Autobianchi A112
L'Autobianchi A112 è un'autovettura superutilitaria prodotta dalla casa automobilistica italiana Autobianchi dal 1969 al 1986[1].
| Autobianchi A112 | |
|---|---|
| Descrizione generale | |
| Costruttore | |
| Tipo principale | berlina |
| Produzione | dal 1969 al 1986 |
| Sostituita da | Autobianchi Y10 |
| Esemplari prodotti | circa 1.300.000[1] |
| Altre caratteristiche | |
| Dimensioni e massa | |
| Lunghezza | 3230 mm |
| Larghezza | 1480 mm |
| Altezza | 1360 mm |
| Passo | 2038 mm |
| Massa | 670 kg |
| Altro | |
| Assemblaggio | Desio |
| Progetto | Dante Giacosa |
| Stile | Dante Giacosa Marcello Gandini per Bertone |
| Stessa famiglia | Fiat 127, Autobianchi A112 Pininfarina Giovani, Autobianchi A112 Abarth |
| Auto simili | Audi 50 Austin Mini Fiat 127 Ford Fiesta Innocenti Mini Opel Corsa Peugeot 104 Renault 5 SEAT Ibiza Talbot Samba Innocenti Nuova Mini Volkswagen Polo |
Il contesto
Nella seconda metà degli anni sessanta la FIAT si trovava a dover affrontare la preoccupante penetrazione nel mercato italiano della Mini che, dopo aver aggirato l'ostacolo dei dazi doganali con la costruzione della vettura presso gli stabilimenti della Innocenti, riscuoteva un notevole successo di vendite tra i giovani e, soprattutto, tra l'utenza femminile.
In quel settore di mercato FIAT disponeva dell'obsoleto modello 850, non in grado di rivaleggiare per immagine e concezione tecnica con la rivoluzionaria utilitaria anglo-italiana; pertanto Dante Giacosa decise di proporre, attraverso la controllata Autobianchi, una vettura di piccole dimensioni, dall'aspetto elegante e dotata della moderna trazione anteriore.
Secondo la filosofia di Giacosa, come già avvenuto per la A111, non si trattava solamente di proporre un nuovo modello, ma anche di realizzare una sperimentazione su larga scala delle soluzioni e delle componenti meccaniche che sarebbero poi state utilizzate sulla 127, in via di realizzazione.[2]
Nacque così il progetto "X1/2", sviluppato come "sperimentazione sul campo" del progetto "X1/4" (la futura Fiat 127).
La vettura
L'Autobianchi A112 venne presentata nel 1969 al Salone di Torino, ottenendo entusiastici consensi, in particolare tra le categorie d'utenza verso le quali era indirizzata.
Il successo di vendite fu immediato e talmente consistente che, nonostante i continui ampliamenti delle linee di montaggio, per alcuni anni la produzione non riuscì a soddisfare una domanda corposa ed in costante crescita, costringendo gli aspiranti proprietari del nuovo modello a snervanti attese che in molti casi superavano i dodici mesi.
Oltre all'aspetto gradevole ed alla brillantezza delle prestazioni, anche i contenuti costi di acquisto e d'esercizio contribuirono a farne una delle automobili più diffuse e apprezzate da utenti di ogni fascia d'età.
Nella sua lunga carriera la "A112" subì molti restyling e miglioramenti, che diedero vita a otto serie successive, durante i 17 anni del periodo di produzione.
Oltre ai modelli di serie, vennero realizzate alcune versioni estremamente rare - prototipi o modelli unici - sui quali si hanno pochissimi dati. Ne sono esempi la "A112 Giovani" di Pininfarina del 1972, la A112 Felber ed altri costruiti per le competizioni.
Nei primi anni ottanta, la commercializzazione in Svezia venne affidata alla Saab, che la propose come Saab Lancia A112.
Prima serie (1969-1973)
Al momento dell'inizio della commercializzazione ad ottobre del 1969, l'A112 era disponibile in un'unica versione, dotata di motore FIAT 100, un quattro cilindri in linea con albero a camme laterale, con 903 cm³ di cilindrata e 44 CV di potenza massima. Accoppiato a un cambio manuale a 4 rapporti, permetteva di sfiorare i 140 km/h con consumi contenuti in media di 6,9 litri ogni 100 km.
