Femminicidio
Il termine femminicidio o feminicidio è un neologismo che identifica i casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa per motivi basati sul genere[1]. Esso costituisce dunque un sottoinsieme della totalità dei casi di omicidio aventi un individuo di sesso femminile come vittima.
Il significato di tale neologismo è per estensione definito come: "Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte"[2][3] in accordo quindi con la definizione di violenza di genere[4]. In questi termini è oggetto dell'attenzione mediatica[5] e di interventi istituzionali[6][7].
Origine, significato e diffusione del termine
La prima citazione del termine nella sua accezione moderna, come "uccisione di una donna da parte di un uomo per motivi di odio, disprezzo, piacere o senso di possesso delle donne" è del 1990, per opera della docente femminista di Studi Culturali Americani Jane Caputi e dalla criminologa Diana E. H. Russell[8]. Successivamente il termine è stato utilizzato dalla stessa Russell nel 1992, nel libro scritto insieme a Jill Radford Femicide: The Politics of woman killing. La Russell identificò nel femmicidio una categoria criminologica vera e propria: una violenza estrema da parte dell'uomo contro la donna «perché donna», in cui cioè la violenza è l'esito di pratiche misogine.
In una ricerca sulle origini del termine la Russell rintraccia il primo uso generico della parola femicide (femicidio), con accezione diversa da quella moderna, nel libro "The Satirical Review of London at the Commencement of the Nineteenth Century", pubblicato nel 1801 in Inghilterra. In tale volume, il termine veniva usato per indicare la condotta di un uomo che induce una donna a perdere la propria illibatezza, paragonandolo quindi ad un omicida[9]. Nella medesima ricerca viene riportato l'uso del termine riguardo l'omicidio di una donna in un romanzo di William MacNish del 1827 e quindi in un manuale di diritto inglese del 1848 ad indicare l'uccisione di una donna senza riferimenti alla violenza di genere [10]
L'antropologa Marcela Lagarde, rappresentante del femminismo latinoamericano e tra le prime teorizzatrici del concetto di femminicidio[11], ha scritto nel 1997:
«Il femminicidio implica norme coercitive, politiche predatorie e modi di convivenza alienanti che, nel loro insieme, costituiscono l'oppressione di genere, e nella loro realizzazione radicale conducono alla eliminazione materiale e simbolica delle donne e al controllo del resto. Per fare in modo che il femminicidio si compia nonostante venga riconosciuto socialmente e senza perciò provocare l'ira sociale, fosse anche della sola maggioranza delle donne, esso richiede una complicità ed un consenso che accetti come validi molteplici principi concatenati tra loro: interpretare i danni subiti dalle donne come se non fossero tali, distorcerne le cause e motivazioni, negarne le conseguenze. Tutto ciò avviene per sottrarre la violenza contro le donne alle sanzioni etiche, giuridiche e giudiziali che invece colpiscono altre forme di violenza, per esonerare chi esegue materialmente la violenza e per lasciare le donne senza ragioni, senza parola, e senza gli strumenti per rimuovere tale violenza. Nel femminicidio c'è volontà, ci sono decisioni e ci sono responsabilità sociali e individuali.»
Il termine è stato ripreso da studi di diritto, sociologia, antropologia, criminologia[12] e utilizzato negli appelli internazionali lanciati dalle madri delle ragazze uccise a Ciudad Juárez.
Il fenomeno
Il femminicidio è diffuso a livello mondiale ma ha forme ed incidenza diverse in ogni paese, nei paesi dell'America Centrale e America del Sud e più studiato e si è dato più spazio nella discussione politica.
Europa
L'11 maggio 2011 è stata sottoscritta a Istanbul dai membri del Consiglio d'Europa la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica[13]. La convenzione prevede che divenga vincolante per gli stati membri del Consiglio d'Europa quando almeno 10 stati membri l'avranno ratificata. È stato firmato da 32 paesi e il 12 marzo 2012 la Turchia è diventata il primo paese a ratificare la Convenzione, seguito dai seguenti paesi nel 2015: Albania, Portogallo, Montenegro, Moldavia, Italia, Bosnia-Erzegovina, Austria, Serbia, Andorra, Danimarca, Francia, Finlandia, Spagna, Svezia, Bulgaria, Irlanda.[14]
Italia
Una ricostruzione delle vittime tra il 2000 e il 2011 è stata operata da Eures e ANSA con l'indagine "Il femminicidio in Italia nell'ultimo decennio".[15]. Dal 2005 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, raccoglie i dati delle donne uccise dai casi riportati dalla stampa e pubblica annualmente i rapporti online [16].
