Santuario di Santa Rita da Cascia in San Paolino (Messina)
La chiesa di San Paolino, odierno santuario Santa Rita da Cascia, è un luogo di culto di Messina ubicato in via Santa Marta. Appartenente all'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, vicariato di Messina Centro sotto il patrocinio della Madonna della Lettera, arcipretura di Messina.[1][2]
Santuario di Santa Rita da Cascia in San Paolino | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | File:Messina-Stemma.png Messina |
Coordinate | 38°11′07.54″N 15°32′46.9″E |
Religione | Cristiana cattolica di rito romano |
Titolare | San Paolino |
Diocesi | Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela |
Stile architettonico | Neoclassico |
Inizio costruzione | 1620, anteriore |
Completamento | 1938, ristrutturazione |
Cenni al culto
- San Paolino vescovo di Nola, protettore degli erbaioli, giardinieri e ortolani.
- Santa Rita da Cascia
Storia
Epoca Spagnola
Luogo di culto ubicato fuori «Porta Imperiale» all'inizio del torrente di Santa Marta, altrimenti noto come chiesa degli Ortolani o chiesa di San Paolino agli Orti di via Santa Marta.[2]
Nel 1620 s'insediarono i religiosi dell'Ordine dei carmelitani scalzi di Santa Teresa su disposizione dell'arcivescovo Andrea Mastrillo fintantoché non ottennero la chiesa della Madonna della Grazia.[2]
Superò senza danni eccessivi le distruzioni arrecate in città dal terremoto della Calabria meridionale del 1783 e le devastazioni del terremoto di Messina del 1908.
Epoca contemporanea
Dal 22 maggio 1925 con l'elevazione alla dignità di santuario, il tempio è parimenti dedicato a Santa Rita da Cascia.
Nel 1938 per consentire l'allargamento della sede stradale di via Santa Marta fu demolita l'originaria facciata e accorciata l'aula. L'intervento mirato preservò gli affreschi di Giovanni Tuccari realizzati nel 1719 e raffiguranti in parte storie della vita di San Paolino.
Interno
Il ciclo di affreschi di Giovanni Tuccari[1] raffigurante scene di vita di San Paolino con la Supplica di San Paolino e il Santo ortolano e confrati, comprende il Sant'Isidoro Agricola e i Santi Angeli Custodi.
- Altare del Santissimo Crocifisso. Nell'ambiente è presente l'affresco di Giovanni Tuccari raffigurante la Madonna, Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista con al centro un pregevole Crocifisso in cartapesta del XVIII secolo.
- Altare maggiore: il manufatto in tarsie marmoree policrome del XVIII secolo è sormontato da una elevazione in stucchi settecenteschi. Due pilastri - paraste sfalsati con decorazioni fitoformi e volute a ricciolo con putti delimitano l'edicola sovrastata da un elaborato cornicione con vasi laterali, putto alato, ghirlanda e stemma coronato intermedi. All'interno è collocata la grande pala raffigurante la Vergine e San Paolino con sullo sfondo gli orti della Maddalena,[1][2][3][4] dipinto opera di Giovanni Battista Quagliata.
Festività
- "Santa Rita da Cascia". Festa il 22 maggio.
Luoghi di culto limitrofi
Chiesa della Santissima Trinità
La chiesa della Santissima Trinità o dei Pellegrini[5][6][7][8] era ubicata nella contrada delli «Carrari» dietro la chiesa di San Sebastiano e confinante col monastero di Santa Barbara. Nel 1562 - 1563 la richiesta e la concessione della chiesa della Santissima Trinità di rito greco alla costituita Confraternita della Santissima Trinità osservante la regola dell'Ordine dei frati minori cappuccini di San Francesco d'Assisi per praticare opere di misericordia e di penitenza.
