Eleanor Taylor Bland

scrittrice statunitense

Eleanor Taylor Bland (Boston, 31 dicembre 1944Waukegan, 2 giugno 2010) è stata una scrittrice statunitense di origine afroamericana, nota soprattutto per i suoi romanzi gialli aventi come protagonista la detective Marti McAllister.

Biografia

Eleanor Taylor Bland nacque il 31 dicembre 1944 a Boston, in Massachusetts, dove passò la sua giovinezza. Figlia del tassista Leroy e della casalinga Mildred Taylor, all'età di quattordici anni sposò il marine Walter Bland e si trasferì a Naval Station Great Lakes, Illinois, dove il marito risiedeva. La coppia ebbe due figli e il matrimonio durò per trentuno anni. In seguito al divorzio la vita di Eleanor cambiò profondamente e fu segnata dal costante tentativo di abituarsi al nuovo status di madre single.

Nel corso degli anni settanta le venne diagnosticata la Sindrome di Gardner e i dottori le dettero non più di due anni di vita. Nonostante ciò Eleanor continuò a vivere con ottimismo e la malattia giunse persino a stravolgere il suo modo di pensare. Riuscì a sopravvivere, ma non sconfisse mai del tutto il cancro.[1] Oltre a due figli, Bland ebbe numerosi nipoti, e fu molto legata alla sua famiglia. La vita famigliare dell'autrice ricoprì un ruolo fondamentale nella sua carriera: le questioni famigliari sono un tema ricorrente in tutte le sue opere letterarie. Quando durante un'intervista le venne chiesto cosa facesse nel suo tempo libero, Bland rispose «Nipoti, nipoti, nipoti», aggiungendo che grazie a loro riusciva a restare al passo con i tempi.[2]

Nel 1981 si laureò in contabilità alla Southern Illinois University e fino al 1999 lavorò come impiegata presso i Laboratori Abbot. Durante questo periodo scoprì la sua vocazione di scrittrice e iniziò a comporre storie brevi per alcune antologie. Il suo interesse si spostò poi verso il genere del romanzo, in particolare quello giallo, e iniziò a delineare la figura della sua eroina Marti Mc Allister. [3] Nonostante la malattia, nel 2001 si dedicò alla scrittura con un ritmo serrato, procedendo in maniera intuitiva e rispettando i tempi e i processi del suo subconscio, come lei stessa affermò.[2]

Durante la sua carriera ricevette diversi premi e onorificenze, come il Pen Oakland Josephine Miles Literary Award e il Chester A. Himes Mystery Fiction Award. Fu membro del consiglio amministrativo del Mystery Writers of America, socia fondatrice e segretaria delle Sisters in crime, e prese parte al consiglio onorario per la restaurazione del Genesee Theater.

Bland dimostrò il suo impegno sociale difendendo le minoranze, garantendo sostegno a enti che offrivano assistenza e alloggi temporanei a donne sole con figli, come la Staben House, e aderendo ad associazioni contro la violenza sessuale, come il Lake County Council.[4]

Durante gli ultimi anni della sua vita risedette a Waukegan, in Illinois, dove morì a causa della Sindrome di Gardner il 2 giugno 2010 al Vista Medical Center East.[5]

Produzione letteraria

Il corpus letterario di Eleanor Taylor Bland è costituito da diverse storie brevi contenute in antologie realizzate in collaborazione ad altre autrici, come The Night Awakens, edita da Mary Higgins Clark e dai quattordici volumi che compongono la serie poliziesca avente come protagonista Marti MacAlister.[4]

Nel 1992 fu pubblicato il primo romanzo della serie, Dead Time, ma fu in realtà il secondo volume, Slow Burn, ad essere stato scritto per primo. I quattordici romanzi gialli furono pubblicati all'incirca uno ogni anno,[6] e avevano come protagonista la detective afroamericana Marti MacAlister, trasferitasi da Chicago nella piccola città di Lincoln Prairie, in Illinois. Il suo stile di vita urbano e scaltro, si scontra con quello più provinciale del nuovo collega Matthew (Vik) Jessenovik, americano ma di origini polacche.[7] Fu la stessa Bland a precisare come i due personaggi fossero la carta vincente della serie e tale opinione fu condivisa dalla critica.[8]

