Australopithecus afarensis

specie di animali della famiglia Hominidae
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L'Australopithecus afarensis è una specie, ora estinta, di Ominidi del genere Australopithecus. La specie fu identificata a seguito di una serie di ritrovamenti di fossili nella regione di Afar in Etiopia da parte di Donald Johanson e della sua squadra, nella prima metà degli anni Settanta.

Nel 1973 Donald Johanson rinvenne i resti del corpo di un Australopithecus, comprendenti parti di entrambi le gambe, inclusa una articolazione, risalente a 3,4 milioni di anni fa. Originariamente sembra che il ritrovamento riguardasse un bambino, ma successivamente si scoprì che si trattava di un individuo adulto. L'anno seguente Donald Johanson e Tom Gray rinvennero i resti di un esemplare di femmina adulta, che venne chiamata Lucy, dell'età apparente di 25 anni, vecchio di almeno 3,2 milioni di anni.
I resti comprendevano il 40% dello scheletro. Particolarmente importanti l'osso pelvico, il femore e la tibia perché la loro forma lascia pensare che questa specie fosse bipede. Lucy era alta 1,07 metri, piuttosto piccola per la sua specie, e pesava 28 kg.

Nel 1975 fu fatto un altro ritrovamento più consistente. Si trattava di 13 individui differenti di tutte le età, risalenti ad almeno 3,2 milioni di anni. Le dimensioni di questi esemplari variavano considerevolmente, al punto tale da indurre alcuni scienziati a pensare che si trattasse di due o tre specie diverse. Donald Johanson, diversamente, sostenne che tutti i fossili appartenevano alla stessa specie, in cui il maschio è molto più grande della femmina. Altri invece pensavano che l'esemplare più grande apparteneva ad una primitiva specie di Homo habilis.

Un scoperta interessante venne fatta nel 1978 da Paul Abell a Laetoli in Tanzania. Il ricercatore scoprì due serie di impronte, più una terza su cui vi sono delle incertezze, risalenti ad almeno 3,7 milioni di anni. Le due coppie di orme presentavano delle differenze sostanziali nelle dimensioni, fatto che secondo alcuni ricercatori, confermerebbe lo spiccato dimorfismo sessuale esistente negli Australophitecus. La falcata ci indica un altezza compresa tra il 1,2 m e 1,4 m. Alcuni paleontologi assegnarono le orme di Laetoli all'Australopithecus afarensis. Tra questi vi furono Suwa e White, che partendo dalle ossa dei preumani di Hadar, ricostruirono un piede in scala e trovarono che si adattava perfettamente alle orme. Per altri due paleontologi, Tobias e Clarke queste impronte erano compatibili con un piede il cui alluce era divaricato, simile a quello dell'Australopithecus africanus. Bisogna tener presente che il luogo in cui sono state rinvenute le orme sono distanti 1.500 km da Hadar. La formazione di questo "fossile indiretto", ebbe origine dalla sovrapposizione di una strato di cenere, formatosi dall'eruzione del vulcano Sadiman, su un terreno molto secco. Su cui agirono delle piogge molto fitte che conferirono alla superficie una straordinaria plasticità, necessaria affinché ne rimanesse il calco una volta calpestata. Il terreno, sotto l'azione del sole, subì un processo di essiccazione e solidificazione aumentato dalla presenza nella polvere vulcanica di carbonati.

L'ultimo ritrovamento di fossili riconducibili a l'australopithecus afarensis avvenne nel 1991 in Etiopia ad opera di [[Bill Kimbel] e Yoel Rak. La loro età è di 3 milioni di anni. Si tratta di un teschio completo al 70% appartenente ad un grosso maschio adulto. Ad oggi è il più completo di questa specie. Il volume dell'endocranio è di 550 cc, molto grande rispetto agli altri crani ritrovati. Questa differenza così marcata fornirebbe un'ulteriore prova sul loro dimorfismo sessuale.

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