Chiesa di San Francesco (Fano)
"Pensiamo solo alla varietà di soluzioni che questi edifici presentano nelle loro caratteristiche distribuitive, spaziali, formali, di linguaggio,
Chiesa di San Francesco | |
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Stato | ![]() |
Divisione 1 | ![]() |
Località | Fano |
Indirizzo | Via San Francesco d'Assisi |
Coordinate | 43°50′36.35″N 13°01′09.16″E |
Religione | Cristiana cattolica di rito romano |
Ordine | Ordine francescano |
Diocesi | Diocesi di Fano |
Consacrazione | 1336 |
Architetto | Francesco Maria Ciaraffoni |
Inizio costruzione | 1255 |
Completamento | 1323 |
alle numerosissime testimonianze storico-artistiche ancora visibili, alle importanti personalità che vi hanno lavorato.
Con le sue opere e le sue testimonianze, costituisce uno dei documenti più ricchi che la città possiede e che partendo dal medioevo,
toccando i principali monumenti storici, giunge fino alla fine dell'800.
Un solo organismo architettonico con la pluralità dei suoi aspetti, la diversità delle sue caratteristiche, documenta il passare della storia
attraverso l'arte e diventa memoria storica, testimonianza culturale attraverso la quale la città si riconosce
(Maurizio Angeloni, Luciano di Loro, Simone Scarzini,"Architettura inivisibile: la chiesa di S. Francesco a Fano,Pagina 5-righe 5-14)
La chiesa di San Francesco di Fano è uno dei più antichi monumenti della città e risale, all'incirca, alla seconda metà del XIII secolo d.C.
Si trova in una delle vie adiacenti alla Piazza 20 Settembre e fa parte del grande patrimonio storico-culturale e artistico del centro della città.
In se racchiude numerosi stili artistici e ha vissuto numerosi periodi storici dei quali porta i segni.
Storia:
Origini:
Con l'emanazione della bolla papale di Papa Alessandro IV, nel 26 aprile 1255, nella quale concedeva l'indulgenza plenaria a tutti coloro che avessero finanziato i lavori, abbiamo la nascita delle Chiesa e del convento di San Francesco a Fano e l'arrivo dell'ordine Francescano nella città. Nel 1284 un'altra papale rinnovò l'indulgenza ai finenziatori. I lavori si conclusero nel 1323 stando a quanto riportato nel testamento di Margherita da Peruzzo nel quale affermava che i frati compivano già riti nella chiesa.
Nel 1336 la chiesa venne consacrata dal Vescovo di Fano Iacopo II, Frate Pietro di Pesaro e il Vescovo di Senigallia, come scritto in un'scrizione del 1498, oggi andata perduta; riportata nelle "Memorie Istoriche" dello scrittore fanese Pietro Maria Amiani.
"HANC QUAM CERNIS HUMILIS ORATOR
AECCL. DNUS. IACOB EPS FANESIS DNS
FRATER PETRUS EPS SONOGALLIENSIS DIE
CONSECRARUNRT ANNO DOMINI MCCCXXXVI
PRIMA DOMINICA MENSIS MAII
PR. GUARD ET FRATRES HANC MEM. PON. C.
ANNO DOM MCDXCVIII"
Periodo Malatestiano:
Dal 1336 al 1498 la città di Fano passò sotto il dominio della famiglia Malatesta, originari di Rimini e di conseguenza anche la Chiesa di San Francesco. Questa, visse un periodo di grande benessere e progresso che portò all'incisione dello stemma della famiglia nelle chiavi di un portico Francescano.
Sempre in questo periodo, i Malatesta utilizzarono il convento per ospitare alcune delle loro tombe come quella di Sigismondo Pandolfo III Malatesta, morto nel 1427; della sua prima moglie Paola Bianca, morta nel 1398 e del loro medico Bonetto da Castelfranco, morto nel 1434.
Dalla seconda metà del XV secolo alla fine del XVII secolo:
Intorno al 1460 scoppiarono alcuni conflitti tra le famiglie più ricche di fano per il possedimento degli altari: infatti avevano un fine pratico (seppellire i defunti) e un fine commemorativo (esaltare la famiglia). In questo periodo se ne contavano 18-19,la maggior parte dei quali vennero trascurati dalle famiglie perciò nel 1606 il Padre Guardiano li demolì.
Dal 1498 al 1657 ci fu un altro periodo di splendore che portò numerose trasformazioni all'interno della chiesa, dovute alla perdita degli altari.