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I romanzi, come già detto dalla stessa Bland, possono essere letti autonomamente, e questo perché sono autoconclusivi, nonostante vi siano personaggi che ricorrono in più di un romanzo, e ciò avviene soprattutto nel caso delle amicizie di Marti o di bambini che la detective aiuta.[CITA WINDY CITY DYING]

La struttura è molto simile in tutti i quattordici volumi che compongono la serie: Marti lavora ad un caso, al quale se ne affianca un altro che spesso è collegato al primo e nel frattempo si inseriscono trame secondarie che coinvolgono i famigliari della protagonista e di Vik e vecchie amicizie di Marti.[4]

In Tell No Tales, ad esempio, non solo le vicende private dei due detective costituiscono il filone centrale delle trame secondarie, si riflettono nello stesso rapporto tra Marti e Vik: Marti comincia ad adattarsi al suo recente secondo matrimonio e Jessenovik è alle prese con la malattia che pian piano sta distruggendo la vita di sua moglie, la sclerosi multipla; nel frattempo gli indizi nell'indagine dell’omicidio coinvolgono un vecchio mentore poliziotto di Jessenovik, che porta ad una reciproca rivalutazione della loro relazione professionale.[4]

L'undicesimo romanzo della serie, Fatal Remains (2003), intreccia temi che fino ad allora non erano stati toccati dall'autrice: l'elemento soprannaturale, onore degli antenati e schiavitù. Al centro del volume è la vicenda di una famiglia discendente da un colono che risiedeva nella zona abitata dalla tribù degli Indiani Potawatomi ed era collegato alla Underground Railroad.[9]

Nel dodicesimo volume, A Cold and Silent Dying (2004), si vede per la prima volta Marti in difficoltà con una donna sul posto di lavoro: anche lei afro-americana, la nuova Tenente tende a sminuire e ridurre il successo lavorativo di Marti a pura fortuna.[10][11]

Temi e caratteristiche principali

Elementi peculiari dello stile dell'autrice sono l'uso di diverse trame secondarie, che spesso coinvolgono le famiglie degli agenti o amici, e una buona dose di critica sociale. I rapporti familiari sono un altro filo conduttore nelle sue opere. Oltre a divertire i lettori, Bland li sensibilizzava su tematiche che le stavano a cuore, come il vagabondaggio, il razzismo, la malattia e le difficoltà delle persone povere.[8]

Bland riteneva che affrontare queste delicate tematiche fosse importante per rendere giustizia a chi normalmente non aveva voce nella società. In questa categoria rientrano spesso le vittime degli omicidi che Marti deve risolvere. Uno degli informatori principali di Marti è un senzatetto, che la detective si ritrova a difendere dai commenti spiacevoli dei suoi colleghi per via della sua insinuata inaffidabilità.

L'autrice mostra infine un occhio di riguardo per i bambini e gli adolescenti collocati ai margini della società, di cui spesso sono vittime. Gone Quiet e Keep Still sono solo due esempi in cui i ragazzi sono l'oggetto dell'efferatezza dei criminali in cui Marti s'imbatte: nel primo il diacono di una chiesa battista è un pedofilo, mentre nel secondo un bambino scomparso viene abusato da due persone assassinate.[4] Bland considerò il giallo come il genere perfetto per portare l'attenzione del grande pubblico su queste problematiche: attraverso le sue opere esplora le differenze sociali, indipendentemente dalla razza di appartenenza.[12]

Il personaggio di Marti

Marti è una detective afroamericana e all'interno del Dipartimento di polizia è una delle pochissime donne presenti. Le priorità di Marti sono far valere la giustizia e consolidare le relazioni umane. Nonostante le somiglianze tra l'autrice e la sua eroina, specialmente nella comune origine razziale e nella qualità della tenacia, Bland non modellò a propria immagine e somiglianza il personaggio di Marti, intendendo soprattutto creare una figura carismatica e positiva, che i lettori potessero apprezzare.

