Elizabeth Cady Stanton
Caratteristiche immaginarie
Data di nascita14 Novembre 1815

Elizabeth Cady Stanton

Elizabeth Cady Stanton (Johnstown, 14 novembre 1815 – New York, 26 ottobre 1902) è stata un'attivista statunitense, impegnata come abolizionista e figura guida dei primi movimenti femministi per l'emancipazione della donna e per l'affermazione dei suoi diritti. Fu inoltre vegetariana e favorevole alla difesa degli animali.[1]

La sua Dichiarazione dei Sentimenti[2] (Declaration of Sentiments), ispirata per solennità di forma alla Dichiarazione di Indipendenza americana, fu presentata alla Convenzione di Seneca Falls del 1848, la prima degli Stati Uniti, tenutasi nell'omonimo villaggio nei pressi di New York. Quel documento è spesso ritenuto come l'atto fondativo del primo movimento suffragista e di emancipazione femminile degli Stati Uniti.[3]

Prima di occuparsi quasi esclusivamente di diritti delle donne, fu una fervente abolizionista assieme al marito Henry Brewster Stanton (co-fondatore del Partito Repubblicano) e al cugino di Gerrit Smith. Non si limitò ad affrontare solo il problema del diritto di voto, ma si dedicò anche ad altre questioni riguardanti le donne: i diritti di parentela e di custodia, i diritti di proprietà, il lavoro e i diritti di reddito, il divorzio, la condizione economica della famiglia e il controllo delle nascite. Fu anche sostenitrice del Movimento della Temperanza nel diciannovesimo secolo.

Tra il 1895 e il 1898 con un comitato di altre 26 donne scrisse La Bibbia della donna, un saggio di esegesi biblica dal punto di vista femminile, che divenne ben presto un bestseller.[4]

Dopo la guerra civile americana, l'impegno di E.C. Stanton alla causa del suffragio femminile provocò uno scisma all’ interno del movimento dei diritti delle donne. Insieme a Susan B. Anthony si rifiutò di approvare il passaggio del Quattordicesimo e Quindicesimo Emendamento alla Costituzione statunitense. Si oppose nel dare agli uomini afroamericani maggiore protezione giuridica e il diritto di voto, quando alle donne, sia bianche che nere, gli stessi erano negati. La sua posizione su questo tema, insieme ai suoi pensieri sul Cristianesimo e sulle questioni femminili sul diritto di voto, portarono alla formazione di due distinte organizzazioni per i diritti delle donne.

Stanton morì il 26 Ottobre 1902 per un’insufficienza cardiaca.

Infanzia e contesto familiare

Elizabeth Cady Stanton, l'ottava di undici figli, nacque a Johnstown, New York, da Daniel Cady e Margaret Livingston Cady. Cinque dei suoi fratelli morirono in giovane età. Suo fratello maggiore Eleazar, morì all'età di 20 anni poco prima di conseguire la laurea presso l'Union College di Schenectady, New York. Solo Elizabeth Cady e quattro sorelle vivranno a lungo e in buona salute. Elizabeth chiamerà le sue due figlie Margaret e Harriot in onore delle sue sorelle.

Daniel Cady, il padre di Stanton, fu un illustre avvocato federalista. Ricoprì un mandato nel Congresso degli Stati Uniti (1814-1817) ed in seguito diventò un giudice circoscrizionale e nel 1847 giudice della Corte Suprema di New York. Fu il giudice Cady a far avvicinare sua figlia alla legge e, assieme a suo cognato, Edward Bayard, piantò i primi semi che portarono Elizabeth a diventare un’attivista.

Da ragazza amava leggere i libri sulla legge di suo padre e discutere di problemi legali. Fu questo primo accostamento alla legge che portò Elizabeth a rendersi conto di quanto la legge fosse più dalla parte degli uomini che delle donne, in particolare delle donne sposate. Scoprì che le donne sposate non avevano proprietà, reddito, impiego o addirittura diritti di custodia sui propri figli per cui si convinse che certe iniquità dovevano cessare di esistere.

La madre di Elizabeth, Margaret Livingston Cady, discendente di coloni olandesi, era figlia del Colonnello James Livingston, un ufficiale dell' Esercito Continentale durante la Rivoluzione Americana. Dopo aver combattuto a Saratoga e in Quebec, Livingston collaborò alla cattura del maggiore John André a West Point (New York), dove Andre e Benedict Arnold, che riuscirono a scappare a bordo dell'HMS Vulture, stavano progettando di consegnare West Point agli Inglesi. Margaret Cady, una donna insolitamente alta per la sua epoca, possedeva una presenza autorevole, “regale” secondo Stanton. Mentre la figlia di Elizabeth, Harriot Stanton Blatch, descriveva la nonna come divertente, affettuosa e vivace, Stanton non conservava lo stesso ricordo. Devastata dalla perdita di così tanti bambini, Margaret Cady cadde in una depressione che le impedì di essere pienamente coinvolta nella vita dei suoi figli sopravvissuti e ciò provocò un vuoto materno nell'infanzia di Stanton.