Sotto il mandato dell'arcivescovo Giovanni Retana seguì l'aggregazione con l'omonimo sodalizio di Roma, confermato con breve apostolico di Papa Urbano VIII il 13 ottobre 1627.[6] L'istituzione, con uno statuto derivato dalla confraternita romana, prevedeva un oratorio e un ospedale ricavati da strutture cedute dall'adiacente monastero di Santa Barbara.[6]
Nel 1729 ci fu trasferito l'oratorio di San Gallo detto anche di «San Giovanni Evangelista» (già Confraternita dei Gentiluomini) delle maestranze dei Medici e Aromatari sotto la protezione di San Cosma e Damiano.[9][10]
Il luogo di culto fu gravemente danneggiato durante il terremoto di Messina del 1908 e successivamente sottoposto a demolizione. Itinerario e opere pittoriche documentate nella Guida per la Sicilia di Giovanna Power.[5][11]
- 1577, Santissima Triade, dipinto, opera di Deodato Guinaccia.[5][10][7][8]
- ?, Santa Maria della Luce.[10]
Oratorio dei Pellegrini
Oratorio dei Pellegrini o della Santissima Trinità[5][2] sede della Confraternita della Santissima Trinità. Nel 1550, Anno Santo della Redenzione, è avanzata la richiesta di aggregazione con l'omonimo sodalizio romano. Nel 1578 è documentata l'adozione della Regola dell'Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini di Roma.
Ospedale dei Pellegrini
Nel 1577 alcune costruzioni del sito del monastero di Santa Barbara sono predisposte a ospedale.[7]
Chiesa di San Bartolomeo
Fino al 1523 il tempio rivestiva il titolo di chiesa dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima ubicata presso uno dei baluardi di città in via Cardines.[12][13]
Nel 1591 l'arcivescovo Antonino Lombardo la concesse alla Compagnia dei Conciatori di cuoio sotto il titolo di «San Bartolomeo».[5] caio 106
Il luogo di culto fu gravemente danneggiato durante il terremoto di Messina del 1908 e successivamente sottoposto a demolizione. Itinerario e opere pittoriche documentate nella Guida per la Sicilia di Giovanna Power.[5][11]
- XV secolo, Immacolata Concezione, opera della scuola degli Antoni.[14][13]
- XVII secolo, Martirio di San Bartolomeo, dipinto, opera di Francesco Comandè.[5][14][13]
- XVII secolo, Quadro, dipinto, opera di Mattia Preti.[5]
- XVII secolo, Quadro, dipinto, opera di Mattia Preti.[5]
Chiesa della Madonna dell'Indirizzo
Nella via Cardines, a poca distanza della piazza della Giudecca, scavalcato il ponte sul torrente Portalegni, il tempio di Nostra Signora dell'Indirizzo[15] fronteggiava la chiesa della Madonna di Lampedusa.
Il luogo di culto fu gravemente danneggiato durante il terremoto di Messina del 1908 e successivamente sottoposto a demolizione. Itinerario e opere pittoriche documentate nella Guida per la Sicilia di Giovanna Power.[5][11]
- XVI secolo, Vergine con San Placido e compagni, dipinto, opera di Antonio Catalano il Vecchio o l'Antico.[5][15][13]
- XVI secolo, Madonna dell'Indirizzo, dipinto, opera di Antonio Catalano il Vecchio o l'Antico.[13]
- XVII secolo, Ciclo, affreschi della cupola e volta, opere deteriorate di Antonio Bova.[15][13]
- ?, San Giacomo, dipinto di ignoto.[5][15][13]
Chiesa della Madonna di Lampedusa
Ubicata presso «Porta Nuova» o «Porta Laviefuille» era la chiesa delle Maestranze dei facchini loro concessa nel 1650,[16] dirimpetto alla chiesa della Madonna dell'Indirizzo.[15][13]
Il luogo di culto fu gravemente danneggiato durante il terremoto di Messina del 1908 e successivamente sottoposto a demolizione. Itinerario e opere pittoriche documentate nella Guida per la Sicilia di Giovanna Power.[5][11]
- XVIII secolo, Ciclo, affreschi raffiguranti episodi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento, opere di Giuseppe Paladino.[5][15][13]
Congregazione di Gesù e Maria
Congregazione sotto il titolo di Gesù e Maria, primitivo sodalizio fondato presso la chiesa di Santa Maria del Dromo nel 1599, rinominata in chiesa del Santissimo Nome di Gesù. Il piccolo tempio sorgeva innanzi alla chiesa di San Domenico, in origine aveva l'ingresso sulla «Strada del Domo» dirimpetto alla chiesa di Sant'Agostino.
