Ismaele
Ismaele | |
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Nascita | XVIII secolo a.C. circa |
Venerato da | Islam |
Santuario principale | Kaʿba, La Mecca |
Ismaele (Ebraico יִשְׁמָעֵאל, in arabo إسماعيل?, Ismāʿīl) è un personaggio biblico, uno dei figli del patriarca Abramo. In ebraico in suo nome significa “Dio ascolta” oppure “l’atto di Dio di far ascoltare”.[1]
È citato più volte nel Corano come esempio di rettitudine, come profeta di Dio e Suo apostolo.
Personaggio biblico
Il libro della Genesi afferma che Ismaele nacque dalla schiava Agar:[2]
Alla nascita del figlio Isacco dalla moglie Sara insorge un'acuta gelosia della moglie nei confronti della giovane schiava Agar. Abramo si trova allora costretto ad allontanare Agar e il loro figlio Ismaele (cfr. Genesi Genesi 21,8-21[3]), che si riducono a vivere nel Deserto di Paran. Più avanti Ismaele prenderà in moglie una egiziana.
Ismaele è perciò considerato il progenitore "nobile" degli Arabi i cui discendenti, da questo punto di vista, possono essere definiti "ismaeliti", senza, però, che questo debba ingenerare confusione con quella parte dei musulmani che si rifanno alla variante ismailita (o settimana) dello Sciismo.
Ismaele nel Nuovo Testamento
Ismaele viene citato anche nel Nuovo Testamento. San Paolo, nella lettera ai Galati, lo indica come figlio della schiava (Agar, figura della Legge), e lo contrappone a Isacco, il figlio della donna libera (Sara, figura della grazia, cioè della salvezza che si ottiene mediante la fede). Gal. 4, 21-31.
Citazioni
I figli d'Ismaele furono, secondo la Bibbia, Nebaioth, Kedar, Adbeel, Mibsam, Mishma, Duma, Massa, Hadar, Tema, Jethur, Nafish, Kedma. (cfr. Genesi I 25,13-16)
Il nome Ismaele è anche citato nell'incipit del romanzo Moby Dick (o "The Whale") di Herman Melville. Alcuni appassionati lo definiscono pertanto un "nome letterario".
Esegesi ebraica
- Ismaele potrebbe essere considerato primogenito di Avraham ma, anche accettando questo, rese onore ad Isacco, figlio di Avraham e Sarah.
Personaggio del Quran
La tradizione islamica è divisa nell'individuare in Ismaele o nel fratello consanguineo Isacco (avuto da Sara) il figlio che Dio ordinò ad Abramo di sacrificargli, fermandone prima dell'esecuzione la mano, soddisfatto dell'ubbidienza totale ( islām ) mostrata da Abramo.[4]
Partorito dalla madre Hāgar nell'area stepposa di Mecca in cui Abramo l'aveva accompagnata, Ismaele passò lì tutta la sua giovinezza. Secondo la tradizione araba Ismaele prese in moglie la figlia del capo della tribù locale dei Jurhum, primi signori di Mecca.
Nel corso di una delle visite effettuate da suo padre lo avrebbe aiutato secondo la medesima tradizione a riedificare la Kaʿba, del tutto distrutta in seguito al Diluvio Universale, aiutandolo anche nella ricollocazione nell'angolo Sud-Est della Pietra nera ( al-ḥajar al-aswad ), ultimo lacerto della Casa Antica fatta calare da Dio in Terra all'inizio dei tempi come Suo santuario.
Alla sua morte sarebbe stato inumato accanto a sua madre, accostato alla Kaʿba, fra la parete sud-occidentale e il muretto semicircolare (hatīm) poco discosto. Sarebbe questo il motivo per cui i pellegrini musulmani, in segno di rispetto, non possono calpestarne l'area interna così delimitata, definita in arabo ḥijr Ismāʿīl, esclusa quindi dalla circumdeambulazione rituale (ṭawāf).
Per essere nato e vissuto presso Mecca, è considerato l'antenato illustre degli arabi settentrionali.
Note
- ^ Michel Vâlsan, Sufismo ed esicasmo, Edizioni mediterranee, p. 61, ISBN 88-272-1369-4.
- ^ Nel Corano Hāgar.
- ^ Gen 21,8-21, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Tabari, Taʾrīkh al-rusul wa l-mulūk (Storia dei profeti e dei re), ed. E. Yarshater, Albany, SUNY Press, vol. I.
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