Utente:Nazasca/Sandbox7
prova Chiesa di Santo Stefano Protomartire a Carisolo di Simone II Baschenis nella chiesa di San Vigilio a Pinzolo; chiesa di san Lorenzo bergamo quando trovo fonti
Giacomo Cotta (Gorlago, 15 dicembre 1627 – Bergamo, 1689 circa) è stato un pittore italiano.
Biografia
Nell'archivio parrocchiale di san Pancrazio a Gorlago risulta essere registrato il 15 dicembre 1627 Giacomo figlio di Nicolò Cotta e di Anna Berlendi
Collegamenti esterni
- Lucia Casellato, Nazasca/Sandbox7, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 10 giugno 2017.
Epigrafe posta sulla sua casa»
Pietro Michele Angelo Manini (Castelnovo ne' Monti, 13 giugno 1814 – Reggio nell'Emilia, 19 giugno 1890) è stato un patriota italiano. Dedicò tutta la sua vita all'idea politica repubblicana e all'introduzione del suffragio universale nelle elezioni politiche.
Biografia
Angelo Manini nacque a Castelnovo ne' Monti vicino a Reggio nell'Emilia, si trasferì con la famiglia a Vezzano dove intraprese il lavoro di famiglia[nota 1] di artigiano del rame, lavoro che svolgerà per tutta la vita e che gli permise di attingere ai fondi necessari per sostenere la sua causa repubblciana.
Non vi sono notizie certe sulla sua gioventù, difficilmente venne coinvolto nei moti del 1831 che non interessarono la sua area geografica, ma risulta condividesse le idee della Giovine Italia in forma attiva, tanto da essere soggetto al controllo della polizia del Ducato di Modena venendo più volte arrestato e condotto nel carcere di Rubiera[1].
La sua collaborazione con Mazzini non fu diretta, ma attraverso la collaborazione attiva con Giovanni Grilenzoni[2] e Giuseppe Lamberti[3]. Nel 1853 venne incarcerato con altri mazziniani dopo la rivolta del 6 febbraio 1853 restando in prigione per alcuni mesi.
Nel 1859 con la fine del ducato di Modena e l'allontanamento degli estensi, Manini fu tra gli attivisti del Partito d'Azione di Reggio Emilia, sostenuto dal Grilenzoni che, pur essendo esule a Lugano, manteneva contatti epistolari con il reggiano.
I suoi figli, Filippo e Secondo, furono attivi garibaldini, presenti nella battaglia del Volturno dell'ottobre 1860. I volontari erano infatti sostenuti economicamente dal gruppo mazziniano di Reggio e il 29 agosto del medesimo anno il Marini venne incaricato di guidare la commissione direttiva locale della neo costituita Società di mutuo soccorso degli operai, dando all'associazione una rilevanza più politica che sociale, portando avanti i valori di unità nazionale e le elezioni politiche a suffragio universale. Le società si diffusero in tutta le provincia diventando supporto al movimento repubblicano prima e poi socialista[4].
La sua collaborazione con Grilenzoni lo portò a fondare nel giugno del 1861 il "comitato di provvedimento per Roma e Venezia", facendo una attiva protesta contro la politica estera di Ricasoli. La sua carica di delegato della società operaia gli permise di essere presente al confresso di Firenze del settembre 1861 e a quelli dei comitati del 1862 a Genova. Angelo Manini morì in una situazione di estrema indigenza, aveva dedicato la sua vita e il suo lavoro agli ideali repubblicani[4].
Il suo desiderio di divulgare le sue idee si trasformarono nell'attività di propaganda con la diffusione di manifestini e l'organizzazione di manifestazioni, fino al 1862 quando Garibaldi venne ferito e sconfitto sull'Aspromonte. Si dovette chiudere la società operaia su imposizione delle autorità, ma questo non fermò il Marini che difere la società sciolta attraverso una pubblicazione sui giornali locali e costituì nel novembre del medesimo anno la Fratellanza artigiana diventandone presidente del consiglio direttivo[4]. Dovendo poi rinunciare anche a questa in quanto sciolta dal Ministero degli Interni.
Negli anni successivi il Manini, dietro invito scritto di Garibaldi, raccolse i fondi a favore del Coitato centrale presieduta da Cairoli, reclutanto anche un piccolo gruppo di volontari che avrebbe dovuto coadiuvare l'insurrezione del Veneto, ma questo non avvette, non riuscirono mai a occupare il territorio austriaco.
Nel 1864 fu tra i creatori del settimanale La Rivoluzione che era diretto da Caoiroli, nel quale sostenne la candidatura di Grilenzoni per il colelgio di Reggio Emilia, ma il suo imepgno non raggiunse il risultato voluto, il 22 ottobre 1865, la sera della sconfitta elettorale venne ferito con un coltello A. Volpe venendo accusati i figli di Manini. Il processo si svolse nel luglio del 1866, il Manini e gli altri imputati vennero difesi da F. Crispi, gli imputati vennero assolti con formula piena. Grilenzoni a deputato per il collegio di Reggio Emilia, impegnandosi in una infuocata contesa con l'Italia centrale, organo dei moderati.
Malgrado il Manini invitò i figli a non mettersi a difesa dei contadini nella contestazione sulla tassa nuova tassa sulla macinazione dei cereali questi crearono un gruppo ben fornito di contestatori, ma dovettero fuggire e darsi alla macchia, venne arrestato Angelo e trattenuto fino al marzo 1869 quando i due figli si presentarono per farsi carcerare, vennero liberato dopo la liberazione di Roma. Nel maggio del 1870 il Manini appoggiò la formazione del gruppo che doveva appoggiare la sollevazione popolare in favore della Repubblica e della liberazione di Roma, ma le popolazioni contadine vivevano con distacco le campagne politiche e lo scontro in localita di Bagnolo con i carabinieri sciolse il gruppo, forse questo era stato eseguito su ordine di Mazzini.
Il Manini, per tutta la vita repubblicano convinto, quando vide realizzarsi i suoi desideri con la liberazione di Roma, si ritirò a vita privata, morendo il 18 gigno 1890 in estrema indigenza avendo usato il suo modesto patrimonio per la causa e per difendere i figli dai processi. Fu Camillo Prampolini, fondatore del Partito Socialista Italiano e neoeletto nel nuovo parlamento a recitare il necrologio al suo funerale.
Note
- Annotazioni
- ^ La famiglia Manini risulta lavorasse il rame fin dal 1600, famiglia presente a Firenze nel XIII secolo chiamata Mannus
- Fonti
- ^ Fabio Zavalloni, Nazasca/Sandbox7, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007. URL consultato il 29 agosto 2017.
- ^ Giuseppe Monsagrati, Nazasca/Sandbox7, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002. URL consultato il 29 agosto 2017.
- ^ Giuseppe Monsagrati, Nazasca/Sandbox7, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2202. URL consultato il 29 agosto 2017.
- ^ a b c Fabrizio Montanari, La banda Manini, su 24emilia.com, 24 Emilia. URL consultato il 29 agosto 2017.
Collegamenti esterni
- Fabio Zavalloni, Nazasca/Sandbox7, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007. URL consultato il 29 agosto 2017.
Voci correlate
Categoria:Patrioti italiani