Altrimenti nota come Santa Maria delli Scolari di rito greco, è documentata in alcuni brevi apostolici di Papa Innocenzo VIII del 1484.[17]
Nel 1572 un altro breve apostolico suggella la fondazione della prima Confraternita di Gesù e Maria diretta dall'Ordine dei frati minori osservanti di San Francesco d'Assisi.[17]
- ?, Madonna del Dromo, opera documentata sull'altare maggiore.[17]
- ?, San Francesco.[17]
- XVII secolo, Presentazione al Tempio, dipinto, opera di Antonello Riccio.[17]
- XVII secolo, Pitture, dipinti, opere di Antonello Riccio.[17]
- XVII secolo, Pitture, dipinti ad olio, opere di Alonso Rodriguez.[17]
Chiesa di Gesù e Maria della Concezione
Chiesa di Gesù e Maria della Concezione di Borgo San Giovanni, (1600 - 1908). Tempio edificato nella piazza omonima su licenza dell'arcivescovo Francisco Velardes de la Cuenca, associando i due santissimi nomi. Il tempio, i cui lavori di costruzione principiarono nel 1599, era ubicato dietro le tribune della chiesa di San Giovanni Battista Gerosolomitano.[18]
Nel 1689 per la costruzione della Real Cittadella fu demolita la Terza Casa di Probazione sotto il titolo di «San Francesco Saverio» nel quartiere di Terranova, fondata per opera da Francesca d'Aragona, principessa di Roccafiorita, moglie di don Pietro Balsamo nel 1635.[19][20] I Gesuiti presero canonicamente possesso di questa chiesa adiacente al nuovo sito ad essi assegnato ove fondarono il loro Secondo Collegio, con l'obbligo di non mutarne il nome ne di attuare modifiche.[19][20]
- XVII secolo, Gesù e Maria, dipinto, opera documentata sull'altare maggiore di Gaspare Camarda.[19][20]
- XVII secolo, Sant'Antonio e San Paolo Eremita, dipinto, opera di Giovanni Quagliata.[19][20]
- XVII secolo, San Giuseppe, dipinto, opera di Giovanni Quagliata.[19][20]
- XVII secolo, San Liborio, dipinto, opera di Giovanni Quagliata.[19][20]
- XVII secolo, Sant'Ignazio, dipinto, opera di Luca Giordano.[19][20]
- XVII secolo, Ciclo, affreschi, opere di Giovanni Fulco e Giovanni Quagliata.[19][20]
- XVII secolo, Immacolata Concezione, dipinto, opera di Placido Celi.[21]
- XVII secolo, Santi Martiri Giapponesi, dipinto su tela, opera di Giovanni van Houbraken.[22]
Monastero della Concezione
Monastero dell'Ordine francescano sotto il titolo dell'«Immacolata Concezione» sul piano di «San Giovanni di Malta».[23][24]
- 1654, Istituzione fondata come Conservatorio di donne.[21]
- 1747 25 marzo, eretto canonicamente a monastero di clausura.[21]
Chiesa di Gesù e Maria della Zecca
Chiesa di Gesù e Maria della Zecca.[19] La primitiva confraternita fu fondata nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Pisani di rito greco nella contrada dell'Amalfitania Grande (1612 - 1755), in seguito trasferita presso la chiesa di Gesù e Maria degli Argentieri[21] (1612 - 1783) nella strada degli Orefici e Argentieri della contrada di San Pietro alla Zecca.
- XVII secolo, Madonna della Grazia.[21]
Chiesa di Gesù e Maria degli Argentieri
Chiesa di Gesù e Maria degli Argentieri[21] (1612 - 1783) nella strada degli Orefici e Argentieri della contrada di San Pietro alla Zecca.