Le ottime doti di accelerazione della vettura, che passava da 0 a 100 km/h in 13,7 secondi e percorreva i 400 metri con partenza da fermo in 18,874 secondi[3], fanno ritenere che il motore disponesse in realtà di una potenza superiore ai 44 CV dichiarati dalla casa costruttrice.
L'impianto frenante era di tipo misto, dischi davanti e tamburi dietro, ma privo di servofreno e con freno a mano inusualmente sulle ruote anteriori. Il comportamento stradale era brillante, maneggevole e con buona tenuta di strada.
L'allestimento prevedeva sedili in skai e plancia con strumentazione circolare, mentre il bagagliaio aveva una capienza di 180 litri, che possono essere ampliati ribaltando lo schienale posteriore.
Nell'autunno del 1971, per uniformare la produzione tra la 127 e la A112, venne installato su quest'ultima lo stesso motore con 47 CV che equipaggiava la neonata 127, anche se la casa continuò a dichiarare 44 CV ancora per diverso tempo. Sempre in quell'anno, visto il successo ottenuto e le ottime doti stradali, la casa decise di ampliarne la gamma con l'introduzione delle versioni E ed Abarth. La prima presentava finiture più curate, verniciatura del tetto in colore contrastante (come sulla Mini) e dotazione più ricca, mentre la seconda era una versione sportiva realizzata dall'atelier di Carlo Abarth.
Seconda serie (1973-1975)
Nel marzo del 1973 fu introdotta la seconda serie. Vennero apportate alcune leggere modifiche. All'esterno si notavano nuovi paraurti in gomma nera con inserti cromati (anziché metallici con profilo in gomma), una diversa mascherina con "maglia" differente e nuovi cerchi ruota, mentre all'interno vennero apportate varie migliorie a plancia e sedili.
L'eredità della A112 E, venne raccolta dalla Elegant con finiture più curate e con la possibilità di equipaggiamento anche con verniciatura in tinta unica, mentre la versione base, denominata Normale conservava i paraurti in metallo con fascia in gomma.
Il modello a subire i maggiori mutamenti estetici fu l'Abarth, che poteva essere ordinata anche in versione monocolore (in caso di bicolore le parti verniciate in nero opaco si riducevano al solo cofano motore). All'interno, inoltre, presentava nuovi sedili con rivestimento in tessuto a scacchi, mentre dalle fiancate scomparivano i caratteristici loghi a forma di scorpione.
Non vi furono, invece, novità tecniche: le motorizzazioni rimanevano 903 cm³ per la normale e la Elegant e 982 cm³ per l'Abarth.
L'Autobianchi, presentando la II serie, dichiarò ufficialmente la potenza di 47 CV per il motore da 903 cm³, anche se con ogni probabilità il propulsore disponeva già di 47 CV fin dall'epoca del debutto.
Terza serie (1975-1977)
La terza serie, presentata all'inizio del 1975, differiva dalla precedente per i gruppi ottici posteriori ridisegnati (con luce di retromarcia integrata su Elegant e Abarth), griglia di sfogo sul montante posteriore più ampia ed una differente conformazione dei pannelli interni posteriori che, garantendo maggior spazio trasversale, consentivano l'omologazione per 5 persone (prima era per 4). Sulla Normale i paraurti, sempre metallici, divennero neri opachi (e privi di fascia in gomma).
La gamma Abarth, per la quale sono rese disponibili anche nuove tinte (blu elettrico e verde brillante, oltre al rosso) in caso di verniciatura bicolore, si ampliò con l'introduzione della versione 70 HP, spinta da un 4 cilindri di 1050 cm³ da 70 CV derivato dal 982 cm³.della 58 hp aveva quattro marce con rapporto al ponte 13/58 (corto) ed è stato l'unico modello di A112 Abarth in grado di raggiungere i 160 km/h effettivi; fu dotata per la prima volta nella storia di questa vettura di servofreno a depressione. Simpatica fu su Quattroruote la prova su strada dell'allora pilota di formula 1 Arturo Merzario che ne vantò le doti sportive del motore e della tenuta di strada. La versione di 982 cm³ rimase comunque in listino col nome 58 HP. Nel luglio del 1975 la potenza della Normale venne ridotta a 42 CV, mentre nel 1976 venne tolta di listino la Abarth 58 HP.