Nel 1672 ci fu un terremoto che rase al suolo la torre camapanaria edificata intorno al XIV secolo. Nel 1696 ci fu un incendio nella sacrestia della chiesa che le recò gravi danni rendendolo un posto non sicuro per i frati.
Dalla seconda metà del XVIII secolo all'unità d'Italia:
Nel 1770 ci fu la restrutturazione del convento, esclusa la chiesa, finanziata da Papa Clemente XIV il quale nutriva grande interesse per l'ordine fanese nel quale aveva svolto i suoi primi studi religiosi. Nel 1774 si conclusero i lavori e alla fine del XVIII secolo i frati volevano restaurare la chiesa ma non gli fu possibile a cause dei disordini politici di quel periodo (Rivoluzione Francese).
Dal 1802 al 1840 i frati spostarono l'esecuzione dei riti nel refettorio del convento abbandonando così la chiesa e utilizzandola come magazzino e stalla.
Nel 1840 iniziarono i lavori nella chiesa, voluti da Padre Francesco Maria Zamponi che assunse l'architetto Arcangelo Innocenzi per ricostruire il campanile che poi verrà demolitò nel 1874. Durante questi lavori, conclusi nel 13 giugno 1850, andarono perdute quasi tutte le iscrizioni e gli ultimi altari rimasti.
Intorno al 1870, quando vi fu l'annessione dello Stato della Chiesa al Regno d'Italia, vennero oppressi molti degli ordini minori compreso quello di Fano.
il Novecento:
Fino al 1912 il convento venne utilizzato come caserma militare poi venne fatta la proposta di utilizzarlo come sede del Municipio Comunale.
Nel 1924 vi fu la proposta di demolire la chiesa, danneggiata dai sismi del 1916 e del 1924, ma venne negata dalla sovraintendenza.
Con il terremoto del 30 ottobre del 1930 si decise di demolire il tetto per questione di sicurezza.
Nel 1932 la chiesa venne proposta come palestra nazionale per l'Opera Nazionale Balilla.
Dal 1932 al 1934 vennero fatte numerose proposte da parte del podestà per la demolizione di alcuni edifici del convento come la chiesa e alcune arcate.
Nel 15 giugno 1934 la Regia Prefettura di Pesaro Urbino negò al podestà di Fano di demolire la chiesa ma anzi di favorire i lavori di restrutturazione interna.
Il 5 febbraio 1938 vennerò presentate al comune di Fano 5 proposte sulla sistemazione della zona:
- Prima Soluzione: conservazione dell'intero muro con gabbia a ridosso, alla quale rendere solidale il muro esterno di importante interesse e costruzione di un grande salone
- Seconda Soluzione: conservazione del muro fino alla parasta, dopo la prima finestra e demolizione del restante muro fino alla risega del basamento, utilizzazione dello spazio restante mediante la costruzione di una nuova ala del palazzo comunale
- Terza Soluzione: demolizione dell'intero muro e conservazione del portico nella posizione attuale.
- Quarta Soluzione:demolizione dell'intero muro e conservazione del portico ruotandolo
- Quinta Soluzione:conservazione di una piccola parte del muro in vicina del portico delle tombe. Costruzione di un altro portico a ridosso di quello esistente e a questo quasi uguale
Nel 25 agosto 1938 il ministro dell'educazione nazionale comuncò al podestà la notizia secondo la quale il professore Gustavo Giovannoni e l'architetto Alberto Calza Bini avrebbero effettuato un sopraluogo per presentare proposte di recupere della chiesa di San Francesco.
Nel 1950 il consiglio comunale di Fano approvò il nuovo progetto di Piano Regolatore per la ricostruzione della chiesa però,dopo numerose modifiche del PRG, l'idea venne abbandonata lasciando così la chiesa e il convento nel degrado dovuto anche alla vendita di alcuni arredi interni come l'organo,il coro e l'altare e l'azione degli agenti atmosferici dovuti alla demolizione del tetto a causa del terremoto del 1930.
Architettura:
Convento:
Il convento ha una pianta quadrangolare, presenta tre lati liberi un quarto chiuso dalle chiesa; i due edifici occupano un interno isolato in posizione centrale rispetto al centro urbano
Il convento si sviluppa su quattro livelli:
- Il Piano Cantinato
- Il Piano Terra
- Il Mezzanino
- Il Primo Piano
La parte esterna dell'Edificio presenta un'architettura semplice caratterizzata dall'uso di mattoni e un ponderato ricorso di stilemi di origine classica dando vita a un'architettura severa ma non monumentale e priva di eccessici decorativi.
