Luis Martín-Santos Ribera
Luis Martín-Santos Ribera
Luis Martín-Santos Ribera (Larache, 11 novembre 1924 – Vitoria, 21 gennaio 1964) è stato uno psichiatra e scrittore spagnolo.L'opera che lo ha reso più famoso è Tiempo de silencio (1961), considerato uno dei migliori romanzi della letteratura spagnola del XX secolo.[1]
Biografia
Luis Martín Ribera (il cui nome fu poi cambiato in Luis Martín-Santos Ribera per volontà del padre) era figlio di un medico militare di nome Leandro. La famiglia si trasferì a San Sebastián nel 1929 dove Luis frequentò il liceo Santa María Marianistas, insieme al fratello. Dopo il liceo, intraprese gli studi di medicina a Salamanca e si laureò nel 1946. Proseguì poi con un dottorato a Madrid, periodo durante il quale alternava lo studio al lavoro: egli infatti lavorava come chirurgo presso il CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Científicas) e contemporaneamente riuscì a specializzarsi in Psichiatria. Dopo essersi laureato entrò in contatto con vari specialisti del settore e fu discepolo di Otto Binswanger, Johan Strauss e, soprattutto, Jean Paul Sartre.[1] Nella capitale strinse molte amicizie con intellettuali e scrittori come Rafael Sánchez Ferlosio, Alfonso Sastre e Juan Benet. Nel 1950 studiò in Germania e l'anno seguente venne nominato direttore dell'istituto psichiatrico di San Sebastián. Frequentò spesso l'Accademia Errante, istituto nel quale si svolgevano vari dibattiti fra gli intellettuali spagnoli che durante gli anni Sessanta cercavano un modo di esprimersi innovativo.
Luis si sposò nel 1953 con Rocío Laffón, dalla quale ebbe tre figli (Luis, Juan Pablo y Rocío). Tra la fine degli anni 50 e l'inizio degli anni 60 fu arrestato più volte per aver fatto propaganda a favore del clandestino Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), nel quale sarebbe stato poi nominato membro della Commissione Esecutiva. Nel 1962 pubblicò Tiempo de silencio, romanzo che lo rese una delle voci più importanti del secolo. L'originalità di questo romanzo non risiede tanto nelle tematiche che affronta, ma nella cura e nell'elaborazione artistica che presenta la sua narrazione.[2] L'anno seguente alla pubblicazione di quest'opera morì sua moglie a causa di un incidente domestico: una fuga di gas. La perdita della moglie fece cadere l'autore in una forte depressione. Anch'egli ebbe poi una morte accidentale; a causa di un incidente stradale il 21 febbraio del 1964 l'autore perse la vita a Vitoria.
Carriera professionale e vita letteraria
La sua attività nell'ospedale psichiatrico di San Sebastián riguardava principalmente lo studio dell'alcolismo e la schizofrenia, le due malattie più diffuse al tempo. Egli fece della sua esperienza lavorativa un'esperienza letteraria: l'autore scrisse "El delirio alcohólico agudo", "La paranoia alcohólica" e "Ideas delirantes, esquizofrenia y psicosis alcohólica" e molti altri libri, articoli e saggi riguardanti le sue ricerche. Dopo quindici anni di lavoro, pubblicò due libri: Dilthey, Jaspers y la comprensión del enfermo mental (1955) e Libertad, temporalidad y transferencia en el psicoanálisis existencial (1964), oltre ad una trentina di articoli, relazioni e conferenze. L'opera del 1964 fu la pubblicazione in libro della sua tesi di dottorato nella quale è molto evidente l'influenza dell'esistenzialismo di Jean Paul Sastre. Pubblicò svariati saggi riguardanti la letteratura, la politica e l'antropologia; scrisse poi alcune poesie, contenute in una raccolta di poemi intitolata Grana Gris (1945)[1] e una serie di racconti raccolti posteriormente in un volume intitolato Apólogos, pubblicato nel 1970.
