Attentati attribuiti allo Stato Islamico

lista di un progetto Wikimedia

Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe essere incompleta o non aggiornata.

Voce principale: Stato Islamico.
Attentati terroristici commessi dall'ISIS (agosto 2017).

Di seguito un elenco dei principali attacchi terroristici compiuti dall'ISIS nel mondo.[1]

Attentati rivendicati e attribuiti allo Stato Islamico

2015

  • 7 gennaio 2015, Parigi, Francia: un uomo uccide una poliziotta in centro e quattro persone in un supermercato ebraico Kosher, sincronizzando i suoi attacchi con l'attentato alla sede di Charlie Hebdo. Mentre quest'ultimo viene rivendicato da Al-Qāʿida nella Penisola Arabica, gli altri attacchi sono attribuiti allo Stato Islamico.
  • 27 gennaio 2015, Tripoli, Libia: un commando di almeno cinque uomini armati fa irruzione in un hotel dopo aver fatto detonare un'autobomba, uccidendo 10 persone tra ospiti e personale della sicurezza. La branca locale dello Stato Islamico rivendica l'attentato.
  • 18 aprile 2015, Jalalabad, Afghanistan: un attentatore suicida si fa esplodere si fa esplodere all'interno idi una banca causando 33 morti e circa 100 feriti. La branca locale dello Stato Islamico rivendica l'attentato.
  • 26 giugno 2015, Susa Tunisia: un attentatore armato di AK-47 spara sui turisti in spiaggia provocando 38 morti e 39 feriti prima di essere ucciso dalle forze di sicurezza. La branca algerina dello Stato Islamico rivendica l'attentato.
  • 26 giugno 2015, Kuwait City, Kuwait: nello stesso giorno dell'attacco sulla spiaggia tunisina, un attentatore suicida si fa esplodere in una moschea sciita; le vittime dell'attacco ammontano a 27 morti e 227 feriti. L'ISIS rivendica l'attentato.
  • 11 luglio 2015, Il Cairo, Egitto: una bomba esplode sotto il consolato italiano nella capitale egiziana, causando un morto e quattro feriti. L'ISIS rivendica l'attentato.
  • 20 luglio 2015, Suruç, Turchia: una kamikaze si fa esplodere davanti un centro culturale durante un incontro del Partito Socialista degli Oppressi, una formazione politica marxista-leninista turca: nell'attacco muoiono 33 persone e 104 rimangono ferite. Il giorno seguente l'ISIS ivendica l'attentato.
  • 31 ottobre 2015, Penisola del Sinai, Egitto: un aereo passeggeri russo precipita nel deserto del Sinai uccidendo tutte le 224 persone a bordo; l'ISIS dichiara sua la responsabilità nell'aver piazzato un ordigno che è esploso durante il volo disintegrando l'aereo.
  • 12 novembre 2015, Beirut, Libano: un doppio attentato suicida uccide 43 persone e ne ferisce più di 200 in un quartiere meridiobnale della città abitato in prevalenza da sciiti. L'ISIS rivendica l'attacco.
  • 13 novembre 2015, Parigi, Francia: una serie di attacchi coordinati in vari punti della città portati a termine da un commando dell'ISIS formato da nove esecutori materiali e da fiancheggiatori uccidono 130 persone e ne feriscono 350. Vengono colpiti da sparatorie a colpi di AK-47 il teatro Bataclan e vari ristoranti e locali nel centro parigino, mentre tre kamikaze si fanno saltare in aria all'esterno dello Stade de France durante l'amichevole di calcio Francia-Germania. Si tratta del peggior attentato mai avvenuto in Francia e il secondo più grave in Europa dopo quelli di Madrid nel 2004.
  • 24 novembre 2015, El Arish, Egitto: due attentatori suicidi tentano di penetrare in un albergo della città, e benché uno venga fermato dalle foze di sicurezza l'altro riesce a farsi esplodere uccidendo sette persone. La sezione dell'ISIS attiva nella Penisola del Sinai rivendica l'attacco nelle ore immediatamente successive.
  • 24 novembre 2015, Tunisi, Tunisia: lo stesso giorno dell'attacco in Egitto un attentatore suicida si fa esplodere su un minibus di guardie presidenziali causando la morte di 13 persone; anche questo attentato viene rivendicato dall'ISIS.
  • 6 dicembre 2015, Aden, Yemen: un'autobomba viene fatta detonare a distanza al passaggio del corteo di veicoli del governatore cittadino Jaafar Mohammed Saad, che rimane ucciso insieme a sei dei suoi collaboratori. La branca yemenita dello Stato Islamico rivendica l'attentato.

