Prigioniero politico
Un prigioniero politico è una persona detenuta, o agli arresti domiciliari, in quanto le sue idee sono considerate una minaccia o una sfida all'autorità dello Stato. Per prigioniero politico si può anche intendere una persona alla quale sia stata negata la cauzione, o cui sia stata negata la libertà condizionale, quando queste sarebbero state ragionevolmente concesse ad un imputato accusato di un crimine simile.
Rapporti con lo Stato di diritto
In molti casi, i prigionieri politici sono imprigionati, privi di un diritto legale, direttamente attraverso processi extragiudiziali. In altri casi può succedere anche che i prigionieri politici siano arrestati per mezzo di artifici legali, in cui accuse criminali, prove costruite, e processi non equi vengono utilizzati per spostare l'attenzione dal fatto che la persona è un prigioniero politico. Tale prevaricazione del diritto è un escamotage per evitare che la condanna venga intesa sia a livello nazionalmente che internazionale, come violazione dei diritti umani e come soppressione di un dissidente politico.
Per altro verso, se il diritto di perseguire penalmente è applicato nel rispetto dello Stato di diritto, la definizione è utilizzata per contestare la legittimità dei giudici. In questi casi, la dichiarazione di ritenersi “prigioniero politico”, da parte dei catturati, intende accreditare l'esistenza di un conflitto armato interno, che equipari i suoi attori ai soggetti cui si applicano le Convenzioni di Ginevra[1]: si tratta, cioè, di un tentativo di giustificare la commissione di reati, adducendo la motivazione di coscienza come motivo sufficiente per scampare ai rigori della legge. In realtà le convenzioni di Ginevra del 1949 sui conflitti armati non prevedono alcun particolare trattamento per i ribelli in quanto tali. Solo se controllano una parte del territorio sono considerati combattenti ai sensi selle convenzioni.
Varianti
Governi o vari tipi di regime — fascista, comunista, democratico e teocratico — hanno avuto in custodia prigionieri politici. In Unione Sovietica, vennero spesso utilizzate diagnosi psichiatriche ambigue e controverse, allo scopo di giustificare l'invio al confino dei prigionieri politici. Nella Germania nazista, i "Nacht und Nebel", furono tra le prime vittime della repressione. Durante la Guerra del Vietnam, il governo del Vietnam del Sud negò di "avere in custodia prigionieri politici", nonostante il fatto che circa 100.000 civili fossero imprigionati come detenuti in 41 campi di internamento. Questo includeva membri non-combattenti del National Liberation Front o NLF, Fronte di Liberazione Nazionale, inclusi capi villaggio, insegnanti, impiegati delle riscossione delle tasse, postini, personale medico, così come pure molti contadini i cui parenti erano membri del NLF. In Nord Corea, intere famiglie vengono imprigionate se un membro della famiglia è sospettato di sentimenti anti-governativi. I Governi di solito rigettano la tesi che vengano detenuti prigionieri politici.
I prigionieri politici a volte scrivono memorie delle loro esperienze e delle loro conguenti riflessioni; alcune delle loro memorie sono diventate importanti testi politici. Nel gergo di molti gruppi violenti e di loro simpatizzanti, i prigionieri politici includono persone imprigionate perché aspettano di essere giudicate, o che sono state detenute per azioni qualificate come terrorismo. Il presupposto è che queste azioni fossero moralmente giustificate da una lotta contro il governo che ha imprigionato le suddette persone, inclusi i casi di governi democratici. Per esempio, i gruppi francesi anarchici chiamano di solito "prigionieri politici" gli ex-membri di Action directe detenuti in Francia per omicidio. In Italia i reati perseguiti per finalità terroristiche includono oltre ai capi di imputazione specifici eventualmente contestati, anche i discussi reati associativi (con finalità di sovversione violenta) o di pericolo presunto (per esempio, l'assistenza agli associati e gli atti preparatori di condotte terroristiche).
Si ricordano le campagne di Amnesty International per il rilascio di prigionieri di coscienza o POCs, che include sia i prigionieri politici così come coloro che sono imprigionati per le loro idee religiose o politiche.
Noti prigionieri politici
- Pancho Villa, unitosi alla causa della rivoluzione messicana, venne incarcerato al Lecumberri da dove tuttavia riuscì a fuggire;
- Sacco e Vanzetti, anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti, giustiziati nel 1927 e "assolti" a distanza di cinquant'anni;
- Antonio Gramsci, politico e giornalista incarcerato dal regime di fascista;
- Nelson Mandela, attivista simbolo della lotta all'Apartheid, si uni all'ANC e al Umkhonto we Sizwe, l'ala armata del partito a cui aderiva. Venne incarcerato dal 1962 al 1990, anno in cui venne scarcerato su mandato di Frederik De Klerk;
- Václav Havel, presidente prima della Cecoslovacchia e poi della Repubblica Ceca, arrestato più volte perché in contrasto con le idee comuniste del regime cecoslovacco;
- Andrej Dmitrievič Sacharov, fisico prima, e dissidente sovietico poi, venne confinato a Nižnyj Novgorod per aver manifestato contro l'Invasione sovietica dell'Afghanistan, venne rilasciato durante l'era di Gorbaciov;
- Bobby Sands, attivista e parlamentare irlandese, accusato di aver preso parte a un attentato ma mai condannato per mancanza di prove. Venne in seguito condannato per possesso di arma da fuoco e morì in carcere per sciopero della fame nel 1981;
- Aleksandr Isaevič Solženicyn, venne confinato in un Gulag per 5 anni a causa di una sua allusione a Stalin;
- Mordechai Vanunu, tecnico nucleare israeliano, condannato a 18 anni per tradimento, poiché rivelò il segreto di stato dell'arsenale nucleare di Israele;
- Ligio Zanini, durante la sua gioventù nel PCJ condannò sia le fazione schierate con Tito, sia quelle a favore di Stalin. A causa di questa decisione, venne internato a Goli Otok dal 1949 al 1952, anno che venne scarcerato con la condizione di non raccontare delle terribili condizioni di vita nell'isola;
- Gao Zhisheng, avvocato cinese, divenne fortemente critico del Partito Comunista Cinese e per tal motivo fu incarcerato.
- Asia Bibi (più correttamente Aasiyah Naurīn Bibi), donna cristiana condannata a morte in Pakistan per il reato di blasfemia e detenuta in carcere dal 2009.
Note
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Collegamenti esterni
- Prigioniero politico - Russia, su zeki.su.