Nel 1962 pubblicò il suo primo e unico romanzo, Tiempo de silencio, poichè a causa della sua morte improvvisa lasciò incompiuto il suo secondo romanzo, Tiempo de destrucción (1975), il quale venne pubblicato solo dopo la sua morte a cura di José-Carlos Mainer, uno storico e critico letterario spagnolo. Nonostante i numerosi saggi, articoli e libri pubblicati nel corso della sua vita, l'autore ha dovuto scontrarsi più volte con le limitazioni e le censure imposte dal regime fascista, il quale dimostrava sempre la sua efficacia nel soffocare nuove proposte e iniziative, sia di tipo culturale che politico.[3]
Tiempo de silencio
Tiempo de silencio, ovvero "Tempo di silenzio", è il romanzo che ha reso famoso l'autore e che fu di fondamentale importanza nella storia della letteratura spagnola. La letteratura per diventare realmente un fattore di rinascita nazionale, doveva rinnovarsi dal punto di vista formale ed estetico in modo da prendere le distanze dal realismo della letteratura del dopoguerra, che si limitava ad un tipo di narrazione ambientale e di costume più che specificamente sociale.[4] Tiempo de silencio, fu infatti considerato il primo vero rinnovamento della funzione del romanzo, il quale aveva il compito di riflettere la realtà in modo essenziale, sensibile e rapido. La nuova estetica di Martin-Santos utilizzava un linguaggio mimetico, capace di abbattere la mitologia spagnola del passato e la retorica vigente. In Tiempo de silencio troviamo, dunque, una precisa intenzione di rinnovamento ideologico-culturale dell'autore che permette alla narrazione letteraria di rinascere ed acquistare nuovo vigore . [4]
L'opera in questione venne pubblicata nel 1962 ma a causa della censura che tolse ben 20 delle sue pagine, possiamo considerare quella del 1981 la sua versione definitiva. Inizia dunque il rinnovamento del romanzo sociale spagnolo degli anni Sessanta e la conseguente nascita del romanzo sperimentale. In Tiempo de silencio Luis Martίn-Santos ci mostra la cultura della Spagna utilizzando la tecnica del monologo interiore, l'uso della seconda persona, dello stile indiretto libero introducendo, inoltre, il concetto di flusso di coscienza. Queste tecniche narrative erano già emerse in Europa grazie a James Joyce e la presenza di questi nuovi elementi nell'opera portò Luis a rinominare il movimento letterario col nome di realismo dialéctico.[1] Per quanto riguarda i personaggi, cessarono di essere elementi chiusi e definiti semplicemente dalle loro caratteristiche per diventare personaggi dai contorni più labili e discontinui: lo scopo era quello di rispecchiare la vera natura dell' uomo la quale, essendo composta da mille sfaccettature, risulta tutt'altro che definibile. La narrazione diventa quindi una specie di "puzzle" da ricostruire, non più un ritratto completo ed organizzato dei fatti con il fine di arrivare ad una veritiera conoscenza, ma un racconto piuttosto ambiguo che non renda prevedibile il ruolo e le azioni dei personaggi nel racconto. Lo stesso 'nome proprio', una delle certezze del romanzo tradizionale, perse la sua stabilità e il suo valore di àncora del referente che assicuravano la coerenza e la leggibilità del testo.[4]
Dunque, l'autore si distacca dalla tradizione realista della letteratura sociale del dopoguerra per aprire le porte alla modernità, più libera, nella quale troviamo la satira, il simbolismo, la riflessione filosofica, l'intuizione psicoanalitica e un puro umorismo. Tiempo de silencio è caratterizzata da una grande ricchezza lessicale e da una molteplicità di toni che la rendono un sofisticato esercizio narrativo e soprattutto una delle opere linguisticamente più complesse del XX secolo spagnolo.[5]
Morte
La moglie dell'autore, Rocío Laffón Bayo, morì all'età di 33 anni (1963) per una fuga di gas; tuttavia si parlò di un ipotetico suicidio. Anche la morte dell'autore fu una morte accidentale in quanto morì schiantandosi contro un camion. Nonostante ciò, alcuni pensarono che in realtà si trattasse di una tragedia intenzionale considerando la depressione di Luis dopo la morte della moglie e della sua tendenza all'autodistruzione. Altri credettero si trattasse di un omicidio da parte dei servizi segreti del Franchismo poiché Luis era un attivista dello PSOE; d'altronde, lo stesso autore diceva che qualcuno voleva ucciderlo. Gli amici dello scrittore però non credevano a queste versioni: dissero che semplicemente aveva dormito poco e aveva bevuto molto come era suo solito fare negli ultimi tempi e, nonostante fosse risaputa la sua condizione psicologica, sostennero che l'incidente fu conseguenza della semplice imprudenza dell'amico e non un suicidio.[6][7]
Note
- ^ a b c d Luis Martín-Santos Ribera, su blogdiario.com, 15/04/2009.
- ^ Martín-Santos Luis, su Escritores.org, 05/13/2009.
- ^ Antonio Elorza julio de 2009, Vidas y muertes de Luis Martín-Santos, de José Lázaro, in Letras Libres, 31 giugno 2009.
- ^ a b c Marras Gianna Carla, Storia/discorso nel romanzo spagnolo contemporaneo, in Estudis Romànics, 1986, pp. 229-232.
- ^ Pablo Martinez Zarracina, La estela de Martín-Santos, su hoy.es, 20/01/2014.
- ^ La extraña muerte de Luis Martín Santos, su Culturamas.es, 14/06/2013.
- ^ Benjamín Prado, Entre el silencio y la destrucción, su elpais.com, 28 febbraio 2009.
Bibliografia
- Marisol Morales Ladrón, La poética de James Joyce y Luis Martín-Santos: aproximación a un estudio de deudas literarias, Peter Lang SA, 2005.
- Danilo Manera, Da Gómez de la Serna a Martín-Santos passando per la narrativa popolare: i rari e sconfitti scienziati delle lettere spagnole novecentesche, a cura di Marco Castellari, Milano, Ledizioni, 2014, ISBN 978-88-6705-207-3.
- Marras Gianna Carla, Storia/discorso nel romanzo spagnolo contemporaneo, in Estudis Romànics, 1986, pp. 213-241.
- Castellari Marco, Formula e metafora: figure di scienziati nelle letterature e culture contemporanee, Ledizioni, 2016.
- Manera Danilo, Pagine di letteratura spagnola del Novecento, Arci Solidarietà di Cesena, 2002.
- Lesdesma José Luis, Javier Rodrigo, Vittime della guerra civile e commemorazione nella spagna postbellica, 1939-2005, in Memoria e ricerca, n. 21, gennaio-aprile 2006.
- Lanz, Juan José, PERSPECTIVA, METÁFORA Y RITO EN TIEMPO DE SILENCIO, DE LUIS MARTÍN-SANTOS, in Letras de Deusto, vol. 35, 2005, pp. 108-109.
- Manera Danilo, Da Gómez de la Serna a Martín-Santos passando per la narrativa popolare: i rari e sconfitti scienziati delle lettere spagnole novecentesche, in Figure di scienziati nelle letterature e culture contemporanee, vol. 8, Ledizioni, 2014, pp. 41-54.