Sempre nel 1976 il motore della Elegant venne depotenziato a 45 hp a causa dell'introduzione delle normative sulle emissioni inquinanti. Queste le modifiche effettuate: riduzione delle fasi della distribuzione (aspirazione da 25°/51° a 17°/43°, scarico da 64°/12° a 57°/3°) e diminuzione dell'alzata delle valvole passata da 8,8 a 8,4 mm. Si adotta anche un nuovo carburatore con un diffusore da 22 mm (Weber 30 IBA 22) in luogo dell'originale da 24 mm (Weber 32 IBA 20). Questi i nuovi dati di erogazione: potenza max. 45 CV a 5600 giri/min. Coppia max. 6,5 kgm/din a 3000 giri/min.
La gamma alla presentazione della III serie era:
- Normale 903 cm³ 47 hp;
- Elegant 903 cm³ 47 hp;
- Abarth 58 hp 982 cm³ 58 hp;
- Abarth 70 hp 1050 70 hp;
Al termine della produzione della III serie invece la gamma era diventata:
- Normale 903 cm³ 42 hp;
- Elegant 903 cm³ 45 hp;
- Abarth 70 hp 1050 70 hp;
Quarta serie (1977-1979)
Con il nuovo design del 1977 nacque la quarta serie. Questa volta le modifiche furono sensibili, il padiglione venne alzato di 2 cm (sopra la linea dei gocciolatoi) per migliorare l'abitabilità in altezza gli interni (plancia, sedili, pannelli) vennero completamente ridisegnati. All'esterno cambiarono anche la mascherina (più ampia e in plastica nera), i gruppi ottici posteriori (di nuovo disegno) e la griglie di sfogo sui montanti posteriori (ampliata). Le versioni Elegant e Abarth adottarono anche nuovi paraurti integrali in plastica nera e fascioni protettivi laterali nello stesso materiale (sulla Normale rimasero invece due paraurti metallici sottili verniciati di nero opaco).
La sportiva Abarth, invariata nella meccanica, era riconoscibile per lo spoiler sotto al paraurti anteriore e per la vistosa "gobba" sul cofano motore (che inglobava anche un'ampia presa d'aria e i loghi Abarth).
La Elegant, le cui prestazioni si erano un po' offuscate a causa delle modifiche antinquinamento, necessitava di un motore più adeguato. Nacque così un nuovo motore da 965 cm³ con 48 CV, aumentando leggermente l'alesaggio dei cilindri del 903 cm³. Questo nuovo motore, anche se un po' meno grintoso del precedente 903 cm³ 47 hp, disponeva di una coppia motrice più elevata che donava alla vettura una migliore elasticità di marcia soprattutto ai regimi medio-bassi.
Sulla Normale rimaneva invece inalterato il 903 cm³ da 42 CV. Tutta la gamma venne dotata di servofreno.
Quinta serie (1979-1982)
Nel 1979 venne presentata la A112 quinta serie, una delle edizioni di maggior successo della vetturetta di Desio. La carrozzeria venne dotata di una nuova e più elaborata mascherina, paraurti (in plastica su tutte le versioni) ridisegnati, fascioni laterali in plastica raccordati ai paraurti tramite codolini passaruota dello stesso materiale, nuovi gruppi ottici posteriori inseriti in una cornice di plastica nera (in cui alloggiava anche la targa), frecce laterali ridisegnate e arretrate, inedite targhette laterali con l'identificazione della versione, specchietto esterno più grande regolabile dall'interno, mentre gli interni subirono solo modifiche minori. La gamma era composta da quattro versioni: Junior, Elegant, Elite, Abarth. La Junior, equipaggiata dal motore 903 cm³ da 42 CV abbinato al cambio a 4 marce, si proponeva come versione per i giovani, dotata di serie di un ampio tetto apribile in tela e tinte specifiche (Arancio Favorita, Verde Finlandia, Giallo Maya, Rosso Corsa e Azzurro Lipari). Come la precedente A112 normale era dotata di cerchi di origine Fiat 127 con fori tondi e coppette nere. L'Elegant rappresentava una via di mezzo tra la Junior e l'Elite. Come la A112 Elite montava il 965 cm³, ma con cambio a quattro marce e accensione a puntine. Rispetto alla Junior l'aspetto esterno risultava arricchito dai cristalli laterali anteriori e posteriori con cornici cromate, dal coprigocciolatoio cromato e dai cerchi in lamiera stampata