Castello normanno (Ariano Irpino)

castello medievale nella città di Ariano Irpino

Il castello normanno di Ariano Irpino sorge sulla sommità dell'omonimo colle a un'altitudine 811 m s.l.m.[6], nella parte più alta e panoramica del territorio cittadino. Edificata in una posizione strategica e di difficile accesso, crocevia tra l'Irpinia, il Sannio e la Puglia, la fortezza domina infatti le valli dell'Ufita, del Miscano e del Cervaro[7]. Come risulta dai documenti pervenuti fino ai giorni nostri, la sua funzione non è stata tanto quella di proteggere la città da eventuali attacchi provenienti dalle zone limitrofe, quanto quella di ergersi a baluardo per sostenere un assedio in caso di guerra, fungendo da freno a un'eventuale invasione del Regno[8].

Castello normanno
Veduta del castello normanno dal viale d'accesso
Ubicazione
StatoPrincipato di Benevento, Ducato di Puglia e Calabria, Regno di Sicilia, Regno di Napoli
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
Regione  Campania
CittàAriano Irpino
Coordinate41°09′15.23″N 15°05′41.02″E
Mappa di localizzazione: Italia
Castello normanno (Ariano Irpino)
Informazioni generali
Tipocastello medievale
Stilenormanno, angioino, aragonese
CostruzioneVII/VIII secolo[1]-XV secolo[2]
Materialepietra arenaria legata a malta[3]
Condizione attualediscreta[4]
Visitabilein parte
Informazioni militari
Funzione strategicacontrollo del territorio fra Benevento e la Valle del Cervaro[3]
Termine funzione strategicaXVII secolo
OccupantiConti di Ariano
EventiAssise di Ariano
Castelli Medievali in Irpinia[5]
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Di forma pressoché trapezoidale, presenta lati di dimensione diversa e torri disposte ai quattro angoli. Ogni torre è articolata al suo interno con alcuni vani di varia dimensione, più grandi in basso e più piccoli in alto. Il loro diametro varia da 13 fino a 16 metri. I muri di cortina sono muniti di contrafforti ora interrati. I lati più corti sono quelli nord e sud, rispettivamente di 40 e 56 metri circa. I lati est ed ovest, invece, corrono per circa 72 ed 81 metri.[9][10]

Vestigia del mastio normanno alla sommità del castello

Nella parte superiore, al mastio del castello, vi era inoltre un edificio quadrangolare di notevoli dimensioni che un documento del 1585 (citato due secoli più tardi da Tommaso Vitale) ricordava accessibile unicamente tramite un ponte e lo identificava come Torre Grande[11]. Tale struttura, di cui oggi non rimangono che i ruderi, venne creata in epoca normanna (secolo XII) ed era formata inizialmente da due camere cui si aggiunsero poi altri due vani minori. L'edificio, affiancato da una corte e dotato di cisterne per la conservazione dell'acqua, era dunque attrezzato per l'estrema difesa[12].

Un documento dell'892, conservato nell'abbazia di Cava de' Tirreni, attesta l'esistenza del castello già in epoca longobarda. Radicalmente restaurato e ingrandito dai Normanni, il maniero fu poi gravemente danneggiato nel 1255 quando la piazzaforte venne presa a tradimento dai Saraceni di Lucera. Tuttavia il castello fu risistemato già nel 1266 grazie a Carlo I d'Angiò e venne poi ulteriormente ampliato nel XV secolo su disposizione di Ferdinando II d'Aragona[13]. Pertanto, nonostante la struttura possa essere datata sotto il profilo costruttivo tra i secoli XI e XII, essa presenta esternamente le caratteristiche peculiari dell'architettura aragonese.

Il castello ebbe ancora un ruolo cruciale nel corso delle grandi Guerre d'Italia del XVI secolo, tuttavia in seguito venne abbandonato definitivamente, tanto che già alla fine del Settecento della costruzione originaria non rimanevano che i Torrioni, parte della cinta muraria e poche altre strutture. "Da i terremoti fu molto rovinato, di modo che al presente (1794) non vi esistono, che quattro ben grandi quasi intieri Baloardi, o siano Torrioni, ed alcune altre fabbriche"[11].

Uno scorcio del torrione nord-est, immerso nel verde della Villa Comunale

Nella seconda metà del secolo XIX si provvide a livellare e alberare i fossati e i pascoli che circondavano il castello[2], creando così l'attuale Villa Comunale che oggi si estende per 50.000 [14].

Sul finire del XX secolo furono condotte, all'interno del maniero, diverse esplorazioni archeologiche dalle quali è emersa una notevole quantità di reperti in ceramica di varia forma (anfore, olle, brocche, ciotole ecc.), a conferma della rilevanza di Ariano quale grande centro manifatturiero già agli inizi del Trecento se non prima.[15]

Agli inizi del XXI secolo il complesso è stato oggetto di un lungo lavoro di restauro e, a partire dal 2009, il castello ospita al suo interno il Museo della civiltà normanna.[16]

Note

  1. ^ Coppola-Muollo, p. 133
  2. ^ a b N. Flammia
  3. ^ a b Coppola-Muollo, p. 135
  4. ^ Il castello di Ariano Irpino, su Istituto Italiano dei Castelli.
  5. ^ Coppola-Muollo
  6. ^ Carta topografica d'Italia - scala 1:100.000 - Foglio n.174 Ariano Irpino - Serie M691- Edizione 4 - Istituto Geografico Militare
  7. ^ Il Castello normanno, su Comune di Ariano Irpino.
  8. ^ M. D'Antuono, O. D'Antuono
  9. ^ Coppola-Muollo, pp. 135-136.
  10. ^ Castello di Ariano Irpino, su Irpinia, musica e castelli.
  11. ^ a b T. Vitale
  12. ^ Comune di Ariano Irpino, Ricerche archeologiche nel castello di Ariano Irpino, a cura di Marcello Rotili, Ariano Irpino, ottobre 1988, pp. 8-9.
  13. ^ Irpinia, castello Normanno di Ariano Irpino, su Ente Provinciale del Turismo.
  14. ^ Villa comunale, su Irpinia Info.
  15. ^ Rotili-Busino, pp. 144-154.
  16. ^ Ariano: Museo della civiltà normanna, su Irpinia News.

Bibliografia

  • Giovanni Coppola e Giuseppe Muollo (a cura di), Ariano Irpino, in Castelli Medievali in Irpinia. Memoria e conoscenza, Napoli, ArtstudioPaparo, 2017, pp. 133-136, ISBN 88-99130-43-4.
  • Mario D'Antuono, Ottaviano D'Antuono, Guida Turistica di Ariano Città Capitale, Ariano Irpino, Tipografia Impara, 2001.
  • Nicola Flammia, Storia della città di Ariano, Ariano Irpino, Tipografia Marino, 1893.
  • Marcello Rotili e Nicola Busino, Castello di Ariano Irpino. Ricerche Archeologiche 1988-94, 2008 (PDF), in Quaderni di archeologia medievale, n. 11, Palermo, Officina di Studi Medievali, 2010, pp. 139-166, ISBN 978-88-6485-008-5.
  • Tommaso Vitale, Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi, Roma, Salomoni, 1794.

Voci correlate

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