Sam Selvon

romanziere, giornalista, professore universitario, scrittore, radiotelegrafista

Sam Selvon (San Fernando, 20 maggio 192316 aprile 1994) è stato uno scrittore trinidadiano, pioniere nell'uso dell'inglese creolo nella letteratura.

Sam Sevlon nel 1952

Biografia

Samuel Dickson Selvon nacque nel 1923 a Trinidad.[1] Suo padre era un mercante di tessuti, originario delle Indie Orientali immigrato a Trinidad, mentre sua madre era di origini anglo-indiane (il nonno materno era scozzese e la nonna materna indiana).[2] Selvon cominciò il suo percorso scolastico a San Fernando, al Naparima College, ma lasciò la scuola all'età di quindici anni per motivi lavorativi.

Dal 1940 al 1945 lavorò come marconista per la divisione locale della Royal Naval Reserve, e nello stesso periodo cominciò a scrivere le sue prime opere. Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì a Port of Spain e cominciò a lavorare come reporter per il Trinidad Guardian, scrivendo per qualche tempo anche nella sezione letteraria del giornale. Durante quel periodo i suoi racconti vennero in gran parte pubblicati sotto diversi pseudonimi quali Michael Wentworth, Esses, Ack-Ack, e Big Buffer.[3] Molti di questi scritti iniziali sono stati raccolti in Foreday Morning (1989).

Negli anni Cinquanta Selvon si trasferì a Londra, dove lavorò come receptionist per l'Ambasciata Indiana, dedicandosi alla scrittura nel tempo libero.[4] Proprio nel suo viaggio in nave verso Londra, incontrò George Lamming, uno scrittore originario delle Barbados. La loro amicizia, nata a bordo della nave, si sviluppò ulteriormente all'arrivo a Londra, dove i due scrittori vissero nello stesso ostello. Nelle loro opere si può riconoscere una certa affinità nell'approccio al tema della condizione degli immigrati, destinati ad affrontare lo stesso difficile percorso di integrazione che hanno conosciuto i due nei loro spostamenti verso il vecchio continente.[5]

I suoi racconti brevi e le sue poesie apparirono in varie pubblicazioni come il London Magazine e The Nation. A Londra collaborò anche con la BBC, producendo due copioni per la televisione, intitolati Anansi l'uomo ragno e Casa dolce India. [6]

Selvon è stato socio del progetto di scrittura creativa per il dipartimento di Inglese all'Università di Dundee dal 1975 al 1977.[7] Alla fine degli anni Settanta si trasferì in Canada, dove lavorò come insegnante di scrittura creativa all'Università di Victoria. All'Università di Calgary, invece, venne largamente ignorato dal dipartimento di letteratura, ricevendo pochissime recensioni durante la sua residenza.

Selvon si sposò due volte: nel 1947 con Draupadi Persaud, con la quale ebbe una figlia, e nel 1963 con Althea Daroux, con la quale ebbe due figli e una figlia.

Il 16 aprile del 1994, in un viaggio verso Trinidad, Selvon morì a causa di un' insufficienza respiratoria. Le sue ceneri sono state sepolte nel cimitero dell'Università delle Indie Occidentali.

Opere

I romanzi più conosciuti di Selvon sono The Lonely Londoners (1956) e Moses Ascending (1975). Altre opere importanti sono la collezione di racconti brevi Ways of Sunlight (1957), Turn Again Tiger (1958) e Those Who Eat the Cascadura (1972). Tra gli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta Selvon convertì diversi dei suoi romanzi in sceneggiature per la radio, trasmesse dalla BBC, raccolte nel 1988 in Eldorado West One e Highway in the Sun (Peepal Tree Press, 1991) .

Elenco

  • 1952. A Brighter Sun, Harlow: Longman
  • 1955. An Island is a World (1955), London: Wingate
  • 1956. The Lonely Londoners (1956)
    Londinesi Solitari. Milano: Mondadori, 1998
  • 1957. Ways of Sunlight, short stories, London
  • 1959. Turn Again Tiger, New York: St. Martin's Press
  • 1963. I Hear Thunder, Macgibbon & Kee: London
  • 1965. The Housing Lark, Washington, D.C: Three Continents Press
  • 1970. The Plains of Caroni, London: MacGibbon & Kee
  • 1972. Those Who Eat the Cascadura, ondon: Davis-Poynter
  • 1975. Moses Ascending, London: Davis-Poynter
    L'Ascesa di Moses, Trad. P. Allegrezza, Pungitopo, 1992
  • 1983. Moses Migrating , London: Longman
  • 1989. Foreday Morning , Kingston, Jamaica u.a: Longman
  • 1988. Eldorado West One, collected one-act plays, Leeds: Peepal tree Press
  • 1991. Highway in the Sun and Other Plays, Leeds: Peepal Tree Press