Con sua madre in quelle condizioni e suo padre che cercava di dimenticare la perdita dei figli immergendosi sempre più nel suo lavoro, molte delle responsabilità riguardo l’educazione dei bambini ricaddero sulla sorella maggiore di Stanton, Tryphena, e suo marito, Edward Bayard. Bayard, un compagno di classe di Eleazar Cady ai tempi dell’Union College e figlio di James A. Bayard, Sr., un senatore americano di Wilmington (Delaware) era un apprendista presso lo studio legale di Daniel Cady. Egli fu determinante nel promuovere la crescita di Elizabeth sulla comprensione delle gerarchie di genere esplicite ed implicite all’interno del sistema giuridico.

La schiavitù a New York non cessò prima del 4 luglio 1827 e, come molti uomini del suo tempo, il padre di Stanton era un proprietario di schiavi. Peter Teabout, uno schiavo nella famiglia Cady, che fu poi liberato a Johnstown, si prese cura di Stanton e di sua sorella Margaret. Elizabeth non fa mai cenno della posizione di Teabout come schiavo nella sua famiglia; egli viene ricordato con particolare affetto da Stanton nella sua biografia Eighty Years & More. Tra le altre cose ricordava con piacere le occasioni in cui sia lei che le sue sorelle sedevano con lui nella parte posteriore della chiesa, anziché davanti assieme alle famiglie bianche della congregazione. Sembra però che il motivo che la spinse a diventare una fervente abolizionista non fu il fatto che la sua famiglia possedesse uno schiavo, quanto piuttosto la sua esposizione al movimento abolizionista in occasione di una visita al cugino Gerrit Smith a Peterboro (New York).

Istruzione e crescita intellettuale

A differenza di molte donne della sua epoca, Stanton aveva ricevuto un’istruzione. Frequentò la Johnstown Academy fino all'età di 16 anni. Era l’unica ragazza nelle classi di Matematica e di Lingue. Vinse il secondo premio in occasione della competizione di Greco nella sua scuola e diventò un’oratrice brillante. Ricordava con piacere i suoi anni a scuola e ammise di non aver incontrato ostacoli a causa del suo sesso.

Nella sua biografia, Stanton attribuisce al suo vicino di casa, il reverendo Simon Hosack, il merito di aver incoraggiato la sua crescita intellettuale e accademica. In seguito alla morte di Eleazar nel 1826, Stanton ricorda di aver cercato di confortare suo padre promettendogli che sarebbe diventata proprio come suo fratello. All' epoca la risposta del padre devastò Stanton: "Oh, figlia mia, come vorrei che tu fossi un ragazzo!". Elizabeth realizzò che suo padre considerava i ragazzi superiori alle ragazze e confessò il suo sconforto a Hosack. Il reverendo continuò ad insegnarle il Greco, ad incoraggiarla a leggere molto e in ultimo le lasciò in eredità il suo vocabolario di Greco insieme ad altri libri. La ferma convinzione di Hosack sulle capacità di Elizabeth rafforzò la fiducia e l'autostima della ragazza.

Dopo aver concluso il suo percorso presso la Johnstown Academy, Stanton ha un primo assaggio di discriminazione sessuale: molti dei suoi compagni dell’Academy, che aveva superato anche accademicamente, si stavano iscrivendo al Union College, lo stesso frequentato dal fratello maggiore Eleazar. Nel 1830 Union College accettava solo uomini come studenti, per cui Stanton si iscrisse al Seminario Femminile di Troy a New York, fondato e diretto da Emma Willard, rinominato nel 1895 Emma Willard School proprio in suo onore.

Stanton ricorda di essere stata fortemente influenzata dal predicatore Charles Grandison Finney, figura centrale del Movimento del Risveglio. Il suo influsso, unito al Presbiterianismo Calvinistico della sua infanzia, la scosse molto. Suo padre e suo cognato Edward Bayard la convinsero ad ignorare gli avvertimenti di Finney e organizzarono un viaggio presso le Cascate del Niagara con la speranza di farle recuperare la ragione e il suo equilibrio. Non tornò mai al Cristianesimo e, dopo questa esperienza, si convinse che la logica e il senso etico fossero le migliori guide del suo pensiero e del suo comportamento.

