Utente:Sofi.ele/Sandbox
Officina ceroplastica fiorentina | |
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Stato | ![]() |
Fondazione | 1771 a Firenze |
Fondata da | Leopoldo II d'Asburgo-Lorena |
Chiusura | seconda metà 1800 |
Sede principale | via Romana 17, Firenze |
Persone chiave | Felice Fontana, Pietro Marchi, Clemente Susini, Luigi Calamai, Giovanni Lusini, Egisto Tortori, Gaetano Zumbo |
Prodotti | ceroplastica |
L'Officina ceroplastica fiorentina è stato un laboratorio dedicato alla riproduzione in cera di modelli anatomici umani, animali e botanici. Era situata al pianterreno dell'Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale in via Romana a Firenze. Rimase attiva fino alla seconda metà del 1800.
Storia
Sull'esempio di una scuola anatomica bolognese che fin dal XVII secolo realizzava riproduzioni in cera a scopo scientifico, anche a Firenze nel 1771 venne fondata un'officina per volere di Leopoldo II d'Asburgo-Lorena, sotto la direzione dell'abate trentino, studioso di anatomia e dissettore, Felice Fontana. Lo scopo era la realizzazione di una serie di fedeli riproduzioni in cera di anatomia umana, per fini scientifici e didattici. I modelli a cui rifarsi venivano ottenuti dalla dissezione di veri cadaveri prelevati dall'Ospedale di Santa Maria Nuova.
Nel 1775, al momento dell'apertura del Regio Museo al pubblico, l'officina aveva già prodotto una gran quantità di esemplari, compresi modelli di anatomia patologica e di anatomia comparata realizzati sotto la guida di valenti anatomici come Paolo Mascagni e lo stesso Fontana.
Molti esemplari furono commissionati e acquisiti da varie istituzioni italiane: a Bologna, Cagliari, Modena, Pavia, Pisa; e da istituzioni estere: Budapest, Leida, Montpellier e Vienna. Un'altra cospicua collezione venne richiesta dal fratello di Pietro Leopoldo, l'Imperatore d'Austria Giuseppe II, che intendeva così migliorare la formazione dei medici austriaci in ambito civile e militare; fu inviata e conservata al Museo Josephinum di Vienna, noto anche come Museo di Storia Medica[1].
Tra il '700 e l'800 la collezione raggiunse il numero di circa 1400 pezzi. La qualità dei manufatti e la loro copiosa produzione, furono garantite da ceroplasti, un po' artigiani, un po' artisti, che lavoravano in stretta collaborazione con esperti anatomisti, fisiologi e microscopisti, questi ultimi fondamentali per la realizzazione di modelli invisibili a occhio nudo[2].
Direttori
- Felice Fontana (1703-1805), docente di fisica all'Università di Pisa, nel 1766 fu invitato a Firenze da Leopoldo II in qualità di fisico nel Gabinetto scientifico di Palazzo Pitti[3]. Dopo aver creato l'Officina, contribuì in modo determinante alla nascita del Reale Museo di fisica e storia naturale, che diresse fino al 1805.
- Clemente Susini (1754-1814), già assunto giovanissimo come modellatore e diventato in pochi anni uno dei maggiori e famosi ceroplasti fiorentini, subentrò alla direzione dopo la morte del Fontana. Con lui l'attività dell'officina conobbe una rapida affermazione anche grazie all'incremento della produzione di cere botaniche, modelli di piante e fiori a grandezza naturale, tanto apprezzati dal Granduca[4], realizzati con l'aiuto del vice direttore suo allievo Francesco Calenzuoli.
- Francesco Calenzuoli (1796-1829), fu eletto direttore nel 1819 dopo la morte del maestro Susini.
- Luigi Calamai (1800-1851), come i suoi predecessori, continuò ad incrementare la creazione di modelli botanici realizzando numerose piante fiorite in vaso, e modelli di muschi e funghi, organismi generalmente difficili da conservare e dunque osservabili per lo più solo dal vivo. I funghi prodotti, in tutto circa 250, furono presentati all'Accademia dei Georgofili nel 1835 e al 1° Congresso degli Scienziati Italiani a Pisa nel 1839[5]. L'intera collezione fu un ottimo strumento a disposizione dei cittadini per conoscere le varie specie di funghi e per distinguere quelli commestibili da quelli più o meno tossici[6]. Anche il Calamai divenne uno stimato ceroplasta, famoso in campo scientifico anche per la realizzazione di modelli di anatomia topografica.