Filmografia

  • 1976. Pressure, sceneggiatura di Sam Selvon Horace Ové

The Lonely Londoners (1956)

The Lonely Londoners, scritto nel 1956, è il romanzo più conosciuto di Samuel Selvon. L'opera si concentra sulla migrazione dalle Indie Occidentali alla Gran Bretagna negli anni Cinquanta e Sessanta, e racconta in forma aneddotica la quotidianità dei migranti, descritti come "coloureds". La trama riguarda in particolare alcuni personaggi, immigrati provenienti da diversi paesi che si conoscono a Londra mentre cercano un impiego o tentano di sopravvivere nella grande città[5]. La loro esistenza si definisce sulla base della loro dedizione o meno al lavoro e ad alcuni piaceri futili.

Una caratteristica importante del romanzo è la voce narrante. Selvon cominciò scrivendo in inglese standard, ma notò subito come questo linguaggio non fosse adatto alle esperienze e ai pensieri dei suoi personaggi.[8] Scelse quindi di farli parlare nella loro lingua, ovvero l'inglese creolo. Così facendo, aggiunse una nuova dimensione multiculturale alla tradizione romanzesca londinese, e incrementò la consapevolezza di una società in mutamento, caratterizzata da un lato dalla decolonizzazione e dall'altro dall'immigrazione dalle colonie al centro. [8]

La Londra rappresentata nelle opere di Selvon è una città di contraddizioni e contrasti, che riesce ad incantare e contemporaneamente ad alienare i nuovi residenti, i quali reagiscono in modi disparati e personali. Selvon illustra anche la panoplia (semplifica per favore) delle differenti "città" che si vivono a Londra, a causa delle distinzioni razziali e di classe.

For example, when "the boys" talk about "the Water" or "the Gate", they are referring to Bayswater and Notting Hill respectively. (Unlike today, the Notting Hill area evoked a down-at-heel area of cheap lodgings where Caribbean immigrants could more easily find accommodation than elsewhere in London, but be victims of practices like Rachmanism.) Sometimes referring to themselves and each other as "spades", in their spare time they can be found "liming"—the Caribbean pastime of hanging around with friends eating, talking and drinking—and some of their talk will be "oldtalk", reminiscences of their previous lives in the West Indies and the exchange of news from home. Finally, a white English girl can be a "skin" ("a sharp piece of skin"), a "frauline" [sic], a "cat", a "number", or of course a "chick" or "white pussy". Qua chiediamo a Loretta cosa fare, io li inserirei.

SI, OK non ho capito però la fonte.

Gli scritti di Selvon si trovano attualmente presso l'Harry Ransom Humanities Research Center all'Università del Texas a Austin. La raccolta consiste in manoscritti olografici, dattilografie, bozze di libri, manoscritti e corrispondenze. Sono presenti anche alcune prime stesure dei suoi romanzi più conosciuti, assieme ad altri oggetti relativi alla sua carriera.[9]

Stile

Sam Selvon, attraverso la formazione letteraria ricevuta a Trinidad, improntata sul canone inglese a causa della colonizzazione, entrò fin da subito in contatto con le opere più importanti della letteratura britannica. Il loro influsso è riscontrabile nella descrizione della città di Londra e nell'utilizzo di un inglese pomposo, tipico della letteratura del XIX secolo, alternato all'inglese creolo degli immigranti arrivati in Inghilterra dopo la guerra.[10]

Selvon inizialmente adottò una scrittura strettamente legata all'oralità, scegliendo uno stile narrativo colloquiale, interessandosi a racconti di vita quotidiana che potessero essere letti da un ampio pubblico. Il tipo di linguaggio scelto da Selvon è il risultato di uno studio sofisticato: l'autore riteneva infatti necessario padroneggiare alla perfezione l'inglese corrente prima di potersi cimentare nell'utilizzo dei diversi dialetti, per proporre un linguaggio letterario accessibile ad un pubblico sia inglese che internazionale.

