Fulvio Fo

scrittore, sceneggiatore, amministratore teatrale italiano (1928-2010)

Fulvio Fo (Luino, 18 maggio 1928Roma, 10 novembre 2010) è stato un organizzatore teatrale, scrittore, produttore cinematografico italiano.

Fulvio Fo

Biografia

I suoi genitori erano Felice Fo (Monvalle, 11 novembre 1898 - Luino, 1º gennaio 1987: capostazione e anche attore in una compagnia amatoriale) e Pina Rota (Sartirana Lomellina, 20 settembre 1903 - Luino, 6 aprile 1987). Visse durante la sua infanzia e prima giovinezza a Portovaltravaglia, sul lago Maggiore, sino al 1946, insieme alla sorella Bianca ed al fratello Dario. Dopo esperienze lavorative a Parigi e nel Medio Oriente rientrò in Italia ed iniziò le sue attività in campo cinematografico (come sceneggiatore e anche nel settore della regia, in cui fu aiuto-regista di Henri-Georges Clouzot e di Carlo Lizzani). Ma soprattutto il suo interesse si rivolse al teatro, come organizzatore e anche come collaboratore negli spettacoli del fratello Dario. Fu stretto collaboratore di Paolo Grassi al Piccolo Teatro di Milano e promotore di Rassegne Internazionali teatrali, ricoprì l’incarico di condirettore dei Teatri Stabili di Torino e di Roma (Il “Teatro Argentina”), fu direttore artistico dello Stabile di Bologna e del Metastasio di Prato. Creò e diresse numerosi corsi di formazione, in collaborazione con iniziative ministeriali, universitarie e di categoria, pubblicando anche testi di studio. Ricoprì incarichi di responsabilità e prestigio, relativamente al teatro, in numerosi importanti organismi (membro del Comitato di Presidenza Agis e della Commissione ministeriale per la prosa, Presidente della Unione Nazionale Attività Teatrali, Consulente del Centro Teatro Ateneo della Università “La Sapienza” di Roma). Nel 1996, quando riteneva di avere concluso le sue attività, si trasferì in Sardegna, nel Comune di Sinnai, ma incominciò invece una nuova carriera fitta di attività legate al teatro. Collaborò in modo propulsivo alla nascita di un Teatro Civico a Sinnai, di cui era diventato cittadino attivo e partecipe; divenne Presidente della Associazione che prese in gestione il Teatro appena sorto, riuscendo a fare in modo che si inserisse nel contesto nazionale e garantendo una programmazione fitta di date e appuntamenti, nonché stimolando la nascita di corsi di avviamento al teatro per giovani e bambini. La sua attività però non si limitò a questo, in quanto collaborò attivamente con l’Università di Cagliari e con varie realtà isolane in campo teatrale, puntando soprattutto alla formazione dei giovani nella recitazione e anche nel campo della regia teatrale. Trovò anche il modo di dare seguito ad una sua produzione prettamente letteraria, iniziata nel 1994 con il libro “La valle onde Bisenzio si dichina”. Fulvio Fo amava molto anche la letteratura non legata al teatro, e in particolar modo la poesia. Nel 2002 pubblicò una raccolta di aneddoti e brevi racconti autobiografici,“Pescatore di sogni. Itinerario di un animale teatrante”, e nel 2010 apparve una seconda serie di racconti – “Gente di lago” – ambientati a Portovaltravaglia e dintorni (i luoghi della sua gioventù), ispirati a fatti e personaggi veramente esistiti da quelle parti, quindi anch’essi di taglio autobiografico. Fu subito dopo la pubblicazione di quest’ultimo libro che si manifestò il male che nel giro di pochi mesi lo avrebbe strappato alla vita e alla sua inesauribile vena creativa, in cui si prodigò sino agli ultimissimi giorni: morì a Roma, dove era stato ricoverato nel tentativo di curarlo, il 10 novembre 2010, ma ancora nei primi giorni di novembre chiedeva a un suo amico di procurargli del materiale che gli serviva per un suo nuovo progetto teatrale, e gli inviava un nuovo capitolo aggiuntivo alla riedizione (poi pubblicata postuma) di “Pescatore di sogni”, al fine di averne una opinione di riscontro. Espresse la sua volontà di rendere perenne il suo legame con Sinnai, non solo con il suo teatro, scegliendo il Cimitero di Sinnai come sede delle sue spoglie: le sue ceneri vi sono state collocate in un loculo che, secondo il desiderio che aveva esplicitamente espresso, gli consentisse di continuare a «contemplare il paesaggio del golfo di Cagliari».

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