2016

  • 1º gennaio 2016, Tel Aviv, Israele: un uomo israeliano di origine araba entra in un pub nel centro della capitale israeliana e apre il fuoco uccidendo due persone e ferendone una decina, prima di fuggire; nei giorni successivi verrà individuato e ucciso dalla polizia. In seguito l'ISIS dichiarerà che l'attentatore era un proprio sostenitore.
  • 7 gennaio 2016, Zliten, Libia: un camion bomba viene lanciato contro un centro di addestramento di polizia, provocando 74 vittime. L'azione viene immediatamente rivendicata dall'ISIS, nel pieno di una nuova offensiva nel Paese nord-africano.
  • 8 gennaio 2016, Egitto: un albergo a Hurghada, sul Mar Rosso, viene attaccato da due attentatori armati di coltelli; due ospiti sono feriti prima che le forze di sicurezza uccidano uno degli attentatori e catturino l'altro[2]. Contemporaneamente, a Giza degli spari colpiscono un pullman di turisti israeliani senza causare feriti. L'ISIS rivendica entrambi gli attacchi[3].
  • 11 gennaio 2016, Baghdad, Iraq: una ventina di uomini armati fanno irruzione in un centro commerciale aprendo il fuoco, dopo aver fatto esplodere un ordigno all'esterno. I morti sono 38, tra cui 18 civili, oltre ai 20 terroristi uccisi dalla polizia. Nello stesso giorno un uomo si fa saltare in aria in un casinò nell'est del Paese a 80 km dalla capitale; all'arrivo dei soccorsi viene fatta esplodere un'autobomba all'esterno provocando una strage: almeno 23 le vittime. Lo Stato Islamico rivendica entrambi gli attacchi in un comunicato.
  • 14 gennaio 2016, Giacarta, Indonesia: un commando di terroristi attacca vari obiettivi nella capitale indonesiana, con esplosioni di bombe e sparatorie, provocando la morte di quattro persone e diversi feriti. Quattro attentatori che si erano asserragliati in un edificio dove vi è situata la sede di un'agenzia dell'ONU vengono uccisi dalla polizia. L'ISIS rivendica gli attentati terroristici, i primi compiuti in Indonesia.
  • 21 gennaio 2016, Il Cairo, Egitto: durante un blitz contro un covo dell'ISIS esplode una bomba che provoca 10 morti.[4]
  • 31 gennaio 2016, Damasco, Siria: due attentatori suicidi e un'autobomba dello Stato Islamico provocano oltre 70 vittime nel cuore della capitale siriana sotto il controllo dell'esercito di Assad in lotta contro il califfato.[5]
  • 21 febbraio 2016, Damasco e Homs, Siria: una serie di attentati suicidi rivendicati dall'ISIS provocano 180 morti in varie zone delle due città[6]
  • 25 marzo 2016, Iskandariya, Iraq: un attentatore suicida si fa saltare in aria allo stadio durante una partita di calcio a 50 km dalla capitale Baghdad, causando oltre 40 morti. L'ISIS rivendica l'attacco
  • 13 maggio 2016, Balad, Iraq: un gruppo di miliziani armati di AK-47 compie un attacco in un bar di tifosi del Real Madrid provocando oltre 16 vittime e 30 feriti. L'ISIS rivendica l'attacco.