- Egisto Tortori (1829-1893): subentrò come responsabile alla morte di Calamai. Crea modelli sull'anatomia di alcune piante acquatiche e embrioni o caratteristiche strutturali di piante. L'opera ceroplastica si conclude con lui poichè i metodi per l'apprendimento si evolvono (ad esempio con lo sviluppo dell'immagine fotografica si abbandonano le antiche modalità di insegnamento).
- Pietro Marchi (1833-...): Originariamente i modelli di Calamai conservati al Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze, giunsero presso l'Istituto Tecnico Fiorentino dopo il 1877, grazie all'interessamento del professore e preside Pietro Marchi, ultimo direttore dell' Officina Ceroplastica Fiorentina e responsabile delle collezioni naturalistiche. Grazie al suo lavoro la collezione di soli elementi in ceroplastica si arricchì anche di preziosi esemplari di invertebrati in vetro, oggi conservati (insieme ai modelli di funghi) presso il Museo della Fondazione scienza e tecnica[7]. [8]
La Specola
Ancora oggi gli elementi anatomici in ceroplastica rappresentano un vero e proprio trattato anatomico tridimensionale "consultabile" all'interno del Museo della Specola. Suddivisi in Collezione zoologica e Collezione di cere anatomiche circa 1400 elementi si possono osservare distribuiti in 10 sale[9]. Questa collezione ogni anno attrae migliaia di visitatori provenienti da ogni angolo della terra; la sua importanza fa sì che spesso siano richieste in tutto il mondo conferenze e relazioni sul suo valore scientifico e didattico per eventi congressuali, in ambito medico ed artistico.
Tecnica
Di ogni elemento che si intendeva riprodurre, veniva fatto un calco in gesso, talvolta preceduto da un altro calco in argilla in cui veniva colata cera d'api o vergine mescolata a resine e coloranti. Successivamente il calco era rifinito da esperti scultori tra cui Clemente Susini, Francesco Calenzuoli, Gaetano Zumbo, Luigi Calamai ed Egisto Tortori. Ogni artista operò sempre sotto la supervisione di un esperto di anatomia (oltre al Fontana e al Mascagni si ricordano anche Filippo Uccelli e Tommaso Bonicoli)[10].
Note
- ^ La collezione delle Cere Anatomiche, su msn.unifi.it. URL consultato il 06/12/2017.
- ^ Mauro Raffaelli, p. 218
- ^ Mauro Raffaelli, p. 216
- ^ Mauro Raffaelli, p. 16
- ^ Elogio del cav. professore Luigi Calamai letto nell'adunanza ordinaria dell' I. e R. Accademia d'arti e manifatture il dì 11 luglio 1852 da Filippo Mariotti, Tipografia Mariano Cecchi, 1852.
- ^ Funghi in Cera di Luigi Calamai, su fstfirenze.it. URL consultato il 06/12/2017.
- ^ Mauro Raffaelli (a cura di), Il museo di storia naturale dell'Università di Firenze, vol. 2, Firenze University Press, 2009, pp. XIV-23-, ISBN 978-88-8453-955-7. URL consultato il 16 gennaio 2018.
- ^ Mauro Raffaelli, p. 250
- ^ Nasce a Careggi il primo laboratorio in Italia di autopsia virtuale, su aou-careggi.toscana.it. URL consultato il 22/11/2017.
- ^ La collezione delle Cere Anatomiche, su msn.unifi.it. URL consultato il 06/12/2017.
Bibliografia
- Talete De Carpi, Di Clemente Susini e de'suoi lavori in ceroplastica: note e rilievi, a proposito del Gesù morto venerato in Vicchio del Mugello, Tip. A. Mazzocchi, 1910.
- Laura Musajo Somma, La tradizione ceroplastica italiana tra Bologna e Firenze nel 18. secolo, Tesi di dottorato, 2006.
- Farida Simonetti (a cura di), Sortilegi di cera: la ceroplastica tra arte e scienza, Genova, Sagep, 2012, ISBN 978-88-6373-169-9.
- Paolo Giansiracusa (a cura di), Vanitas vanitatum: studi sulla ceroplastica di Gaetano Giulio Zumbo, A. Lombardi, 1991.
Collegamenti esterni
- La collezione delle Cere Anatomiche, su msn.unifi.it. URL consultato il 06/12/2017.