Officina ceroplastica fiorentina
L'Officina ceroplastica fiorentina è stata un laboratorio che creò una serie di fedeli riproduzioni di modelli anatomici animali e umani (anatomia patologica e di anatomia comparata e botanica) in cera che tutt'oggi sono un vero e proprio trattato anatomico tridimensionale. Di questi, 1400 (racchiusi in 562 urne, all'interno di 10 sale) sono conservati alla Specola nella sezione zoologica[1], mentre le restanti produzioni furono create per altre istituzioni come quelle di Bologna, Cagliari, Modena, Pavia, Pisa, Budapest, Leida, Montpellier e Vienna. Questa collezione ogni anno attrae migliaia di visitatori provenienti da ogni angolo della Terra.
Officina ceroplastica fiorentina | |
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Stato | ![]() |
Fondazione | 1771 a Firenze |
Fondata da | Leopoldo II d'Asburgo-Lorena |
Chiusura | seconda metà 1800 |
Sede principale | via Romana 17, Firenze |
Persone chiave | Felice Fontana, Pietro Marchi, Clemente Susini, Luigi Calamai, Giovanni Lusini, Egisto Tortori, Gaetano Zumbo |
Prodotti | ceroplastica |
Storia
Essa nacque nel 1771 per volere di Leopoldo II d'Asburgo-Lorena sotto la direzione del conosciuto studioso di anatomia Felice Fontana e ne fu sede l'Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale (attualmente al Museo la Specola).
L'arrivo di celebri reperti fu facilitato dall'ultima direzione di Pietro Marchi, il quale fu anche preside dell'Istituto Tecnico e responsabile delle collezioni naturalistiche.
Nel 1775, per l'apertura del museo al pubblico, era già stata preparata una gran quantità di cere anatomiche. Queste opere vennero realizzate tra il '700 e l'800, nell'arco di circa un secolo. La collezione più importante oltre a quella del Museo la Specola è quella del Museo Josephinum di Vienna creata su richiesta dell'Imperatore d'Austria Giuseppe II, fratello di Pietro Leopoldo[2].L'importanza di questa collezione fa sì che conferenze e relazioni sul suo valore scientifico e didattico siano spesso richieste per eventi congressuali in ambito sia medico sia artistico in tutto il mondo.
Tecnica
Dalla documentazione presente al museo risulta che per la riproduzione ceroplastica umana erano usati cadaveri provenienti dall'ospedale di Santa Maria Nuova. Di ogni pezzo veniva fatto un calco in gesso, talvolta preceduto da uno in argilla in cui veniva colata della cera mescolata a resine e coloranti. Successivamente il calco era rifinito da esperti scultori (tra cui Clemente Susini, Francesco Calenzuoli, Gaetano Zumbo, Luigi Calamai ed Egisto Tortori). Ogni artista operò sempre sotto la supervisione di un anatomico (oltre a Felice Fontana si ricordano anche Paolo Mascagni, Filippo Uccelli e Tommaso Bonicoli)[3].
Con questa tecnica era possibile riprodurre anche funghi, organismi allora difficilmente conservabili e dunque osservabili per lo più solo dal vivo. Luigi Calamai[4], il più noto tra gli artisti, fece una collezione di oltre 250 modelli che fu presentata all'Accademia dei Georgofili nel 1835 e al Primo Congresso degli Scienziati Italiani a Pisa nel 1839. Originariamente conservata al Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze, giunse presso l’Istituto Tecnico sicuramente dopo il 1877, grazie all’intercessione del prof. Pietro Marchi, ultimo direttore dell’Officina Ceroplastica annessa al museo, divenuto poi preside della scuola. I suoi preparati furono un ottimo strumento a disposizione dei cittadini, per riconoscere le varie specie di funghi a quel tempo conosciute e distinguere tra quelle commestibili e non[5].
Note
- ^ Nasce a Careggi il primo laboratorio in Italia di autopsia virtuale, su aou-careggi.toscana.it. URL consultato il 22/11/2017.
- ^ La collezione delle Cere Anatomiche, su msn.unifi.it. URL consultato il 06/12/2017.
- ^ La collezione delle Cere Anatomiche, su msn.unifi.it. URL consultato il 06/12/2017.
- ^ Elogio del cav. professore Luigi Calamai letto nell'adunanza ordinaria dell' I. e R. Accademia d'arti e manifatture il dì 11 luglio 1852 da Filippo Mariotti, Tipografia Mariano Cecchi, 1852.
- ^ Funghi in Cera di Luigi Calamai, su fstfirenze.it. URL consultato il 06/12/2017.
Bibliografia
- Talete De Carpi, Di Clemente Susini e de'suoi lavori in ceroplastica: note e rilievi, a proposito del Gesù morto venerato in Vicchio del Mugello, Tip. A. Mazzocchi, 1910.
- Laura Musajo Somma, La tradizione ceroplastica italiana tra Bologna e Firenze nel 18. secolo, Tesi di dottorato, 2006.
- Farida Simonetti (a cura di), Sortilegi di cera: la ceroplastica tra arte e scienza, Genova, Sagep, 2012, ISBN 978-88-6373-169-9.
- Paolo Giansiracusa (a cura di), Vanitas vanitatum: studi sulla ceroplastica di Gaetano Giulio Zumbo, A. Lombardi, 1991.
Collegamenti esterni
- La collezione delle Cere Anatomiche, su msn.unifi.it. URL consultato il 06/12/2017.