Gli unici oggetti presenti sulla facciata sono semplici cornici in laterizio intorno alle finestre alle aperture dell'ingrsso al pain terreno aventi un andamento a tutto sesto e con la una presenza di una fascia marcapiano.
Le finestre,collegate grazie a una continuità espressa dal piano di appoggio del parapetto,sono caratterizzate da un parapetto leggermente sporgente; tali aperture sono evidenziate dalla presenza di paraste affiancate e che giungono fino al suolo.
Il tutto è contornato da un cornicione in cotto sagomato che si sviluppa per l'intero perimetro della struttura. Sul fronte principale i corridoi presentano due timpani.
L'ampio portone d'ingresso è caratterizzato da un portale in pietra con una trabeazione di origine classica con architarve,fregio e cornice.
Gli altri due lati presentano, al primo piano, tre ampie vetrate. Oltre le due aperture laterali, di conclusione dei corridoi, vi è terza posizione centrale, su Via Nolfi,fonte di illuminazione sull'aula ellittica attualmente sede del consiglio comunale. L'aula,in origine veniva usata come refettorio,è caratterizzata da una volta a cupola lunettata e solcata da quattro coppie di nervature che poggiano su una trabeazione discontinua, sostenuta in ogni tratto da due paraste che giungono fino al suolo.
Ai vertici dell'emiciclo ci sono quattro finestre di cui tre cieche.
La finestra su Via Garibaldi,si affaccia sul vano dello scalone e del vestibolo superiore. Il frontone,che si affacciasu questa via, presenta al piano terra diverse aperture di ingresso murate e trasformate in finestre.
L'ingresso è rivolto verso Via San Francesco mentre l'androne, voltato a botte, segue l'ampio cortile intorno al quale si aprono vari ambienti.
Il cortile,al Pianoterra, è caratterizzato da quattro aperture ad arco poste al centro e da una scansione di pilastri di ordine toscano rivolti sulla facciata.
La parete di fondo del cortile,presenta una piccola nota di monumentalità attraverso la facciata a timpano e l'impiego di una finestra serliana,che induce a ipotizzare un'assimilazione da parte di Ciaraffoni dei motivi architettonici espressi dal Vanvitelli, è posta sull'asse del prospetto.
La quarta finestra, che si affaccia verso l'esterno , corrisponde all'ampia apertura sul lato vero su Via Nolfi.
Al piano terra c'è un locale che risale al tempo dei Frati Minori che ospitava la sagrestia; il quale è un vano rettangolare con un pilastro centrale dal quale nascono quattro campate coperte con volte a crociera. Sul uno dei lati, presenta un andamento curvilineo dovuta alla ricostruzione ottocentesca dell'abside della chiesa.
Nella parete di fondo del cortile è presente un breve androne a cui segue lo scalone imperiale con una rampa centrale e due laterali che conducono al piano superiore.
L'organismo è costituito dal Vano dello Scalone e del vestibolo: entrambi sono impostati su una pianta quadrata; il primo si apre in tre lati ariosi divisi a loro volta in piccolo scompartimenti grazie all'utilizzo di cornici e paraste.Su ogni lato vi è un'apertura affiancata da colonne mentre nelle due laterali ci sono finestre cieche mentre quella di fondo presenta un visione su Via Garibaldi. Il tutto è coperto da una copertura a padiglione lunettata e ribassata e solcata da nervature collegate alle paraste che dividono la superficie della volta in scomparti. In quello centrale è riportato lo stemma della città.
Il Vestibolo è caratterizzato dalla presenza di pilastri e colonne portanti e dalla non presenza deìi una copertura continua e unica che crea una frammentazione dello spazio.
Da esso è possibile vedere numerose parti della struttre come il cortile,lo scalone,i bracci di collegamento dei corridoi di distribuizione del primo piano che si sviluppano su tre lati dell'edificio. Nelle estremità del corridoi vi sono ampie vetrate, unica fonte di illuminazione naturale e sono coperti da ampie volte a botte e presentano sulle pareti paraste binate collegate a quelle prospicenti tramite sottarchi che percorrono l'intera volta. Il punto d'incontro tra i soffitti dei corridoi presenta una calotta circolare.
Particolari elementi architettonici sono stai fatti con il Marmo proveninete dal Furlo.
Note:
Bibliografia:
- Angeloni Maurizio, Architettura invisibile: la chiesa di S. Francesco a Fano, Fano, 1993.
Voci Correlate:
Collegamenti esterni:
http://www.iluoghidelsilenzio.it/ex-chiesa-di-san-francesco-fano-pu/
http://wikimapia.org/16985947/it/Chiesa-di-San-Francesco-rovine