al-Ballanūbī
Abū l-Ḥasan ʿAlī ibn ʿAbd al-Raḥmān al-Kātib al-Ṣiqillī (fl. XI-XII secolo; Villa Noba, ... – Egitto, ...; fl. XII-XIII secolo) , più noto con la nisba al-Ballanūbī (o al-Billanūbī, "quello di "Villanuova"), fu un poeta arabo-siciliano, vissuto a cavallo tra l'XI e il XII secolo, la cui fioritura si colloca nel contesto letterario della Sicilia araba.
Biografia
Abū l-Ḥasan ʿAlī ibn ʿAbd al-Raḥmān era un arabo di Sicilia di discendenza Ansar[1], nativo di Villanova, da cui l'etnico con cui è conosciuto. Il toponimo Villanova (Villa Nova, Villa Noba, o Billanoba) rimanda a un località nei pressi di Bivona, il cui abitato, secondo Michele Amari, doveva esser sparito già prima della conquista normanna[2][3]. A seguito dell'invasione normanna della Sicilia, al-Ballanūbī abbandonò l'isola[4]. Si trasferì in al-Andalus, dove, al pari del più noto Ibn Hamdis, altro poeta esule dalla Sicilia, al-Ballanūbī si pose sotto l'ala protettrice dell'abbadide Muḥammad al-Muʿtamid[4], poeta e mecenate, che dal 1069 al 1091, ultimo regnante musulmano sulla Taifa di Siviglia, raccolse presso la propria corte un importante sodalizio intellettuale.
In seguito fu al Cairo, in Egitto[1], dove morì agli inizi del Millecento, dopo aver raggiunto un'età molto avanzata.
Opera poetica
Di al-Ballanūbī è tramandato un esiguo dīwān in cui si contano alcuni brevi componimenti, cinque qasida, e una commossa elegia in memoria della madre morta[1].
Il poco di lui sopravvissuto non è paragonabile, per livello artistico al canzoniere, peraltro ben più ampio, del suo collega siracusano Ibn Hamdis. In Ballanūbī si trovano, trattati con originalità e virtuosismo, motivi e temi classici della lirica araba, ma, a differenza di Ibn Hamdis, senza alcun riferimento a dettagli della sua esistenza reale o a eventi della vita nella Sicilia in epoca musulmana, salvo il vago appiglio biografico costituito dalle dediche in lode di due qaside[1]. Assente, nel poco che si è tramandato, è anche il tema poetico del rimpianto per la terra natia siciliana, così vivo e struggente, invece, nella poetica dell'esule Ibn Hamdis. In particolare, nessun accenno si trova ai Normanni[5]: non doveva essergli congeniale l'invettiva contro gli invasori venuti dal Nord, dal momento che essa rimane estranea ai temi della sua poesia, a differenza di quanto accade in altri poeti arabo-siciliani che di quella conquista avevano fatto esperienza[5].
Edizioni
Del suo sparuto canzoniere esiste una traduzione italiana curata da Celestino Schiaparelli, rimasta nel novero delle opere inedite dell'orientalista italiano, ma tuttora conservata presso la libreria della Scuola Orientale di Roma. La raccolta, e l'edizione di quanto rimaneva del dīwān di al-Ballanūbī, fu curata da Umberto Rizzitano[6]. Un'edizione araba del canzoniere, curata da Hilāl Nājī, è stata pubblicata a Baghdad nel 1976[7].
Traduzioni di alcune sue liriche sono raccolte nell'antologia Poeti arabi di Sicilia, curata da Francesca Maria Corrao per Arnoldo Mondadori Editore (1987), opera ripubblicata da Mesogea nel 2002.
Quattro delle sue liriche, tratte dall'antologia della Corrao, curate da Jolanda Insana e Valerio Magrelli, sono incluse in Poesia: antologia illustrata di Elisa Marinelli (2002)[8]: i motivi ispiratori dei quattro brani sono la fugacità della gioia e del piacere (Gioisci delle arance che raccogli) e i temi, classici per la poesia araba di Sicilia, della distanza dell'amato e dell'abbandono (Venne a trovarmi..., Fino a quando l'innamorato avrà pazienza?, O mio amante amato...)[8].
Note
- ^ a b c d Amari, 521.
- ^ Amari, 433.
- ^ Gianni Pirrone (Palermo, 30 marzo 1924), architetto e storico dell'architettura, definisce Al-Ballanūbī di Bivona di Sicilia, facendo così coincidere Villanova con il comune agrigentino.Si veda: Gianni Pirrone, L'isola del sole: architettura dei giardini di Sicilia, Electa, 1994, p. 54.
- ^ a b Al-Ballanūbī (o al-Billanūbī "quel di Villanova"), in Enciclopedia biografica universale, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani.
- ^ a b Christopher Kleinhenz (a cura di), Arabic Literature in Italy, in Medieval Italy: An Encyclopedia, I, 2004, p. 45.
- ^ Umberto Rizzitano, Annals of the Faculty of Arts of 'Ain Shams University of Cairo, V, Il Cairo, 1959, pp. 142-209.}
- ^ Hilāl Nājī (a cura di), Dīwān Alī b. Abdarrahmān al- Billanūbī aṣ-Ṣiqillī, Baghdad, anno = 1976, Dār al-Risālah lil-Ṭibāʻah,.
- ^ a b Elvira Marinelli, Poesia: antologia illustrata, Giunti, 2002, pp. 124-125, ISBN 978-88-440-2549-6.
Bibliografia
- Umberto Rizzitano, Letteratura araba, in Storia delle letterature d'Oriente, diretta da Oscar Botto, vol. II, Vallardi, 1969.
- Francesca Maria Corrao, Encyclopedia of Arabic Literature, "ad vocem", Routledge, Londra, 1998.
- Francesca Maria Corrao, «Siculo-Arabic Poets», in Encyclopedia of Arabic Literature, op. cit., 1998.
- Francesca Maria Corrao (a cura di), Poeti arabi di Sicilia , Arnoldo Mondadori Editore, 1987 (rist. Mesogea, 2002 ISBN 978-88-469-2023-2).
- Al-Ballanūbī (o al-Billanūbī "quel di Villanova"), Enciclopedia biografica universale, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
- Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia, volume 2, Firenze, Felice Le Monnier, 1858.ISBN non esistente
- (a cura di Christopher Kleinhenz), Medieval Italy: An Encyclopedia, Volume I, 2004. ISBN 978-04-159-3930-0
- Gianni Pirrone, L'isola del sole: architettura dei giardini di Sicilia, Electa, 1994.
- Vittorio Lingiardi, Men in love: male homosexualities from Ganymede to Batman, Open Court Publishing Company, 2002. ISBN 978-08-126-9515-1
- Elvira Marinelli, Poesia: antologia illustrata, Giunti Editore, 2002. ISBN 978-88-440-2549-6
Voci correlate
Altri progetti
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