L'autrice ha costruito una protagonista in cui i lettori possono identificarsi, senza però rinunciare a caratteristiche in grado di renderla unica. Ad esempio rimanere casti fino al matrimonio, come Marti e Ben hanno scelto di fare, non è necessariamente la norma nella società d'oggi, spinta dal desiderio sessuale. Perciò, mentre alcune persone possono sentirsi collegate all'amore di Marti per Ben, la sua astinenza crea un potenziale divergenza con i lettori. Ciò permette a Marti di essere accessibile come personaggio, e allo stesso tempo interessante e unica. La cosa più importante per la scrittrice è riuscire a entrare in connessione con i lettori ed è proprio questo che ha reso la serie un tale successo.[12] Inoltre Marti, nella sua abilità di destreggiarsi tra i problemi e le innumerevoli responsabilità, riflette la condizione di molte donne contemporanee.[8]

I rapporti tra i personaggi

I rapporti interpersonali della detective Marti consentono all'autrice di esplorare varie questioni e di concretizzare uno dei suoi obiettivi primari, ovvero la critica sociale. Attraverso il personaggio di Vik, Bland portò all'attenzione il tema del pregiudizio e in generale del razzismo. Nonostante alcune difficoltà iniziali, Marti e il collega riescono ad accettarsi reciprocamente e ad accogliere le idee dell'altro: l'autrice usò la coppia di colleghi per promuovere il miglioramento dei rapporti multiculturali nella comunità. Per quanto il razzismo sia trattato come un problema che coinvolge i due detective, Bland non giunge mai ad insinuare che la polizia, intesa come istituzione politica statale, sia razzista o sessista. Ha dunque una posizione differente da quella di molte altre scritti donne di colore.[13]

Dai rapporti famigliari di Marti, con la madre e la figlia in particolare, traspare una certa tendenza femminista dell'autrice: l'intesa e la solidarietà tra donne sono considerati come le fonti principali di emancipazione. Mama Mac costituisce un solido punto di riferimento per Marti, che a sua volta dà supporto psicologico alla figlia Joanna, ma a quest'ultima non sempre viene mostrata una forza invincibile. In Tell No Tales, ad esempio, Marti abbraccia Joanna, che piange per aver perso il fidanzato Chris, e le ricorda come sia giusto accettare le proprie debolezze. Nella serie emergono però anche le difficoltà connesse al ruolo di madre: infatti relazione più complessa della serie è quella tra Marti e il figlio, la cui introversione fa vivere in apprensione la protagonista, spesso incapace di comprendere il suo reale stato d'animo. Questo rapporto, fonte di insicurezza per Marti, consente inoltre all'autrice di infrangere l'idealizzato stereotipo della "donna di colore forte" e al tempo stesso di assicurare alla protagonista, non infallibile, la simpatia del lettore.[12]

Come notò uno scrittore del periodico Publishers Weekly in un commento a Dead Time, «Bland si occupa di relazioni mutevoli con sensibilità e umorismo».[8] In un sondaggio condotto sulle donne detective nella letteratura gialla, Maureen Reddy evidenziò come la tendenza delle autrici afroamericane fosse quella di creare detective fortemente legate alla propria famiglia.[14] La stessa Bland affermò che «il contributo più importante che abbiamo dato, collettivamente, alla letteratura gialla è lo sviluppo della famiglia allargata; la permanenza dei coniugi e dei compagni, molti dei quali non muoiono nei primi tre capitoli; bambini complicati, desiderati e amati; e persino animali domestici».[15]