Conservatorio delle Verginelle
Istituzione gestita dall'Ordine dei frati minori cappuccini similmente alle Cappuccinelle di Roma, con l'intento di trasformazione in monastero sotto il titolo della «Vergine Santissima della Sacra Lettera». Quest'ultimo progetto sfumato col contagio di peste del 1743.
Chiesa di Gesù e Maria in San Leone
Chiesa di Gesù e Maria in San Leone nel borgo di San Leone, (1612 - 1908).[21][25]
- XVIII secolo, Trasfigurazione e Ciclo, affreschi, opere di Antonio Filocamo e fratelli.[21][25]
Chiesa di Gesù e Maria delle Trombe
Chiesa di Gesù e Maria delle Trombe (1626 - 1908).[26][27] La confraternita costituita presso la chiesa di Santa Maria la Provvidenza nella contrada di Porta della Legna fu subito trasferita nella chiesa di Gesù e Maria del Selciato (1626 - 1908) fuori la Porta Imperiale nel borgo della Zaera. Il tempio fu ricostruito nel 1918.
- XVIII secolo, Dipinti, dipinti, opere di Giuseppe Paladino.[28][29][30]
- XVIII secolo, Dipinti, dipinti, opere di Giuseppe Crestadoro.[28][29]
- XVIII secolo, Dipinti, dipinti, opere di Salvatore Monosilio.[29] Fra essi un'Orazione di Gesù nell'orto malridotto, oggi al Museo regionale di Messina.
- XIX secolo, Pitture, opere di Nicolò Mazzagatti.[26][30]
- XVII secolo, Immacolata Concezione, dipinto, opera di Agostino Scilla.[27]
- XVI secolo, Sant'Antonio di Padova, dipinto, opera di Giacomo del Pò.[27]
- XVIII secolo, Gesù e Maria, dipinto, opera documentata sull'altare maggiore di Filippo Tancredi.[27]
Galleria d'immagini
Chiesa di Gesù e Maria del Selciato
Chiesa di Gesù e Maria del Selciato (1626 - 1908). Tempio edificato fuori «Porta Imperiale» al «Borgo della Zaera»[27] di modeste dimensioni, voluto per volontà di una famiglia devota al quadro di Gesù e Maria, retaggio di memorie ancora più antiche, legate all'Ordine dei frati minori osservanti di San Francesco d'Assisi. Il nome apposto al titolo Gesù e Maria fu assegnato rispetto al fondo in cui ricadeva, tutto pavimentato a chiappino - trasposto localmente in ciacato -, equivalente a fondo lastricato in pietra ciottolata, ragion per cui la si distingue dagli altri luoghi di culto con lo stesso nome.
Distrutta dal terremoto di Messina del 1908 non fu recuperata e ruderi sottoposti a demolizione. Itinerario e opere pittoriche documentate nella Guida per la Sicilia di Giovanna Power.[1][11] Il suo sito, fu scorporato per la realizzazione della strada e per la fabbrica di un edificio che accolse temporaneamente la chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate.
- XVII secolo, Sacra Famiglia, dipinto, opera di Giovanni Simone Comandè.[1][31][32][33]
- XVIII secolo, Vergine e Gesù Cristo, opera di Filippo Tancredi.[1][31][32][34]
Chiesa di Gesù e Maria di Terranova
Chiesa di Gesù e Maria di Terranova (1626 - 1783) nella contrada di Terranova.[31][35]
Chiesa di Gesù e Maria della Vittoria
Chiesa di Gesù e Maria della Vittoria (1630 - 1783) nel borgo della Buzzetta[31] o Boccetta accanto a Rocca Guelfonia.
Luogo di culto ceduto nel 1638 ai Chierici regolari teatini.[31]
Chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio al Ringo
Chiesa di Gesù e Maria del Ringo (1641) nel borgo del Ringo.[31][36] Confraternita costituita presso la chiesa di Santa Maria del Buonviaggio rinominata chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio al Ringo.