Matrimonio e famiglia

Elizabeth Cady conobbe Henry Brewster Stanton in occasione degli incontri del Movimento della Temperanza e di quello abolizionista. Henry Stanton era un conoscente del cugino di Elizabeth, Gerrit Smith, abolizionista e membro del "Secret Six" che sosteneva il raid di John Brown a Harpers Ferry (West Virginia). Stanton era un giornalista, antischiavista e diventò avvocato dopo il matrimonio. Malgrado le riserve di Daniel Cady, la coppia si sposò nel 1840, con la richiesta di Elizabeth al ministro che la frase "prometto di ubbidire" fosse rimossa dai voti nuziali. La coppia avrà sei figli tra il 1842 e il 1856. Il loro settimo e ultimo figlio, Robert, nacque inaspettatamente nel 1859 quando Elizabeth Cady Stanton aveva quarantaquattro anni.

Poco dopo il ritorno negli Stati Uniti dalla luna di miele europea, la coppia si trasferì dalla famiglia di Cady a Johnstown. Henry Stanton studiò legge sotto la guida di suo suocero fino al 1843, quando gli Stanton si trasferirono a Boston (Massachusetts), dove Henry diventò socio di uno studio legale. A Boston Elizabeth godette appieno degli stimoli sociali, politici e intellettuali nelle riunioni e incontri abolizionisti. Qui fu influenzata da persone come Frederick Douglass, William Lloyd Garrison, Louisa May Alcott e Ralph Waldo Emerson, tra gli altri. Durante il matrimonio e la successiva vedovanza, Stanton prese il cognome del marito non rinunciando al suo, firmandosi Elizabeth Cady Stanton o E. Cady Stanton, ma si rifiutò di essere etichettata come “la signora di Henry B. Stanton”; l'abitudine di chiamare le donne ‘la signora John’ o ‘la signora Tom’ e gli uomini di colore ‘Sambo’ e ‘Zip Coon’ – secondo Stanton - si fondava sul principio che gli uomini bianchi erano considerati i padroni di tutti".

Il matrimonio non fu privo di attriti e disaccordi. Henry Stanton, come Daniel Cady, non approvava il suffragio femminile. A causa del lavoro, dei viaggi e dei pagamenti, marito e moglie erano spesso lontani. Alcuni amici della coppia li trovavano molto simili nel temperamento e nell'ambizione, ma di diversa opinione per quanto riguarda altre questioni, prima fra tutti quella sui diritti delle donne. Nel 1842 la riformatrice abolizionista Sarah Grimke scrisse a Elisabeth in una lettera: "Henry ha molto bisogno di avere accanto una persona modesta e fidata e tu lo stesso". Tuttavia, entrambi gli Stanton consideravano il loro matrimonio un successo nel complesso che difatti durò 47 anni, concludendosi con la morte di Henry Stanton nel 1887.

Nel 1847 la famiglia degli Stanton, preoccupata per l'effetto dei rigidi inverni del New England sulla fragile salute di Henry Stanton, si trasferì da Boston a Seneca Falls (New York). La loro casa, acquistata per loro da Daniel Cady, si trovava a poca distanza dalla città. Gli ultimi quattro figli della coppia – due maschi e due femmine - nacquero lì, concepiti con un programma che lei chiamava "maternità volontaria". In un'epoca in cui una moglie doveva sottomettersi alle richieste sessuali del marito, Stanton credeva fermamente che le donne dovessero avere il comando sulle loro relazioni sessuali e sulla gravidanza. Stanton era una madre favorevole all'omeopatia, alla libertà di espressione, alle attività all'aperto e ad un'educazione solida e altamente accademica per tutti i suoi figli. Sua figlia Margaret la ricordava come "allegra, solare e indulgente".

Sebbene apprezzasse la maternità e si assumesse la responsabilità sull’educazione dei figli, Stanton si sentì spesso insoddisfatta e persino depressa per la mancanza di compagnia intellettuale a Seneca Falls. Stanton in quel periodo rimase in contatto con la sua amica Susan B. Anthony, cui scrisse alcune lettere in cui confidava le sue difficoltà nel trovare un equilibrio tra la vita privata e quella pubblica. Per scappare dalla noia e dalla solitudine si inserì sempre più all’ interno della comunità stabilendo legami con le donne della zona che condividevano i suoi stessi pensieri.