Il processo creativo della scrittrice

Per costruire la serie di Marti MacAlister, l'autrice ha scavato a fondo nelle sue esperienze personali e nei suoi ricordi al fine di trovare ispirazione per nuove trame. La stessa Bland afferma come potesse «ritornare a impressioni, eventi che sono successi dieci, quindici anni fa. Alla fine le cose cominciano a tornare in superficie. Qualunque cosa raggiunga la superficie e catturi la mia attenzione vince. Una delle cose che però tendo a fare deliberatamente è dare a Marti e Vik dare solo il minimo indispensabile per proseguire con le indagini di un omicidio»; esempio di ciò è la situazione in cui si trovano i due protagonisti nel romanzo Whispers in the Dark, dove uno dei pochi indizi per la risoluzione del caso consiste in un certo numero di mani smembrate che sporgono dal terreno.[8][4]

Riguardo i suoi romanzi e il suo processo di scrittura, Bland commentò: FAI UNA PARAFRASI DI QUESTA PARTE: “Scrivere mi diverte. Scrivo da lettrice, voglio godermi anch’io il libro. Mentre tu leggi uno dei miei romanzi, nello scriverli io sono tre capitoli in avanti. Costruisco la trama e delineo la storia mentre scrivo. Quando sono pronta a scrivere il prologo, sono già pronta per scrivere il libro. Scrivo su questioni sociali, soprattutto quelle che affliggono le donne e i bambini, e anche su quei membri della società che penso non abbiano una voce propria a meno che non si parli per loro (particolarmente vero per i bambini.) Scrivo di ciò che mi fa arrabbiare o coinvolge emotivamente. Penso che la mia responsabilità principale nei confronti del lettore sia da narratrice, e perciò non predico ma includo temi e questioni nel corpo dell’opera attraverso i miei personaggi. Cerco anche di evitare che la storia diventi troppo pesante con parti spiritose e trame secondarie. Personaggi a tutto tondo sono essenziali nel mio lavoro. I romanzi possono essere letti come stand-alone. Marti, i due figli, la sedicenne Joanna, Theo e Mike, entrambi di 11 anni, il secondo marito Ben, la madre, la migliore amica, Sharon, e la figlia di Sharon Lisa, anche lei sedicenne, sviluppano a turno delle trame secondarie in ogni romanzo. Altri personaggi ritornano ciclicamente. Sono davvero orgogliosa di come i quattro bambini stiano crescendo e maturando. Non sono io a dire ai miei personaggi chi sono. Sono loro a dirmelo. Quando vengono da me con un nome, so che sono pronti a rivelare informazioni su sé stessi. Quando non mi dicono il loro nome, so che devo tirare fuori da loro tutto quello che mi serve sapere." Aggiunse inoltre: “Scrivo anche di Waukegan, in Illinois, e le città che la circondano e la vita al nord di una grande città, Chicago. Ho rinominato l’area vicina, chiamandola Lincoln Prairie, così da potermi permettere alcune libertà, come riposizionare edifici e luoghi storici, rinominare strade, e riprogettare la stazione di polizia.” [4]

Fortuna critica

I racconti di Bland hanno ricevuto in modo generale l'acclamazione della critica e l'autrice stessa era consapevole della forte attrattiva esercitata dai suoi personaggi sui lettori.[8] Ad essere apprezzati sono la sensibilità e l'umorismo con cui sono stati costruiti i rapporti tra i personaggi, ma al tempo anche il sorprendente realismo che emerge nella distaccata descrizione di fatti e situazioni.[4]

Stuart Miller di Booklist accolse Slow Burn positivamente: ad essere apprezzati furono gli accattivanti personaggi, l'andamento costante e in generale l'astuta strutturazione del testo. Miller definì Marti come uno dei personaggi più interessanti della letteratura poliziesca contemporanea, opinione condivisa da molti.[8] Nonostante un critico del Publishers Weekly abbia notato come le questioni sociali a volte oscurino la trama, molti altri hanno considerato il secondo romanzo più raffinato rispetto al primo e ad essere lodate furono le sfumature emerse nella rappresentazione della vita personale e professionale di MacAlister.[4] Allo stesso modo, i romanzi successivi ottengono il plauso nelle recensioni di alcuni periodici come Booklist, Publishers Weekly, Library Journal e la sezione di recensione Book World del quotidiano statunitense The Washington Post, che elogiano soprattutto la trama ben costruita, il ritratto delle contraddizioni della società contemporanea, ma soprattutto la caratterizzazione del personaggio di Marti. Non mancano però critiche alla protagonista, da alcuni considerata eccessivamente pungente e sgarbata, e spesso non sono stati apprezzai anche i continui salti dal punto di vista di un personaggio a quello di un altro.[4]

