Extended Resolution Compact Disc

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Gli XRCD (Extended Resolution Compact Disc), detti anche "CD speciali", sono Compact Disc masterizzati a 16 bit da un master inciso a 20 o 24 bit, attraverso un procedimento brevettato dalla JVC in grado di garantire un alto standard di qualità audio. I CD masterizzati con tale processo, infatti, possiedono generalmente un suono più definito, meno compresso e tagliente.

Compatibilità coi normali lettori CD

Nonostante gli XRCD siano considerati alla stregua di un formato "nuovo" per la riproduzione musicale, essi sono perfettamente compatibili coi normali lettori di Compact Disc essendo dei CD standard (il miglioramento della qualità audio deriva infatti da un'ottimizzazione del processo di masterizzazione e di fabbricazione e non dall'uso di un nuovo supporto, a differenza di quanto accade nel caso del Super Audio CD).

Il mastering

Durante il processo di produzione di un XRCD viene riservata un'estrema attenzione ad ogni fase del trasferimento del segnale, dalla registrazione analogica iniziale alla produzione finale del supporto fisico del Compact Disc, con l'obiettivo di mantenere intatta la purezza originale del segnale del master originale.

A differenza dei CD "normali", per la cui produzione non esiste una catena di fabbricazione standarizzata, gli XRCD vengono realizzati seguendo una specifica procedura, volta a garantire un'alta qualità del prodotto finale. Innanzitutto, il segnale analogico registrato in partenza (il master) viene convertito in digitale a 20 o 24 bit (nel caso dei più recenti XRCD24) utilizzando uno specifico convertitore analogico/digitale della JVC. I dati digitalizzati vengono poi memorizzati su un disco magneto-ottico ed inviati allo stabilimento produttivo JVC a Yokohama, in Giappone.

Qui, il segnale digitale viene trattato e convertito in 16 bit, in modo da poter essere scritto su un CD standard “Red Book” (il formato dei Compact Disc audio). Il segnale a 16 bit viene codificato e inviato ad un tornio laser per essere inciso su un glass master (dal quale si ottengono poi i singoli CD). Nella fase di incisione viene utilizzata una tecnologia proprietaria di JVC denominata "Extended Pit Cutting", volta a migliorare la precisione della lunghezza dei singoli pit. L'intera operazione viene controllata da un clock "K2 Rubidium Clock", estremamente preciso.

Durante tutto il processo le apparecchiature sono alimentate da una tensione regolata e filtrata. Il risultato finale di questo procedimento di masterizzazione e produzione è il trasferimento ad altissima qualità dai master originali al CD standard “Red Book”.

XRCD2 e XRCD24

Il processo utilizzato per produrre XRCD non prevedeva, inizialmente, la registrazione dei dati digitalizzati su uno stabile disco magneto-ottico prima della produzione del glass master, come viene invece descritto sopra. Tale miglioramento fu introdotto con gli XRCD2 una versione migliorata del processo XRCD originale. Recentemente la JVC ha realizzato un'ulteriore versione, denominata XRCD24 che utilizza un segnale digitale a 24 bit (anziché a 20 bit). Attualmente, tutte le nuove uscite di XRCD prodotte dalla JVC sono XRCD24.

La diffusione degli XRCD

Ad oggi, la diffusione degli XRCD sul mercato è, almeno al di fuori degli ambienti audiofili, molto limitata. Uno dei grossi ostacoli alla diffusione di questi Compact Disc è rappresentato dal loro prezzo: in media un album in XRCD costa il 50% in più del suo corrispettivo su CD "normale". La JVC giustifica l'alto prezzo coi costi affrontati per realizzare una masterizzazione e produzione di alta qualità. Il catalogo di XRCD, inoltre, è piuttosto limitato e concentrato in particolar modo su generi quali il Jazz, il Blues e la musica classica.

Un XRCD suona davvero meglio?

Nonostante il processo brevettato dalla JVC permetta di ottenere una qualità audio generalmente migliore rispetto ai CD tradizionali, fra gli audiofili ci si interroga se l'XRCD sia o meno paragonabile a formati ad alta risoluzione come il Super Audio CD (SACD) o il DVD Audio (DVD-A). Le opinioni sono discordanti: secondo alcuni XRCD e SACD sono comparabili, e addirittura l'XRCD risulta superiore sebbene sia un CD standard. Secondo altri i SACD (e i DVD-A), possedendo una frequenza di campionamento ed una gamma dinamica superiori rispetto ai Compact Disc, sono indubbiamente migliori. Nonostante tutto gli XRCD sono gli unici a poter essere letti con normali lettori CD.

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