Gli albori del movimento per i diritti delle donne

Ancor prima di andare a vivere a Seneca Falls, Stanton era diventata ammiratrice e amica di Lucretia Mott, ministro del Quaker, femminista e abolizionista che aveva incontrato alla Convention mondiale contro la schiavitù a Londra nella primavera del 1840 durante la sua luna di miele; divennero alleate nel momento in cui i delegati uomini presenti alla Convention votarono contro la partecipazione delle donne al processo. A seguito di un acceso dibattito, alle donne fu chiesto di sedersi in un’altra sezione, nascoste alla vista degli uomini presenti. Furono presto raggiunti dal famoso abolizionista, William Lloyd Garrison che, in segno di protesta, rifiutò il suo seggio, andandosi a sedere invece con le donne.

L'esempio di Mott e la decisione di vietare alle donne di partecipare al convegno rafforzarono l'impegno di Stanton nei confronti dei diritti delle donne.

Nel 1848 Stanton assieme a Lucretia Mott, sua sorella Martha Coffin Wright, Jane Hunt e alcune altre donne organizzò la Convention di Seneca Falls tenutasi il 19 e 20 luglio, a cui presero parte più di 300 persone. Stanton redasse una Dichiarazione di Sentimenti, che lesse proprio in quella occasione. Modellata sulla Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti, quella di Stanton era fondata sul concetto di uguaglianza tra uomini e donne. Elizabeth proponeva, tra le altre cose, una risoluzione allora controversa che chiedeva il diritto di voto per le donne. Le risoluzioni finali, tra cui il suffragio femminile, furono approvate, in misura non trascurabile, grazie al sostegno di Frederick Douglass, che partecipò e parlò informalmente alla convention.

Poco dopo il congresso, Stanton fu invitata a parlare alla seconda convention sui diritti delle donne, la Rochester Convention del 1848, consolidando il suo ruolo di attivista e riformatrice. Paulina Kellogg Wright Davis la invitò a parlare alla prima Convention nazionale dei diritti della donna nel 1850, ma a causa della gravidanza, Stanton scelse invece di far includere il suo nome nella lista degli sponsor e di inviare un discorso da leggere al suo posto. Nel 1851 Amelia Bloomer presentò a Stanton Susan B. Anthony, una femminista che non aveva firmato la Dichiarazione dei Sentimenti e le risoluzioni successive nonostante la sua partecipazione alla Convention di Seneca Falls.

Sebbene siano meglio ricordate per il loro lavoro congiunto a favore del suffragio femminile, Stanton e Anthony si unirono inizialmente al Movimento di Temperanza. Insieme, furono determinanti nel fondare la Società per la Temperanza di Stato della donna che ebbe però vita breve (1852-1853). Durante la sua presidenza nell'organizzazione, Stanton scandalizzò molti sostenendo che l'ubriachezza era da considerarsi una causa sufficiente per poter chiedere il divorzio.

Single e senza figli, Anthony aveva il tempo e le energie sufficienti per viaggiare e esporre i suoi pensieri al pubblico, attività che Stanton non era in grado di fare. Le loro abilità si completavano a vicenda; Stanton scrisse molti dei discorsi di Anthony, mentre quest’ ultima era l'organizzatrice e la stratega del movimento. Una volta Stanton scrisse ad Anthony: "Nessun potere in cielo, all'inferno o in terra potrà separarci, perché i nostri cuori sono eternamente uniti". Quando Stanton morì, Anthony la descrisse come colei che era stata in grado di "forgiare i fulmini" che lei (Anthony) aveva "scagliato". A volte i loro diversi punti di vista portarono le due donne ad alcune discussioni e conflitti, ma nessun disaccordo minacciò mai la loro amicizia o il rapporto di lavoro; Elizabeth e Susan rimasero amiche e colleghe fino alla morte della prima, circa 50 anni dopo il loro primo incontro. 


Note

  1. ^ Jeremy Rifkin, La civiltà dell'empatia: La corsa verso la coscienza globale nel mondo in crisi, traduzione di Paolo Canton, Milano, Mondadori, 2010, p. 331, ISBN 978-88-04-59548-9.
  2. ^ Elizabeth Cady Stanton e Lucretia Mott, Dichiarazione dei sentimenti, Roma, Caravan Edizioni, 2013, ISBN 978-88-96717-13-4.
  3. ^ (EN) Elizabeth Cady Stanton Dies at Her Home., su New York Times, 27/10/1902.
  4. ^ (EN) Kerith Megan Woodyard, Feminist prophecy in the American radical tradition: Elizabeth Cady Stanton's The Woman's Bible, 2006.

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