color alluminio. All'interno presentava pannelli porte con braccioli lunghi e tasche mornide, sedili più imbottiti con schienali di foggia squadrata rivestiti in tessuto (con parte posteriore e laterale in finta pelle), mentre per tutti gli altri dettagli interni riprendeva la A112 Junior. A richiesta era possibile aggiungere tutti gli accessori di serie sulla A112 Elite ad eccezione, per ragioni commerciali, del cambio a 5 marce. Il prezzo vicino alla A112 Elite e l'allestimento simile alla Junior penalizzarono alquanto la A112 Elegant, che totalizzò un modesto numero di esemplari venduti. L'Elite rappresentava la più completa e rifinita di tutta la produzione A112. Prima utilitaria sotto il litro di cilindrata dotata di accensione elettronica e cambio a 5 marce, la A112 Elite consumava meno ed era più brillante della precedente serie, e sfoggiava una dotazione di accessori completa: fari alogeni, contagiri elettronico, sedili in panno Zegna con schienali anteriori regolabili e appoggiatesta anch'essi regolabili in altezza e inclinazione, tergilavalunotto, cristallo atermici azzurrati, ventola del riscaldamento a due velocitá, bagagliaio totalmente rivestito in moquette (in plastica su Junior ed Elegant), sedile posteriore sdoppiato. Rimanevano disponibili a richiesta soltanto la vernice metallizzata, le luci di emergenza e i cerchi in lega. L'Abarth perse parte della forte connotazione sportiva che l'aveva distinta fino ad allora con la definitiva abolizione del cofano anteriore nero opaco. Come il 965, anche il motore 1049 beneficiò dell'accensione elettronica e del cambio a 5 marce, sacrificando solo qualche km/h di velocitá massima a fronte di una ancora maggiore vivacitá in accelerazione e ripresa. All'interno debuttarono nuovi sedili a coste in vellutino nero a coste con fianchi in finta pelle, mentre la dotazione di serie restò quella dell'Elite. Nel corso dei primi mesi di produzione si ebbero alcuni aggiornamenti di dettaglio: l'identificazione del telaio passò da "A112B.." a "ZAA112B00..." e l'incavo per l'apertura dello sportello della benzina fu spostato dallo sportello stesso alla fiancata. Nel 1980 il quadro strumenti ricevette le nuove spie con ideogrammi unificati (fino ad allora aveva ancora simboli ormai obsoleti per la spia freni e quella dei fari), la leva del cambio fu rivestita con una impugnatura in poliuretano più sottile e debuttò la Junior con tetto chiuso, mentre all'inizio del 1981 scomparvero le cornici cromate dai vetri posteriori e le leve del riscaldamento furono realizzate in plastica nera.
Ad Aprile 1982, in vista dell'imminente presentazione della sesta serie, per mantenere alte le vendite della quinta serie nei suoi ultimi mesi di vendita furono apportate alcune modifiche che diedero vita al "Maquillage 1982". Esternamente le nuove A112 sfoggiavano tre nuovi colori (Rosso Nearco, Azzurro Antibes e Marrone metallizzato), e la versione Abarth ricevette le targhette identificative anteriore e laterali con scritte rosse invece che grigie. All'interno tutte le versioni adottarono nuovi rivestimenti: un nuovo tessuto spigato per la Junior in alternativa alla finta pelle nera di serie, un nuovo tessuto spigato in tinta unita per l'Elegant (lo stesso della successiva Junior sesta serie), panno Zegna con fascia centrale a quadretti colorati per l'Elite (di derivazione Lancia Beta HPE) e panno Zegna a quadretti grigi (deriv. Lancia Delta) con fasce laterali in finta pelle per l'Abarth.
Di questa serie fu prodotta una piccola serie speciale su base Elite destinata all'esportazione. Verniciata in Marrone metallizzato e dotata di serie dei cerchi in lega e proiettori a vetro piatto con i tergifari, questa speciale Elite sfoggiava vetri atermici bronzati con alzacristalli elettrici, orologio digitale posto sotto i comandi del riscaldamento e rivestimento dei sedili in tessuto esclusivo.