  • 23 maggio 2016, Governatorato di Laodicea, Siria: in otto distinti attacchi con autobombe e attentatori suicidi condotti in contemporanea a Tartus e Jableh rimangono uccise più di 180 persone. L'ISIS rivendica gli attacchi.
  • 29 maggio 2016, Balad, Iraq: un attentatore suicida si fa esplodere in un bar frequentato da tifosi del Real Madrid intenti a guardare una partita, causando 12 morti e 15 feriti. L'ISIS rivendica l'attacco.
  • 13 giugno 2016, Parigi, Francia: un uomo attacca a colpi di coltello due poliziotti davanti a un commissariato, uccidendoli entrambi prima di essere a sua volta ucciso. L'ISIS rivendica tramite Amaq.
  • 3 luglio 2016, Baghdad, Iraq: un camion bomba guidato da un attentatore suicida colpisce nel centro della città in un quartiere a predominanza sciita mentre contemporaneamente vari ordigni sono fatti splodere in altre zone della città, provocando in totale 341 morti e 246 feriti. L'ISIS rivendica la responsabilità dell'attentato.[7]
  • 23 luglio 2016, Kabul, Afghanistan: un attentatore suicida si fa esplodere durante una manifestazione e provoca 80 morti e 231 feriti. L'ISIS rivendica l'attacco poche ore dopo.[8]
  • 25 luglio 2016, Ansbach, Germania: un ventisettenne siriano si fa esplodere durante un concerto causando 15 feriti[9]. L'ISIS rivendica la sua responsabilità poche ore dopo.
  • 6 agosto 2016, Charleroi, Belgio: un uomo aggredisce a colpi di coltello due poliziotti davanti a un commissariato, ferendoli entrambi prima di venire ucciso. L'ISIS rivendica l'attacco.
  • 9 settembre 2016, Baghdad, Iraq: due autobombe guidate da attentatori suicidi esplodono nei pressi di un centro commerciale, causando più di 40 morti e più di 60 feriti. L'ISIS rivendica tramite Amaq.
  • 15 ottobre 2016, Baghdad, Iraq: almeno otto attentatori suicidi attaccano con armi leggere e cinture esplosive vari obiettivi nella capitale irachena, tra cui un posto di controllo della polizia, un'abitazione di un capo milizia sunnita e concentramenti di fedeli sciiti, causando 79 morti e più di 90 feriti. L'ISIS rivendica l'attacco tramite Amaq.
  • 25 novembre 2016, Al-Hilla, Iraq: un attentatore suicida alla guida di un camion bomba si fa esplodere in una stazione di servizio affollata di bus carichi di pellegrini sciiti in rientro verso l'Iran, causando 125 morti e 95 feriti. Lo Stato Islamico rivendica l'attacco.
  • 19 dicembre 2016, Berlino, Germania: un uomo si impossessa di un camion uccidendone il guidatore, per poi scagliarsi contro un mercatino di Natale uccidendo 11 persone e ferendone 56; l'attentatore, Anis Amri, riesce a fuggire ma viene poi ucciso dalla polizia il 23 dicembre a Milano. L'attentato viene rivendicato dall'ISIS.[10][11]