La serie fu particolarmente apprezzata dal grande pubblico. L'autrice non trascurò il rapporto con i suoi lettori, che spesso la contattavano via email per sapere i successivi sviluppi della trama e cosa sarebbe successo ai diversi personaggi, primari o secondari. Alla scrittrice piaceva parlare ai suoi lettori quando autografava i libri e alle conferenze con i fan. Intrattenne parecchie corrispondenze con i fan e a volte usò persino i suggerimenti degli stessi. [8]

Opere

Serie di Marti MacAlister

  • 1992, Dead Time, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 1993, Slow Burn, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 1994, Gone Quiet, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 1995, Done Wrong, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 1996, Keep Still, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 1998, See No Evil, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 1999, Tell No Tales, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 2000, Scream in Silence, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 2001, Whispers in the Dark, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 2002, Windy City Dying, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 2003, Fatal Remains, St. Martin's Press (New york, NY)
  • 2004, A Cold and Silent Dying
  • 2005, A Dark and Deadly Deception
  • 2007, Suddenly a Stranger

Collaborazioni (antologie)

  • Women on the Case, ed. Sarah Paretsky
  • Spooks, Spies, and Private Eyes, ed. Paula A. Woods
  • Malice Domestic 7, ed. Sharon McCrumb
  • Murder on Route 66, ed. Carolyn wheat
  • The Night Awakens, ed. Mary Higgins Clark
  • The World’s Finest Mystery and Crime Stories, ed. Gorman
  • Shades of Black: Crime and Mystery Stories by African American Authors, ed. Eleanor Taylor Bland e Anthony Arnell Bland (2004)

Voci correlate

Note - metà delle note utilizzate non provengono da fonti autorevoli, così come in Bibliografia!

  1. ^ Drew, p.30
  2. ^ a b Lesinski
  3. ^ Jensen
  4. ^ a b c d e f g h i j Bland, Eleanor Taylor 1944-., in Contemporary Authors, New Revision Series, v. Tell No Tales, vol. 116, 2003, pp. 33-36. URL consultato il 10 ottobre 2017.
  5. ^ Mystery writer Eleanor Taylor Bland dead at 65, su articles.chicagotribune.com. URL consultato il 23 May 2017.
  6. ^ Brown, Dale (2008). "Eleanor Taylor Bland: Busy Lady" in Conversations with American Writers: The Doubt, the Faith, the In-Between. Wm. B. Eerdmans Publishing. P. 4.
  7. ^ Lisinski, Jeanne M. "Eleanor Taylor Bland" Biography at Answers.com
  8. ^ a b c d e f g h Lesinski, Jeanne M., Bland, Eleanor Taylor 1944–., in Contemporary Black Biography, vol. 39, Ashyia N. Henderson, 2003, pp. 17-19. URL consultato l'8 ottobre 2017.
  9. ^ FATAL REMAINS by Eleanor Taylor Bland, su kirkusreviews.com.
  10. ^ A Cold and Silent Dying, su goodreads.com.
  11. ^ A COLD AND SILENT DYING, su publishersweekly.com.
  12. ^ a b c Boentje, Jennifer, Christen Pujek, and Lauren Curtright, "Eleanor Taylor Bland.", in Voices from the Gaps, 2002.
  13. ^ Martin Priestman, The Cambridge Companion to Crime Fiction, 2003.
  14. ^ Reddy, Maureen (2007). "Women Detectives" in The Cambridge Companion to Crime Fiction (Cambridge Companions to Literature) by Martin Priestman. Cambridge University Press, Cambridge, Mass.
  15. ^ Review of Shades of Black in Publishers Weekly, January 19, 2004; quoted in Drewe (2007).

Bibliografia