A partire dagli anni 2010, è sorta un'attenzione mediatica al tema, con trasmissioni televisive, seminari e spettacoli teatrali, in particolare in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne e la giornata internazionale della donna[senza fonte]. Nel giugno 2013, il parlamento italiano ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica e nell'agosto 2013 il governo ha emanato il decreto legge 93/2013[17], poi convertito nella legge 15 ottobre 2013 n. 119[18], contenente norme penali che aggravano le ipotesi di atti persecutori od omicidio contro il coniuge o il convivente, sia quando l'omicida è donna sia quando è uomo, tramite specifiche aggravanti dei reati.
L'avvocato femminista di origine sudafricana Rashida Manjoo[19], ex Special Rapporteur delle Nazioni Unite, nel rapporto[20][21] sulla visita effettuata nel gennaio 2012 in Italia per verificare l'applicazione CEDAW rileva 127 femminicidi in Italia nel 2010. Secondo Manjoo, fino a quel momento vi era stato uno sforzo limitato da parte del governo e della società civile nel raccogliere dati sulla violenza contro le donne, incluso il femminicidio[21][22].
Nel 2017 viene istituito dal Senato la Commissione parlamentare di indagine sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza, per analizzare il fenomeno in Italia e trovare soluzioni per arginare un problema grave e strutturale.
Mondo
Nel 2017 UNDOC lancia la piattaforma mondiale di monitoraggio e raccolta dati dei femminicidi in tutto il mondo [23].
Note
- ^ Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA-Disegno di Legge 724, su senato.it. URL consultato il 28 luglio 2013.
- ^ Devoto-Oli, Vocabolario della lingua italiana, 2013
- ^ "Femminicidio: i perché di una parola", Accademia della Crusca
- ^ In quanto «manifestazione delle relazioni di potere storicamente disuguali tra uomini e donne, che ha portato alla dominazione e alla discriminazione contro le donne da parte degli uomini e ha impedito il pieno avanzamento delle donne, e che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini,», "Dichiarazione sull'eliminazione della violenza contro le donne", 1993. url consultato il 29/11/2014
- ^ 86 occorrenze tra quotidiani, tra cui Il Messaggero, La Repubblica, Il Fatto quotidiano, Huffington post, Il secolo XIX, agenzie di stampa e televisione (ad esempio RAI, TGCOM24), Url consultato il 29/11/2014
- ^ "Violenza di genere, approvato il decreto legge" sito Pari Opportunità
- ^ ddl764 "Introduzione del reato di femminicidio"
- ^ Vedi sito ufficiale Diana E. H. Russell
- ^ (EN) Corry J. "The Satirical Review of London at the Commencement of the Nineteenth Century", London 1801, G. Kearsley.
- ^ "Strengthening Understanding of Femicide", pag. 27
- ^ Perché si chiama femminicidio - la 24ª ora
- ^ "Il femminicidio in Italia nel periodo 2000-2012", su Rassegna Italiana di Criminologia. URL consultato il 25 novembre 2014.
- ^ Liste complète - Conseil de l'Europe
- ^ Liste complète - Conseil de l'Europe
- ^ [1]
- ^ [2]
- ^ Gazzetta ufficiale
- ^ Gazzetta ufficiale
- ^ Rashida Manjoo profile. In: Women's Islamic Initiative in Spirituality and Equality. Accesso il 31 luglio 2017
- ^ "Relazione sull'Italia della Relatrice speciale dell'Onu sulla violenza di genere" Il rapporto in Italiano, a cura di Amnesty International, url visitato il 5 febbraio 2015
- ^ a b (EN) Report of the Special Rapporteur on violence against women, its causes and consequences, Rashida Manjoo (PDF), su ohchr.org, 15 giugno 2012, 5- 8 -21. URL consultato il 28 luglio 2013.