2017

  • 2 gennaio 2017, Bagdad, Iraq: tre autobombe esplodono in vari punti della città causando 56 morti. L'attentato viene subito rivendicato dall'ISIS.
  • 24 febbraio 2017, al-Bab, Siria: un'autobomba esplode nella città siriana vicino al confine con la Turchia causando oltre 60 morti tra militari e molti civili. L'attentato viene rivendicato dall'ISIS.
  • 20 aprile 2017, Parigi, Francia: un cittadino belga di origine magrebine (già noto ai servizi segreti francesi come estremista islamico) spara con un AK-47 su un veicolo della polizia francese parcheggiato nella strada degli Champs Elysé, uccidendo un agente e ferendone altri due prima di venire ucciso dalla polizia. L'attacco è stato rivendicato dall'ISIS il giorno stesso, a soli tre giorni dalle elezioni politiche francesi del 2017.
  • 26 maggio 2017, Minya, Egitto: una decina di uomini armati salgono a bordo di alcuni pullman a 250 km dal Cairo aprendo il fuoco sui passeggeri. Nell'attacco si contano 29 morti e 22 feriti. L'ISIS rivendica il giorno seguente.
  • 3 giugno 2017, Londra, Regno Unito: un furgone con a bordo tre uomini investe i pedoni sul marciapiede del London Bridge, poi continua il suo percorso verso il Borough Market. I tre uomini, armati di coltelli, scendono e cominciano ad accoltellare i passanti e i clienti dei locali del Borough Market prima di essere uccisi dalla polizia. In totale si contano 11 morti (compresin i 3 terroristi) mentre i feriti sono stati 48. L'ISIS rivendica l'attentato due giorni dopo.
  • 5 giugno 2017, Melbourne, Australia: un uomo uccide il portiere di un complesso di appartamenti e si barrica in uno di essi con in ostaggio una donna. Nel corso dell'irruzione delle forze speciali l'attentatore è ucciso dopo aver ferito tre poliziotti con un'arma da fuoco. L'ISIS rivendica la responsabilità.
  • 7 giugno 2017, Teheran, Iran: cinque attentatori suicidi sferrano due attacchi ai danni del parlamento e del mausoleo di Ruhollah Khomeini, impiegando armi leggere e cinture esplosive. Si contano 18 i morti e 52 feriti. L'attacco è rivendicato dall'ISIS.
  • 17 agosto 2017, Barcellona, Spagna: un furgone preso a nolo investe la folla lungo la Rambla uccidendo 16 persone, mentre si contano 124 feriti di cui 14 gravi; l'autista riesce a fuggire. Il 18 agosto cinque membri della cellula terroristica responsabile dell'attacco sono fermati dalla polizia a Cambrils: nello scontro rimangono tutti uccisi unitamente a una donna presente sul luogo, mentre sei civili e un poliziotto rimangono feriti. Altri due terroristi risultano essere rimasti uccisi il 16 agosto in un'esplosione accidentale nella loro casa di Alcanar mentre preparavano del materiale esplosivo in vista dell'attentato, mentre 4 sono gli arresti avvenuti nei giorni successivi all'attentato sulla Rambla. L'ISIS rivendica gli attentati tramite Amaq.
  • 19 agosto 2017, Surgut, Russia: un uomo aggredisce i passanti con un coltello ferendone otto. L'ISIS rivendica dopo i fatti tramite Amaq[12].
  • 25 agosto 2017, Bruxelles, Belgio: un uomo attacca due militari a colpi di coltello ferendoli prima di essere a sua volta ucciso dai soldati. L'ISIS rivendica l'attacco.

Attentati rivendicati dallo Stato Islamico ma non attribuiti

2014

  • 15-16 dicembre 2014, Sydney, Australia: un uomo entra in una cioccolateria e prende in ostaggio clienti e dipendenti del locale. Dopo diverse ore di assedio le forze speciali fanno irruzione nel locale, e nella seguente sparatoria rimangono uccisi l'attentatore e due degli ostaggi (uno dei quali colpito dalla polizia) mentre tre ostaggi e un poliziotto rimangono feriti[13]. Due settimane dopo i fatti la rivista dello Stato Islamcio Dabiq rivendica l'appartenenza dell'attentatore alla sua organizzazione, ma gli analisti ritengono non credibile questa affermazione[14].