Sesta serie (1982-1984)
Gli esterni in plastica della quinta serie, che avevano modificato lo stile delle precedenti versioni, vennero rivisti con l'arrivo della sesta serie del 1982. All'esterno fu operata una semplificazione delle sovrastrutture plastiche (mascherina dal design meno elaborato, gruppi ottici ridisegnati e privi di cornice in plastica, fascioni più sottili, eliminazione dei codolini di raccordo e paraurti dal design più semplice), mentre gli interni vennero completamente rinnovati. La Abarth conservò i codolini per allargare i parafanghi.
Accanto agli allestimenti già disponibili (Junior, Elegant, Elite e Abarth), comparve il lussuoso LX, con meccanica della Elite e finiture ancora più curate (interni in velluto, vetri atermici, finestrini elettrici anteriori, tergicristallo posteriore, poggiatesta anteriori, orologio digitale interno all'altezza del portacenere frontale).
Fra i colori metallizzati disponibili, il verde scuro metallizzato 382 disponibile anche per la versione Abarth 70 hp.
Settima serie (1984-1985)
La settima serie del 1984 presentava ritocchi all'estetica e un miglioramento dell'equipaggiamento. Il paraurti anteriore venne predisposto per il montaggio dei fendinebbia (di serie sulle Abarth e a richiesta sulle altre). Su tutte le versioni, tranne la Junior, la targa venne spostata sul paraurti e i gruppi ottici vennero uniti da una vistosa fascia in materiale riflettente (catadiottro) riportante il logo Autobianchi e il nome dell'allestimento.
Su tutte (escluso la Junior, che conservava i coprimozzi ridotti, e la Abarth, che aveva le ruote in lega) i copricerchi divennero integrali.
La Abarth, inoltre, venne dotata di una striscia adesiva laterale posta sopra il fascione con la sigla identificativa del modello.
Ottava serie (1985-1986)
Nel 1985 con la nascita della Y10, venne introdotta l'ottava serie (detta Unificata), disponibile in un unico allestimento senza denominazione ma corrispondente al livello Junior della serie precedente. Tutte le altre caratteristiche rimasero sostanzialmente invariate rispetto alla settima serie.
La gamma restò in listino fino al 1986, anno in cui l'A112 uscì definitivamente di produzione.
Dati tecnici
| Caratteristiche tecniche - Autobianchi A112 del 1969. | |||||
|---|---|---|---|---|---|
| Configurazione | |||||
| Carrozzeria: Berlina 3 porte | Posizione motore: anteriore trasversale | Trazione: anteriore | |||
| Dimensioni e pesi | |||||
| Ingombri (lungh.×largh.×alt. in mm): 3230 × 1480 × 1340 | Diametro minimo sterzata: 8,90 m | ||||
| Interasse: 2038 mm | Carreggiate: anteriore 1250 - posteriore 1220 mm | Altezza minima da terra: 120 mm | |||
| Posti totali: 4 | Bagagliaio: 360 dm³ | Serbatoio: 30 l | |||
| Masse | a vuoto: 670 kg | ||||
| Meccanica | |||||
| Tipo motore: 4 cilindri in linea ciclo Otto | Cilindrata: (Alesaggio x corsa = 65 x 68 mm); 903 cm³ | ||||
| Distribuzione: a 2 valvole con albero a cammes laterale | Alimentazione: a carburatore monocorpo verticale Weber 32 IBA | ||||
| Prestazioni motore | Potenza: 44 CV DIN a 5.800 giri/min / Coppia: 6,3 mkg DIN a 4.200 giri/min | ||||
| Accensione: | Impianto elettrico: a 12 V, dinamo 230 W, batteria 34 Ah | ||||
| Frizione: monodisco a secco | Cambio: a 4 rapporti + RM | ||||
| Telaio | |||||
| Corpo vettura | Scocca metallica autoportante | ||||
| Sterzo | a cremagliera | ||||
| Sospensioni | anteriori: a ruote indipendenti, bracci triangolari trasversali oscillanti, barra trasversale stabilizzatrice, mollone elicoidale, ammortizzatori idraulici telescopici / posteriori: a ruote indipendenti, bracci triangolari trasversali oscillanti, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici telescopici | ||||
| Freni | anteriori: a disco / posteriori: a tamburo; con comando idraulico, doppio circuito, servofreno a depressione e limitatore di frenata al retrotreno. Freno a mano sulle posteriori con comando meccanico | ||||
| Pneumatici | 135-SR x 13 radiali | ||||
| Prestazioni dichiarate | |||||
| Velocità: 138 km/h | Accelerazione: 36,480 sec. sul km da fermo | ||||
| Consumi | a 80 km/h: 6,2 - a 120 km/h: 9,2 lt/100 km | ||||
| Fonte dei dati: Quattroruote - febbraio 1970 | |||||
- Anni di produzione: 1969 - 1986
- Numeri produzione: 1.254.178 esemplari
- Versioni:
- I serie 1969 - 1973
- normale - 903 cm³., 44 CV, potenziato a 47 CV dall'autunno 1971
- E - allestimento più lussuoso - 903 cm³., 44 CV, potenziato a 47 CV dall'autunno 1971 (1971 - 1973)
- Abarth - 982 cm³. 58 CV. (1971 - 1973)
- II serie 1973 - 1974
- Normale - 903 cm³., 47 CV.