L'originalità del suo stile sta nel tentativo di catturare il linguaggio parlato degli immigrati caraibici a Londra.[10] Il linguaggio è fondamentale nella descrizione della città: le differenze linguistiche, che riflettono disparità sociali e culturali, sottolineano gli atteggiamenti razzisti e diffidenti degli inglesi bianchi (spiega meglio). Le difficoltà incontrate da Selvon nel tentativo di riportare la forma orale nei suoi racconti vengono attenuate dall'uso delle strutture disciplinate e semplici che contraddistinguono la tradizione scritta.[11]

Attorno al 1970 lo stile di Selvon affronta un'evoluzione, di pari passo ai cambiamenti degli schemi linguistici utilizzati dagli immigrati di varie origini incontrati in una Londra che dopo vent'anni di contaminazioni linguistiche era diventata testimone di un notevole numero di accenti e varianti orali dell'inglese. Selvon abbandona gradualmente l'uso di forme puramente dialettali, muovendosi verso forme linguistiche ibride contenenti elementi creoli ed inglesi.[11]

L'evoluzione complessiva dello stile di Selvon è poco chiara, distinguere meglio le fasi, anche in termini temporali

Premi

Sam Selvon ricevette due Guggenheim Fellowships (nel 1955 e nel 1968),[12] un dottorato onorario dalla Warwick University nel 1989, e nel 1985 una laurea ad honorem in letteratura dall'Università delle Indie Occidentali.[1] Nel 1969 gli venne consegnato l'Hummingbird Medal Gold di Trinidad e Tobago per la letteratura, e nel 1994 il Chaconia Medal Gold.[12]

Note

  1. ^ a b Kenneth Ramchand, "Selvon, Samuel Dickson (1923–1994)", Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004; online edn, October 2006. Accessed 19 November 2014.
  2. ^ Louis James, "Obituary: Sam Selvon", The Independent, 20 April 1994.
  3. ^ Author profile at Peepal Tree Press.
  4. ^ "Samuel Selvon", Encyclopædia Britannica.
  5. ^ a b (EN) Esmeralda Palushaj, Michela Vanon, Caribbean Immigration in the United Kingdom through the Novel of Sam Selvon: The Lonely Londoners., 2013.
  6. ^ "Samuel Selvon", Caribbean Hall of Fame.
  7. ^ RU 258/7/4 Department of English. Creative Writing, publicity material, su arccat.dundee.ac.uk, University of Dundee. URL consultato il 30 October 2016.
  8. ^ a b Susheila Nasta, "Introduction". Sam Selvon: The Lonely Londoners, 2006ª ed..
  9. ^ "Samuel Selvon: An Inventory of His Papers at the Harry Ransom Humanities Research Center".
  10. ^ a b Rebecca Dyer, "Immigration, Postwar London, and the Politics of Everyday Life in Sam Selvon's Fiction.", in Cultural Critique, 2002.
  11. ^ a b Clement Wyck, Sam Selvon's dialectal style and fictional strategy, in UBC Press, 1991.
  12. ^ a b "Sam Selvon", Trinidad and Tobago National Library and Information Service (NALIS).

Bibliografia

  • Nasta, Susheila, Critical Perspectives on Samuel Selvon., Washington: Three Continents Press, 1988, OCLC 503092707.
  • Wyke, Clement H, Sam Selvon's Dialectical Style and Fictional Strategy, 2014ª ed., Vancouver: UBC Press, OCLC 923444573.
  • Joseph, Margaret P., Caliban in Exile: The Outsider in Caribbean Fiction, New York: Greenwood Press, 1992, OCLC 24953717.
  • Clarke, Austin, A Passage Back Home: A Personal Reminiscence of Samuel Selvon, 1994ª ed., Toronto: Exile Editions, OCLC 33209680.
  • Looker, Mark, Atlantic Passages: History, Community, and Language in the Fiction of Sam Selvon, 1996ª ed., New York: Peter Lang, OCLC 473249101.
  • Salick, Roydon, The Novels of Samuel Selvon: A Critical Study, 2001.ª ed., Westport: Conn, OCLC 468747570.
  • Forbes, Curdella, From Nation to Diaspora: Samuel Selvon, George Lamming and the Cultural Performance of Gender, 2005ª ed., Mona, Jamaica: UWIPress, OCLC 212624974.
  • Dyer Rebecca, Immigration, Postwar London, and the Politics of Everyday Life in Sam Selvon's Fiction, in Cultural Critique, 2002, pp. 108-44.