2015

  • 18 marzo 2015, Tunisi, Tunisia: tre terroristi irrompono nel Museo nazionale del Bardo sparando sui turisti all'interno e all'esterno del museo, uccidendo 22 persone e ferendone 45; due dei tre terroristi vengono uccisi dalla polizia mentre il terzo riesce a scappare. Lo Stato Islamico rivendica l'attentato, ma le autorità tunisine ritengono che l'azione sia stata compiuta da affiliati a un'organizzazione jihadista locale, Okba Ibn Nafaa, affiliata ad Al-Qaida nel Maghreb islamico[15].
  • 3 maggio 2015, Dallas, Stati Uniti d'America: due uomini aprono il fuoco con fucili d'assalto a un concorso di vignette su Maometto ferendo un agente di polizia; la sicurezza risponde al fuoco e uccide gli attentatori[16]. Lo Stato Islamico rivendica l'attentato, ma secondo le autorità l'attacco sarebbe stato ispirato ma non diretto dall'organizzazione[17].

2016

  • 1º-2 luglio 2016, Dacca, Bangladesh: cinque uomini armati attaccano un ristorante uccidendo 22 persone prima di essere a loro volta uccisi dalle forze di sicurezza. L'ISIS rivendica la responsabilità dell'attacco, ma il governo del Bangladesh accusa un gruppo jihadista locale, Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh.[19]
  • 14 luglio 2016, Nizza, Francia: un uomo, a bordo di un camion, si scaglia contro la folla provocando 86 morti e 303 feriti. Due giorni dopo l'ISIS ne rivendica la responsabilità, affermando che l'attentatore era un suo "soldato", che ha eseguito l'attacco in risposta agli appelli del gruppo di "colpire i cittadini dei Paesi della coalizione che combatte lo Stato Islamico". Tuttavia, non sono ancora emerse prove che l'attentatore abbia ricevuto ordini o addestramento dall'ISIS, e nemmeno che si fosse radicalizzato o fosse stato esposto alla propaganda dell'ISIS.[20].

2017

  • 22 marzo 2017, Londra, Regno Unito: un uomo guida un furgone lungo il Ponte di Westminster investendo i civili fino a raggiungere la cancellata del Parlamento britannico, dove accoltella un poliziotto prima di essere ucciso da membri della sicurezza; il bilancio è di 6 morti (compreso l'attentatore) e 49 feriti. Il giorno seguente l'ISIS rivendica l'attentato.[21], ma le autorità non trovano prove di una connessione tra l'attentatore e l'organizzazione[22].
  • 16 giugno 2017, Gerusalemme, Israele: nella città vecchia, tre uomini armati di coltelli e armi automatiche attaccano un gruppo di poliziotti uccidendone uno. L'attentato viene rivendicato sia dallo Stato Islamico che da Hamas, ma la polizia israeliana sostiene che entrambe le rivendicazioni siano fasulle e che l'attentato sia stato perpetrato da un gruppo locale[23].
  • 2 giugno 2017, Manila, Filippine: un uomo armato entra in un resort esplodendo colpi di arma da fuoco e appiccando un incendio. Si contano 38 morti (compreso l'attentatore, suicidatosi) e 70 feriti. L'ISIS rivendica il giorno dopo, ma la polizia filippina esclude il coinvolgimento dell'organizzazione nei fatti[24].
  • 15 settembre 2017, Londra, Regno Unito: un ordigno artigianale esplode a bordo di un treno nella metropolitana ferendo 29 persone. L'ISIS rivendica l'attentato[25] ma le autorità locali ritengono che non vi sia stata alcuna connessione tra l'organizzazione e l'attentatore, che si sarebbe radicalizzato da solo[26].
  • 1º ottobre 2017, Marsiglia, Francia: un uomo accoltella e uccide due donne prima di essere a sua volta ucciso da militari in pattuglia. L'ISIS rivendica l'attentato, ma le autorità locali non confermano[27].
  • 2 ottobre 2017, Las Vegas, Stati Uniti d'America: un uomo apre il fuoco dalle finestre del Mandalay Bay Resort and Casino contro la folla, durante la performance del cantautore americano Jason Aldean nel corso del festival country "Route 91", provocando almeno 59 morti e oltre un centinaio di feriti. Qualche ora dopo l'ISIS rivendica l'attentato tramite Amaq, ma le autorità escludono la presenza di prove che colleghino l'attentatore all'organizzazione[28].