Chiesa di Gesù, Giuseppe e Maria
Chiesa di Gesù, Giuseppe, Maria ed i Santi Angeli Custodi (1728 - 1908) nella contrada dei Sicofanti.[37]
La combinazione del titolo è dovuta alla vendita di una primitiva chiesa degli Angeli Custodi.
- XVIII secolo, Gesù, Giuseppe e Maria, dipinto, opera documentata sull'altare maggiore di Giovanni Tuccari.[38]
- XVIII secolo, Angelo Custode, dipinto, opera di Giovanni Tuccari.[38]
- XVIII secolo, Dipinto, dipinto nel cappellone, opera di Giovanni Tuccari.[38]
- XVIII secolo, Dipinto, dipinto nel cappellone, opera di Giovanni Tuccari.[38]
Congregazione dello Spirito Santo
Note
- ^ a b c d e f Giovanna Power, pag. 9
- ^ a b c d e Caio Domenico Gallo, pag. 231
- ^ Giuseppe Fiumara, pag. 6
- ^ Giuseppe La Farina, pag. 42
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Giovanna Power, pag. 8
- ^ a b c Caio Domenico Gallo, pag. 244
- ^ a b c Giuseppe Fiumara, pag. 56
- ^ a b Giuseppe La Farina, pag. 32
- ^ Caio Domenico Gallo, pag. 117
- ^ a b c Caio Domenico Gallo, pag. 245
- ^ a b c d e Non tutte le opere sono riportate nei testi consultati indicati. Il susseguirsi degli eventi sismici e di altre cause esterne ha comportato verosimilmente l'arricchimento o il depauperamento dei capolavori custoditi, trasferimenti in genere determinati dalla chiusura o demolizione di siti monumentali adiacenti o dalla vetustà delle opere medesime o cedute o confiscate o rubate.
- ^ Caio Domenico Gallo, pag. 105
- ^ a b c d e f g h i Giuseppe La Farina, pag. 35
- ^ a b Caio Domenico Gallo, pag. 106
- ^ a b c d e f Giuseppe Fiumara, pag. 58
- ^ Caio Domenico Gallo, pag. 196
- ^ a b c d e f g Caio Domenico Gallo, pag. 227
- ^ Caio Domenico Gallo, pag. 133
- ^ a b c d e f g h i Caio Domenico Gallo, pag. 134
- ^ a b c d e f g h Giuseppe La Farina, pag. 136
- ^ a b c d e f g h Caio Domenico Gallo, pag. 135
- ^ Pagina 181, Gaetano Grano, Philipp Hackert, "Memorie de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX" [1], Messina, 1821.
- ^ Giuseppe La Farina, pp. 135
- ^ Francesco Sacco Vol. 1°, pp. 316
- ^ a b Giuseppe La Farina, pag. 137
- ^ a b Giuseppe Fiumara, pag. 13
- ^ a b c d e Caio Domenico Gallo, pag. 136
- ^ a b Giovanna Power, pag. 10
- ^ a b c Giuseppe Fiumara, pag. 14
- ^ a b Giuseppe La Farina, pag. 48
- ^ a b c d e f Caio Domenico Gallo, pag. 137
- ^ a b Giuseppe Fiumara, pag. 6
- ^ Giuseppe La Farina, pag. 41
- ^ Giuseppe La Farina, pag. 42
- ^ Giuseppe La Farina, pag. 136
- ^ Giuseppe La Farina, pag. 143
- ^ a b Caio Domenico Gallo, pag. 138
- ^ a b c d Caio Domenico Gallo, pag. 139
Bibliografia
- (IT) Giovanna Power, "Guida per la Sicilia opera di Giovanna Power", Napoli, Stabilimento Poligrafico di Filippo Cirelli, 1842.
- (IT) Giuseppe Fiumara, "Guida per la città di Messina", Messina, 1841.
- (IT) Caio Domenico Gallo, "Annali della città di Messina ... dal giorno di sua fondazione sino a tempi presenti", Tomo I, Messina, Francesco Gaipa, 1756.
- (IT) Giuseppe La Farina, "Messina ed i suoi monumenti", Messina, Stamperia di G. Fiumara, 1840.
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