Si immagini l'esempio di un falegname che richieda 1.500€ + IVA per la realizzazione di una cucina e proponga uno sconto di 200€ per non emettere fattura.

Come ulteriore semplificazione ipotizziamo una tassazione IRPEF fissa del 25% che è la media tra i 2 scaglioni più diffusi.

Per facilità di calcolo usiamo l'IVA al 20%

Il cliente è un dipendente con uno stipendio netto mensile di 1.500€

Nel seguente scenario simuleremo quanto metterebbero in tasca il cliente dipendente, il falegname e lo Stato nel caso si scegliesse il pagamento in nero scontato a 1.300 €

senza fattura Cliente Falegname Stato
ricavo iniziale 2.000 € 1.300 €
spese deducibili 0 €
lordo 2.000 €
IRPEF 25% -500 € 500 €
netto 1.500 € 1.300 €
spese indeducibili -1.300 €
metto in tasca 200 € 1.300 € 500 €

Il cliente riceve dall'azienda uno stipendio lordo di 2.000 €. Avendo scelto il pagamento in nero, non può scaricare nulla, gli verranno trattenute in busta 500 € di IRPEF. Per cui riceve uno stipendio netto di 1.500€ con cui pagare il falegname 1.300 €.

In tasca rimarranno al cliente 200 €. Il falegname, non avendo pagato alcuna tassa, riceverà 1.300 € pulite. Lo Stato metterà in tasca i 500€ di IRPEF che ha trattenuto direttamente dalla busta del cliente / dipendente.

Se il cliente chiedesse la fattura al falegname, quindi decidesse di pagare a prezzo pieno 1.500 + IVA, otterremmo:

con fattura Cliente Falegname Stato
ricavo iniziale 2.000 € 1.500 €
spese deducibili 1.500 €
lordo 500 € 1.500 €
IRPEF 25% -125 € -375 € 500 €
netto 375 € 1.125 €
spese indeducibili -300 € di IVA 300 €
metto in tasca 75 € 1.125 € 800 €

Come possiamo vedere, richiedendo il pagamento con fattura, il cliente scarica dal suo stipendio lordo di 2.000 € i 1.500 € di spese del falegname, pagando un IRPEF di soli 125€

Tuttavia deve ancora farsi carico dell'IVA, che di fatto annulla tutto il risparmio. Il cliente esce perdente e si ritrova in tasca solo 75€

Anche il falegname esce perdente, che pagando l'IRPEF mette in tasca solo 1.125 €

L'unico vincente è lo Stato che ha guadagnato da entrambi, portando a casa ben 800 €

Apparentemente il contrasto di interessi non funziona

I sostenitori del contrasto di interessi asseriscono che l'esempio sopra riportato è fuorviante, perché nel momento in cui l'IVA viene esclusa dalle spese deducibili, non può essere considerato contrasto di interessi, perché è impossibile scaricare completamente le spese sostenute.

Riprendiamo l'esempio del falegname, in cui simuleremo ciò che i sostenitori definiscono il vero contrasto di interessi:

IVA 0% spostata all'interno dell'IRPEF

IRPEF 45% (ha assorbito l'IVA)