Attentati non rivendicati ma attribuiti allo Stato Islamico

2014

  • 24 maggio 2014, Bruxelles, Belgio: un uomo apre il fuoco all'interno del Museo ebraico della capitale belga, uccidendo quattro persone[29]; l'attentatore viene poi catturato il 30 maggio dalla polizia francese a Marsiglia. Non viene emessa una rivendicazione, ma un video mostra l'attentatore, già combattente in Siria per gruppi fondamentalisti, con alle spalle la bandiera dello Stato Islamico[30].
  • 20 ottobre 2014, Saint-Jean-sur-Richelieu, Canada: un uomo alla guida di un'autovettura investe deliberatamente un gruppo di soldati nel parcheggio di un centro commerciale, uccidendone uno e ferendone un altro prima di essere ucciso da un poliziotto. Non viene emessa una rivendicazione ufficiale ma le autorità indicano l'attentato come ispirato dallo Stato Islamico[31].
  • 20 dicembre 2014, Tours, Francia: un uomo attacca gli agenti di un commissariato di polizia con un coltello, ferendo tre poliziotti prima di essere ucciso. Non viene emessa una formale rivendicazione, ma risulta che l'attentatore avresse espresso sostegno allo Stato Islamico[32].

2015

  • 14-15 febbraio 2015, Copenaghen, Danimarca: in occasione di un convegno sulla libertà di espressione, un giovane sferra un attentato uccidendo una persona e ferendo tre poliziotti, poi si sposta nei pressi della sinagoga dove ferisce gravemente un ebreo che morirà in seguito. Il terrorista viene ucciso in seguito dalla polizia. Non viene emessa una rivendicazione ufficiale ma risulta che l'attentatore avesse giurato fedeltà all'ISIS[33].
  • 10 ottobre 2015, Ankara, Turchia: due attentatori suicidi si fanno esplodere durante una marcia della pace organizzata da filo-curdi, uccidendo 109 persone e ferendone più di 500. Non viene emessa alcuna rivendicazione ufficiale, ma le autorità trovano prove di legami tra gli attentatori e lo Stato Islamico.
  • 2 dicembre 2015, San Bernardino, Stati Uniti d'America: un uomo e sua moglie compiono una strage a colpi di arma da fuoco all'interno di un centro per disabili causando 14 morti, prima di essere uccisi dalla polizia durante la fuga. Non viene emessa una rivendicazione ufficiale ma il 19 dicembre la rivista dell'ISIS Dabiq parla positivamente dell'accaduto e definisce "martiri" gli attentatori[34]; secondo le autorità, gli attentatori avrebbero giurato fedeltà allo Stato Islamico[35].

2016

  • 12 gennaio 2016, Istanbul, Turchia: un attentatore suicida si fa esplodere nel cuore della città in una zona turistica, uccidendo 13 persone e ferendone altre 15. Non viene emessa alcuna rivendicazione ufficiale ma le autorità turche accusano l'ISIS dell'attentato.
  • 19 marzo 2016, Istanbul, Turchia: un attentatore suicida si fa esplodere nei pressi di piazza Taksim, cuore delle proteste contro il controverso governo turco e luogo di altri recenti attentati ad opera del PKK; l'attentato provoca 5 vittime ed almeno 36 feriti. Non viene emessa alcuna rivendicazione ufficiale ma le autorità turche indicano nell'ISIS il responsabile dell'attacco.
  • 8 giugno 2016, Tel-Aviv, Israele: due palestinesi uccidono quattro israeliani in un ristorante prima di essere catturati vivi dalle forze di sicurezza. Secondo lo Shin Bet, gli attentatori erano stati "ispirati dall'ISIS" pur non essendo stati ufficialmente reclutati o addestrati dall'organizzazione.[36]
  • 20 agosto 2016, Gaziantep, Turchia: un attentatore si fa esplodere durante un matrimonio curdo provocando 57 morti e 66 feriti. Non viene emessa alcuna rivendicazione ufficiale, ma le autorità turche indicano nell'ISIS il responsabile dell'attacco[38].

