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Hirabayashi Taiko

Hirabayashi Taiko 平林 たい子, pseudonimo di Hirabayashi Tai, (Suwa, 3 ottobre 190517 febbraio 1972) è stata una scrittrice giapponese.

Biografia

Hirabayashi nasce da una famiglia di piccoli imprenditori nella prefettura di Nagano, dove riceve l'istruzione primaria e secondaria. Fin dalla tenera età dimostra una propensione per la scrittura e la letteratura e un interesse per idee liberali e socialiste.

Dopo essersi diplomata alla Scuola Superiore femminile di Suwa nel 1922, si trasferisce a Tokyo, dove ricopre lavoretti saltuari e convive con l'anarchico Yamamoto Torazoo[1]. Al ritorno da un viaggio in Corea, vengono entrambi arrestati nel clima di confusione e provvedimenti restrittivi conseguente al terremoto del Kantō del 1923 e rilasciati a condizione di lasciare Tokyo. Hirabayashi si trasferisce nella Manciuria. La figlia che da alla luce quell'anno muore dopo pochi giorni per malnutrizione.

Al ritorno a Tokyo, frequenta associazioni di artisti di estrema sinistra e inizia una relazione con uno dei membri, Handa Tokutaro. In questo periodo conosce la scrittrice Hayashi Fumiko, con la quale instaura un'amicizia destinata a durare tutta la vita. Nel 1927 sposa il romanziere e critico Jinji Kobori e pubblica il suo primo romanzo Azakeru ("Autoironia"). Nel 1937 viene arrestata per attività sovversive; in carcere si ammala gravemente di pleurite e peritonite, malattie che la portano a una stregua e lunga lotta alla sopravvivenza. Nel 1945 si iscrive allo Shin Nihon Bungakai, un'associazione di scrittori di sinistra, ma presto si allontana per dissidenze politiche.

Muore di cancro nel febbraio del 1972. Nel 1973 viene stabilito l'Hirabayashi Taiko Prize in suo onore.[2]

Produzione

Prima produzione

Dopo il matrimonio Hirabayashi ha finalmente l'occasione di dedicarsi attivamente alla scrittura. Nel 1927 pubblica Azakeru ("Autoironia"), un racconto autobiografico sulla scarcerazione dalla prigione di Tokyo e sul successivo rientro in Manciuria. L'anno dopo scrive la sua opera più famosa Seryoushitsu nite ("Nel reparto volontario"). Il romanzo, anche questo autobiografico, parla della sua gravidanza e della tragica perdita della figlia. Nel 1929, diventata membro della "Federazione dei Laburisti", pubblica un racconto dopo l'altro ma è costretta a interrompere l'attività per l'arresto del 1937 e per i problemi di salute che sviluppa in prigione.

Produzione del dopoguerra

Dopo la guerra Hirabayashi riprende la scrittura, ma con un nuovo approccio. La lunga guerra e la lotta contro la malattia portano l'attenzione dell'autrice sul benessere individuale più che sulla lotta di classe. In shuusen nisshi ("Il diario della fine della Guerra") esprime la sua gioia e il sollievo per il termine del conflitto mondiale. In "Hitori Yuku" ("Io cammino da sola") la protagonista, gravemente ammalata e in difficoltà economiche, si ritrova in un letto d'ospedale a riflettere sul tempo sprecato in attività sovversive. [3]

Racconti gialli

Hirabayashi pubblica dei racconti gialli per le riviste Shinseinen e Ryōki. Riconosciuto il suo talento, l'editore di Shinseinen cerca di invogliare l'autrice a continuare a cimentarsi nel genere poliziesco, ma Hirabayashi rifiuta, preferendo dedicarsi alla letteratura proletaria.[4]

Opere

  • Azakeru (嘲る, 1927) - "Autoironia"
  • Seryoushitsu nite (施療室にて, 1928) - "Nel reparto ospedaliero"
  • Shuusen nisshi (1946) - "Diario della fine della Guerra"
  • Hitori yuku (一人行く, 1946) - "Io cammino sola"
  • Mou Chuugoku-hei (1946) - "Soldati cinesi ciechi"
  • Kishi mojin (1946) - "La Dea dei Bambini o Dea Demone"
  • Kooiu onna (かういふ女, 1946) - "Questo tipo di donna"
  • Watashi wa ikiru (私は生きる, 1947) - "Io vivrò"
  • Kokusatsu (黒札) - "Note nere"
  • Chitei no uta (地底の歌, 1948) - "Canzone dall'oltretomba"
  • Jinsei jikken (1948) - "Un esperimento di vita"
  • Hito no inochi (1950) - "Vita di un uomo"
  • Nagurareru aitsu (殴られるあいつ) - "L'uomo sconfitto"
  • Sabaku no hana (砂漠の花, 1957) - "Fiori nel deserto"
  • Sono hito to tsuma (その人と妻) - "L'uomo e sua moglie"
  • Erudorado Akarushi (エルドラド明るし)
  • Fumou (1962) - "Sterilità"
  • Kuroi Nenrei (1963) - "Gli anni neri"
  • Haha to iu onna (1966) - "Una donna da chiamare madre"
  • Himitsu (秘密, 1967) - "Segreto"

Vedi anche

Note

  1. ^ Rimer, J. Thomas. e Gessel, Van C., The Columbia anthology of modern Japanese literature, Columbia University Press, ©2005-©2007, ISBN 9780231138048, OCLC 56334254.
  2. ^ Schierbeck, Sachiko Shibata., Japanese women novelists in the 20th century : 104 biographies, 1900-1993, Museum Tusculanum Press, 1994, ISBN 8772892684, OCLC 32348453.
  3. ^ Jean Miseli, Violent emotions: Modern Japanese and Korean women's writing, 1920–1980, ProQuest Dissertations Publishing, 2004, ISBN 0612931366.
  4. ^ Sari Kawana, The Price of Pulp: Women, Detective Fiction, and the Profession of Writing in Inter-War Japan, in Japan Forum, Vol.16(2), 2004, pp. 207-29, DOI:10.1080/0955580042000222646.

Further reading