Utente:FabiorWikiTIM/Debunker

Versione del 3 dic 2017 alle 13:01 di Ervoltaro (discussione | contributi) (Esempi Debunker, mancano le trad. di Sagan e Randi)
Immagine descrivente il debunking di una presunta impronta di uno Yeti.

Debunking

La pratica di mettere in dubbio o smentire, basandosi su metodologie scientifiche, affermazioni false, esagerate, antiscientifiche è l'attività di un debunker[1]. Un debunker (in italiano: demistificatore o disingannatore) è un individuo che smaschera ciarlatanerie, bufale, affermazioni false, esagerate, anti-scientifiche, dubbie o pretenziose[2]. La tradizionale area tematica di intervento del debunker concerneva inizialmente fenomeni ufologici, teorie del complotto, affermazioni sul paranormale, religione, eventi miracolistici o presunti tali, ricerche compiute al di fuori del metodo scientifico. Data la crescente diffusione del fenomeno "Fake News" (disinformazione, complottismo, misinformazione, bufale) o nella terminologia adoperata da Claire Wardle[3] "ecosistema della disinformazione", la figura odierna del debunker si occupa principalmente di verificare l'attendibilità delle fonti mettendone in dubbio la veridicità del contenuto.

Etimologia

Il termine debunking è costituito da un prefisso de- , che significa “rimuovere” , e la parola "BUNK" [4] che vuol dire “FANDONIA”. Fu Felix Walker, rappresentante del Distretto in Nord Carolina durante il 16esimo Congresso degli Stati Uniti d'America (1819-1821), a pronunciare un discorso volto a convincere la sua circoscrizione che stava facendo la differenza a Washington, sostenendo di non parlare al Congresso ma “a Buncombe”( Contea che era compresa nel Distretto del Nord Carolina) . Questo termine modificato in “bunkum” e dopo abbreviato in bunk[4] , è diventato sinonimo di “claptrap” (imbonimento). Sarà solo nel 1923 con il romanziere statunitense William E.Woodward , che il termine sopradescritto acquisirà un’accezione moderna con la nascita del neologismo “debunk” tratto da un suo romanzo bestseller chiamato “Bunk”[5]. Debunking si diffonde quindi con la seguente denotazione “take the bunks out of things“ (togliere le fandonie dalle cose).

Debunk

Il debunker è colui che smentisce e verifica l'attendibilità delle fonti. L'attività di quest'ultimo si focalizza sul processo comunicativo: ne ripercorre le varie fasi, partendo dal prodotto finito (notizia), analizzandone il contenuto, il contesto, le fonti, per individuare dunque le motivazioni all'origine della notizia ed eventualmente smascherarle. Di conseguenza, il lavoro del debunker consiste non tanto nel discriminare il vero dal falso, quanto piuttosto il vero dal verosimile. Egli utilizza determinati strumenti che la tecnologia offre e che si rivelano efficaci per stabilire la veridicità o meno di una notizia.

Strumenti

Attualmente numerose testate giornalistiche hanno istituito una sezione che si occupa di debunking, soprattutto per quanto riguarda situazioni di emergenza e catastrofi nucleari: a tal proposito il progetto internazionale Verification Handbook[6] ha stilato un vademecum nel 2014, destinato ai giornalisti il cui obbiettivo era quello di imparare a distinguere una notizia potenzialmente falsa da una vera perfezionando l'arte del debunking. Nella guida specifici strumenti vengono indicati come utili ai fini dell'attività:

  • Google Image Search, su images.google.com. o TinEye, su tineye.com. per la verifica e la ricerca delle immagini;
  • FotoForensics, su fotoforensics.com. , FindExif, su findexif.com. o Flickr, su flickr.com. per risalire ai dati dello scatto ed al tipo di fotocamera usata (metadati Exif);
  • Google Traduttore per verificare contenuti in lingua straniera;
  • Uso di siti video-sharing quali YouTube, su youtube.com. , Vimeo, su vimeo.com. Youku, su youku.com. per effettuare una ricerca basata sui tags interessati.