2017

  • 7 aprile 2017, Stoccolma, Svezia: un uomo investe dei civili con un camion in una strada commerciale della capitale svedese, il bilancio è di 5 morti e 15 feriti. L'attentatore, un richiedente asilo uzbeko, viene catturato dalla polizia. L'ISIS non rivendica ufficialmente l'attacco, ma tanto le autorità svedesi quanto quelle uzbeke ritengono che l'attentatore fosse un membro dell'organizzazione[39].
  • 14 luglio 2017, Hurghada, Egitto: un uomo attacca a colpi di coltello alcune turiste su una spiaggia di un resort uccidendone due. Non viene emessa alcuna rivendicazione ufficiale, ma le autorità ritengono che l'attentatore sia stato ispirato all'ISIS[40].
  • 18 agosto 2017, Turku, Finlandia: in piazza del mercato, un uomo armato di coltello aggredisce i passanti con un bilancio di due morti e otto feriti. L'aggressore è immobilizzato con spari alle gambe ed arrestato[41]. Militanti dello Stato Islamico festeggiano con comunicati su internet[42] ma nessuna rivendicazione ufficiale viene emessa. All'attentatore vengono attribuite simpatie nei confronti dell'ISIS[43].
  • 1º ottobre 2017, Edmonton, Canada: usando una combinazione di investimenti con un camion e attacchi con un coltello, un uomo ferisce un poliziotto e quattro passanti prima di essere arrestato. All'interno del camion è stata trovata una bandiera dell'ISIS.