- Elegant - 903 cm³., 47 CV.
- Abarth - 982 cm³. 58 CV e 1050 cm³, 70CV Da dicembre 1974.
- III serie 1975 - 1977
- Normale - 903 cm³., 47 CV, depotenziato a 42 CV nel luglio 1975.
- Elegant - 903 cm³., 47 CV, depotenziato a 45 CV nel 1976.
- Abarth - 982 cm³. 58 CV (fino al 1976) e 1050 cm³, 70CV.
- IV serie 1977 - 1979
- normale - 903 cm³., 42 CV
- Elegant - 965 cm³., 48CV.
- Abarth - 1050 cm³., 70CV.
- V serie 1979 - 1982
- Junior - 903 cm³., 42 CV
- Elegant - 965 cm³., 48CV.
- Elite - 965 cm³., 48CV.
- Abarth - 1050 cm³., 70CV.
- VI serie 1982 - 1984
- Junior - 903 cm³., 42 CV
- Elite - 965 cm³., 48CV.
- LX - 965 cm³., 48CV.
- Abarth - 1050 cm³., 70CV.
- VII serie 1984 - 1985
- Junior - 903 cm³., 42CV.
- Elite - 965 cm³., 48CV.
- LX - 965 cm³., 48CV.
- Abarth - 1050 cm³., 70CV.
- VIII serie 1985 - 1986
- A112 - 903 cm³., 42 CV.
- I serie 1969 - 1973
- Motorizzazione: Fiat 100 903 cm³ per tutti gli anni di produzione, affiancato in seguito dal 965 cm³.per i modelli Elegant, Elite, LX.
- Carrozzeria originale Autobianchi, 3 porte. Omologata per 4 persone fino alla seconda serie, per 5 dalla terza serie in poi.
Motorizzazioni
| Modello | Disponibilità | Motore | Cilindrata (cm³) | Potenza | Coppia Massima (Nm) | Emissioni CO2 (g/Km) |
0–100 km/h (secondi) |
Velocità max (Km/h) |
Consumo medio (Km/l) |
| 903 | dal 1975 al 1986 | Benzina | 903 | 30 Kw (42 Cv) | 66 | n.d | 18.6 | 130 | 15.5 |
| 965 | dal 1977 al 1985 | Benzina | 965 | 35 Kw (48 Cv) | 71 | n.d | 17.7 | 136 | 14.1 |
| 1050 Abarth | dal 1974 al 1985 | Benzina | 1050 | 51 Kw (70 Cv) | 86 | n.d | 13.6 | 151 | 13.5 |
Note
- ^ a b Autobianchi A112 la prima babyammiraglia, su omniauto.it, 19 aprile 2004. URL consultato il 26 maggio 2017.
- ^ Dante Giacosa, Progetti alla Fiat, ed. Automobilia
- ^ Prove su strada - Autobianchi "A 112", Quattroruote febbraio 1970
- ^ Autobianchi A112 (1979-87), su automoto.it. URL consultato il 26 maggio 2017.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Autobianchi A112
Collegamenti esterni
- La A112 sul registro storico Autobianchi, su autobianchi.org.

