Santa Ripsima
 
 

Vergine e martire

 
Morte9 ottobre 290
Venerato daChiesa cattolica
Chiesa ortodossa
Chiesa ortodossa copta
Chiesa ortodossa etiope
Chiesa apostolica armena
Ricorrenza4 giugno (Chiesa apostolica armena)
29 settembre (Chiesa cattolica)>
30 settembre (Chiesa ortodossa)
9 ottobre (Chiesa ortodossa copta, Chiesa ortodossa etiope)[1][2][3]

Ripsima (in armeno Հռիփսիմէ?, Hṙipʿsimē) (... – Vagharshapat, 290) fu una vergine che subì il martirio in Armenia, ed è venerata come santa da diverse Chiese cristiane.

Agiografie

le informazioni certe sulla vita di Ripsima sono scarsissime; è appurato che venne martirizzata insieme ad altre compagne a Vagharshapat, e assieme a loro è considerata protomartire d'Armenia[2].

Col tempo, sono state scritte diverse agiografie fantasiose sulla storia di Ripsima[2], che viene narrata generalmente come segue: Ripsima sarebbe stata una giovane nobildonna romana, rinomata per la propria straordinaria bellezza, che viveva in una comunità monastica femminile guidata da una donna di nome Gaiana. Per sfuggire alle mire dell'imperatore Diocleziano (o Massenzio), tutte queste donne fuggirono da Roma, riparando in Armenia dopo essere transitate per l'Egitto, la Palestina e la Siria; l'imperatore contattò quindi Tiridate III, re d'Armenia, chiedendogli di rimandare indietro Ripsima o di sposarla lui stesso[3][1].

Tiridate la fece cercare dai suoi servi che, una volta trovatala, le intimarono di sottomettersi al volere del re; Ripsima dichiarò invece che lei e le sue compagne erano già sposate con Cristo e che quindi non potevano prendere un altro marito sulla terra; dal cielo si udì quindi una voce che disse a Ripsima: "Sii coraggiosa e non avere paura, perché Io sono con te"[3]. Infuriato, Tiridate la diede ai torturatori, che le strapparono la lingua, le aprirono lo stomaco, l'accecarono e quindi la uccisero: ispirate da lei, Gaiana e altre due donne scelsero di seguire la stessa sorte, mentre tutte le altre vergini vennero passate a fil di spada, e i loro corpi gettati alle bestie[3]. L'unica superstite, santa Nino, riparò in Georgia.

Come punizione per i loro misfatti, Tiridate e i suoi servitori vennero tormentati dai demoni e, impazziti, fuggirono nelle foreste come animali selvatici[3]. Il re venne più tardi guarito dall'intervento di san Gregorio Illuminatore[4].

Note

  1. ^ a b Sante Ripsima, Gaiana e compagne, su Santi, beati e testimoni. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  2. ^ a b c (EN) Sant Rhipsime, su CatholicSaints.Info. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  3. ^ a b c d e (EN) Martyr Rhipsime of Armenia, su Orthodox Church in America. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  4. ^ (EN) Gregory the Illuminator, su New Advent - Catholic Encyclopedia. URL consultato il 24 gennaio 2018.

Bibliografia

Altri progetti

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