. ll momento della disattivazione del complesso termale avviene tra la metà del IV e gli inizi del V secolo, quando vennero trasformate in chiesa gotica. Le Terme Romane sono presenti nell'elenco dei monumenti nazionali italiani e attualmente sono interessate da una nuova campagna di scavi archeologici.
Periodo Bizantino
Con la caduta dell'Impero Romano, occupata dai Longobardi, distrutta dalle guerre gotiche e devastata da eventi naturali, Lacconia conobbe un forte declino, rimanendo spopolata. La migrazione interna verso aree più salubri e sicure determinava sulle colline la nascita di Curinga. La piana iniziò a riattivarsi tra la fine del IX e il X secolo, con l'insediamento di coloni greci, veterani armeni e traci ai quali si aggiungevano fuggiaschi dalla Sicilia e da Reggio flaggelata dalle incursioni saracene[9]. In questo periodo sono ambientata le vicende di Bernardino de Rubeis, il quale, secondo quanto scrive Bartolomeo Romeo, riusci a mettere insieme un buon gruppo di uomini armati e a respingere da Lacconia una scorreria saracena.[10] Nell’area di Lacconia dell’ultimo periodo bizantino sono il monastero di S. Nicola di Calabrice e S. Maria di Canna, mentre a monte di Curinga veniva edificato da monaci basiliani il cenobio di Sant'Elia beneficato e protetto dal basileus di Costantinopoli.
Periodo Normanno
Nel 1057 Roberto il Guiscardo e i suoi uomini marciano da nord verso Reggio. Raggiunge Lacconia nei pressi del quale si ferma due giorni per dar respiro ai soldati, per esplorare i dintorni, contattare le popolazioni e tentare accordi con i notabili di Nicastro e Maida. Nel 1060, il fratello Ruggero conquistata Reggio e Riccardo è costretto a riconoscerne i meriti assegnado al fratello metà della Calabria. La linea di confine dei due regni nella parte tirrenica viene tracciata seguendo il corso del fiume Mucato (Turrina). La parte nord spetta a Roberto, quella sud a Ruggero.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Curinga centro
- Chiesa di S.Andrea Apostolo (Duomo)
- Santuario Maria S.S. del Carmelo
- Chiesa di Maria S.S. dell'Immacolata
- Chiesa di San Giuseppe
- Chiesa di Maria S.S. del Soccorso
- Chiesa dell'Addolorata
- Chiesa della Madonna delle Grazie
Acconia di Curinga
- Chiesa di San Giovanni Battista
- Chiesa dell'Annunciazione
- Chiesa di Santa Maria della Speranza
Altri nuclei abitati
- Chiesa di S.Salvatore
Siti archeologici
- Monastero di Sant'Elia, chiamato comunemente S.Elia Vecchio. Nelle vicinanze esiste un platano orientale che, secondo gli esperti che lo hanno studiato avrebbe più di mille anni;
- Le Terme Romane di Curinga, che si trovano in C.da Cerzeto, nei pressi di Acconia di Curinga.
- Palazzo Bevilacqua
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[11]

Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 256 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
- Bulgaria 102 1,50%
Tradizioni e folclore
Feste in onore dei Santi
- 1-2 luglio: festa in onore della Madonna della Grazia, nell'omonimo Santuario;
- 16 luglio: festa e processione in onore della Madonna del Carmine e di Sant'Elia;
- 8 settembre: festa e processione in onore della Madonna del Soccorso
- 30 novembre: processione in onore di Sant'Andrea Apostolo, patrono del paese;
- 8 dicembre: festa e processione in onore della Madonna dell'Immacolata.
- 7 mercoledì in onore della Madonna del Carmine (a partire dal mercoledì dopo Pasqua)
- 15 giovedì in onore di Santa Rita (che precedono la festa della Santa)
- 4 ottobre: festa e processione in onore di San Francesco d'Assisi
Fiere
- Fiera della Madonna dell'Immacolata, terza domenica di ottobre e lunedì seguente;
- Fiera in onore della Madonna delle Grazie, 1º luglio.
- Fiera di San Giovanni Battista, il 24 giugno, nella frazione Acconia.