- ^ "Violenza su donne, rapporto Nazioni Unite. In Italia buone leggi, ma poca protezione" La Repubblica, url consultato il 5 febbraio 2015
- ^ https://www.unodc.org/unodc/en/frontpage/2017/May/femicide-watch-platform-prototype-launched-at-2017-un-crime-commission.html
Bibliografia
- Barbara Spinelli, Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale, FrancoAngeli, 1ª edizione 2008, Milano, pp. 208, ISBN 978-88-464-9845-8.
- (EN) Jill Radford, Diana E. H. Russell, "Femicide: The Politics of Woman Killing", Twayne Publishers, Settembre 1992, pag 379, ISBN 0-8057-9028-4, ISBN 978-0-8057-9028-3.
- (EN) Diana E. H. Russell, Nicole Van de Ven, "Crimes Against Women: Proceedings of the International Tribunal", Les Femmes Pub., Millbrae (California) 1976, ISBN 0-89087-921-4, 0-9603628-5-1.
- Riccardo Iacona, Se questi sono gli uomini. Italia 2012. La strage delle donne, Chiarelettere, Milano, 2012. /Special:BookSources/I9788861903334/
- Casa delle donne per non subire violenza, Femicidio, Corredo culturale: dati e riflessioni intorno ai delitti per la violenza di genere, anno 2011, a cura di Cristina Karadole, Anna Pramstrahler, Bologna, 2012, ISBN 978-88-907894-0-3.
- Cristina Karadole, Femicidio: la forma più estrema di violenza contro le donne, Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza, 2012, volume IV, pp. 16–38.
- Giancarla Codrignani...[et al] ;, Femminicidio : l'antico volto del dominio maschile, a cura di a cura di Giuliana Lusuardi, Correggio, 2013, ISBN 978-88-905560-4-3.
- Loredana Lipperini - Michela Murgia, L'ho uccisa perché l'amavo. Falso!, Laterza, Roma-Bari 2013, ISBN 978-88-581-0730-0.
- Adriano Sofri, "La strage delle donne e i negazionisti", La Repubblica, 1° p., 31 maggio 2013.
- Luciano Garofano, Andrea Conz, Luigi Levita, Femminicidio. Commento organico al D.L. 14 agosto 2013, n. 93, convertito dalla L. 15 ottobre 2013, n. 119, in materia di sicurezza e di contrasto alla violenza di genere, Dike Giuridica Editrice, Roma, 2013 (XXII-346; ISBN 978-88-582-0269-2).
- Femicide: the killing of women in Australia, http://www.aic.gov.au/documents/A/9/9/%7BA99154F1-04A7-48FA-B3AD-814D7E4C64A4%7Dfull_report.pdf
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su femminicidio
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «femminicidio»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su femminicidio
Collegamenti esterni
- Giuristi Democratici, "Violenza sulle donne: parliamo di femminicidio" (PDF), su antiviolenzadonna.it. URL consultato l'8 febbraio 2012.
- Casa delle donne per non suibire violenza, femicidiocasadonne.wordpress.com, http://femicidiocasadonne.wordpress.com.
- (EN) Diana E. H. Russell, "The origin and importance of the term femicide", su dianarussell.com. URL consultato l'8 febbraio 2012.
- (EN) PATH (Program for Appropriate Technology in Health): "Strengthening Understanding of Femicide", panoramica della conferenza sul femminicidio convocata congiuntamente dal PATH, l'Inter-American Alliance per la prevenzione della violenza di genere (Intercambios), il Medical Research Council del Sud Africa (MRC), e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nei giorni dal 14 al 16 aprile 2008 a Washington, DC (PDF), su path.org. URL consultato l'8 febbraio 2012.
- Adriano Sofri, Una donna uccisa ogni due giorni, Repubblica.it, 27 marzo 2012.
- Matilde Paoli (a cura di), Femminicidio: i perché di una parola, su accademiadellacrusca.it, Accademia della Crusca, 28 giugno 2013.
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