Note

  1. ^ (EN) How Many People Have Been Killed in ISIS Attacks Around the World, su nytimes.com, 1º luglio 2016. URL consultato il 4 luglio 2016.
  2. ^ L'attentato ad Hurghada, in Egitto
  3. ^ Egitto, Is rivendica attentato contro bus con turisti israeliani
  4. ^ Egitto, bomba al Cairo in un covo dell'Is: dieci i morti
  5. ^ Siria: attentato Isis a Damasco, 71 morti
  6. ^ Siria, attentati a Homs e Damasco: 180 morti, l'Isis rivendica le stragi
  7. ^ Iraq: Baghdad suicide bomb attack dead rises to 165, in BBC News.
  8. ^ Afghanistan, attentato kamikaze a Kabul: 80 morti e 231 feriti. Isis rivendica, su Il Fatto Quotidiano, 23 luglio 2016. URL consultato il 24 luglio 2016.
  9. ^ Attentato di Ansbach, il kamikaze aveva giurato fedeltà all'Isis, su iltempo.it, 25 luglio 2016. URL consultato il 18 giugno 2017.
  10. ^ http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/terrorista_berlino_video_isis-
  11. ^ 2158545.htmlhttp://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/strage-di-berlino-l-isis-rivendica-l-attentato_3047388-201602a.shtml
  12. ^ (EN) Russia knife attacker wounds seven in Surgut, su bbc.com. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  13. ^ SIDNEY, LA POLIZIA IRROMPE E SPARA NEL BAR: TRE MORTI, ANCHE IL SEQUESTRATORE
  14. ^ (EN) Inevitable that IS would try to lionise Martin Place gunman, su smh.com.au. URL consultato il 5 ottobre 2017.
  15. ^ (EN) Thousands of Tunisians, leaders march after Bardo attack, su reuters.com. URL consultato il 4 ottobre 2017.
  16. ^ Usa, sparatoria a gara di vignette su Maometto a Dallas. Uccisi i due assalitori: “Uno giurò fedeltà a Isis”
  17. ^ (EN) Texas attack inspired but not directed by Islamic State: Pentagon chief, su telegraph.co.uk. URL consultato il 4 ottobre 2017.
  18. ^ CIA has not found any link between Orlando killer and Isis, says agency chief, in The Guardian.
  19. ^ Per il governo del Bangladesh l’ISIS non c’entra, in Il Post.
  20. ^ Alissa J. Rubin e Aurelien Breeden, ISIS Claims Truck Attacker in France Was Its ‘Soldier’, in The New York Times, 16 luglio 2016. URL consultato il 17 luglio 2016.
  21. ^ Fabio Tonacci e Piera Matteucci, Attacco a Londra, l'attentatore è Khalid Masood. Isis rivendica. May: "Britannico già noto a 007", in la Repubblica, 23 marzo 2017.
  22. ^ (EN) Last message left by Westminster attacker Khalid Masood uncovered by security agencies, su independent.co.uk. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  23. ^ L'ISIS ha rivendicato un attacco a Gerusalemme, in Il Post, 17 giugno 2017. URL consultato il 18 giugno 2017.
  24. ^ (EN) ISIS claims Manila casino attack despite police denial, su edition.cnn.com. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  25. ^ L’ISIS ha rivendicato l’attentato a Londra, su ilsecoloxix.it, 15 settembre 2017.
  26. ^ (EN) Parsons Green bombing: UK terror threat lowered to severe, su bbc.com. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  27. ^ (EN) Marseille attack: Two young women stabbed to death, su bbc.com. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  28. ^ (EN) Isil claims Las Vegas massacre and shooter Stephen Paddock converted to Islam - but provides no evidence, su telegraph.co.uk. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  29. ^ Belgio, attacco antisemita al museo ebraico di Bruxelles: quattro morti
  30. ^ (FR) Pourquoi Mehdi Nemmouche est le principal suspect de la tuerie de Bruxelles, su lemonde.fr. URL consultato il 5 ottobre 2017.
  31. ^ (EN) Ottawa shooting: Harper, Mulcair, Trudeau speak about attack, su cbc.ca. URL consultato il 5 ottobre 2017.
  32. ^ (EN) French knife attacker Bertrand Nzohabonayo was Islamic convert, su telegraph.co.uk. URL consultato il 5 ottobre 2017.
  33. ^ (EN) Denmark terror suspect swore fidelity to ISIS leader on Facebook page, su edition.cnn.com. URL consultato il 4 ottobre 2017.
  34. ^ (EN) SAN BERNARDINO SHOOTING: ISIS magazine praises shooters as martyrs, su pe.com. URL consultato il 4 ottobre 2017.
  35. ^ (EN) Officials: San Bernardino shooters pledged allegiance to the Islamic State, su chicagotribune.com. URL consultato il 4 ottobre 2017.
  36. ^ Israel says Tel Aviv attackers were ‘inspired’ by ISIS, in The Washington Post, 4 luglio 2016.
  37. ^ Who Bombed the Istanbul Airport?, in New Yorker.
  38. ^ (EN) Turkey vows to cleanse Islamic State from border after wedding attack, su reuters.com. URL consultato il 3 ottobre 2017.
  39. ^ (EN) Suspect in Stockholm Attack Was an ISIS Recruit, Uzbek Official Says, su nytimes.com. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  40. ^ (EN) Egypt's tourism industry suffers a critical blow, su dw.com. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  41. ^ Claudio Del Frate, Attentato a Turku, due morti «É terrorismo, puntava solo donne», su corriere.it, 19 agosto 2017. URL consultato il 20 agosto 2017.
  42. ^ Diana Cavalcoli, Passanti accoltellati a Turku in Finlandia: due morti e un arresto, in Corriere della Sera. URL consultato il 19 agosto 2017.
  43. ^ (EN) Turku suspect wanted to join Isis, called Finns infidels, su yle.fi. URL consultato il 2 ottobre 2017.
  Portale Guerra: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di guerra