Critiche

Le critiche dei debunker a volte possono offendere coloro che credono in determinate teorie considerate pseudoscientifiche. Come dimostra lo studio "Debunking in a world of tribes"[7], condotto sulla rivista scientifica PLOS One, che analizza l'andamento delle discussioni su Facebook tra debunker e complottisti, se l’operazione di debunking viene effettuata con toni aggressivi, il rischio è che possa essere poco efficace e controproducente. Ciò avviene perché si finisce per rafforzare il sistema di credenze di chi crede fortemente in teorie di complotto, allontanandolo dalla verità scientifica. Nel qual caso il debunker non presti attenzione, la comunicazione potrebbe causare un effetto boomerang, ad esempio accrescendo la credenza dell'audience dei miti. Questi effetti possono presentarsi se un messaggio trascorre troppo tempo su un caso negativo, se è troppo complesso o minaccioso. Una strategia costante di debunking può portare all'editorializzazione dei contenuti, delegando ad un solo ente l'attività di verifica degli stessi. Questo porta a non utilizzare il pensiero in modo critico.[8] Alcuni studiosi, come Marcello Truzzi[9], sostengono che alcuni scettici vanno troppo oltre, facendo anche asserzioni negative. Secondo Truzzi, che definisce tale atteggiamento "pseudoscettico"[10], i veri scettici sono neutrali o agnostici, spesso critici verso affermazioni straordinarie e mai portati a fare critiche negative a priori. Piuttosto lo scettico, di fronte a tali affermazioni, deve richiedere prove fuori dal comune[11]. Questo assunto è spesso reso con la frase: "affermazioni straordinarie (fuori dal comune) richiedono prove straordinarie".

Esempi di debunker

  • Martin Gardner è stato un matematico e divulgatore scientifico che si è occupato di debunking nell’ambito della parapsicologia nei suoi articoli di giornali e libri.
  • Walter Quattrociocchi, informatico, esperto di disinformazione online. [12]
  • Penn & Teller sono un gruppo di intrattenimento che spesso smaschera trucchi magici e illusioni.[13] Hanno inoltre fatto opere di debunking di molti altri aspetti delle credenze popolari nel loro show, Penn & Teller: Bullshit!
  • Basava Premanand è stato uno scettico e razionalista indiano, presidente dell’Indian Skeptic, l’associazione indiana per lo studio di fenomeni paranormali.[14]
  • James Randi è un razionalista, scettico, nonché un oppositore delle pseudoscienze. È una figura di spicco del CSI, l’associazione americana analoga al CICAP.[15]
  • Carl Sagan è stato un famoso astronomo che si è occupato di debunking. Lo si ricorda inoltre come grande divulgatore scientifico, come scrittore di fantascienza e come epistemologo in qualità di uno dei maggiori esponenti dello scetticismo scientifico.[16]

In Italia vi sono:

  • Massimo Polidoro divulgatore scientifico, giornalista e scrittore italiano, è autore di vari libri; in particolare "Rivelazioni" Massimo Polidoro, Rivelazioni, 2014, Piemme., che funge da guida tecnica per lo smascheramento delle fake news.
  • Paolo Attivissimo è un giornalista e consulente informatico, traduttore tecnico, divulgatore scientifico, cacciatore di bufale, studioso della disinformazione nei media. [17]
  • Piero Angela è un giornalista, scrittore e divulgatore scientifico. È il primo, in Italia, ad aver affrontato l’argomento del “paranormale” da un punto di vista critico. È presidente onorario e tra i fondatori del CICAP.[18]
  • Michelangelo Coltelli è il fondatore del blog "Bufale un tanto al chilo" Butac, su butac.it., pur non avendo preparazione scientifica è uno dei debunker più influenti d'Italia.

Note

  1. ^ Fonte:Garzanti Linguistica [1]
  2. ^ «To expose or ridicule the falseness, sham, or exaggerated claims of». Estratto da Debunker - American Heritage Dictionary of the English Language. The Free Dictionary.
  3. ^ Studio Wardle [2]
  4. ^ a b bunk, su etymonline.com.
  5. ^ William E. Woodward, Bunk, 1976, ISBN 9780306708466.
  6. ^ Fonte Verification Handbook [3]
  7. ^ Studio "Debunking in a world of tribes" su PLOS One [4]
  8. ^ Information Disorder [5]
  9. ^ professore di sociologia alla Eastern Michigan University, che si definisce scettico
  10. ^ (EN) On Pseudo-Skepticism: A Commentary by Marcello Truzzi from Zetetic Scholar, #12-13, 1987
  11. ^ (EN) Marcello Truzzi: "And when such claims are extraordinary, that is, revolutionary in their implications for established scientific generalizations already accumulated and verified, we must demand extraordinary proof." Editorial in The Zetetic (Vol. 1, No.1, Fall/Winter 1976, p 4).
  12. ^ WebArchive [6]
  13. ^ Review/Theater; Penn and Teller Offer Several Variations On a Magic Theme[7]
  14. ^ Premanand Basava "Cicap" [8]
  15. ^ WebArchive [9]
  16. ^ WebArchive [10]
  17. ^ Il Disinformatico [11]
  18. ^ CICAP Piero Angela [12]

Voci correlate