Altre tradizioni
- Le bettole: accoglienti osterie per ritrovare i sapori di un tempo e momenti di sincera convivialità: terza fine settimana di ottobre, in occasione della fiera dell'Immacolata.
Amministrazione
Il comune è amministrato da Domenico Maria Pallaria (lista civica Curinga Adesso), vincitore delle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio 2013. Il sindaco si trova al secondo mandato consecutivo, reduce dalla caduta della precedente giunta comunale.
Gemellaggi
Curinga, insieme ai comuni dell'Unione Monte Contessa Maida, San Pietro a Maida, Cortale e Jacurso, è gemellata dal 25 gennaio 2014 con la città di Betlemme.
Persone legate a Curinga
- Alfredo Esposito, maestro di musica
- Antonino Maiello, poeta
- Don Antonio Bonello, parroco di Curinga
- Bruno Sgromo, poeta
- Cesare Cesareo, ispettore Antichità e Belle arti
- Don Elia Pallaria, sacerdote
- Fortunato Perugini, medico chirurgo
- Giovanbattista Vono, poeta
- Giuseppe Vono, poeta
- Giovanni Battista da Curinga, carmelitano
- Giovanni Giacomo Tagliaferro, carmelitano
- Pasquale Ferraro, docente di Anatomia patologica presso l'Università degli Studi di Messina
- Pietro Sonnino, vescovo di Nicastro
- Sebastiano Perugino, maggiore dei Carabinieri
- Sebastiano Augruso, storico
- Teresa Augruso, poetessa
- Madre Vincenzina Frijia, madre generale dell'ordine Francescane del Signore
Sport
Calcio
Le formazioni calcistiche di Curinga (U.S. Curinga, A.S.D. Nuova Curinga e A.S. Libertas Curinga) hanno sempre militato in tornei di livello dilettantistico.
Note
- ^ a b Bilancio demografico mensile - Statistiche demografiche ISTAT
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 243.
- ^ Antonio Bonello, Curinga. Recuperi di Storia e di Vita Sociale., Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 1984, p. 41.
- ^ Giuseppe Maria Alfano, Istorica descrizione del regno di Napoli diviso in dodici provincie., Napoli, V. Manfredi, 1798, p. 190.
- ^ Antonio Bonello, Curinga. Recuperi di storia e di vita sociale, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 1984, p. 25.
- ^ Girolamo Marafioti, Croniche et antichità di Calabria., 1601.
- ^ Emanuela Spagnoli, Marina Taliercio Mensitieri, Ripostigli dalla piana lametina, Social Science, 2004, pp. 49-53.
- ^ Associazione per la Promozione della Cultura Storica, La Memoria e Altro n°0, Curinga, luglio - dicembre 1997, pp. 19 - 20.
- ^ Associazione per la Promozione della Cultura Storica, La Memoria e Altro / n° 0, Curinga, gennaio - giugno 1997, p. 7.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
Bibliografia
- Curinga. Recuperi di storia e di vita sociale, Antonio Bonello, Rubbettino Editore
- Curinga - Tempi infami, Giovanni B. e Giuseppe Vono, Ed. Frama Sud
- Lacconia - Un antico insediamento, Antonio F. Parisi, Ed. Laruffa
- I monasteri basiliani del Carrà, Antonio F. Parisi, Ed. Qualecultura
- L'acqua di Gangà, Vol. I e II, Ed. Qualecultura
- Itinerati Calabresi, Cesare Cesareo Ed. Gruppogesualdi Editore
- Curinga - Colori Profumi e Luoghi da Scoprire Cesare Natale Cesareo & Ernesto Gaudino
- Lacconia nella storia e nella poesia di Bartolomeo Romeo, Antonio F. Parisi, Biblioteca Comunale Curinga
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Curinga
Collegamenti esterni
- Curinga nell'Enciclopedia Treccani
- Sito istituzionale del Comune di Curinga, su comune.curinga.cz.it.
Template:Provincia di Catanzaro
Controllo di autorità | VIAF (EN) 157543840 · LCCN (EN) nr90008442 · GND (DE) 4311418-0 |
---|