Eremo di Cerbaiolo

edificio religioso di Pieve Santo Stefano
Versione del 6 nov 2017 alle 18:47 di 82.61.177.116 (discussione) (Ho aggiunto notizie (fonti "Compendiosa Descrizione della Terra di Pieve Santo Stefano" , Canonico Giovanni Sacchi e "Annales Minorus", Vadingo))

L'eremo di Cerbaiolo è un edificio sacro che si trova nella località omonima a Pieve Santo Stefano.

Eremo di Cerbaiolo
L'eremo di Cerbaiolo
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Toscana
LocalitàPieve Santo Stefano
Coordinate43°40′18.23″N 12°05′17.27″E
Religionecattolica
TitolareSant'Antonio
OrdineOrdine francescano
DiocesiArezzo-Cortona-Sansepolcro

Storia e descrizione

L'eremo è un esempio notevole di insediamento religioso in ambiente impervio. Sorse come monastero benedettino nell'VIII secolo, dal 1216 - anno in cui fu donato a san Francesco - al 1783 fu abitato dai Francescani, divenendo poi parrocchia col titolo di Sant'Antonio. Dalle origini al 1520 ha fatto parte della Diocesi di Città di Castello, nel 1520 è entrato a far parte della Diocesi di Sansepolcro.

Il canonico Giovanni Sacchi, nella "Compendiosa Descrizione Istorica della Pieve di Santo Stefano", riporta come il monastero di Cerbaiolo, già abbandonato dai benedettini trasferitisi nel romitorio di S. Maria in Moscheto, fu offerto nel 1217 dai pievani a san Francesco, reduce dalla sua terza peregrinazione al convento della Verna, e ospite presso il castello della Pieve di Santo Stefano della famiglia Mercanti. Condotto in Cerbaiolo il padre s. Francesco d'Assisi gradì accettare l'offerta, in maniera che il romitorio fu eletto a dimora dei suoi Frati minori. Versione confermata dal Vadingo (Annales Minorum - Romae 1731 a c(arte) 281 Tom.I ibi).

In una seconda versione dello storico Lorenzo Taglieschi, questo passaggio risulta essere avvenuto soltanto nel 1303, quando i conti di Montedoglio concessero il monastero di Cerbaiolo ai frati Minori di San Francesco della Verna, poiché questi ultimi lo stimavano essere luogo a loro caro per avervi dimorato i santi Francesco d'Assisi e Antonio da Padova.

Anche se non è sicuro che vi abbia soggiornato san Francesco, certamente vi sostò sant'Antonio, del quale ancora oggi si indica il luogo dove pregava[1]

Dopo i pesanti danni subiti dai tedeschi nel 1944 durante la Seconda guerra mondiale (l'eremo fu teatro di ripetuti scontri a fuoco tra partigiani locali e le truppe naziste che tentarono di impadronirsene per usarlo come base di operazioni subendo ripetute sconfitte), è stato totalmente restaurato da un'eremita della Piccola Compagnia di santa Elisabetta, Chiara Barboni, morta nel 2010.

Dal 1967 è stato ceduto dal vescovo di Sansepolcro ad un Istituto Secolare Francescano. Dopo la morte di suor Chiara è abitato da un asceta che ha scelto di vivere in meditazione.

Il complesso si articola attorno ad un chiostro seicentesco a grossi pilastri ed archi depressi con isolati corpi di fabbrica (chiesa, sacrestia, refettorio, cappella, celle). La chiesa, con portali settecenteschi ed abside poligonale, conserva tre altari rinascimentali in pietra.

Rilevante è la "cappella di Sant'Antonio", edificio a torre del 1716 con il fianco occidentale poggiante sulla nuda roccia.

Note

Collegamenti esterni