Carlo Palermo
Carlo Palermo (Avellino, 28 settembre 1947) è un avvocato, magistrato e politico italiano, già sostituto procuratore a Trento dal 1975 fino al 1984 e poi a Trapani fino al 1989. Oggi esercita l'avvocatura.
Carlo Palermo | |
---|---|
Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislatura | XI |
Gruppo parlamentare | La Rete |
Circoscrizione | Trento-Bolzano |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | La Rete |
Titolo di studio | laurea in giurisprudenza |
Professione | avvocato |
Biografia
Nominato sostituto procuratore di Trento nel 1975, diventò noto al grande pubblico quando aprì un'indagine su un ampio traffico di armi e droga, che venne avviata nel 1980 in seguito al sequestro di 110 kg di morfina base a Trento che erano destinati all'albergatore Karl Kofler (morto poco tempo dopo in carcere) e ad Herbert Oberhofer, i quali costituivano un anello di congiunzione tra i trafficanti turchi e i mafiosi siciliani[1][2]; gli accertamenti evidenziarono il ruolo principale avuto dal trafficante siriano Henry Arsan (residente a Milano), il quale riusciva a barattare carichi di armi in Medio Oriente con partite di droga[3], e coinvolsero anche ufficiali dei servizi segreti affiliati alla loggia P2 (il generale Giuseppe Santovito e il colonnello Massimo Pugliese), il boss turco Bekir Celenk (implicato anche nell'inchiesta romana sull'attentato a Giovanni Paolo II) e l'attore Rossano Brazzi[4], i quali erano accusati di aver partecipato a trattative per la vendita di armi da guerra all'estero[5].
Tuttavia l'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi presentò un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura contro il giudice Palermo perché si era sentito indebitamente chiamato in causa dopo che il magistrato aveva scritto il suo nome su alcuni decreti di perquisizione intestati al finanziere socialista Ferdinando Mach di Palmstein[6]: per queste ragioni il Csm avviò un'inchiesta disciplinare nei confronti di Palermo e gli fu tolta l'indagine[7]. Il magistrato decise allora nel 1985 di farsi trasferire alla procura di Trapani, dove le sue indagini si erano incrociate con il collega Giangiacomo Ciaccio Montalto ucciso nel 1983: infatti il giudice Palermo si era incontrato a Trento con Ciaccio Montalto tre settimane prima che fosse ucciso per scambiarsi informazioni riservate sul filone dell'inchiesta che riguardava il traffico di stupefacenti[8].
Nella città siciliana, dopo solo 50 giorni dal suo arrivo, la mafia reagì e tentò di ucciderlo con un'autobomba a Pizzolungo, una frazione del trapanese: il magistrato restò ferito, poiché al momento dell'esplosione l'auto del magistrato stava superando una vettura su cui si trovavano Barbara Rizzo e i suoi due piccoli gemelli Salvatore e Giuseppe Asta, che morirono dilaniati, investiti in pieno dall'esplosione. Le indagini successive chiarirono che l'attentato dinamitardo aveva finalità preventive e dimostrative perché il giudice Palermo aveva intenzione di continuare le indagini sul traffico di droga e sarebbe potuto arrivare ad una raffineria di eroina nei pressi di Alcamo, che venne scoperta dalla polizia ventidue giorni dopo l'attentato[9][10].
Pochi mesi dopo l'attentato, Carlo Palermo si trasferì per qualche tempo a Roma al ministero, poi lasciò la magistratura e intraprese l'avvocatura, oltre a impegnarsi in politica. Per La Rete è stato dall'aprile 1992 deputato alla Camera nel collegio Trento-Bolzano, fino a quando, nel novembre 1993 fu dichiarato incompatibile[11] e sostituito da Paolo Prodi: nella sua esperienza parlamentare, si mise in evidenza opponendosi all'alta velocità ferroviaria in Alto Adige e appoggiando l'autorizzazione a procedere nei confronti di Craxi[12]. Successivamente è stato consigliere provinciale (e quindi anche regionale) a Trento.[13]
Opere
- Riflessioni di un giudice, Editori Riuniti, 1987
- L'attentato, Publiprint, 1992
- Il quarto livello: integralismo islamico, massoneria e mafia, Editori Riuniti, 1996
- Il giudice. Frammenti di una storia incompiuta, Reverdito Edizioni, 1997
- Il papa nel mirino. Gli attentati al pontefice nel nome di Fatima, Editori Riuniti, 1998
- Il quarto livello: 11 settembre 2001 ultimo atto ?, Editori Riuniti, 2002
Note
- ^ 'SÌ , È STATA LA MAFIA' - Repubblica.it
- ^ ARMI E DROGA TRE ORDINI DI CATTURA PER 110 CHILI DI MORFINA - Repubblica.it
- ^ I NOMI DEI TRAFFICANTI IN UN RAPPORTO DEL 1984 - Repubblica.it
- ^ UN TRAFFICO D'ARMI COLOSSALE - Repubblica.it
- ^ Relazione della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati XI LEGISLATURA (PDF).
- ^ ARMI, ESCE DI SCENA MACH DI PALMSTEIN - Repubblica.it
- ^ ARMI E DROGA, 37 INCRIMINATI LA SENTENZA VA ALL' INQUIRENTE - Repubblica.it
- ^ UCCISERO IL GIUDICE CHE SAPEVA - Repubblica.it
- ^ Era Toto' Riina a volere la morte del giudice Carlo Palermo - Antimafiaduemila.com Archiviato il 25 luglio 2013 in Internet Archive.
- ^ I KILLER DELL' AUTO AL TRITOLO - Repubblica.it
- ^ La Camera dei Deputati
- ^ Carlo Palermo: io avevo visto giusto e vi spiego perché, Corriere della Sera, 22 settembre 1996
- ^ Archivio storico, su regione.taa.it, Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige. URL consultato il 18 aprile 2009.
Bibliografia
Maurizio Struffi e Luigi Sardi, Fermate quel giudice, Il Mosaico. Reverdito editore, 1986.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Carlo Palermo, su emsf.rai.it, Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche. URL consultato il 18 aprile 2009.
- Un giudice in prima linea, su emsf.rai.it, Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche. URL consultato il 18 aprile 2009.
- Video documentario : L'attentato al giudice Carlo Palermo un buco nella memoria, su rai.tv, RAI. URL consultato il 5 giugno 2012.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 18026213 · ISNI (EN) 0000 0001 0875 8228 · SBN CFIV071411 · LCCN (EN) n79124625 · GND (DE) 119190095 |
---|